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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Breve pausa di maltempo dopo una settimana primaverile. Domenica di nuovo sole

Breve pausa di maltempo dopo una settimana primaverile. Domenica di nuovo sole

FVG - Da venerdì 17 aprile il clima primaverile di cui ha goduto il Nord Est subisce un breve stop a causa di correnti atlantiche più instabili e fresche.

Una prima debole perturbazione da Ovest ha provocato l'ingresso di nubi irregolari con qualche piovasco sparso in Friuli Venezia Giulia. C'è anche un lieve calo delle temperature, più marcato sui rilievi alpini.

Sabato 18 un secondo impulso instabile seguito da aria più fredda dal Nord Europa provocherà rovesci e temporali sparsi a partire da Est che nel corso del pomeriggio si sposteranno verso Ovest.

I fenomeni atmosferici saranno più intensi a ridosso dei rilievi. Il maltempo sulle Alpi sarà accompagnato da un calo delle temperature in quota, con possibili fiocchi di neve fin sotto i 2000m. Sulla costa soffieranno venti da Nord Est.

Domenica tuttavia tornerà il bel tempo con ampie schiarite. Le temperature saranno leggermente più fresche grazie alle brezze provenienti da Nord.

Val Rosandra: una ferita all'ambiente ancora aperta

Val Rosandra: una ferita all'ambiente ancora aperta

TRIESTE - A tre anni dal disboscamento della Val Rosandra, la ferita rimane aperta. Tra il 24 e il 25 marzo del 2012, circa 2000 volontari della Protezione Civile del FVG e dei Gruppi Comunali presero parte all’operazione “Alvei puliti 2012” voluta e pianificata dalla Regione per la manuntenzione del letto del torrente Rosandra.

L’intervento, che nelle intenzioni della Regione avrebbe dovuto mirare alla “pubblica incolumità”, secondo le associazioni ecologistiche si rivelò un “disastro ambientale” in cui – assieme alla pulizia degli alvei – fu annientata quella che secondo il WWF è codificata come “habitat 92A0 foresta a galleria”, ovvero un bosco composto di salici e pioppi bianchi che, con la presenza di ontani, rendeva questa valle un esempio ecologico tra i più pregevoli della regione.

Assieme alle associazioni animaliste – che giudicarono l’intervento rischioso perché attuato nel pieno del momento riproduttivo delle specie di fauna e avifauna – Legambiente denunciò il fatto per cui risultarono indagati Luca Ciriani, vicepresidente del Friuli Venezia Giulia, Guglielmo Berlasso, responsabile della Protezione civile dell'Fvg, e altre sei persone. L'ipotesi di reato fu distruzione o deturpamento di bellezze naturali.

Poiché in tribunale, durante il dibattimento in corso, è stato dichiarato che “danno non c’è stato”,  l'Associazione Politica per la Costituente della Sinistra "Trieste per Tsipras” ha organizzato nella giornata di ieri 12 aprile un sopralluogo pubblico nella Valle Rosandra, in cui una delegazione ha voluto verificare il reale stato della situazione di quello che era stato dichiarato un sito di “Importanza Comunitaria”, Riserva Regionale e Zona di protezione speciale.

Come ha segnalato un comunicato dell’Associazione, “quella definita dai manuali europei una foresta a galleria, come testimoniano diversi studi effettuati da esperti prima dell’intervento, è ora un'accozzaglia di piante di specie estranee, che non presentano più la morfologia “a galleria”,aspetto ecologico più caratteristico e importante formatosi in decenni di naturale sviluppo, e rappresentato dalla struttura ad alto fusto del bosco che aveva portato alla creazione di un microclima fresco ed ombreggiato, in grado di garantire a varie specie animali (per lo più pesci e anfibi) condizioni termiche ottimali, soprattutto in estate.”.

Questa è stata la conclusione del naturalista Dario Gasparo che ha illustrato la situazione ai convenuti e che ha iniziato a occuparsi della questione (anche nei suoi complicati risvolti legislativi) fin dall’indomani dell’evento, stigmatizzando in più occasioni come le scelte dell’amministrazione regionale – in realtà  - “oltre a realizzare un danno ecologico innegabile e importante rendono anche meno sicuro il corso d’acqua, che allo stato attuale si presta ad essere spazzato da una eventuale piena senza nessun trattenimento delle acque e dei fanghi".

Il risultato è che, al momento, non vi sono più i numerosi e imponenti pioppi secolari di 3 metri di circonferenza che costituivano fonte di alimentazione per gli insetti xilofagi (protetti dalla comunità europea) e per le diverse specie di picchi. Rappresentavano un luogo di protezione e riproduzione per i pipistrelli (tutti protetti dalle norme nazionali e internazionali), per i paridi (come cinciarella, cincia bigia e cinciallegra) e per importanti rapaci notturni quali l’assiolo e l’allocco.

