Dopo una settimana quasi estiva previsto un brusco peggioramento delle condizioni meteo
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- Pubblicato Martedì, 12 Maggio 2015 12:05
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FVG - A partire dalla serata di giovedì 14 e fino a tutto venerdì le previsioni meteo avvisano che ci sarà una brusca interruzione delle giornate dal clima quasi estivo, dovute all'alta pressione di origine nord africana.
Un peggioramento del tempo è previsto su tutto il Triveneto, a causa di un intenso vortice di bassa pressione in discesa dal nord Atlantico, che determinerà un'accentuazione dell'instabilità a partire dalle Regioni nord orientali.
Già giovedì sera l'aria fredda si sposterà su Trentino, Veneto e Friuli Venezia Giulia con formazione di rovesci e temporali sparsi. Lo scontro fra la massa d'aria fredda dal nord Europa e l'aria calda dei giorni precedenti farà sì che aumenti la probabilità di fenomeni localmente di forte intensità con colpi di vento ed occasionali grandinate.
Il peggioramento sarà accompagnato da un brusco calo termico a tutte le quote, più sensibile sulle Alpi dove la neve potrà rifare la sua comparsa anche al di sotto dei 2000 metri.
Da sabato, prevedono i metereologi, l'alta pressione tornerà sul Nord Italia favorendo un miglioramento del tempo sul Triveneto.
Orti urbani a Palmanova nel giardino dell'ex caserma Piave: consegnati ai cittadini otto appezzamenti
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- Pubblicato Sabato, 09 Maggio 2015 12:59
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Palmanova - Sono stati consegnati, all’interno del giardino della ex caserma Piave, otto nuovi orti urbani pubblici a cittadini di Palmanova che hanno risposto per primi al bando 2015 pubblicato dal Comune.
Gli assegnatari degli orti - piccoli appezzamenti di terreno di proprietà comunale - potranno coltivare ortaggi, fiori e piccoli frutti.
Gli orti, che sommati agli altri 8 precedentemente assegnati nel 2013 raggiungono quota 16, misurano 8 x 4 metri, e sono tutti dotati di attrezzatura (pala, rastrello, vanga, secchio e innaffiatoio). All’interno dell’area, inoltre, sono a disposizione delle carriole, dei lavandini per la pulizia delle verdure e un sistema di irrigazione che sfrutta la raccolta dell’acqua piovana.
Scopo dell'iniziativa da parte dell'Amministrazione comunale è duplice: da un lato creare un'area di socializzazione destinata alla comunità, dall'altro riqualificare un'area e renderla produttiva per le famiglie.
«L'obiettivo del Comune – spiega l’assessore all’ambiente Luca Piani - è quello di promuovere luoghi sani di socialità, in grado di favorire l'inclusione sociale , creando un'opportunità concreta per dedicarsi a queste nuove attività all'aria aperta, attività che possono anche diventare fonte di risparmio per le famiglie. Attraverso questo intervento - continua Piani - abbiamo recuperato un'area abbandonata e improduttiva, riqualificandola e creando valore aggiunto per la collettività».
La cerimonia di consegna degli orti è avvenuta in un clima festoso al quale hanno partecipato anche molti cittadini già assegnatari di alcuni orti urbani. Dopo il sorteggio degli orti, chiamati con nomi di ortaggi e verdure, le famiglie hanno immediatamente provveduto alla semina dei primi ortaggi.
I neo-assegnatari si sono poi confrontati con gli altri "contadini urbani" per carpire informazioni preziose su cosa, quando e come piantare, e cogliere piccoli suggerimenti utili per la coltivazione dei propri appezzamenti. Hanno lavorato e collaborato in sinergia bambini di ogni età affiancati dai nonni.
Le aree sono state rilasciate in concessione per quattro anni, dietro un corrispettivo simbolico annuale di 30 euro. Secondo quanto previsto dal regolamento comunale negli orti urbani non potranno essere utilizzati fertilizzanti nocivi e insetticidi né sarà possibile avvalersi di manodopera retribuita. Verranno altresì favorite le coltivazioni biologiche e prodotti che non rechino danno all’ambiente. I prodotti coltivati dovranno essere destinati unicamente alle famiglie assegnatarie e per nessun motivo destinati alla vendita.
A conclusione della cerimonia, i cittadini presenti si sono dati appuntamento a fine settembre per una festa di "fine raccolto" da realizzare negli spazi degli orti.
