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Gio10242024

Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

La scuola con Silvio Orlando in scena al Rossetti

La scuola di Silvio Orlando in scena al Rossetti

Trieste - Quando andò in scena la prima volta – con il titolo Sottobanco (ora è La Scuola) – lo spettacolo ebbe un successo che definire epocale è poco: il debutto fu nel 1992, nel marzo del 1993 conquistava completamente la platea del Politeama Rossetti. Sicuramente, fra gli abbonati c’è chi ricorda l’acutezza e il divertimento di una serata di teatro che lasciava pieni di riflessioni ma con le lacrime agli occhi per le risate…

Non sarà diverso con il ritorno dello spettacolo – dal 15 al 19 aprile – nel cartellone Prosa del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia.

Merito di un autore in stato di grazia – Domenico Starnone – che meglio non avrebbe potuto tradurre in situazioni teatrali, in dialoghi ritmatissimi e in impeccabili tempi comici un intelligente, mai scontato e realistico ritratto del mondo della scuola, e merito di una compagnia eccellente ottimamente orchestrata da Daniele Luchetti.

Fra quegli attori - nella prima edizione – appariva il nome di Silvio Orlando. Oggi uno dei più rappresentativi e acclamati attori del cinema italiano, ammirato per le sue interpretazioni sempre incisive, generose, sobrie fra i suoi film più importanti ricordiamo almeno Il caimano di Nanni Moretti, con cui ha un lungo sodalizio, Il papà di Giovanna di Pupi Avati, che gli vale la Coppa Volpi alla Mostra del Cinema di Venezia e molt altri ancora.

Tanto che ha scelto di ritornare in scena nei panni del professore, dopo oltre vent’anni e di produrre la nuova edizione dello spettacolo.

«Ho deciso di riportare in scena lo spettacolo più importante della mia carriera – scrive infatti – fu un evento straordinario, entusiasmante, con una forte presa sul pubblico. A vent’anni di distanza è davvero interessante fare un bilancio sulla scuola e vedere cos’è successo poi».

Per affrontare questa nuova messinscena, attorno a sé Silvio Orlando ha radunato un cast straordinario: Vittorio Ciorcalo, Roberto Citran, Marina Massironi, Roberto Nobile, Antonio Petrocelli, Maria Laura Rondanini. 

Volti che siamo abituati ad ammirare anche sul piccolo e grande schermo e che daranno vita ai simpaticissimi e veri caratteri dello spettacolo, che – come vent’anni fa – si rifà alla produzione letteraria di ambito scolastico di Starnone (giornalista e scrittore, ma con un passato d’insegnante) e arriva sui palcoscenici con il titolo La scuola.

Titolo peraltro che nel 1995 era stato dato al film tratto da questa bella commedia (una delle rare volte in cui - attualmente - è stato il teatro a fornire materia al cinema e non viceversa): anch’esso divenuto presto un cult, primo di un filone ancora non esaurito di film e fiction di ambientazione scolastica.

Lo spettacolo mette in scena una riunione di insegnanti: gli attori, straordinari nel cesellare ogni carattere, danno vita – oltre al professore interpretato da Orlando – all’insegnate ingegnere pedante e odioso, all’egocentrica prof. di storia dell’arte, a quello di lingue che pensa solo a bocciare qualcuno, all’insegnante di ragioneria, completamente nevrotica ma innamorata della propria materia… ognuno con le sue utopie, il suo cinismo e le frustrazioni. 

Quanti profili simili abbiamo incontrato frequentando la scuola da allievi o da genitori… e quanti ne riconosceremo nelle vive descrizioni che questi professori fanno dei loro allievi, discutendo del loro futuro, di perché salvare o “condannare” la mitica e simpaticissima IV D. 

La Scuoladi Domenico Starnone è diretto da Daniele Luchetti, ed è interpretato da Vittorio Ciorcalo, Roberto Citran, Marina Massironi, Roberto Nobile, Silvio Orlando, Antonio Petrocelli, Maria Laura Rondanini.

Le scene sono di Giancarlo Basili, il disegnatore luci è Pasquale Mari, i costumi sono di Maria Rita Barbera: lo spettacolo è prodotto da Cardellino srl.

Lo spettacolo va in scena da mercoledì 15 a sabato 18 aprile alle ore 20.30 con  l’unica pomeridiana  domenica 19 aprile alle ore 16. I posti ancora disponibili si possono acquistare presso tutti i punti vendita dello Stabile regionale, i consueti circuiti e accedendo attraverso il sito www.ilrossetti.it alla vendita on line.

Ulteriori informazioni al tel 040-3593511.

 

Cinecittà di De Sica: un tributo alla città del cinema

Cinecittà di De Sica: un tributo alla città del cinema

Trieste - Inserito tra gli “eventi speciali” del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, è andato in scena il 10 e 11 aprile al Rossetti di Trieste lo spettacolo “Cinecittà” scritto ed interpretato da Christian De Sica.

