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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

“Un paese di primule e caserme” in anteprima per l’imminente Adunata Nazionale degli Alpini.

“Un paese di primule e caserme” in anteprima per l’imminente Adunata Nazionale degli Alpini.

Pordenone/Udine - Il documentario “Un paese di primule e caserme”, grazie al contributo di oltre 150 persone ha raggiunto e superato l'obiettivo fissato per il crowdfunfing e, a tempo di record, è stato preparato per la “première”, calendarizzata come “anteprima” dell'imminente Adunata Nazionale degli Alpini a Pordenone  dal 9 all’11 maggio.

Il film sarà  proiettato in anteprima assoluta a Cinemazero il 6 maggio alle 21.00 e il 7 maggio a Udine al Visionario alle 20.30, prodotto da Cinemazero, DMovie e Tucker Film, con il sostegno di ARPA LaREA Friuli Venezia Giuliae la partecipazione dell'Associazione Culturale per la promozione sociale Città domani.

Viste le innumerevoli richieste, il film verrà programmato sempre a Cinemazero nelle giornate dell'Adunata, quando sarà possibile anche acquistare il Dvd, sia al cinema che all'apposito stand in Via Mazzini. Sicuramente saranno in molti, fra gli ex soldati, ad apprezzare questa possibilità, già che sono più di tre milioni isoldati che hanno fatto il militare in Friuli Venezia Giulia, e il documentario si concentra proprio sulle storie delle persone che con le caserme, ora abbandonate, vivono e hanno vissuto.

Il film racconta di una regione che con la fine della Seconda Guerra Mondiale e l’instaurarsi della Guerra Fredda venne completamente militarizzata, schierando più del 50% dell’Esercito Italiano su questi confini, e mostra come oggi questa “occupazione” abbia invece i tratti di ferite inferte all’intero territorio.

Con la caduta del muro di Berlino nel 1989, la situazione geopolitica dell’area è cambiata in pochi anni, l’Italia ha scelto di abrogare la leva obbligatoria e nel 2004 sono caduti anche i confini ad Est con la Repubblica di Slovenia, diventata indipendente nel 1991. L’Esercito ha smobilitato e circa 400 siti militari sono stati abbandonati, per un totale di 102 Km quadrati di opere militari, con servitù militari sul 50% del restante territorio: un paesaggio mutato, un caso unico al mondo per vastità, tipologia e storia, che parla di uomini, economia, società, politica, ambiente. “Un paese di primule e caserme” parafrasa il pasoliniano paese di primule e temporali e racconta questa trasformazione incompleta e le testimonianze di chi ha vissuto nelle caserme, di chi si è visto cambiare la vita in tempi rapidissimi a causa della scomparsa di decine di migliaia di soldati che per decenni hanno fatto da pilastro per le economie di interi paesi. Arrivano così sullo schermo sia le storie delle persone che hanno vissuto l'area più militarizzata d'Europa, sia la rassegna di alcuni di questi luoghi abbandonati, di cui si può vedere l'incomprensibile stato di degrado. Pochi purtroppo gli scenari di riconversione da documentare, ma grande è la speranza che questa denuncia possa provocare un virtuoso cambio di rotta.

Il documentario è l’esito di un lungo progetto di ricerca, nato nel 2009 da una foto inchiesta, curata da Paolo Fedrigo e Fabrizio Giraldi, prodotta nell'ambito del Festival “Le voci dell'inchiesta”, cresciuto nel tempo con collaborazioni di ogni specificità, la storia dei luoghi, la mappatura delle caserme, gli scenari di riconversione, le problematiche ambientali e la partecipazione di molti cittadini, è visibile su www.primulecaserme.it

 

 

Far East Film Festival di Udine: lacrime e risate per la commedia giapponese "Fuku-chan of Fukufuku Flats"

Far East Film Festival di Udine: lacrime e risate per la commedia giapponese

Udine - Prosegue il Far East Film Festival con grande successo di pubblico: il capoluogo friulano si trasforma per qualche giorno in un ponte verso l'Estremo oriente, la sua sensibilità, le sue atmosfere. Tra le tante pellicole proposte, ne scegliamo una in particolare, che ha molto colpito gli spettatori.

