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Gio11212024

Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Chiude con un bilancio ampiamente positivo la quinta edizione di Piccolo Festival FVG

Chiude con un bilancio ampiamente positivo la quinta edizione di Piccolo Festival FVG

Si è appena conclusa la quinta edizione di Piccolo Festival FVG ed è già tempo di bilanci. Il Festival, organizzato dall’Associazione Culturale Piccolo Festival del Friuli Venezia Giulia, è nato nel 2007 nell’ambito dei Progetti Integrati per la Cultura promossi dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. 

Dai quattro comuni aderenti alla prima edizione è arrivato a coinvolgerne tredici distribuiti su tutte e quattro le province della Regione (Udine, Pordenone, Trieste e Gorizia) presentando i suoi spettacoli in collaborazione con le più importanti istituzioni regionali. La programmazione di quest’anno di è sviluppata dal 28 giugno al 13 luglio con spettacoli di opera, concerti, musica tradizionale, teatro e cinema, ed una mostra fotografica curata da Giulia Iacolutti.

Elemento caratteristico del Festival è il suo progetto di formazione per cantanti lirici con il quale ogni anno viene prodotto un titolo d'opera da camera che impreziosisce, oltre ai tanti teatri della Regione, anche luoghi insoliti e suggestivi come ville, chiostri e castelli. La valorizzazione dei siti di pregio crea un’importante occasione di promozione turistica per le comunità e la loro produzione tipica. Per le industrie e le attività commerciali un’ opportunità di distinguersi e farsi apprezzare come sostenitrici della cultura.

Nei 16 giorni di programmazione la rassegna ha visto in scena sulle piazze e palcoscenici della regione spettacoli dedicati al teatro, alla lirica, alla musica classica ed al cinema. 19 spettacoli,  concerti, in grande e piccola formazione e una nuova produzione, l’opera“Il signor Bruschino”, di G.Rossini ed un concerto-spettacolo di eccellenza alla Risiera di San Sabba con Moni Ovadia.

 

Si diceva una produzione, un’opera con protagonisti i giovani interpreti del bel canto internazionale selezionati in primavera, con un’audizione presso il Conservatorio di Udine. L’ottimo debutto de  Il signor Bruschino di Gioachino Rossini, è avvenuto in una affollata ed elegante serata dedicata alla grande lirica, presso il Castello di Spessa di Capriva del Friuli che ha fatto da cornice alla X edizione del Premio Giacomo Casanova. Vincitrice è stata proclamata il mezzosopranoDaniela Barcellona, triestina, fra le protagoniste assolute della lirica italiana, rossiniana doc, acclamata nei principali teatri internazionali e in particolar modo alla Scala di Milano, di cui ha inaugurato la storica riapertura nel 2004. A premiarla, sono stati il padrone di “casa” Loretto Pali, presidente di PaliWines, e Lorenzo Pelizzo, presidente della Banca Popolare di Cividale. Il piccolo tour regionale de “Il signor Bruschino”, si è concluso a Valvasone. Un pubblico numeroso e divertito ha tributato lunghi e calorosi applausi agli interpreti che hanno fornito un'ottima prova conclusiva accompagnati ottimamente dalla FVG Mitteleuropa Orchestra diretta dal M° Marasco.

 

Grande successo di pubblico per il concerto Lagermusik al Museo civico della Risiera di San Sabba, inserito nel cartellone di Trieste Estate. Apprezzato il programma e gli interpreti; Intensissima l'interpretazione di Moni Ovadia nel Canto d'amore e morte dell'alfiere di Cristoph Rilke. Molti applausi anche per il giovane soprano Shaked Bar brillantemente accompagnata dal M° Omer Arieli, direttore musicale della serata. Ottima prova anche del Quartetto Pezzé nei due impegnativi brani di apertura. Una serata memorabile nella cornice della Risiera che ha saputo regalare sensazioni e suggestioni uniche con le musiche dei compositori di Theresienstadt.

 

Suggestive ed inedite le location scelte per i concerti in linea con la tendenza del Festival di trovare spazi inediti nei quali portare cultura musicale e spettacolare: “Natisone/Nadiza” a Canebola ha registrato il pieno di pubblico, così come “Mysterium Matris Marie,”  “Follie Celebri” e “Follieder, una folle giornata di musica a 1789 metri di altezza”.

Complessivamente dunque Piccolo Festival FVG 2012,   segna un aumento del suo pubblico e un grande interesse per la novità introdotta nel programma di quest’anno che ha previsto due produzioni dedicate espressamente ai bambini: la “Camicia dell’uomo contento” e il “C'era una volta...Re tuono”.

