Grazie al FAI restaurato il "parterre basso" del Parco del Castello di Miramare
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- Categoria: Ecologia ed ambiente
- Pubblicato Mercoledì, 29 Aprile 2015 18:03
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Sono stati completati i lavori di recupero e rinnovamento del verde del “parterre basso” del Parco storico del castello di Miramare, il più vicino al mare - zona particolarmente centrale e rappresentativa del complesso, la cui riqualificazione risulta essere essenziale per il recupero del parco – realizzati in seguito alla segnalazione del bene nel 2012 da parte di quasi 26.000 cittadini nella sesta edizione del censimento nazionale “I luoghi del Cuore” promosso dal FAI - Fondo Ambiente Italiano in collaborazione con Intesa Sanpaolo.
“I Luoghi del Cuore” è un'iniziativa che nasce nel 2003 e che invita a segnalare i posti più amati, quelle parti del nostro Paese che ciascuno ha trasformato da “luogo concreto” a “luogo dello spirito” e la cui sorte è particolarmente cara o perché si teme siano in pericolo o perché li si vuole tutelare non solo per noi, ma anche per le generazioni future. Uno degli obiettivi del FAI è infatti coinvolgere i cittadini nella salvaguardia di un’Italia da tramandare. La manifestazione, che nel tempo è diventata biennale, è cresciuta nella partecipazione fino a totalizzare 1.658.701 voti nel 2014, a dimostrazione di quanto sia sempre più diffuso tra gli italiani il senso di appartenenza e l'orgoglio di vivere nel Paese più bello del mondo, e il conseguente desiderio di tutelarlo e salvaguardarlo, oggi e per sempre.
Nel 2012, il Parco storico del castello di Miramare si classificò al 7° posto con 25.771 segnalazioni, risultando il luogo più votato di tutto il Nord-Est e il secondo nel Nord Italia. Un risultato incredibile, raggiunto in 57 giorni, a partire dal 2 ottobre, data della conferenza stampa di presentazione dell'iniziativa a Trieste, quando Miramare segnava solo 92 preferenze, ottenuto grazie all'impegno della Delegazione FAI di Trieste, dell'Università degli Studi di Trieste e del quotidiano Il Piccolo. Una collaborazione nata per rispondere all’appello che numerosi cittadini avevano lanciato per la salvaguardia di una realtà unica, che stava vivendo una situazione di difficoltà conseguente anche all'eccezionale ondata di neve e gelo dell'inverno e della calura siccitosa estiva di quell'anno.
Grazie a quel posizionamento, il Parco storico del castello ha potuto accedere alle “Linee Guida per la definizione degli interventi”, lanciate a luglio 2013 dal FAI in seguito ai risultati. Dei 70 progetti presentati nell’ambito delle “Linee Guida”, quello a favore del Parco di Miramare proposto dalla Soprintendenza per i beni storici, artistici e etnoantropologici del FVG è stato uno dei 16 selezionati e ha potuto beneficiare di un contributo di € 30.000,00 stanziati dal FAI e da Intesa Sanpaolo.
I lavori sono consistiti nel ripristino dell’area mediante la realizzazione dell’impianto di irrigazione, il lievo delle siepi di lavanda ormai troppo cresciute, non recuperabili e che impediscono la corretta percezione della geometria dell’impianto, la rimozione delle parti di bordure non recuperabili o con fallanze, il reimpianto di 1.500 buxus pumila nano per il ripristino del disegno a verde originario, la rigenerazione delle superfici a prato, la concimazione ed i trattamenti preventivi contro il marciume radicale, la sistemazione del terreno in forte
pendenza a lato della scalinata con posa di lastre di marmo per il contenimento, il ripascimento della ghiaia dei percorsi e la posa di un lama metallica di separazione per segnare il disegno delle aiuole.
Per i tempi di programmazione del lavoro è stato necessario tenere conto del periodo favorevole al processo vegetativo delle piante.
