Trieste, degrado del verde pubblico. Nel giardino chiuso per inquinamento si aggirano i ratti
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- Categoria: Ecologia ed ambiente
- Pubblicato Martedì, 30 Agosto 2016 23:31
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Trieste - Il degrado delle aree verdi a Trieste è una realtà che danneggia gravemente sia i cittadini che i visitatori.
Il capoluogo giuliano possiede un patrimonio di giardini e parchi non vastissimo, ma ricco di angoli suggestivi, senz’altro complesso da gestire dal punto di vista della manutenzione, dati i particolari fattori climatici che caratterizzano la città.
Alla bora si aggiunge l’inquinamento, protrattosi nel tempo a causa delle attività industriali passate ed attuali in prossimità dell’abitato. Le aree in cui c’è la presenza di materiali pericolosi accertati sono moltissime e probabilmente molte altre sono ancora nascoste.
L’insufficiente impegno nel fronteggiare la questione del verde pubblico è comune alle varie forze politiche che si sono succedute al governo della città.
Naturalmente la crisi ed i cambiamenti climatici hanno fatto la loro parte. A questo si sono sommate - nel caso del parco di Miramare - una serie di questioni, legate alle competenze, tra la Soprintendenza locale ed il Ministero dei Beni Culturali.
Tuttavia la questione dei giardini è urgente: il degrado, oltre a privare anzitutto i bambini e in generale i cittadini del diritto di giocare, riposare e fare attività fisica in un ambiente gradevole e pulito, crea un danno economico agli esercenti delle aree limitrofe e offre ai turisti un’immagine triste e negativa della città.
Da parte sua la Regione aveva messo a bilancio nella manovra di assestamento estiva 350mila euro per la bonifica dei giardini inquinati di Trieste.
Cittadini, associazioni e movimenti politici seguono da mesi la situazione con scarsi risultati. Il 30 agosto i consiglieri circoscrizionali del Movimento 5 Stelle Dania Bianco, Adriana Panzera, Gianluca Pischianz ed Arianna Zebochin hanno reso noto il testo di una mozione che viene presentata nello stesso giorno nell’assemblea per riportare l’attenzione del Comune sul tema.
“Il territorio di Trieste - si legge nel comunicato - è stato pesantemente violentato dalla siderurgia, dalle industrie e dalla scarsa attenzione delle passate amministrazioni”.
“Ci troviamo così con ampi spazi da bonificare: Valle delle Noghere, terrapieno di Barcola, dolina di Banne, depositi di Montedoro, innumerevoli grotte e questi sono solo alcuni esempi”.
“Inaspettatamente il giardino di piazzale Rosmini ha rilevato una situazione pesantissima di inquinanti di origine ancora incerta, ma sicuramente molto dannosi. Le campionature hanno rilevato cloruri e floruri, come il benzo(b)fluorantene e il benzo(k)fluorantene, sostanze di norma riconducibili ad attività produttive.
“In questi mesi molte sono state le richieste di trasparenza per capire la causa di questi dati inaspettati in questo sito, e molte le richieste di chiarezza nei confronti di tutti i giardini di Trieste”.
“Un’ordinanza dell'ex sindaco Cosolini (risalente al 27 aprile 2016, ndr) ha chiuso e vietato l’entrata alle aree verdi. Ad oggi ancora poche risposte, se non quelle del silenzio assordante di un giardino vuoto, con le aiuole abbandonate e l’erba che crescendo sta diventando un rifugio per i ratti”.
“Numerose infatti sono le segnalazioni giunteci per questo motivo, e la richiesta per evitare anche un problema igienico sanitario, oltre al danno economico per il rione e per gli esercenti che proprio nei mesi estivi ottengono i migliori risultati investendo anche nei dehors”.
I consiglieri del Movimento5Stelle hanno quindi presentato una mozione alla IV circoscrizione, impegnando il sindaco Dipiazza e la sua giunta ad attivarsi in tempi brevissimi, sia per far luce sulle cause e responsabilità, sia per rendere agibile il giardino.
In particolare la mozione richiede al Comune di:
- attivarsi in tempi strettissimi per capire la causa di questa situazione, informare i cittadini del piano di lavoro e dei tempi di bonifica e riapertura, denunciare eventuali responsabilità riconosciute ad aziende o terzi del suddetto inquinamento e provvedere a pagare tutti i danni conseguiti sin qui nei confronti delle attività commerciali adiacenti, della bonifica, del ripristino e messa in sicurezza del giardino e danni riconducibili alle persone.
- trovare nuove aree ricreative e di incontro per i bambini e gli anziani (giardino Vicolo delle Ville, apertura delle palestre scolastiche, ecc.)
- usare tali procedure in tutte quelle aree risultate a rischio salute e frequentate dai bambini, avendo il coraggio di monitorare e prendere provvedimenti su tutto il territorio triestino, che in tutti questi anni è stato violentato impunemente lasciando un’eredità pesante ai nostri figli e nipoti.