Economia
Giunge a Roma la protesta "Senza impresa non c’è Italia. Riprendiamoci il futuro". Sangalli: siamo alla disperazione
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- Categoria: Economia e mercati
- Pubblicato Martedì, 18 Febbraio 2014 16:37
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Pordenone - Sono giunti il 18 febbraio a Roma da tutt'Italia, commercianti e imprenditori, artigiani e titolari di piccole e medie imprese, per la manifestazione di protesta “Senza impresa non c’è Italia. Riprendiamoci il futuro”.
Moltissimi i partecipanti al corteo: gli organizzatori parlano di 7000 posti in treno, 2000 in aereo e 400 pullman. Folta la rappresentanza anche dal Friuli Venezia Giulia. Armati di striscioni colorati e slogan contro le tasse, sono decisi a farsi sentire dai governanti, chiunque essi siano.
La protesta è stata organizzata da Rete Imprese Italia, una aggregazione composta dalle maggiori associazioni di categoria: Confesercenti, Confcommercio, CNA, Casartigianato e Confartigianato. Le associazioni chiedono più rispetto visto il rilievo che hanno nell’economia nazionale: le piccole e medie imprese rappresentano il 94% delle aziende e contribuiscono al gettito fiscale per il 62%.
"È la prima volta nella storia, e c’è un motivo: la disperazione” afferma il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli. “Questo è un movimento di protesta, ovviamente, ma anche e soprattutto di proposta”. Tra le proposte rivendicate e dal movimento c’è l’abbassamento delle tasse. Infatti, per le piccole e medie imprese, la tassazione è fissata al 62% degli utili, cioè quasi due terzi degli utili vanno allo Stato.
"Siamo stanchi, chiediamo rispetto, meritiamo più rispetto". Così Sangalli ha arringato la folla di commercianti e artigiani circa 60mila, che sono in piazza del Popolo e dintorni, fin sulla salita del Pincio. Sangalli ha fatto riferimento alla politica che sotto elezioni tramuta le richieste degli imprenditori: "il programma parla di noi come il motore e l'architrave del Paese e poi, passata l'emozione, le riforme tornano nel congelatore. Per questo chiediamo rispetto".
"È a rischio la pace sociale. - Ha aggiunto Sangalli - È pericoloso lasciare le famiglie e le imprese sull'orlo della disperazione".
Rivolgendosi al prossimo governo, il presidente di Confcommercio ha detto: "A Renzi chiediamo innanzitutto una riforma fiscale. Oggi la pressione è così elevata da essere incompatibile con qualsiasi ipotesi di sviluppo". A Renzi i commercianti chiedono anche di "rilanciare i consumi, oggi desolatamente fermi".
I numeri: in cinque anni hanno chiuso in media 1000 imprese al giorno, il reddito prodotto è sceso del 9%. Nel settore si raggiungono i 1,2 milioni di disoccupati. La pressione fiscale costituisce il 44,3% del Pil. Per ogni euro di fatturato le tasse prendono 54 centesimi. Soltanto la burocrazia, secondo alcune stime, costa alle imprese 30 miliardi di euro.