Visto il numero elevato di richieste pervenute, l'assegnazione dei nuovi orti urbani non è riuscita a soddisfare tutte le domande; l'assessorato è già all'opera per valutare il prosieguo dell'iniziativa con la realizzazione di nuovi orti.
39 anni fa il terremoto in Friuli. Soccorsi e ricostruzione furono modello
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- Pubblicato Mercoledì, 06 Maggio 2015 10:25
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Trieste - Il 6 maggio 1976 in Friuli la terra trema. Alle 21.00 un terremoto di magnitudo 6,4 della scala Richter, e intensità pari al IX-X grado della scala Mercalli, colpisce un’area di 5.700 chilometri quadrati. 59 tragici secondi dura la scossa principale. La zona a nord di Udine è la più colpita: Gemona, Venzone, Osoppo (solo per citarne alcuni) subiscono gli effetti più distruttivi. I danni sono immensi, stimati per 4.500 miliardi di lire. 989 le vittime. Circa 3.000 i feriti. Quasi 200.000 persone perdono la casa.
"Il patrimonio di valori della ricostruzione dopo il sisma del 1976, ovvero lo slancio, la caparbietà, la capacità d'intervento e l'etica, tutti elementi del 'modello Friuli' di ricostruzione sociale ed economica, sono l'attuale tesoro a cui attingere in periodi di crisi e ripartenza - ha detto la presidente della Regione Debora Serracchiani nel ricordare l'evento. - I principi che hanno guidato la rinascita del Friuli vanno ritrovati e gelosamente conservati".
“Il terremoto che nel 1976 ha colpito il Friuli Venezia Giulia ha rappresentato una chiave di volta per la sismologia in Italia e anche per la gestione del territorio. Dopo il terremoto del Friuli è nata, infatti, la Protezione Civile ed è iniziata la raccolta sistematica dei dati, prima a livello regionale e poi nazionale, e gli esperti di scienze della terra hanno cominciato a fare rete per studiare in maniera globale il fenomeno terremoto”. Lo afferma Dario Slejko, sismologo dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS), operativo all’epoca in cui quella lunga scossa (durata ben 59 secondi) la sera del 6 maggio 1976 ha fatto tremare il cuore della regione.
Fu proprio la stazione dell’OGS di Trieste a localizzare principalmente le scosse. Il primo strumento per lo studio dei terremoti fu installato infatti nel capoluogo giuliano nel 1906: e può essere considerato il primo tassello della rete sismometrica inaugurata poi dall’OGS il 6 maggio 1977, esattamente un anno dopo il terremoto, per seguire la sequenza sismica ancora in corso e più in generale documentare la sismicità regionale.
“Il Centro di Ricerche Sismologiche dell’OGS è figlio del terremoto” afferma Marco Mucciarelli, direttore del CRS. “E oggi dispone di una rete per il monitoraggio sismico dell'Italia nord-orientale, consente di individuare le aree sismicamente attive di FVG, Veneto e provincia di Trento e fornisce un sistema di allarme sismico a supporto alla Protezione Civile regionale. Il sistema automatico di allerta oggi funziona in tempi impensabili 39 anni fa: è in grado infatti di fornire dopo poche decine di secondi dall’evento sismico la localizzazione e la magnitudo alla sala operativa della Protezione Civile e tutto questo dà maggiore efficacia ai soccorsi”.
Da mercoledì 6 maggio l’OGS dà il via a una serie di eventi per ricordare il terremoto del Friuli e diffondere strategie di riduzione dei rischi naturali. Fronte sul quale l’OGS è attivo da anni, nell’ambito di iniziative finanziate dalla Protezione Civile Nazionale e dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca.
Il primo incontro dedicato alla memoria e mirato alla consapevolezza è una video lezione, disponibile dalle ore 9 di mercoledì 6 maggio sul sito dell'Istituto (www.inogs.it; versoi40anni.wordpress.com). I sismologi dell'OGS, interagendo con gli studenti dell'Isis Malignani di Udine, ricostruiscono la storia del terremoto di 39 anni fa e illustrano le strategie da adottare per ridurre i rischi e non essere impreparati nei confronti di un terremoto futuro.
Qui tutte le iniziative in programma http://www.ogs.trieste.it/sites/default/files/locandina_0.pdf
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