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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

"Open for Everything", la danza Rom che sconfigge i pregiudizi

 
Luci soffuse. Sipario silenzioso. Quel poco che si intravede della scenografia è in un passo a due con l’oscurità. Ombre teatrali. Guardiamo al palcoscenico e a noi stessi come sempre e come prima. I nostri pensieri, i nostri progetti, amici, famiglia, amori. I nostri pregiudizi. Umani certo, eppure bestiali. Poco meno di due ore in apnea mentale, silenzio riflettuto per provare, alla fine, a rimettere in gioco molto, se non tutto. Speranza conscia di chi recita, spinta inconscia per chi guarda. Aperti a tutto. “Open for Everything”.
 
Lo spettacolo, andato in scena al Teatro Nuovo Giovanni da Udine il 17 e 18 aprile, è l’ultima creazione della coreografa argentina Costanza Macras e della sua compagnia Dorky Park, progetto cosmopolita ed itinerante voluto e programmato a Udine dal concerto tra CSS Teatro stabile di innovazione del FVG, Fondazione Teatro Nuovo Giovanni da Udine e Comune di Udine.
 
Ciò che colpisce è tutto. Racconto in danza della diaspora Rom, non solo spaziale, più che altro sociale. Le storie sincere e toccanti, divertenti nella complessità di alcuni personaggi, sono il time-lapse di secoli di spostamenti e condanne per chi nomade ci è nato e cresciuto, ma che ormai ha trovato il suo posto nel mondo, diga purtroppo non ancora sufficiente a fermare il corso di accoglienze fredde e ghetti ideologici, conati di insulti che feriscono l’animo, in silenzio.
 
Il palco è multiforme testimone di un campo gitano in trasloco perenne, di una cultura e uno stile di vita testardo più che mai nel non abbattersi. La danza è l’animo che germoglia in primavera, il fiore più rigoglioso per trasmettere sentimenti e paure, urla mute di gioia e di dolore. Corpi singoli in movimento aggraziato, coppie che imprimono solo due impronte sul terreno, coreografie all’unisono emozionanti. La musica ne è il filo conduttore, la musa ispiratrice del ricordo e della speranza.
 
Ed è normale allora che il racconto di un viaggio diventi essi stesso viaggio. Si sfogliano le pagine di un diario collettivo davvero colorato, passato di generazione in generazione e di territorio in territorio, offrendo tuttavia un’istantanea alla volta, forte e veloce. Il processo di apprendimento è in atto nello spettatore: nozionismo di esistenze, disorientamento inziale, epifania da primo tempo, stravolgimento interiore, comprensione retroattiva.
 
Il tutto con parole pungenti e movimenti ammalianti, il ballo come parola della passione, per raggiunge vette sconosciute al verbo: 19 tra musicisti, danzatori e artisti Rom provenienti da Slovacchia, Repubblica Ceca e Ungheria, in aggiunta ai 5 cittadini del mondo della Dorky Park, prestano così la loro arte e il loro corpo al costume e alla tradizione di un popolo mai del tutto integrato, mai del tutto compreso, sempre più discriminato.
 
Luci accecanti. Sipario silenzioso. Lasciamo con calma quelle poltrone che hanno condiviso con noi un viaggio di immobile nomadismo. Torniamo ai nostri pensieri, ai nostri progetti, amici, famiglia, amori. E accogliamo l’unica cosa bella dei pregiudizi: quel momento in cui, con liberatorio rammarico, comprendiamo finalmente quanto erano errati. Aperti a tutto.
 

Il Castello di Udine diventa scena del crimine con Anà-Thema Teatro

 
Un efferato omicidio senza, o forse troppi, possibili indiziati. Un carismatico commissario chiamato da voci angosciate. Un luogo del crimine tutto particolare, insolito, come il Castello di Udine. Una folla bramosa di informazioni, investigatori autodidatti nel proprio piccolo. Fin qui tutto sembra portare al classico articolo di cronaca nera, gialla al più, eppure di tutt’altro si tratta.
 
Anà-Thema Teatro rivoluziona ancora una volta l’idea di spettacolo presentando al pubblico udinese il suo “Castello con delitto”, sperimentazione riuscitissima nella terra di mezzo tra gioco e teatro e andata in scena domenica 12 aprile 2015.
 
