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Mar10222024

Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Una sobria versione di "Carmen" al Verdi di Trieste, con la mezzosoprano friulana Luciana D'Intino

Una sobria versione di

Trieste – Secondo appuntamento del cartellone lirico del Verdi di Trieste, nella serata del 5 febbraio è andata in scena “Carmen” di Georges Bizet, opera tra le più rappresentate al mondo, apprezzata da Nietzsche, Wagner e Strauss. Una partitura difficilissima e un esempio di invenzione musicale continua, inarrestabile e fluente.

Per l’edizione attuale è stata scelta la versione con i recitativi musicati da Guiraud, amico del compositore, in luogo dei dialoghi parlati della prima stesura. Elisabetta Brusa ha ripreso la regia di Carlos Saura, statica e scarna. Pannelli nudi ed essenziali, su cui si proiettano ombre allusive all’azione, costituiscono le scene di Laura Martinez, forse con l’intento di concentrare tutta l’attenzione sul dramma.

Ricchi, fastosi e colorati i costumi di Pedro Moreno che formano composizioni visive di gusto fotografico e gradevole. Le luci esatte e suggestive di Paco Belda. Le coreogafie sobrie e poco spagnoleggianti di Goyo Montero.

Eppure qualcosa non ha funzionato nella trasmissione di quel pathos bifronte che è tipico di “Carmen”. Il doppio registro teatrale, costituito da alternanza e fusione di atmosfera brillante e tragica che dovrebbe commuovere, esaltare e tramortire, si è rivelato privo di equilibrio. Il congegno miracoloso proprio di quest’opera, realizzato attraverso l’insieme di personaggi musicalmente definiti e caratterizzati con estrema precisione sotto il profilo psicologico, si è inceppato.

Fin dalle prime note del preludio, quello che per Nietzsche dovrebbe essere “un magnifico baccano da circo”, si percepisce una direzione allentata e poco incisiva, come se il M° Donato Renzetti (apprezzato anche per il discorso estemporaneo, pieno di calore ed emozione  rivolto ai giovani presenti al concerto di Ferruccio Busoni) avesse privilegiato grazia e sobrietà a scapito della definizione vigorosa, nervosa e chiaroscurale della partitura. Il che ha dato l’impronta a tutta l’azione.

Attesa star della serata è la mezzosoprano Luciana D’Intino che festeggia i 30 anni di una carriera luminosa. Celebrità internazionale di origini friulane (è nativa di San Vito al Tagliamento), interpreta Carmen con padronanza della scena e di mezzi vocali. Timbro pastoso, buona estensione, emissione duttile e sicura sono confortati dal personale latino e fascinoso con cui sa colorare il mistero mutevole e inafferrabile del suo personaggio.

Il tenore Andrea Carè (Don José) sfodera un prodigioso volume di voce, un timbro squillante, un’emissione sicura e naturale che sembra non gli costi nessuna fatica. Bella la figura schiva e introversa, anche se nel finale la regia lo vuole una specie di psicotico ossessivo compulsivo. Sarebbe – e ha tutte le potenzialità per essere - perfetto se controllasse la mezzavoce e migliorasse la messa di voce.

Molto convincente la Micaela della soprano Serena Gamberoni che sostiene il lirismo intenso e puro della parte con competenza canora e scenica. Con naturale dolcezza, riesce a dare corpo e profilo a un personaggio convenzionale allontanando ogni ombra stucchevole.

Alle soglie dell’imbarazzo la prestazione del basso-baritono Lucio Gallo, tanto più perché uno tra i momenti più attesi: nei famosi couplets del secondo atto, ovvero l’arcinota aria “Toreador” su cui si articola ed esaurisce la figura di Escamillo - personaggio difficilissimo, di studiata superficialità, fanfarone sicuro del successo e della seduzione -  dimostra un’intonazione imprecisa e traballante, acuti con la rincorsa e bassi non proprio rotondi e percepibili.
 
Yukiko Aragaki (una piacevole e spiritosa Frasquita, soprano giapponese), Cristina Damian (Mercédès, mezzo soprano rumena), Gianluca Sorrentino (Il Remendado, tenore) e Dario Giorgelè (Il Dancairo, baritono) conferiscono la giusta vitalità ai rispettivi personaggi e al quintetto del secondo atto, altra prova impegnativa per ritmo, velocità, intonazione e recitazione.

Completano il cast il baritono Nicolò Ceriani, un Moralès dalla buona presenza e dizione, e il basso Federico Benetti (Zuniga).

Una tradizionale sicurezza è il coro preparato dal M° Paolo Vero. Una menzione particolare per le signore coriste, attive con cognizione recitativa nelle concitate scene d’insieme. Un plauso al Coro di voci bianche dei Piccoli Cantori della Città di Trieste preparati da Cristina Semeraro, spiritosi e spigliati.

Tiepido il pubblico alla fine. Pioggia di fiori rituale più che spontanea.

Repliche: venerdì 8 febbraio, ore 20.30 turno C. Sabato 9 febbraio, ore 20.30 B (Carmen: Chiara Calli. Don José: Mario Malagnini). Domenica 10 febbraio, ore 15.30 D. Mercoledì 13 febbraio, ore 20.30 C. Sabato 16 febbraio, ore 15.30 S.

