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Gio10242024

Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Nuovo “open day” al Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia

Nuovo “open day” al Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia

Trieste - Nuovo “open day” con visite guidate organizzato dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, nel pomeriggio di venerdì 17 aprile.  Dalle 17 alle 19 il Politeama Rossetti rimarrà aperto e si potà visitare liberamente la mostra dedicata all’attrice Nora Gregor. In coda alle due visite guidate al Teatro, programmate per le 17 e per le 18, Mateja Zorn del Kinoatelje di Nova Gorica che ha creato la mostra su Nora Gregor illustrerà l’esposizione.

Ultimi giorni di apertura per la mostra Nora, Du bist ein Engel che rimarrà allestita nel foyer del Politeama Rossetti fino a domenica 19 e si sposterà poi a Graz dove andrà in scena anche lo spettacolo, allo Schauspielhaus.

Chi non avesse ancora ammirato la bella esposizione multimediale e volesse approfondire in merito alla figura di Nora Gregor, attrice di origini goriziane che divenne una star nei teatri della Mitteleuropa e nel cinema di Hollywood, ne avrà l’occasione venerdì 17 aprile.

Dalle ore 17 alle 19 infatti il Politeama Rossetti sarà aperto e si potrà liberamente visitare la mostra, che propone anche molti spezzoni di film a cui l’attrice prese parte, oltre a materiali iconografici e testimonianze.

Alle 17 e alle 18 – in coda alle già programmate visite guidate al Politeama – Mateja Zorn del Kinoatelje di Nova Gorica che ha realizzato la mostra, illustrerà l’esposzione per il pubblico che si troverà nel foyer Vittorio Gassmann. 

Ulteriori informazioni al tel 040-3593511.

 

 

“Io odio gli italiani” debutta al Miela: intervista alla regista Valentina Paiano

“Io odio gli italiani” debutta al Miela: intervista alla regista Valentina Paiano

Trieste -  Debutta al  Teatro Miela per la serie “altri percorsi”, domani giovedì 16 e venerdì 17 aprile alle ore 21 “Io odio gli italiani” – Gonars” regia di Valentina Paiano, con Chiara Di Marco e Paolo Miloro.

Zofia è una bambina debole e arrabbiata: i patimenti nel campo di Rab, il dolore d’aver visto fucilare il padre e morire di stenti la mamma l’hanno segnata. Vlado è un artista, la guerra gli ha portato lutti e prigionia: ma ogni giorno cerca la bellezza che conosceva “prima” e insegnava ai suoi studenti. I due sono uniti dalla comune terra d’origine, l’ex Jugoslavia, dalla solitudine e da una reciprocità delicata che nasce durante la loro dolorosa permanenza nel campo di concentramento fascista di Gonars.

Abbiamo chiesto alla regista di parlarci dello spettacolo.

Cosa ti portata a scrivere un testo come "Io odio gli Italiani" ?

Lo stupore di scoprire un pezzo della storia italiana ai più sconosciuta.

Un giorno entro in ufficio e trovo sulla mia scrivania un fumetto con un post-it di un amico con scritto: “leggilo, così poi lo mettiamo in scena…”

E così attraverso il fumetto di Davide Toffolo “Il Freddo d’Italia”, vengo a contatto con la storia di due bambini rinchiusi in un campo di concentramento in Italia. È bastato poco perché io e Paolo Miloro ci ritrovassimo a scrivere lo spettacolo “Io odio gli italiani”. Abbiamo iniziato a studiare le poche testimonianze che con difficoltà riusciamo a trovare, scegliendo di scrivere un testo che utilizzasse solo parole storicamente documentabili, come per esempio l’intervista a Herman Yanez, con la voce del quale si chiude lo spettacolo. Il fumetto ci ha dato l’ispirazione per lo stile teatrale da utilizzare: poche parole, lunghi silenzi e la noia del far nulla contro cui i deportati dovevano combattere.

Grazie a questo spettacolo abbiamo la possibilità di far emergere quella parte di storia che gli italiani sono stati capaci di seppellire. Attraverso lo strumento “teatro”, abbiamo la fortuna di parlare con le persone e quindi di raccontare quello che abbiamo scoperto. E sentiamo il dovere di farlo per dire, contestare e nel nostro piccolo togliere la benda che purtroppo, senza nemmeno saperlo, abbiamo indosso.

Zofia, una bambina che vive la tragedia della guerra, emblema di tante storie come la sua, ci racconti?

La storia di Zofia e Vlado è la storia di una figlia e di un padre, di una bambina e di un uomo, che sono stati travolti dalle conseguenza di una guerra. Tutte queste storie sono inevitabilmente un emblema di una realtà che noi non possiamo far altro che leggere e studiare. Credo però che la cosa più importante per noi, da italiani, sia prendere consapevolezza di essere stati anche dei carnefici, che il fascismo porta con sé delle verità che abbiamo il dovere di conoscere e che questa storia ci riguarda un po’ più da vicino. Per questo non diventa più o meno importante di tutte le tragiche storie che abbiamo la possibilità di conoscere, ma ci dovrebbe insegnare a cercare sempre un po’ più là nelle pagine della storia quelle che sono state le azioni degli uomini. Forse parlando del nostro Paese, riusciamo a sentirla più vicina.
 

