Metereologi europei a Trieste: migliorare le previsioni per far fronte ai cambiamenti climatici
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- Categoria: Ecologia ed ambiente
- Pubblicato Lunedì, 12 Settembre 2016 22:50
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Trieste - Miglioramento delle previsioni meteo, monitoraggio dei cambiamenti climatici, coordinamento tra servizi metereologici europei: questi alcuni dei temi che si affrontano all’11ª Conferenza Europea sulla Climatologia Applicata (ECAC), cominciata il 12 settembre nell'ambito della XVI Conferenza annuale dell'European Meteorological Society (EMS).
L'evento si è aperto alla Stazione Marittima di Trieste e prosegue fino a venerdì 16 settembre.
Tema di quest’edizione, che ha portato a Trieste circa 600 tra metereologi e studiosi, è “Where atmosphere, sea and land meet: bridging between sciences, applications and stakeholders” ("Dove atmosfera, mare e terra si incontrano: creare ponti tra scienza, tecnologia e cittadinanza”).
Al centro delle discussioni, l’influsso del cambiamento climatico globale - tema particolarmente d'attualità dopo la recente ratifica da parte di Stati Uniti e Cina dell'Accordo COP 21 di Parigi - con focus sugli effetti sulle coste.
Storicamente, molti dei principali centri di attività economiche e culturali si sono sviluppati nelle zone costiere (attualmente circa il 50% della popolazione europea vive a meno di 50 km dalla costa).
Pertanto, molte questioni in materia di sicurezza, di impatto socio-economico e di investimenti in infrastrutture sono particolarmente urgenti nelle zone costiere.
Questi interventi si rendono necessari a causa dei cambiamenti nella circolazione atmosferica ed oceanica, per l'aumento del livello del mare, gli eventi estremi, le inondazioni e le frane.
Il tema ECAC 2016 esplora questi temi, che si intrecciano con particolare enfasi sulle interazioni mare-atmosfera-terra.
Valutare e prevedere l'evoluzione dell'ambiente e degli impatti dovrà andare di pari passo con lo sviluppo di soluzioni che supportino la valutazione del rischio, l’allerta e la mitigazione degli effetti del cambiamento del clima.
L'edizione 2016 della Conferenza promossa dall'EMS si impernia sul rapporto tra la ricerca scientifica - le evidenze di un riscaldamento globale del clima terrestre sono ormai conclamate - e l'impatto di questo mutamento sensibile e rapido rispetto ai tempi evolutivi del pianeta sulle società umane.
In particolare, si esploreranno i possibili modi tramite i quali la scienza può dare un supporto fondamentale a tutti coloro che sono chiamati a prendere decisioni responsabili, in campo politico, economico e sociale.
Gli interventi della sessione istituzionale hanno evidenziato la necessità di un approccio integrato ai temi legati al cambiamento climatico.
Strategico in questa prospettiva - ha sottolineato il responsabile del settore Clima e Meteorologia applicata dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) Franco Desiato - è il Programma europeo di osservazione della Terra Copernicus, che elabora in maniera sistemica informazioni da molteplici fonti come i satelliti di osservazione della Terra e sensori di terra, di mare e aviotrasportati in modo da fornire a utenti istituzionali e non informazioni affidabili e aggiornate, garantendo anche indipendenza all'Europa nel rilevamento e nella gestione dei dati sullo stato di salute del pianeta. In questo contesto "è però necessario - ha rilevato Desiato - accrescere la qualità dei servizi climatici nei Paesi in via di sviluppo".
"Ottimista" si è detto Dennis Schulze, direttore di Primet, l'Associazione che raccoglie i servizi meteorologici privati in Europa, secondo cui "climatologia e meteorologia hanno fatto significativi passi in avanti rispetto al passato. Big Data e Cloud Computing permettono di combinare sempre meglio i dati, che sono disponibili in sempre maggiore quantità".
Tre sono le parole chiave indicate dalla presidente dell'Istituto nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale (OGS) Maria Cristina Pedicchio: integrazione ("vanno integrati i differenti approcci e gli attori, non solo le discipline"), apertura, anche nel senso di Open Data, e disseminazione, di conoscenze e d'informazione, a partire dalle scuole e dai caffè scientifici.
Atmosfera, terra e mare devono essere tenuti connessi e "gli approcci riduzionistici non sono più benvenuti" anche secondo Sandro Carniel, dell'Istituto di Scienze Marine (ISMAR) CNR.
L'attività e il ruolo dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente del Friuli Venezia Giulia (ARPA FVG) sono state illustrate dal direttore di ARPA OSMER Stefano Micheletti, che ha rilevato come "cambiamenti climatici molto significativi" si stiano apprezzando ormai anche nel territorio del Friuli Venezia Giulia, con estati sempre più calde e l'innalzamento della temperatura del mare.
Alla sessione istituzionale dell'ECAC sono intervenuti anche Renato Colucci, presidente dell'Unione Meteorologica del Friuli Venezia Giulia (UM FVG), Ingeborg Auer, che guida il Climate Programme di EuMetNet (European Meteorological Network) e il colonnello Silvio Cau dell'Aeronautica Militare.