Nel fare il punto della situazione, il sopralluogo ha reso evidente anche come Robinia e Ailanto stiano colonizzando le rive del torrente generando un intrico caotico di rami e polloni – in luogo della macchia ad alto fusto – che in caso di piena imperdirebbe all'acqua di fluire liberamente.

Nel maggio del 2013,  l'eurodeputato Andrea Zanoni consegnò quasi diecimila firme al Parlamento europeo per chiedere un intervento contro il disboscamento sull'alveo del torrente. Ma nessuna risposta concreta, fino a questo momento, è stato ottenuta.

Ora, secondo l'Associazione Politica per la Costituente della Sinistra "Trieste per Tsipras”, è giunto il momento di agire visto che il giudice del Tribunale ha ritenuto di non chiedere ulteriori indagini sul danno ambientale ma di indagare esclusivamente l’aspetto idrodinamico, per  verificare se effettivamente vi sia stata urgenza alla base della decisione d'intervenire, in presenza di un acclarato rischio d'inondazione o di piena.

Pertanto si rivolge un appello al Comune di San Dorligo della Valle/Dolina a farsi garante del recupero in Glinščica/Val Rosandra e ad aprire il confronto sul tema.

L’auspicio è che si attui quanto proposto un anno fa, vale a dire di riunire in assemblea i soggetti coinvolti per sgombrare il campo dalle polemiche e allestire l'atteso Piano di recupero. C’è chi dice che ci vorranno trenta o quarant’anni perché la situazione torni come prima. C'è chi dice che ciò non accadrà mai più.

(In apertura i lavori di disboscamento: fonte www.protezionecivile.fvg.it)

[Roberto Calogiuri]

11 milioni di euro per recupero di edifici degradati dei centri storici. Domande entro il 3 giugno

11 milioni di euro per recupero di edifici degradati dei centri storici. Domande entro il 3 giugno

Udine - Il Regolamento e le procedure per l'utilizzo dei finanziamenti previsti, pari a 11.5 milioni di euro, per gli interventi di riqualificazione edilizia del patrimonio abbandonato o sottoutilizzato nei centri storici della Regione sono stati illustrati nel corso di un seminario tenutosi l'8 aprile a Udine.

L'incontro era organizzato dalla Federazione regionale degli Ordini degli Architetti, quella degli Ingegneri, il Comitato regionale Geometri e il Collegio dei Periti industriali della provincia di Udine, in collaborazione con la Regione.

La legge regionale di bilancio 15/2014 al n.26 dell'art. 9 autorizza a concedere contributi in conto capitale, nella misura massima del 50 per cento della spesa riconosciuta ammissibile, per far fronte ai costi effettivamente sostenuti per la realizzazione di interventi volti a favorire il recupero, la riqualificazione o il riuso del patrimonio immobiliare esistente privato in stato di abbandono o di sottoutilizzo, con particolare riferimento al profilo della sicurezza sismica o del risparmio energetico, nell'ambito delle politiche di cui all'articolo 26 della legge regionale 18 luglio 2014, n. 13 (Misure di semplificazione dell'ordinamento regionale in materia urbanistico-edilizia, lavori pubblici, edilizia scolastica e residenziale pubblica, mobilità, telecomunicazioni e interventi contributivi).

Sono ammissibili a contributo anche gli interventi rientranti nella disciplina di cui all'articolo 4 della legge regionale 7 marzo 2003, n. 6 (Riordino degli interventi regionali in materia di edilizia residenziale pubblica).

Il termine per la consegna delle domande di finanziamento da parte dei destinatari della legge, ovvero privati che destinino gli immobili per prima casa o locazione e imprese che abbiano attivato una convenzione con le Amministrazioni comunali e che in virtù di questo non subiranno le limitazioni imposte dal de minimis, è fissato al 3 giugno 2015.

L'assessore all'edilizia Santoro ha voluto rimarcare la portata innovativa delle procedure burocratiche che sono state improntate alla massima semplicità e allo snellimento.

"Non chiediamo progetti e certificazioni ma solo un'autocertificazione che descriva il genere di intervento che si intenderà realizzare: si tratta di una concessione di massima fiducia che richiede però massima correttezza ai professionisti e a cittadini e imprese. Se, infatti, in corso dei sopralluoghi di verifica - ha sottolineato Santoro - venisse accertata una dichiarazione non veritiera questo comporterà l'immediata revoca unilaterale del finanziamento".

Chiarendo anche che la legge 15/2014 permetterà i finanziamenti di progetti "che non deroghino dal rispetto dei Piani regolatori e delle normative vigenti", Santoro ha voluto ricordare che la scelta della Regione è stata quella di privilegiare solo gli interventi nei centri storici.

"Visto l'ammontare limitato dei fondi a disposizione, abbiamo scelto di iniziare dalle zone A e B0, con l'intenzione precisa di rivitalizzare la residenza, il piccolo commercio e la vita dei centri storici. L'intento - ha aggiunto l'assessore - è quello di far diventare questo il primo canale contributivo stabile".

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