Skoda Yeti, pregi e difetti del crossover
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- Pubblicato Martedì, 09 Dicembre 2014 15:29
- Scritto da redazione@ilfriuliveneziagiulia.it
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Le prime caratteristiche che i fanatici del crossover vanno a controllare prima di acquistare una nuova auto sono l’altezza da terra, la carrozzeria semplice e l’abitacolo confortevole per chi sale a bordo. Skoda Yeti è sicuramente il crossover che risponde in maniera più efficace a queste caratteristiche, soprattutto dopo il restyling estetico che ha portato allo sdoppiamento di modelli, tra lo urban e l’outdoor.
Ciò che impressiona maggiormente di Skoda Yeti (http://www.skoda-auto.it/) è l’incredibile abitabilità del mezzo, nonostante i suoi appena 4 metri di lunghezza. Nell’uso quotidiano, gli spazi sono ben razionalizzati per sistemare al meglio i bagagli, ma la semplicità non pregiudica la qualità dei materiali. L’appartenenza al gruppo Volkswagen è richiamato soprattutto nella dovizia di particolari degli interni, anche se alcuni comandi tradiscono l’età del mezzo.
La versione outdoor, leggermente rialzata rispetto alla urban, consente una guida molto più sicura, grazie alla maggiore visibilità garantita dall’assetto. Nella scelta tra le due, occorre tenere presente quale sia l’impiego che si fa dell’automobile.
Come la maggior parte dei crossover, anche Skoda Yeti è disponibile nelle versioni a trazione anteriore o a doppia trazione. La trazione completa è pensata per chi percorre spesso strade molto dissestate e in salita. In condizioni normali, la trazione completa potrebbe causare qualche problema di motricità e aderenza. Questo problema presente in entrambi modelli, sia urban sia outdoor, a prescindere dall’estetica e dagli interni.
Per il modello a trazione anteriore, il miglior motore è il 1.6 da 110 CV, mentre per la trazione integrale è meglio salire verso il 2.0 TDI da 140 CV, più adatto al cambio a doppia frizione DSG a 6 marce. Come era prevedibile, in questo secondo caso il prezzo lievita un po’, come è dimostrato dai modelli proposti su questo sito. In conclusione, Skoda Yeti è uno dei crossover compatti più comodi e convenienti presenti attualmente sul mercato.
Allarme per i golosi: si mangia sempre più cioccolato, il cacao inizia a scarseggiare
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- Pubblicato Lunedì, 17 Novembre 2014 22:52
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Cioccolato che passione: ma per quanto tempo ancora potremo permettercelo? Il cacao sta scarseggiando sempre di più: è l'allarme lanciato da due delle più grosse ditte produttrici di snack e barrette, le multinazionali Mars e Barry Callebaut, come riferisce il quotidiano statunitense Washington Post in un articolo del 15 novembre.
Il prezzo del cacao sui mercati internazionali è aumentato del 13,3% dall'inizio dell'anno.
Da una parte c'è una domanda crescente di cacao, trainata anche dalla Cina, da poco entrata a far parte della schiera degli appassionati di cioccolato; dall'altra cambiamenti climatici e malattie delle piante hanno ridotto fortemente la produzione.
Il risultato è che gli agricoltori producono meno cacao rispetto a quello che viene consumato, e l'industria prevede che il divario tra produzione e consumo si allargherà ulteriormente. Nel 2013 sono state consumate circa 70.000 tonnellate di cacao in più di quanto ne sia stato prodotto.
I due produttori di cioccolato avvertono che nel 2020 la cifra potrebbe arrivare a 1 milione di tonnellate, ed entro il 2030 potrebbe raggiungere i 2 milioni.
In Africa occidentale (in particolare in Costa d'Avorio e Ghana, dove si produce oltre il 70% del cacao) la siccità ha fatto drasticamente calare la produzione. Per soprammercato, un fungo particolarmente letale ha attaccato le piante.
L'Organizzazione Internazionale dei Paesi produttori di cacao stima che questi due disastri abbiano spazzato via tra il 30% e il 40% della produzione mondiale di cacao. Molti agricoltori, per evitare futuri possibili rischi, si sono spostati su colture più sicure, come il mais.
Da parte dei consumatori, la fame di cioccolato è ormai insaziabile e raggiunge nuovi palati: il crescente amore della Cina per le tavolette desta una certa preoccupazione.