Il nome sembra uno scioglilingua assurdo per noi occidentali, ma ciò che cela dietro questo miscuglio di suoni strani e inusuali è uno spettacolo emozionante e divertentissimo.

"Fuku-chan of Fukufuku Flats" del regista Fujita Yosuke è una commedia giapponese esilarante e profonda che rapisce lo spettatore e lo fa volare, come un aquilone, sopra i templi e i grattacieli di Tokyo. Sembra un film strano all'inizio, magari anche lo è per i canoni "classici" del cinema nostrano, ma alla fine non si può fare altro che applaudire di fronte a questa pellicola così unica e sorprendente.

Fuku-chan (interpretato dalla famosa attrice televisiva nipponica Oshyma Miyuki) è un ometto basso, rasato, cicciottello e tutt'altro che piacione. Anzi, rifiuta categoricamente le donne e da oltre trent'anni è scapolo, ma non se ne fa un cruccio.

Trascorre tranquillamente le sue giornate facendo l'imbianchino, immerso nelle stranezze che lo circondano, con due vicini di casa abbastanza singolari: uno vive insieme a un serpente enorme per combattere la solitudine e l'altro soffre di manie di persecuzione per i "reati" che ha commesso (una volta ha rubato delle mutandine da donna ed è scappato via).

Ma il suo miglior amico, Shimacchi (Arakawa Yoshiyoshi), non vuole che rimanga scapolo a vita e progetta continuamente appuntamenti al buio per fargli incontrare l'anima gemella. Al paffuto protagonista, però, l'idea non piace per niente. È timido e preferisce giocare con gli aquiloni insieme ai suoi amici piuttosto che flirtare con le ragazze.

Parallelamente a Fuku-chan, la giovane Chiho (Mizukawa Asami) ha una bella vita. Lavora per una grande società americana con un ottimo stipendio e coltiva l'amore per la fotografia.

Per seguire questa sua passione abbandona il lavoro e segue un famoso fotografo, ma l'apprendistato finisce praticamente subito causa della stranezza di lui e la ragazza si ritrova disoccupata e frustrata.

Sente che tutto le va storto e non ne capisce il motivo, fino a quando il ricordo del dolore inferto a un giovane compagno di liceo anni prima riaffiora e capisce che deve farsi perdonare affinché tutto torni alla normalità.

La persona in questione è proprio l'imbianchino, che si troverà ben presto la giovane davanti alla sua porta in ginocchio. I due impareranno a conoscersi, dando vita a una profonda amicizia dolce come il sorriso immortalato in una foto.

Dolore e risate sono gli ingredienti principali di questa bellissima commedia made in Japan e finanziata da produttori di mezzo mondo, dall'Italia a Taiwan passando per Regno Unito e Germania.

Le emozioni sono palpabili, sia la gioia che la tristezza, incorniciate da situazioni alquanto paradossali come il cameriere che non vuole servire l'acqua nel suo ristorante o il vicino di casa con il pitone al collo.

Momenti esilaranti si alterano a commozione e lacrime, in un mix che rende questa pellicola una delle più belle nel suo genere.

Presentato il 25 aprile e in concorso alla sedicesima edizione del Far East Film Festival di Udine, ha entusiasmato il pubblico accorso numeroso alla proiezione che ha trovato nel regista e nell'attrice protagonista (presenti in sala) due vere icone da seguire anche in futuro.

Timothy Dissegna

Far East per le Filippine

Far East per le Filippine
Udine - Non solo cinema, eventi e mondanità ma anche charity. 
 
Le borse del festival sposano quest'anno il progetto Eskela Hayan della produttrice cinematografica Joanna Velasquez Arong che si prefigge di aiutare nel loro percorso educativo e scolastico le giovani vittime del tifone Yolanda che ha colpito le Filippine lo scorso 8 novembre.
 
 
 Attraverso la vendita delle borse ( foto in alto) firmate dalla designer Emma Farrarons, lo scopo e' quello di raccogliere denaro per promuovere il ritorno a scuola degli stessi studenti e accompagnarli attraverso questo aiuto economico anche nel loro ingresso al College. Un piccolo gesto utile che da onore al festival e ricorda al suo pubblico che ciò che accade lontano deve riguardarci.
 

Chi siamo

Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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