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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Economia

La finanziaria regionale Friulia chiude il bilancio con una perdita di 35,3 milioni di euro

La finanziaria regionale Friulia chiude il bilancio con una perdita di 35,3 milioni di euro

Trieste - L'assemblea dei soci del 18 dicembre ha approvato il bilancio d'esercizio 2013/2014 della Finanziaria del Friuli Venezia Giulia Friulia che segna una perdita pari a 35,3 milioni di euro.

Come si legge in una nota della Finanziaria, la perdita "deriva essenzialmente dall'ulteriore rettifica di valore, pari 36,5 milioni di euro, operata sulla collegata Banca Mediocredito del Friuli Venezia Giulia spa".

La partecipazione a Mediocredito già al 30 giugno 2013 era stata oggetto di svalutazione per 29,7 milioni di euro, concorrendo a determinare il risultato economico negativo dell'esercizio precedente, pari a 35,8 milioni di euro.

Il contributo dell'attività tradizionale di investimento delle Pmi del territorio è, tuttavia, tornato positivo (+0,8 milioni di euro) nell'esercizio chiuso a giugno 2014, per la prima volta dopo il 2008.

Anche i costi di gestione segnano una riduzione, passando dai 6.5 milioni di euro al 30 giugno 2013 ai circa 6,0 milioni di euro del 30 giugno scorso (-7,7%).

Il patrimonio al netto delle azioni proprie in portafoglio, pari a 717 milioni, di fatto interamente finanzia gli investimenti della holding finanziaria "evidenziando pertanto un'indiscussa solidità patrimoniale (nonostante le perdite degli ultimi due anni pari a circa 71,2 milioni e riconducibili alle rettifiche di valore operate sulla partecipazione in Finanziaria Mediocredito spa) e un indebolimento finanziario assente".

Al 30 giugno 2014 il totale di investimenti in società partecipate detenute nell'ambito dell'attività di investimento alle imprese del territorio si attesta a circa 190 milioni dei euro.

Lo scorso giugno si era perfezionata la cessione della partecipazione rappresentativa del 51% del capitale di Friulia SGR spa, oggi Friuli Veneto Sviluppo SGR spa.

Idealscala-Ideal Standard: il Ministero spinge per un accordo entro il 31 gennaio 2015

Idealscala-Ideal Standard: il Ministero spinge per un accordo entro il 31 gennaio 2015

Pordenone - L'incontro svoltosi presso il Ministero dello Sviluppo Economico il 16 dicembre sul futuro dello stabilimento per la produzione di sanitari Ideal Standard di Orcenico Inferiore ha riportato un cauto ottimismo sull'esito della vertenza Idealscala-Ideal Standard.

Il precedente incontro, che si era tenuto il 2 dicembre scorso, aveva visto i rappresentanti di Ideal Standard abbandonare il tavolo di concertazione.

Nell'incontro del 16 dicembre sono stati decisi alcuni importanti impegni: la Ideal Standard sottoscriverà il "Patto di segretezza" richiesto dalla Cooperativa Idealscala come condizione della trasmissione del Piano industriale, previa riformulazione di due clausole non essenziali nel testo proposto inizialmente.

Da parte di Idealscala c'è l'impegno a trasmettere il Piano industriale. Successivamente le parti avvieranno una trattativa per individuare le condizioni di utilizzo dell'impianto di Orcenico, migliorative rispetto a quelle proposte da Ideal Standard.

L'obiettivo è quello di concludere la trattativa tassativamente entro il 31 gennaio 2015. Le parti - si legge nel verbale - concordano di "non intraprendere nelle more alcuna azione".

"Rispetto al 2 dicembre - ha dichiarato il direttore di Confcooperative Pordenone Marco Bagnariol, presente all'incontro insieme a Roberto Cutrona, dirigente di Confcooperative nazionale - è tornato un po' di ottimismo, anche se i margini di manovra sembrano rimanere davvero esigui".

"Il Ministero per lo Sviluppo economico - ha spiegato Bagnariol - si è speso molto per addivenire a un accordo entro fine gennaio, dicendosi pronto a prendere posizione contro chi impedirà il buon esito del confronto".

"Ideal Standard dal canto suo continua a essere contraria alla concessione a titolo gratuito degli impianti produttivi individuati, ma dovrebbe essere pronta a firmare la clausola di riservatezza posta dalla cooperativa Ideal Scala per avere dalla stessa il piano industriale nel quale è racchiuso il futuro di Orcenico Inferiore".