Non di certo una novità per la compagnia udinese - famose ormai le cene con delitto organizzate sul territorio - eppure questa volta i soliti e tradizionali ingredienti sono stati amalgamati con prelibatissima maestria in un piatto da servire per il godereccio piacere dei presenti.
 
Sarà stata la location, unica e suggestiva. Il Castello di Udine si è prestato in tutta la sua mastodontica bellezza storico-culturale, ha aperto le sue gallerie e i suoi spazi aperti ad indizi e prove inconfutabili, scene del crimine ed interrogatori spassosamente incalzanti, depistaggi e colpi di scena. 
 
Sarà stata il caso, ingarbugliato e sfaccettato. L’uccisione del custode, depositario da generazioni di un segreto dal valore incommensurabile e oggetto di ambizioni da più fronti, uomo misterioso e dalla vita coniugale libertina. La vittima perfetta.
 
Sarà stato il team di indagine. Sotto la guida del Commissario Agostino Matranga (Luca Ferri), le squadre composte dalla compagine degli spettatori hanno battagliato tra loro e contro il tempo per raggiungere la più plausibile delle soluzioni, tra enigmi da risolvere e rompicapo da svelare. Interattività ai massimi livelli.
 
Ogni punto sulla ricetta del “Castello con delitto” è stato appuratamene soppesato, dosaggio reso ancor più preciso da un cast di attori sorprendentemente a proprio agio in vesti così atipiche. Rimane poco altro da aggiungere, se non la speranza per un bis.
 

“Tre donne in cerca di guai” chiude la stagione della Contrada un trio d’eccezione: Corinne Clery, Barbara Bouchet e Iva Zanicchi

“Tre donne in cerca di guai” chiude la stagione della Contrada  un trio d’eccezione: Corinne Clery,

Trieste – Debutta, stasera, venerdì 17 aprile alle 20.30 al Teatro Bobbio “Tre donne in cerca di guai” tratto da Les Amazones di Jean Marie Chevret con l’adattamento di Mario Scaletta, per la regia di Nicasio Anzelmo che porterà a Trieste tre primedonne come Corinne Clery, Barbara Bouchet e Iva Zanicchi.

Un finale di stagione con una fortunata commedia che sta divertendo la Francia e che ha convinto Corinne Clery al punto da volerla portare in scena in Italia.

Tre donne in cerca di guai”, parte dall’amicizia, che può davvero durare per tutta la vita e che spesso fa ritrovare le persone quando ne hanno più bisogno. Capita così per Martine, che abbandonata dal marito e con l’unica compagnia di un giovane gay che è suo vicino di casa, decide di ospitare Micky, una donna in carriera stufa di vivere in periferia, e Annie, che è appena stata licenziata. Tre donne a Parigi, sotto lo stesso tetto, libere da relazioni sentimentali, non possono che darsi forza vicendevolmente, al punto da ritrovare la felicità vivendo da vere e proprie Amazzoni bandendo gli uomini dalla loro esistenza e rinunciando a quei piccoli obblighi quotidiani come il trucco, i tacchi o la dieta.

La spensieratezza delle serate passate guardando film romantici sul divano, sgranocchiando qualcosa con i bigodini in testa viene messa alla prova dall’arrivo di Guillaume, figlio di una loro cara amica che da’ inizio a una serie di equivoci che potrebbero mettere a repentaglio delle amicizie trentennali.

Corinne Clery, Barbara Bouchet con la partecipazione di Iva Zanicchi saranno quindi le amazzoni dell’era moderna. Sul palco con loro, Giovanni di Lonardo e Nicola Paduano.

La regia è di Nicasio Anzelmo con i costumi di Graziella Pera.

Lo spettacolo debutta venerdì 17 aprile alle 20.30 e rimane in scena fino a lunedì 20 aprile, con i consueti orari del Teatro Bobbio: serali 20.30 e festivi 16.30.

Prevendita dei biglietti, prenotazione dei posti e cambi turno presso la biglietteria del Teatro Bobbio (tel. 040.390613/948471 - orari: 8.30-13.00; 15.30-18.30) o al TicketPoint di Corso Italia 6/C (tel. 040.3498276/3498277 - orari: 8.30-12.30; 15.30-19.00). Prevendita On Line: Circuito VIVATICKET by Charta (vivaticket.it) anche attraverso il siwww.contrada.it. Informazioni: 040.948471 / 948472 /390613; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; www.contrada.it.

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