Questo spettacolo andrà in scena, anche, per gli studenti che conosceranno attraverso questo episodio, l'esperienza del sentire, vedere e quasi toccare la guerra, quale messaggio vorresti si portassero a casa?

Il desiderio di documentarsi, di pretendere di conoscere, di essere attivi e consapevoli nelle scelte, di dubitare, di prendere posizione, di essere curiosi. Spero che loro possano un giorno riconoscersi in un paese che sia all’altezza delle proprie azioni come oggi (parere personale) l’Italia non è. Vorrei che riflettessero sul significato dei concetti razzismo e superiorità, pensare e agire, e su cosa ci rende nel mondo davvero “brava gente”.

 

 

FocusArearea: uno speciale nella rassegna Ts Danza

FocusArearea: uno speciale nella rassegna Ts Danza

Trieste – A partire da mercoledì 15 aprile e fino a domenica 19, con cadenza praticamente quotidiana saranno presentati quattro spettacoli di FocusArearea, questa realtà udinese, l’unica professionale in regione che operi nella produzione di spettacoli di danza e sia riconosciuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

FocusArearea viene indicata così lo “speciale” inserito nell’ambito della rassegna TS Danza 1.0 che il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia dedica alla Compagnia Arearea.

«Danziamo perché crediamo nella profonda immediatezza comunicativa della danza, poiché questa utilizza canali sensoriali e non intellettuali per veicolare il proprio messaggio. Danzare un’idea significa riprodurla con lo strumento più universalmente condiviso: il corpo».

Lo scritto che la Compagnia Arearea sceglie come proprio “biglietto da visita” la rende immediatamente interessante: e di questo approccio forte e singolare alla danza i danzatori daranno prova subito, domani mercoledì 15 aprile con un regalo alla città che è anche un invito a conoscerli più approfonditamente.

Mercoledì, dunque dalle ore 18 alle 18.30 Arearea presenterà nel cuore della città, open-air in Piazza della Borsa Box_Two, affascinante installazione coreografica con due danzatori e musica dal vivo che affronta il tema delle interazioni tra gli individui, che producono la società.

Roberto Cocconi e Luca Zampar che hanno ideato anche la coreografia, danzano in una enorme scatola di plexiglas, sulle note della musica dal vivo di Daniele D’Agaro.

Il 16 e il 17 aprile,invece si ritornerà alla Sala Bartoli, dove alle ore 21 andrà in scena Innesti_Il corpo tecnicodi Marta Bevilacqua che ne è anche interprete con Anna Giustina e Valentina Saggin «Siamo partite – scrivono – da un assunto: oggi diamo alla tecnica il potere di omologare e di renderci seriali. Abbiamo incaricato il volto di rappresentare la soggettività. Ne consegue che il corpo tecnico è un corpo sfigurato, animale solo nel senso di disumano. Innesti è il frutto di un sentimento di imbarazzo e di sottile inadeguatezza». Le musiche sono di Einsturzende Neubauten, David Guetta, King Crimson, Chris Liebing, Marianne Faithfull, Mozart, The For Carnation, Vittorio Vella, l’intelaiatura musicale è di Vittoria Vella e le luci di Fausto Bonvini.

Sabato 18 sarà la volta di About:Blank ideata e danzata da Valentina Saggin, Anna Savanelli, Luca Zampar, Roberto Cocconi che descrivono così il loro lavoro in questa opera. «Partiremo invece per un piccolo viaggio e come i viaggiatori cercheremo di assecondare le nostre emozioni partendo dalla musica. La musica: questa sì che sarà un riferimento, una fonte di suggestioni su cui appoggiare il movimento. Una serie di disegni su fogli bianchi, come appunti di viaggio per un lavoro ulteriore, su cui ciò che conta sono i segni, i toni e i colori». Le luci sono di Daniela Bestetti e le musiche una scelta da Raime, David Lang, Forest Swords, Hildur Gudnadottir, Burial.

Per finire nel pomeriggio di domenica 19 andrà in scena una successione di tre assoli, molto suggestivi e variati: in prima nazionale ammireremo Furioso_primo studio su Orlando, seguito da God, don’t save the Queen e da Schnurrbart, Friz secondo Lou.

La presenza di Arearea in TS Danza 1.0 - Primavera 2015 completa la rassegna che intreccia la grande danza internazionale all’inedita presenza di compagnie italiane, interessanti per la sperimentazione dei loro linguaggi, per l’appassionata dedizione e la tecnica dei loro componenti: la scelta di una realtà di qualità che ha sede in regione, è un ulteriore modo per lo Stabile per fare sistema con altre realtà del territorio, anche nel settore della danza.

Per chi desidera seguire tutti gli spettacoli di Arearea c’è una promozione speciale: si possono acquistare i biglietti pagando complessivamente 30 euro.

I biglietti sono disponibili presso i consueti circuiti e punti vendita dello Stabile regionale. Ulteriori informazioni sul sito del teatro www.ilrossetti.ite al tel 040-3593511.

Chi siamo

Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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