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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Tra Simbolismo e Novecento, dal 10 aprile la grande mostra di Angiolo D'Andrea

Pordenone - Grande evento espositivo a Pordenone dal 10 aprile al 21 settembre 2014, inaugurazione mercoledì 9 alle 18 presente Diana Bracco, per ridare luce all’opera e alla figura di Angiolo d’Andrea (1880 – 1942) pittore originario di Rauscedo, schivo e introverso protagonista della stagione artistica dei primi decenni del XX secolo tra Simbolismo e Novecento.
 
Attivo soprattutto in Lombardia e a Milano (ove si trasferì definitivamente nel 1906) e sensibile alla integrazione tra le arti, fu forse proprio questa sua indifferenza alle luci della ribalta, insieme alla lunga malattia che nell’ultimo decennio lo costrinse a ritirarsi dalla scena, farlo scordare a gran parte della critica dopo la sua morte.
 
Ad evitare la dispersione dell’opera di Angiolo intervenne Elio Bracco, fondatore dell’omonima azienda farmaceutica che, poco prima della scomparsa dell’artista già gravemente malato, decise di acquistare in blocco l’intero fondo di dipinti esistenti nello studio milanese dell’artista, preservandolo dallo smembramento.
 
Seguendo un vecchio desiderio di Elio, che probabilmente aveva conosciuto ed era legato a d’Andrea - “è mio vivo desiderio che rifulga l’opera di questo maestro” scriverà successivamente a uno degli eredi - la Fondazione Bracco, e in particolare la sua Presidente Diana Bracco, ha ora deciso di riportare l’attenzione sulla produzione e sull’avventura artistica del pittore friulano, promuovendo, nel 2012 a Milano e ora nella sua terra d’origine,
la prima grande esposizione a lui dedicata, affidata alla cura di Luciano Caramel e con un catalogo edito da Skira ricco di contributi storico-critici.
 
Circa 120 opere dunque, tra dipinti e disegni (una novantina di proprietà della famiglia e della Fondazione Bracco, altre rivenute presso gli eredi D’Andrea o in collezioni pubbliche e private), saranno esposte a Pordenone, in collaborazione con il Comune di Pordenone, alla Galleria d’arte Moderna e Contemporanea “Armando Pizzinato”.
 
Se la mostra milanese già esponeva lavori per la maggior parte inediti, Pordenone si arricchisce di dodici nuove opere, che daranno conto di ulteriori sviluppi negli studi e nella conoscenza dell’artista: un eccellente colorista che sviluppò una complessa e diramata ricerca stilistica  nei decenni in cui ebbe modo di lavorare, influenzato inevitabilmente anche dall’evolversi del contesto italiano e mitteleuropeo non solo culturale, ma in cui appare sempre presente un sentimento di forte spiritualità, sia che egli affronti il tema della natura e del paesaggio, la religiosità e il sacro, il dramma della Guerra o l’eros femminile e la maternità.
 
La mostra segue il percorso compiuto dall’artista con un incedere cronologico, a partire dalla sua collaborazione con la rivista “Arte italiana decorativa e industriale” diretta da Camillo Boito, lasciando spazio però ad approfondimenti sulle tematiche che più hanno interessato e impegnato Angiolo d’Andrea,
portandolo a una pittura evocativa, sentimentale, ricca di poesia e di simbolismi che, a dispetto dell’oblio postumo, era molto apprezzata dai contemporanei.
Furono numerose infatti - accanto alle commissioni per le decorazioni d’importanti architetture milanesi - le partecipazioni dell’artista friulano alle principali esposizioni del tempo: dall’ “Esposizione di Primavera” della Permanente del 1907, che segna il suo esordio, alle Esposizioni Nazionali di Brera, fino alla Biennale di Venezia del 1922, ove espone la grande tela Gratia plena, o alla Quadriennale di Torino che presenta, nell’anno successivo, il dipinto (di d’Andrea) Paese di mare. 
 
E’ questo uno dei suoi suggestivi dipinti di paesaggio, spesso pervasi da una forte spiritualità immanente nel naturale o attenti a cogliere con partecipazione il dato naturale tra ambienti lacustri, campagna romana, vedute siciliane, monti e catene alpine: come Ombre di nubi del 1920, con il quale Angiolo vinse il Premio Chiesa all’esposizione alla Galleria Pesaro del 1926, o Neve a Rauscedo, in cui il pittore immortala il paese natio, luogo ove egli aveva maturato i primi interessi all’arte, nel quale era solito tornare nel periodo estivo e ove si ritirerà nell’ultimo anno di vita.
 
Aggiornato e integrato da nuovi testi e dalle opere inedite in mostra a Pordenone, il catalogo è edito da Skira.
L'allestimento, progettato da Luca Rolla e Alberto Bertini, accompagna il visitatore alla riscoperta delle opere dell’artista. 
La mostra è posta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica italiana, con il patrocinio del Ministero dei Beni, delle Attività Culturali e del Turismo e della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.


 

Con Annamaria Castellan: l’Antico Caffè San Marco diventa set fotografico.

Con Annamaria Castellan: l’Antico Caffè San Marco diventa set fotografico.

