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Gio04252024

Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Scossa di terremoto di magnitudo 6,1 a Norcia. Avvertita anche in Friuli Venezia Giulia

Scossa di terremoto di magnitudo 6,1 a Norcia. Avvertita anche in Friuli Venezia Giulia

Trieste - Nuova forte scossa di terremoto in centro Italia alle 7.41. Il sisma è stato avvertito distintamente anche in Friuli Venezia Giulia.

Secondo l’INGV la scossa è stata di magnitudo 6.1 a 10 km di profondità, con epicentro nella zona compresa fra Perugia e Macerata, precisamente a Piè di Colle e Campi, molto vicino a Norcia, nella parte più meridionale dello sciame in atto da giorni.

Pochi minuti dopo la scossa principale, alle 07:44, s’è verificata un’altra scossa di magnitudo 4.6 nella stessa zona. Poi, alle 07:48, nuovo terremoto di magnitudo 3.9 stavolta più a Sud, tra Accumoli e Amatrice.

Al momento non si ha notizia di vittime. Il premier Matteo Renzi è in contatto con il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio, che è a Rieti dopo i nuovi eventi sismici. 

A Trieste i risultati delle esplorazioni di Timavo System Exploration 2016

Si presentano a Trieste i risultati delle esplorazioni di Timavo System Exploration 2016

Trieste - Si svolge martedì 25 ottobre alle ore 18 presso il Museo civico di Storia Naturale di Trieste il primo incontro per la divulgazione dei risultati delle esplorazioni di Timavo System Exploration 2016.

Il progetto italo – francese Timavo System Exploration si è sviluppato dal novembre 2012 ed ha come promotori il National Cave Diving Commette of F.F.E.S.S.M (Fédération  Française d’étude et de Sports Sous-Marine) e la Società Adriatica di Speleologia, con la collaborazione del dipartimento di Geoscienze dell’Università di Trieste, del Museo Civico di Storia Naturale, con il patrocinio dei comuni di Trieste e Duino - Aurisina.

Quest’anno le esplorazioni si sono svolte tra il 13 ed il 20 agosto. La collocazione del campo base presso l’agriturismo Camping Carso ad Aurisina ha facilitato le operazioni tecniche e logistiche.

I risultati sono rilevanti dal punto di vista geografico e scientifico e, da un certo punto di vista, si possono definire come nuove scoperte geografiche sul territorio della regione Friuli Venezia Giulia.  

Durante l’incontro - ad ingresso gratuito - Paolo Guglia, Piero Luchesi e Marco Restaino illustrano gli aspetti organizzativi e di management, mostrano i nuovi rilievi e le cavità scoperte, con cenni agli sviluppi possibili. Si prevedono interventi degli enti che hanno collaborato al progetto.

Tutto il progetto denominato “Timavo System Exploration” nasce da una lettera della Società Adriatica di Speleologia circa quattro anni fa, inviata al comitato francese di speleologia subacquea del F.F.E.S.S.M., (Fédération Française d’étude et de Sports Sous –Marine) che aveva collaborato nelle esplorazioni del Timavo in anni precedenti.  

L’interesse e la simpatia che si è instaurata tra il gruppo SAS (Società Adriatica di Speleologia) e il gruppo degli speleosub è di per sé gratificante e questo ha contaminato di entusiasmo altri, che si sono offerti per dare una mano, sempre necessaria in questi frangenti.   

Quest’anno, visto il basso livello delle acque del fiume, lo speleosub Michel Philips, in accordo con il team, ha pensato di avviare l’esplorazione del sifone d’uscita nell’abisso di Trebiciano e lì ci sono state veramente delle progressioni eccezionali in considerazione delle condizioni estreme di quei condotti.

Nessuno si è fatto male, e le procedure e la tecnologia utilizzate dagli speleo sub del FFESSM sono ulteriore garanzia di sicurezza.

Al pozzo dei Colombi gli speleosub hanno visto un proteo a 72 metri di profondità sotto la superficie, un record, e nell’abisso di Trebiciano una grande quantità di questi animali concentrati in certi tratti e anche di dimensioni ragguardevoli, segno di acque ecologicamente sane.  

Gli aspetti organizzativi e di managment dell’intero progetto sono presentati da Piero Luchesi, che se ne è occupato in prima persona; i nuovi rilievi realizzati da Paolo Guglia mostrano l’eccezionale obiettivo raggiunto dal team di esploratori.

Marco Restaino presenta gli aspetti speleologici dei possibili sviluppi delle esplorazioni e le nuove collaborazioni.

Le immagini della presentazione sono dei fotografi Alberto Maizan, Roberto Radovan, Stefano Savini, Paolo Guglia, Alberto e Fabio Vatore.  

Va ancora ricoradata l’opera artistica di Giuliano Tamburlini che ha realizzato il logo di TSE 2016 rappresentato da un proteo che attraverso un singolare processo di ominazione si evolve in speleo subacqueo (nella foto).
 
Gli speleosub che hanno partecipato sono: Marc Douchet, Maxence Fouilleul, Brice Masi, Christian Kiki Morè, Michel Philips e Jeremy Prieur Drevon (National cave diving commete della FFESSM).