L'intervento si è inserito nel master plan di valorizzazione del parco e nel programma strutturale degli interventi di risanamento del verde storico in coordinamento con altre iniziative cofinanziate dall’accordo di Programma Stato – Regione siglato tra il MiBACT e la Regione Friuli Venezia Giulia in data 4 gennaio 2012.
Quella sul parco di Miramare si configura quindi non soltanto come una fondamentale azione di conservazione e tutela, tesa a garantire la valorizzazione e il godimento del bene da parte del pubblico, ma anche quale importante esempio di collaborazione tra pubblico e privato, che rappresenta la concreta risposta a quanti hanno segnalato con passione e impegno questo luogo del cuore.
“Per noi oggi è una giornata ricca di soddisfazione: nel 2012, con oltre 25mila firme, il territorio ha affermato di credere davvero ne “I luoghi del Cuore” e soprattutto di credere al fatto che la salvaguardia di ciò che ci circonda significa anche la tutela di un patrimonio in grado di attirare turisti e conseguentemente di generare crescita economica e occupazione. - ha affermato Tiziana Sandrinelli, Presidente Regionale del FAI Friuli Venezia Giulia – Oggi vediamo il rinnovo di un sito particolarmente rappresentativo del Parco, che deve stimolare a un'ulteriore vicinanza per il completamento dell'intero progetto. In generale per la tutela della “grande bellezza” del nostro Paese, è importante che ogni cittadino faccia costantemente la sua parte”.
“La disponibilità di grandi competenze interne, corroborate da una lunga esperienza che ha avuto modo di crescere ulteriormente in questa fase impegnativa e densissima di lavori - ha ricordato Luca Caburlotto, Direttore del Polo museale del Friuli Venezia Giulia, ufficio che subentra alla Soprintendenza nella gestione del compendio di Miramare - competenze impersonate dalla direttrice del Museo storico Rossella Fabiani e dal responsabile del Parco Maurizio Anselmi, ha consentito di esprimere tutta la capacità progettuale delle Soprintendenze e degli organi del Ministero dei beni culturali, che con una attenta gestione e l’attenzione del privato ma non meno dei cittadini riuniti, come in questo caso, può dare rilevanti risultati, nell’interesse di tutta la comunità”.
“Il Gruppo Intesa Sanpaolo è al fianco del FAI da oltre dieci anni perché crede nell’importanza di far crescere nei cittadini la consapevolezza del valore del patrimonio artistico e naturale del nostro Paese e della necessità di impegnarsi per la sua salvaguardia e valorizzazione – ha dichiarato Giuseppe Morandini, presidente della Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia - La Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia in quanto banca del territorio è impegnata da sempre nella promozione della crescita sociale e culturale, oltre che economica, della regione in cui è presente e oggi siamo più che mai soddisfatti per aver contribuito a restituire un luogo del cuore caro per i ricordi passati che esso suscita trasformandolo in qualcosa di vivo e di rinnovato anche per il futuro”.
Rigassificatore di Zaule: la Regione impugna davanti al Tar la decisione del Ministero dell’Ambiente
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- Pubblicato Sabato, 25 Aprile 2015 16:16
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Trieste - Per iniziativa della presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, la Giunta regionale lo scorso venerdì 24 aprile ha deciso di impugnare davanti al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio il parere di compatibilità espresso al Ministero dell'Ambiente dalla Commissione tecnica per la Valutazione d'Impatto Ambientale (VIA) e Valutazione Ambientale Strategica (VAS) riguardo l'impianto di rigassificazione che il Gruppo catalano Gas Natural intende costruire in località Zaule, frazione di Muggia in provincia di Trieste.
"Siamo sempre stati convinti che l'eventuale presenza del rigassificatore sia pregiudizievole per le attività portuali, in quanto riteniamo che il traffico delle navi gasiere sia incompatibile con i traffici navali attuali e con gli auspicati sviluppi, nonché per la sensibilità del sito che si trova a ridosso dell'impianto di stoccaggio di idrocarburi della SIOT", ha spiegato la presidente, mettendo in evidenza come "manca, al momento, un chiarimento su come sarebbe distribuito il gas, in quanto ancora non c'è un parere favorevole di VIA del gasdotto".
