Allarme cimice asiatica: danni disastrosi alle coltivazioni, Medio Friuli chiede calamità
- Dettagli
- Categoria: Ecologia ed ambiente
- Pubblicato Giovedì, 20 Ottobre 2016 11:56
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
- Visite: 956
Pordenone - L’invasione della cimice asiatica, di colore grigio scuro, da alcune settimane sta preoccupando fortemente gli agricoltori del Nordest. Questi insetti si nutrono di un centinaio di specie diverse: frutta, legumi ma anche piante alle quali l’uomo non è interessato.
La cimice asiatica è un insetto parassita più grande e più aggressivo della cimice nostrana, di colore verde, che è sempre stata parte integrante dell'habitat naturale in molte zone d'Italia, specie nel periodo autunnale.
Da diversi giorni è in atto una vera e propria invasione di questi particolari insetti, specie tra Padovano, Vicentino, e in molte località del Friuli Venezia Giulia. Non va meglio nemmeno in provincia di Milano.
Sedigliano ed altri Comuni del Medio Friuli hanno invaso campagne e città, spuntano ovunque, anche dalla doccia, mentre la produzione frutticola e orticola ha subito danni per il 40%. I sindaci chiederanno la calamità naturale alla Regione.
Portavoce della richiesta di calamità naturale avanzata alla Regione Friuli, come riporta Il Messaggero Veneto, è il vicesindaco e assessore all’Agricoltura di Sedegliano, Maurizio Rinaldi: "Oltre ai danni ingenti, ancora non quantificati, provocati al comparto agricolo, con un’incidenza negativa di oltre il 40% sulle produzioni frutticole e orticole, ci sono i problemi creati alle abitazioni"
Coldiretti già nei giorni scorsi aveva lanciato l’allarme per l’arrivo della cimice marmorata asiatica. La prima segnalazione si era avuta in Emilia Romagna nel 2012 ma quest’anno la situazione è drammatica soprattutto nel nord est, tra Friuli e Veneto, anche se non mancano riscontri in altre regioni, dalla Lombardia al Piemonte.
A favorirne la diffusione - sottolinea Coldiretti - è stato un autunno particolarmente caldo, con la moltiplicazione degli esemplari che non hanno in Italia antagonisti naturali. Un problema che rende molto difficile la lotta all’insetto che da adulto è in grado di volare per lunghe distanze alla ricerca del cibo e sverna come adulto in edifici o in cassette e anfratti riparati per poi raggiungere in primavera le piante per alimentarsi, accoppiarsi e deporre le uova.
La lotta per ora - osserva Coldiretti - può dunque avvenire solo attraverso protezioni fisiche come le reti anti insetti a protezione delle colture perché non è possibile importare insetti antagonisti dalla Cina per motivi sanitari. È impossibile debellarli con i normali insetticidi.
La cimice asiatica - conclude Coldiretti - è solo l’ultimo dei parassiti inediti per l’Italia dove nel tempo sono arrivati, per fare qualche esempio, dalla Popillia Japonica alla Drosophila suzukii, dal Dryocosmus kuriphilus alla Xylella, con un conto dei danni all’agricoltura nazionale stimato in oltre il miliardo di euro.
Intanto diversi esemplari di cimice asiatica sono stati prelevati per essere studiati dall'Agripolis di Padova.
Un’azione semplice ed efficace per limitare la proliferazione di questi insetti infestanti e proteggere almeno le abitazioni è quello di usare acqua calda e sapone, mescolati in uno spruzzino, da distribuire poi su finestre, balconi e zanzariere e in tutti quei posti in cui le cimici vengono avvistate frequentemente. Il sapone ha un effetto disidratante sulle cimici, che muoiono in breve tempo.