Passione, competenza e prudenza sono le caratteristiche esplorative di questo gruppo i cui componenti provengono da ogni parte della Francia, accompagnati da Claude Touloumidjan che vanta immersioni in ogni parte del pianeta.

Oltre 40 speleologi sono stati di supporto alla missione e in totale hanno operato a vario titolo 67 persone appartenenti a 5 gruppi italiani 4 gruppi sloveni, 1 gruppo francese e 1 gruppo tedesco.

Di seguito le Associazioni partecipanti:
Društvo za raziskovanje jam Simon Robič Domžale (Slovenia), Gruppo Esplorazione Speleo-torrentistica Pescara (Italia), Gruppo Grotte Forre CAI L'Aquila (Italia), Gruppo Speleologico Monfalconese A.D.Fante (Italia), Hohlenkundliche Vereinigung eXentriX IG - Hamminkeln (Germania), Jamarski odsek Slovenskega planinskega društva J.O.S.P.D.T. - Trieste (Italia), Jamarsko Društvo "Danilo Remškar" - Ajdovščina (Slovenia), Jamarsko Društvo Dimnice Koper (Slovena), Jamarsko društvo Sežana (Slovenia), National Cave Diving Commette della FFESSM - Marseille (Francia) e Società Adriatica di Speleologia SAS - Trieste (Italia).

(Credits: Marco Restaino)

Allarme cimice asiatica: danni disastrosi alle coltivazioni, Medio Friuli chiede calamità

Allarme cimice asiatica: danni disastrosi alle coltivazioni, Medio Friuli chiede calamità

Pordenone - L’invasione della cimice asiatica, di colore grigio scuro, da alcune settimane sta preoccupando fortemente gli agricoltori del Nordest. Questi insetti si nutrono di un centinaio di specie diverse: frutta, legumi ma anche piante alle quali l’uomo non è interessato.

La cimice asiatica è un insetto parassita più grande e più aggressivo della cimice nostrana, di colore verde, che è sempre stata parte integrante dell'habitat naturale in molte zone d'Italia, specie nel periodo autunnale.

Da diversi giorni è in atto una vera e propria invasione di questi particolari insetti, specie tra Padovano, Vicentino, e in molte località del Friuli Venezia Giulia. Non va meglio nemmeno in provincia di Milano.

Sedigliano ed altri Comuni del Medio Friuli hanno invaso campagne e città, spuntano ovunque, anche dalla doccia, mentre la produzione frutticola e orticola ha subito danni per il 40%. I sindaci chiederanno la calamità naturale alla Regione.

Portavoce della richiesta di calamità naturale avanzata alla Regione Friuli, come riporta Il Messaggero Veneto, è il vicesindaco e assessore all’Agricoltura di Sedegliano, Maurizio Rinaldi: "Oltre ai danni ingenti, ancora non quantificati, provocati al comparto agricolo, con un’incidenza negativa di oltre il 40% sulle produzioni frutticole e orticole, ci sono i problemi creati alle abitazioni"

Coldiretti già nei giorni scorsi aveva lanciato l’allarme per l’arrivo della cimice marmorata asiatica. La prima segnalazione si era avuta in Emilia Romagna nel 2012 ma quest’anno la situazione è drammatica soprattutto nel nord est, tra Friuli e Veneto, anche se non mancano riscontri in altre regioni, dalla Lombardia al Piemonte.

A favorirne la diffusione - sottolinea Coldiretti - è stato un autunno particolarmente caldo, con la moltiplicazione degli esemplari che non hanno in Italia antagonisti naturali. Un problema che rende molto difficile la lotta all’insetto che da adulto è in grado di volare per lunghe distanze alla ricerca del cibo e sverna come adulto in edifici o in cassette e anfratti riparati per poi raggiungere in primavera le piante per alimentarsi, accoppiarsi e deporre le uova.

La lotta per ora - osserva Coldiretti - può dunque avvenire solo attraverso protezioni fisiche come le reti anti insetti a protezione delle colture perché non è possibile importare insetti antagonisti dalla Cina per motivi sanitari. È impossibile debellarli con i normali insetticidi.

La cimice asiatica - conclude Coldiretti - è solo l’ultimo dei parassiti inediti per l’Italia dove nel tempo sono arrivati, per fare qualche esempio, dalla Popillia Japonica alla Drosophila suzukii, dal Dryocosmus kuriphilus alla Xylella, con un conto dei danni all’agricoltura nazionale stimato in oltre il miliardo di euro.

Intanto diversi esemplari di cimice asiatica sono stati prelevati per essere studiati dall'Agripolis di Padova.

Un’azione semplice ed efficace per limitare la proliferazione di questi insetti infestanti e proteggere almeno le abitazioni è quello di usare acqua calda e sapone, mescolati in uno spruzzino, da distribuire poi su finestre, balconi e zanzariere e in tutti quei posti in cui le cimici vengono avvistate frequentemente. Il sapone ha un effetto disidratante sulle cimici, che muoiono in breve tempo.

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Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
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