"La Commissione di verifica dell'impatto ambientale - ha precisato Serracchiani - ha espresso un parere diametralmente opposto alle nostre valutazioni. Di conseguenza abbiamo deciso il ricorso in quanto fino ad ora le nostre osservazioni non sono state adeguatamente prese in considerazione. Naturalmente manteniamo aperte tutte le strade che stiamo percorrendo per convincere il Governo e tutte le Amministrazioni interessate".
In proposito, infatti, già lo scorso 5 marzo, appena avuta notizia della decisione presa dalla Commissione tecnica, la presidente Serracchiani aveva incontrato il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, al quale aveva espresso il più fermo no al rigassificatore nel Golfo di Trieste.
Nell'occasione la presidente aveva ribadito al ministro le contrarietà della Regione e delle istituzioni locali. "Siamo in grado - aveva sottolineato - di formulare delle controdeduzioni puntuali, dimostrando con elementi oggettivi l'incompatibilità tra il rigassificatore e le prospettive di sviluppo dei traffici portuali previste dal nuovo Piano regolatore".
Il Comune di Trieste ricorre al Tar contro il via libera del Ministero al rigassificatore
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- Pubblicato Giovedì, 23 Aprile 2015 18:56
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Trieste - La giunta comunale di Trieste ha approvato il ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio – sede di Roma - contro l'atto del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare – Direzione Generale per le Valutazioni e le Autorizzazioni Ambientali del 25 febbraio 2015 ed avverso il parere della Commissione Tecnica di Verifica dell'Impatto Ambientale VIA e VAS del predetto Ministero n. 1706 del 6 febbraio 2015 ed atti connessi.
Il ricorso formale del Comune di Trieste, avverso alla ripresa dell'iter autorizzativo del rigassificatore di Zaule è stato illustrato mercoledì 22 aprile dall'assessore comunale all'Ambiente Umberto Laureni assieme all'avvocato Oreste Danese, alla presenza del direttore del Servizio Ambiente ed Energia Gianfranco Caputi, della consigliera comunale Anna Maria Mozzi e di Lino Santoro di Legambiente.
Il ricorso al Tar del Lazio si basa prevalentemente su aspetti e valutazioni legate al traffico portuale e punta a tutelare gli interessi più ampi del territorio, dalla vivibilità alla sicurezza della collettività e della popolazione.
Curato dall'avvocato Danese, il ricorso, che sarà notificato in questi giorni, prende in esame 10 anni di procedimenti e va ad evidenziare alcune “crepe” presenti nel documento del Ministero dall'ambiente, con atto del 25 febbraio 2015, che ha natura provvedimentale e lesiva delle parti interessate.
Il documento ministeriale, nel favorire l'iter del rigassificatore, non tiene conto e blocca le potenzialità di sviluppo evidenziate dall'Autorità portuale per lo scalo di Trieste.
Criticità vengono così messe in luce sul fronte della previsione dei tempi e delle tipologie di realizzazione, sulla previsione dei traffici portuali e sulla scelta di rimandare le tipologie legate alla sicurezza.
Nel ricorso non mancano infine ulteriori nuovi richiami al rischio sismico della zona. Il ricorso al Tar del Comune di Trieste segue infatti di pochi giorni le segnalazioni già avanzate dalla stessa Amministrazione comunale in sede ministeriale e riguardanti le nuove evidenze geologiche e tettoniche emerse a livello scientifico sul golfo di Trieste, che mettono in luce il potenziale rischio sismico dell'area, cosa finora mai valutata e quindi non presente nella valutazione tecnica di Gas Natural e neppure, di conseguenza, nelle istruttorie degli enti preposti.
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