Per il direttore di Confcooperative "Nei fatti c'è ancora un accordo da trovare sui punti al centro della trattativa, dai volumi di produzione che dovrebbero essere lasciati a Orcenico ai costi dei macchinari, ma il confronto avendo come centro il piano industriale dovrebbe presto ripartire".

"I lavoratori - ha concluso - vanno quindi verso un Natale ricco di incertezze: siamo al loro fianco, nella speranza che il 2015 porti finalmente il sereno.

All'incontro, oltre ai rappresentanti di Confcooperative, erano presenti per Ideal Scala il presidente Gian Mario Petozzi e il consigliere Narciso Fabbro, i rappresentanti sindacali Cgil, Cisl e Uil di Pordenone nonché dei vertici nazionali, il viceministro Claudio De Vincenti (nella foto) e il dirigente Giampietro Castano del Mise, il presidente Michelangelo Agrusti e il direttore generale Paolo Candotti di Unindustria Pordenone, l'amministratore delegato di Ideal Standard Italia Domenico Antetomaso e l'assessore regionale del Friuli Venezia Giulia Gianni Torrenti.

Lavoro, la disoccupazione resta alta in Regione. Tempo indeterminato in profondo rosso

Lavoro, la disoccupazione resta alta in Regione. Tempo indeterminato in profondo rosso

Udine - È stato presentato il 16 dicembre presso la sede della Regione a Udine il rapporto 2014 su "Il mercato del lavoro in Friuli Venezia Giulia", stilato dal Servizio regionale Osservatorio mercato del lavoro e illustrato alla presenza dell'assessore regionale al Lavoro, Loredana Panariti.

Come si evince dal report, nei primi tre trimestri del 2014 i dati Istat sul lavoro in Friuli Venezia Giulia mostrano numeri in lieve aumento rispetto allo scorso anno quali, ad esempio, gli aumenti di tremila occupati e dello 0,8 per cento del tasso di occupazione che si attesta così al 63,5 per cento, mentre rimane quasi stabile la disoccupazione con un rialzo dello 0,4 per cento e quasi 42 mila persone in cerca di lavoro.

Per la seconda parte dell'anno le previsioni sono ancora prudenti, perché a fronte di un quasi certo rallentamento della domanda di lavoro si stima un possibile incremento dei licenziamenti alla scadenza degli ammortizzatori sociali.

L'aumento delle assunzioni complessive è stato del 4 per cento (1.374 donne e 2.548 uomini). Continua a essere fortemente negativo l'andamento del contratto a tempo indeterminato (-30 per cento), che viene compensato dall'aumento del tempo determinato (+9 per cento) e del tempo somministrato (interinali, +20 per cento).

Prosegue anche il picco negativo dei tempi intermittenti (-24 per cento), che sono stati notevolmente ridimensionati con l'introduzione della legge Fornero.

A fare tenere i livelli di occupazione è soprattutto il settore industriale (+ 15 per cento e bene tutto il comparto manufatturiero, ad eccezione dell'edilizia, che però non mostra la contrazione così pesante verificatasi nei trimestri precedenti ma solo il -1 per cento).

Altri settori in crescita sono l'agricoltura (+8 per cento) e il commercio (+7).

Dal punto di vista territoriale, le aree a maggiore vocazione industriale sono proprio quelle in cui livelli occupazionali sono migliori: dall'analisi dei bacini territoriali dei Centri per l'impiego i territori a più alte performance sono il Monfalconese e il Pordenonese (Sacile in primis).

Tra i territori più segnati dalla crisi occupazionale il Goriziano. Sotto il profilo anagrafico, se è vero che il 2013 ha visto giovani e over 50 tra i più colpiti dalla crisi occupazionale, all'interno della categoria Neet (ragazzi tra i 15 e i 29 anni, che al primo semestre 2014 sono stati stimati essere 28.500 in tutto il FVG) la regione si caratterizza per una più bassa quota di giovani "indisponibili" rispetto alla media nazionale, ovvero ha ragazzi per lo più motivati a cercare un inserimento lavorativo.

In merito invece alle problematiche sulle differenze di genere, interessanti i dati del ministero del Lavoro-Direzione regionale FVG, illustrati da Chiara Cristini.

Nel triennio 2011-2013 sono state 1.625 le dimissioni di neomadri in FVG. Il profilo di queste lavoratrici è: età tra i 26 e i 35 anni, nel 52,9 per cento dei casi sono neomadri del secondo figlio, italiane nel 83,4 per cento e per il 48,4 per cento hanno anzianità di servizio compresa tra 4 e 10 anni. Nel 54,1 per cento dei casi lasciano il lavoro per difficoltà di conciliazione dei tempi familiari, lavorativi e dei servizi.

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