Prossimo appuntamento: 8 marzo 2013 con Macbeth di Giuseppe Verdi

[Roberto Calogiuri]

"È stato la mafia", il nuovo spettacolo di Marco Travaglio arriva a Trieste per l’unica data in regione

Trieste - L’avventura teatrale di Marco Travaglio, dopo "Promemoria" e "Anestesia Totale", continua anche nel 2013 con un nuovo spettacolo dal titolo "È stato la mafia", che porterà lo scrittore e giornalista a toccare le principali città della nostra penisola.

Novità di questi giorni è la conferma della partecipazione, all’interno dello spettacolo, dell’attrice Isabella Ferrari che affiancherà il giornalista leggendo brani di grandi politici e intellettuali del nostro tempo, da Calamandrei a Pasolini, da Gaber a Pertini passando per Flaiano.

"È stato la mafia" debutterà il prossimo 4 febbraio a Bologna, per toccare poi i principali teatri del nostro paese. L’unica tappa in Friuli Venezia Giulia sarà a Trieste, al Politeama Rossetti, Sala Assicurazioni Generali, mercoledì 6 febbraio alle 21, co-organizzata da Azalea Promotion e Comune di Trieste – Assessorato allo Sport, in collaborazione con il Politeama Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia.

Marco Travaglio racconterà la storia della trattativa fra Stato e Mafia, avviata dallo Stato nel 1992 e proseguita fino ad oggi; una storia di patti inconfessabili, di segreti e ricatti che hanno dato vita alla Seconda Repubblica e continuano a inquinare la presunta Terza che sta per nascere con le elezioni del 2013.

Il giornalista narra fatti drammatici in forma tragicomica, sottolineando gli aspetti grotteschi e ridicoli delle campagne di stampa negazioniste e giustificazioniste, scatenate da giornali e tv soprattutto dopo l'intercettazione di telefonate fra l'ex ministro Mancino, il presidente Napolitano e il suo consigliere giuridico. Le telefonate depositate dai magistrati e dunque pubbliche, anche se subito censurate dai grandi media, verranno lette e spiegate sul palco.

Per tutto il periodo pre elettorale, e quindi anche durante lo spettacolo di Trieste, Travaglio aprirà lo spettacolo con un prologo dal titolo “Votare informati. Il Parlamento è anche tuo, aiutaci a tenerlo pulito”, un riepilogo di tutti i candidati giudicati dallo stesso giornalista come “impresentabili e invotabili”. Un vademecum per orientarsi tra le liste elettorali e le carte d'identità dei nostri "rappresentanti": la storia di quello che hanno detto e hanno fatto.

Marco Travaglio è vice direttore e cofondatore de Il Fatto Quotidiano e collaboratore fisso di Annozero. Ha scritto fra l’altro "Mani sporche" (con Barbacetto e Gomez), "Se li conosci li eviti" (con Gomez), "Italia Annozero" (con Vauro e B. Borromeo), "Bavaglio e Papi" (con Gomez e Lillo), tutti editi da Chiarelettere. Per Editori Riuniti ha pubblicato una nuova edizione de "L’odore dei soldi" (con E. Veltri). Nel 2007, su invito di Promo Music, ha deciso di portare in scena “Promemoria, 15 anni di storia d’Italia ai confini della realtà” dove ripercorre le vicende della seconda repubblica da Mani Pulite ad oggi.

I biglietti (prezzi da 20 Euro più diritti di prevendita) per lo spettacolo del 6 febbraio a Trieste, sono disponibili nei punti autorizzati Azalea Promotion, nelle biglietterie del Politeama Rossetti e sul circuito online Ticketone.it.

Azalea Promotion tel. +39 0431 510393 – www.azalea.itQuesto indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
ilRossetti - Teatro Stabile del FVG tel. +39 040 3593511 – e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. – web: www.ilrossetti.it

La "Vedova allegra" della Compagnia italiana di operette al Giovanni da Udine

La

Udine - Mercoledì 23 gennaio, alle 20.45, il palcoscenico del Teatro Nuovo Giovanni da Udine accoglierà la celebre Compagnia italiana di operette che, con la regia di Umberto Scida, porterà in scena un classico immortale: La Vedova Allegra (Die lustige Witwe il titolo originale). Un'operetta in tre atti di Franz Lehár, su libretto di Victor Léon e Leo Stein, dalla commedia L'Attaché d'ambassade di Henri Meilhac (1861) che debuttò con enorme successo al Theater an der Wien a Vienna il 30 dicembre 1905.

Ambientata a Parigi, narra del tentativo di far sposare la ricca vedova Hanna Glavari con il conte Danilo, sua antica fiamma. Nel frattempo si sviluppa il triangolo amoroso tra il Barone Mirko, sua moglie Valencienne e Camille de Rossillon. Hanna Glavari è rimasta presto vedova del ricchissimo banchiere di corte del piccolo stato di Pontevedro; un suo matrimonio con uno straniero provocherebbe la fuoriuscita dei milioni di dote della signora e il collasso delle casse dello stato.

Un’operetta amatissima dal pubblico, da vedere e rivedere, dove si animano equivoci amorosi, feste, balli, mentre l’orgoglio ferito di un amante rifiutato (il Conte Danilo Danilowich) si intreccia con gli interessi economici del Pontevedro, la “Cara Patria”, per giungere, alla fine, al trionfo del vero amore.

La Compagnia italiana di operette mette in scena una suggestiva scenografia, le splendide coreografie ideate da Monica Emmi, corredate di lussuosi costumi.

Chi siamo

Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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