 

Il prossimo appuntamento con Piccolo festival FVG è la nuova produzione commissionata da “Bianco e Nero” a Piccolo Festival. Il debutto  avverrà il 7 settembre, al Teatro Nuovo Giovanni da Udine dove il capolavoro mozartiano, “Don Giovanni” non è mai stato rappresentato finora. Il cast sarà in gran parte regionale con alcune delle nostre voci più apprezzate in Italia e nel mondo: Annamaria Dell'Oste, Diana Mian, Selma Pasternak, Domenico Balzani, Federico Lepre, Filippo Fontana. Nel ruolo del titolo Gabriele Ribis che curerà anche la mise en éspace per un allestimento originale, con un'elegante ambientazione friulana ispirata alle silohuettes settecentesche. La direzione è affidata al maestro veneto Filippo Maria Bressan che dirigerà la FVG Mitteleuropa Orchestra e il Coro FVG di Cristiano Dell'Oste.

 

 

Panta Rei di Arearea apre la sezione danza di Mittelfest 2012

Aristotele definiva Eraclito l'oscuro. Il suo atteggiamento filosofico "iniziatico" era infatti ritenuto per pochi e non per le moltitudini. "Panta Rei" con la compagnia Arearea a cui sabato 14 luglio, primo giorno di Mittelfest, e' spettato il compito di aprire la "sezione danza", ha debuttato in perfetta sintonia con il richiamo del festival che quest'anno e' intitolato "Risvegli". in scena, anzi nelle acque fredde del Natisone, le sue danzatrici, Marta Bevilacqua, coreografa e interprete del duo con Valentina Saggin.

Intendiamoci nella danza contemporanea nulla e' di facile lettura. Nel balletto classico c'e' una storia che aiuta la comprensione e tutti i gesti hanno un codice abbastanza riconoscibile. Per il contemporaneo e' tutto piu' difficile e come nell'arte contemporanea pittorica ed espressiva il punto di vista dell'autore sul mondo rappresentato, e' estremamente personale.

Nulla di piu' sbagliato dunque accostarsi a "Panta Rei"pensando di "vedere davvero" il pensiero di Eraclito. Quello che sottende alla creazione e' un'elaborazione della coreografa che passa attraverso un linguaggio di segni e forme frutto di ricerca, illuminato da un pensiero che e' ispirato dalla filosofia. Quello che arriva al pubblico e' la bellezza di certe immagini, che rieccheggiano alla celeberrima "annegata"dei Preraffaelliti,  il coraggio delle danzatrici incuranti del freddo e soprattutto l'interdipendenza tra gli opposti che grazie alla danza, "lottano" tra loro, ma nello stesso tempo non possono fare a meno l'uno dell'altro:polemos ( i contrari) in superficie ma armonia in profondità, nella profondita' del movimento.

 "Nello stesso fiume scendiamo e non scendiamo, siamo e non siamo", scrive Eraclito. Arearea cerca nell'acqua la sua arche'  suggerendo al pubblico una visione del mondo in cui tutto scorre, e gli uomini sono esortati a indagare la loro anima ben sapendo che attimo dopo attimo il cambiamento chiederà loro di non farsi travolgere o peggio addormentare.

Apre il Piccolo festival 2012 con un primo grande concerto a Canebola

Apre il Piccolo festival 2012 con un  primo grande concerto a Canebola

Prende il via il Piccolo festival 2012 che alla sua quinta edizione,  rinforza la sua identità e la sua vocazione internazionale.

Ancor prima di aprire il Festival, il tema di quest’anno è la follia,  con un grande concerto il 28 giugno alle 21.00, è stata definita la collaborazione con il Teatro Nazionale Sloveno dell’Opera di Lubiana che ospiterà un dittico settecentesco nuova produzione del Piccolo Festival per la stagione 2013.

Un progetto prestigioso, ed una collaborazione nata felicemente nell’ottica di formare, con l’allargamento ai giovani cantanti dell'Opera Studio del teatro sloveno, un cast misto italo-sloveno. Altri contatti sono tutt’ora in atto per allargare il progetto e sancire una nuova e duratura collaborazione in tutta l'area della Alpe-Adria, coinvolgendo in primis la Croazia.

 Il Piccolo Festival  esporta dunque le sue idee e si rende ambasciatore culturale della Regione oltre i confini proponendo un programma e un progetto originali che si fondano sulla produzione di qualità a costi sostenibili.

Simbolo della collaborazione e vicinanza con la Slovenia è dunque il Concerto di apertura di Piccolo Festival 2012, il 28 giugno alle ore 21, a Bocchetta Sant’Antonio (Località Canebola): “Natisone/Nadiža,questo è il titolo del concerto, avrà come protagonisti il notissimo cantautore sloveno Vlado Kreslin e l'apprezzato gruppo isontino “Zuf de Žur” che proporranno un programma con suggestioni musicali e linguistiche provenienti  dal Friuli alla Serbia.