I cinesi stanno mangiando sempre più cioccolato, eppure consumano solo circa il 5 per cento di ciò che mangia la media dei consumatori dell'Europa occidentale, che è pari a 2,5 kg di cioccolato a persona l'anno.
In più, cresce la preferenza dei consumatori per il cioccolato amaro fondente, che contiene molto più cacao rispetto alle tavolette di cioccolato più popolari (una tavoletta di cioccolato di qualità media contiene circa il 10% di cacao, mentre le tavolette di cioccolato amaro ne contengono spesso più del 70%).
Due lampi nel buio: Malala e Satyarthi Nobel per la pace "eroi del quotidiano"
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- Pubblicato Domenica, 26 Ottobre 2014 15:09
- Scritto da Silvano Magnelli
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Trieste - Se c’è un sentimento che ci accomuna oggi è la sensazione, a mio avviso eccessiva, di totale incertezza, di buio disperato e di malumore generalizzato.
Non che non ce ne siano i motivi e purtroppo in abbondanza, eppure credo che si continui a cogliere solo alcuni aspetti parziali della realtà, come se stessimo perdendo quell’istinto di promozione e di risalita, che da sempre è stato la fortuna nascosta e sempre pronta ad emergere dell’essere semplicemente uomini.
Recentemente dentro questo assetto planetario rabbuiato, sono apparse due personalità luminose, che richiamano in campo quelle energie nascoste e poco praticate, senza le quali purtroppo l’oscurità può avere la meglio.
Il Premio Nobel per la Pace è stato assegnato quest’anno alla pari a due sconosciuti cittadini asiatici, una pachistana di appena 17 anni, di fede musulmana, e ad un operatore sociale indiano. La decisione del comitato dei saggi di Oslo ha il timbro della clamorosa novità e per molti motivi.
Con questo premio inconsueto si è voluto dare infatti un riconoscimento a quella moltitudine di “piccoli e invisibili” eroi del quotidiano, che in tutto il mondo tengono letteralmente il mondo stesso sulle spalle, facendo bene il proprio dovere e spesso qualcosa in più, un’armata di pace senza armi, tranne quelle dell’impegno altruistico e della responsabilità, che non solo esiste ed opera, ma rende la vita accettabile a molti altri esseri umani.
Malala e Satyarthi sono infatti due bellissimi volti nuovi e alternativi: la prima, una ragazza coraggiosa schierata per il diritto all’istruzione delle donne in Pakistan e per questo vittima di un attentato, e l’altro un liberatore di ben 80.000 bambini dalla schiavitù del lavoro clandestino.
Si tratta appunto di due sconosciuti “piccoli e invisibili”, che si sono spesi per molti ancora più piccoli, invisibili e deboli di loro.
Ma c’è di più: questo premio ha voluto decretare la condanna senza appello delle folate di violenza che stanno agitando le terre mediorientali o altre zone, e diradare inoltre la nebbia dell’indifferenza sui drammi collettivi nascosti e ignorati.
E c’è ancora da aggiungere che i prescelti sono appartenenti a comunità religiose che troppo sbrigativamente gli occidentali relegano nell’angolo dei pregiudizi, come se da esse possano sortire solo fanatismo e terrorismo.
Quelle comunità producono invece persone di alto livello, dei veri e propri “angeli custodi”, che rilanciano a tutti noi pensieri e comportamenti di enorme valore umano e spirituale, di cui forse proprio noi abbiamo particolarmente bisogno.
Una scelta perciò decisamente per la vita contro la morte fabbricata da altri e una scelta contro ogni forma di fanatismo e di fondamentalismo religioso, ideologico o politico che sia, per cui purtroppo si vedono ritornare in auge fedeli di tutte le religioni, ideologi e politici con un unico abito mentale da indossare e da far indossare, impegnati solo a costringere altri a pensarla come loro, impermeabili a qualsiasi tentativo di dialogo, orbitanti solo su se stessi, distanti da ogni diversità, che vivono come un attacco alle proprie sicurezze.
Malala e Satyarthi, riprendendo invece le grandi tradizioni non violente e misericordiose delle loro civiltà islamiche e induiste, le stanno connettendo naturalmente con le altrettanti grandi tradizioni del cristianesimo non violento, profetico e misericordioso e con l’umanesimo laico, immettendo così germi di fraternità in un momento di buio pesto e lanciando così due veri e propri lampi in questo buio.
Silvano Magnelli
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