Uno spettacolo voluto dal famosissimo attore e showman che vuole regalare un tributo alla mitica città del cinema “Cinecittà” che come lo stesso De Sica ha modo di dire: “per popolarità è seconda solo ad Hollywood”.

Raccontando la storia di Cinecittà  De Sica racconta anche la sua storia, i suoi tanti incontri importanti da Mastroianni a Gregory Peck  passando per Audrey Hepburn e molti altri, regala un tributo affettuoso allo “zio” Alberto Sordi, mentre la voce particolare di Federico Fellini fa da sfondo a tutto lo spettacolo.

Il padre Vittorio entra in modo importante nell’amarcord  di De Sica che ne ricorda la generosità durante la lavorazione di un film nel periodo di deportazione degli ebrei dal ghetto di Roma, il grande attore infatti utilizzò l’espediente di scritturare molti tra gli ebrei per evitare la loro deportazione finendo per avere un cast di diverse centinaia di persone pur di evitare il peggio.

Con un orchestra dal vivo di diciannove elementi De Sica ha ripercorso il suo repertorio di crooner  con i brani classici come Baciami piccina, Ma ‘ndo vai, New York  New York  e l’inedito Cinecittà  scritto appositamente per lo show.

Sul palco al suo fianco: Ernesta Argira, Daniele Antonini e Alessio Schiavo.

Bergonzoni con “Nessi” al Teatro Verdi di Pordenone

Bergonzoni con “Nessi” al Teatro Verdi di Pordenone

Pordenone – E dopo Trieste è la volta di Pordenone dove, domani venerdì 10 aprile, Bergonzoni con “Nessi”si esibirà nel palcoscenico del Verdi, alle ore 20.45

Fili tesi e tirati, trame e reti, tessute e intrecciate per collegarsi con il resto del pianeta. È questo che

Alessandro Bergonzoni, mattatore della parola e artista di estrema effervescenza mentale,  racconterà al pubblico  nel suo spettacolo ironico e spiazzante Nessi, ovvero quella necessità assoluta e contemporanea di vivere collegati con altre vite, altri orizzonti, altre esperienze, non necessariamente e solamente umane che ci possono così permettere percorsi oltre l'io finito per espandersi verso un "noi" veramente universale.

Nessi non è uno spettacolo. E’ un’ invocazione”,  dice Bergonzoni commentando questo tour che lo porta in teatri sempre pieni, per un monologo in cui stavolta “i giochi di parola sono ridotti all’osso”. E’ un Bergonzoni accorato e quasi disperato, che insiste anche sul ruolo dell’artista. “Il nostro compito non si esaurisce con lo spettacolo o con la scrittura di un libro. Si è artisti soprattutto prima e dopo. Come il chirurgo che non smette di esserlo a operazione finita, ma torna a casa ed è ancor più medico e malato: padre e figlio, sano e morente. Tesse e cerca nessi, come dovremmo fare tutti noi”.

In questo quattordicesimo lavoro da lui scritto e interpretato e diretto in coppia con Riccardo Rodolfi, Bergonzoni si trova in un'assoluta solitudine drammaturgica, al centro di una cosmogonia comica circondato da una scenografia "prematura", da lui concepita, alle prese con un testo che a volte potrebbe anche essere una candida e poetica confessione esistenziale, senza per questo rinunciare alla sua dirompente visione stereoscopica che è diventata, in questi anni, materia complessa, comicamente eccedente e intrecciata in maniera sempre più stretta tra creazione-osservazione-deduzione.

“Nessinon è collegamento è conoscenza, non è comunicazione è conoscenza. Noi da quando nasciamo e rinasciamo siamo pieni di fili, ci colleghiamo con gli altri”, e Bergonzoni oltre a far ridere il suo pubblico, chiama in causa tutti quei doveri verso gli altri, i figli, gli amici, i malati, i poveri, i ricchi, la natura”.

Nessi, come dice Bergonzoni,  “è un tema di rinascita, una necessità di diventare perché non c’è più la differenza tra attore e spettatore, non c’è più confine tra una canzone che ci fa piangere e quello che fa inorridire, non c’è più confine tra la morte degli altri e la nostra vita, non c’è confine tra i miei figli e quelli degli altri che non sono miei. Questo è un lavoro in cui si rischia la pazzia? “No, noi raschiamo la pazzia, la stiamo raschiando, il barile è già finito. L’uomo è un’opera umana: dentro le carceri ci sono opere umane che non vengono tutelate dallo stato. Noi dividiamo la bellezza dalla cosa meno bella, va riconquistato a suon di anime un nuovo linguaggio e una nuova dimensione. Io la chiamo cambio di frequenza”.

E come sempre prima dello spettacolo ci sarà l’happy hour con i prodotti a chilometro zero del territorio (info e prenotazioni 0434 29009 e attraverso il sito del teatro) nell’area bar dalle 19.30.

Informazioni e aggiornamenti sul sito www.comunalegiuseppeverdi.it, facebook e Twitter (@teatroverdipn), #unabellastagione, telefono: 0434 247624

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Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
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