Trieste - Continua con successo la mostra fotografica “Le mani e le donne” di Annamaria Castellan, all’Antico Caffè San Marco, visitabile fino a mercoledì 9 aprile, ingresso gratuito.

La fotografa Annamaria Castellan, domani domenica 6 aprile 2014 dalle 10 alle 18, allestirà negli stessi locali dell’esposizione  all’Antico Caffè San Marco, un set fotografico per  le donne che durante la giornata visiteranno la mostra: tali nuovi ritratti andranno a costituire il materiale per una nuova mostra, sempre in occasione dell’8 marzo 2015, come momento di racconto della bellezza delle donne, allestirà in un’altra città della Regione Friuli Venezia Giulia.

La mostra, in corso, espone ventiquattro le  immagini di donne, in cui le mani entrando nel ritratto, con gestualità sia discrete, quasi timide, o decise fino a nascondere il volto, sottolineano la personalità, suggeriscono la professione, parlano di femminilità e dell’unicità dell’essere donna. Tutti i ritratti sono in bianco e nero e stampati su carta fine art.

La rassegna si concluderà con un finissage, mercoledì 9 aprile alle ore 18, con una conversazione, condotta da Marinella Chirico, giornalista ma anche scrittrice, che presenterà l’ultimo libro di Patrizia Rigoni dal titolo ‘Il Tempo della Mani’, pubblicato da FaraEditore. Un libro che sa di memoria ma anche di presente, un libro di piccole cose ma di soffi di eternità, un libro in forma di prosa poetica che propone la bellezza della verità, la responsabilità dell’amare e l’inesausta passione del vivere. Patrizia Bordogna leggerà dei brani.

Evento organizzato dall’Associazione Acquamarina di Trieste in collaborazione con la Libreria e Antico Caffè San Marco di Trieste. 

 

La personale di Bruna Daus: alla sala Comunale d’Arte di Trieste.

La personale di Bruna Daus: alla sala Comunale d’Arte di Trieste.

Trieste - Curata da Peter Iancovich per Open Up Art Gallery la mostra personale Di Bruna Daus dal singolare titolo "2", che si inaugura giovedì 3 aprile alle ore 18, propone una selezione delle ultime opere pittoriche dell’artista Bruna Daus che sviluppano chiaramente il tema del due, del doppio e del simmetrico/assimetrico, del sopra/sotto e del destra/sinistra, del fronte e del retro. Il dentro e il fuori di una artista specchio di se stessa e della sua doppia anima tra vita reale e vita visionaria.

Le opere in mostra sono in bilico tra pittura e grafica, tra il bianconero e il colore, a sottolineare la sottile e imprendibile linea tra il concreto e l’astratto, senza peraltro operare una analitica divisione bensì una forte rappresentazione unitaria dei binomi che pervadono il mondo artistico e creativo di Bruna Daus.

Un singolare ed ermetico dualismo di forme nitide e sintetiche in costante oscillazione tra contrapposizione e compenetrazione, simmetria e asimmetria, pervade le opere della Daus, esposte alla Sala Comunale d’Arte di Piazza dell’Unità d’Italia, in una personale il cui titolo “2”riflette, nella concreta essenzialità di un numero, il criptico binomio sotteso a ogni opera. Dinamici giochi di incastri, accostamenti e riflessi, intessuti in una trama narrativa razionale e lucida, divengono protagonisti di rappresentazioni lineari e complesse, in cui la pittura gestuale e il segno istintivo dell’artista si stemperano in un ponderato rigore compositivo, generando un’armonica sintesi di linea, colore e ritmo. Ma questa dicotomia intrinseca alla composizione non si riscontra solo a livello contenutistico, bensì si configura anche da un punto di vista formale come una componente fondamentale della personalissima pittura astratto-concreta di Bruna Daus, in cui vige un’assoluta sinergia tra elemento figurativo e astrazione formale. L’oggettività del reale subisce una lucida metamorfosi nelle speculazioni pittoriche dell’artista, tramutandosi nelle pure linee forza di immagini sospese tra realtà e astrazione, caratterizzate da uno stile pittorico essenzialmente astratto, ma non esente da interferenze figurative.” (Guia Placeo)

Bruna Daus è nata e vive a Trieste, città mitteleuropea per eccellenza, dove hanno trovato sempre sbocco innumerevoli tendenze artistiche. La frequenza alla Scuola dell’Acquaforte Carlo Sbisà, alla Scuola di Figura del Museo Revoltella, alla Scuola Internazionale di Grafica a Venezia, all’Accademia United Nations Of The Arts di Trieste, nonché ripetuti stages di pittura a Berlino, le hanno permesso di sperimentare generi e tecniche diverse, attraverso le quali è pervenuta ad un suo personale stile pittorico.

Artista: Bruna Daus, Titolo mostra: "2" - cura di Peter Iancovich per Open Up Art Gallery Sala Comunale d’Arte in Piazza dell’Unità d’Italia, 4 Trieste. Inaugurazione 3 aprile ore 18. Esposizione 4 aprile – 23 aprile 2014.Orari 10.00/13.00 - 17.00/20.00. Informazioni: +39 392 975 6467

 

 

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