Una serata da non perdere in un luogo magnifico, una vera finestra sulla nostra Regione a due passi dal confine italo sloveno con il comune di Caporetto.

 Ma il festival prosegue anche nella tradizione di proporre due titoli d'opera, una nuova produzione per adulti e un’ospitalità (in prima regionale) per bambini. Il 6 luglio, a Capriva del Friuli, in occasione del prestigioso premio Casanova debutta “Il signor Bruschino” di G. Rossini. Spiega il direttore del Festival, Gabriele Ribis: “credo che questo genere musicale sia profondamente legato all'identità culturale stessa del nostro paese, e che possa diventare nel tempo, anche un potente strumento di promozione, non solo culturale ma anche turistico della nostra Regione. Ci vuole il coraggio di percorrere vie nuove. Ecco perché produciamo lavori legati al territorio e nati in quest'ambito culturale, sia nel passato (le opere che Rossini ha prodotto per i teatri veneziani) che nel presente. L'opera di Daniela Terranova, giovane compositrice udinese di successo internazionale, dal titolo “C’era una volta il Re Tuono” dedicata ai bambini, debutterà invece a Moruzzo (Castello di Brazzà), il 1 luglio. “Credo fermamente che sia fondamentale guardarsi attorno per capire cosa succede sulla scena musicale internazionale. In questo mi aiuta la mia carriera professionale con cui ho modo di cogliere molti spunti. La cultura, e la musica conclude Ribis, hanno il dovere di stimolare la curiosità e proporre nuovi orizzonti. Con il Piccolo Festival vogliamo dare spazio agli spettacoli ed agli artisti giovani. Questa è la nostra proposta fondatasulle idee e non solo sui nomi.”

Lagermusik con Moni Ovadia: lo spettacolo evento di Piccolo festival FVG è a San Sabba

Lagermusik con Moni Ovadia: lo spettacolo evento di Piccolo festival FVg è a San Sabba

Uno spettacolo evento, con artisti internazionali, in un luogo che dal 1965 è stato dichiarato Monumento Nazionale con decreto del Presidente della Repubblica e la musica con le parole per testimoniare e ricordare la nostra storia.

Piccolo Festival FVG dedica quest’anno l’intera sua rassegna al tema della follia. “Per questo, spiega il direttore Gabriele Ribis, abbiamo lungamente lavorato per portare il nostro concerto, Lagermusik, in San Sabba, perché è il simbolo nella nostra terra, di un luogo di sofferenza di un popolo, della scelleratezza della storia e della follia degli uomini.”

Sarà proprio l’attore e musicista Moni Ovadia, su testi di Rainer Maria Rilke, poeta ed intellettuale che a lungo soggiornò a Duino, a condurre il pubblico, con la sua voce carica di antica memoria, attraverso la storia che riporta alla coscienza collettiva le tragiche vicende di Theresienstadt (Terezín), piccolo villaggio a 60km da Praga dove venne costruita, alla fine del XVIII secolo, una fortezza che fu prima una prigione poi un carcere militare.

Dal 1940 la Gestapo la trasformò in un enorme ghetto dove vivevano in media 30- 40.000 persone (la popolazione prebellica era di circa 7.000 abitanti) e attraverso il quale transitarono circa 150.000 persone. Si trattava per lo più di ebrei privilegiati provenienti dalla Germania, dalla Cecoslovacchia e dall'Austria.

La cultura ebbe sempre un posto di rilievo all'interno del ghetto dove la comunità ebraica si assicurò in particolare che tutti i bambini deportati (circa 15.000) potessero continuare il loro percorso educativo. Quotidianamente si tenevano lezioni ed attività sportive; I bambini di Terezin scrivevano poesie (ne sono rimaste conservate 66) e si dedicavano al disegno sotto la guida dell'artista Friedl Dicker Brandejsovà. Il complesso dei disegni che si è riusciti a salvare e che sono conservati al Museo statale ebraico di Praga comprende 4.000 pezzi. Anche l'attività teatrale e musicale fu intensa e i bambini furono protagonisti della rappresentazione dell'operina Brundibar musicata dal compositore Hans Krása.

Questo spettacolo faceva parte di una messinscena dei comandi nazisti per occultare alla Croce Rossa gli orrori dello sterminio spacciando Theresienstadt per un campo modello dove gli ebrei potevano continuare la loro esistenza sotto la protezione del Reich. In realtà la quasi totalità dei bambini di Teresiensadt così come i compositori Viktor Ulmann, Hans Krása, Gideon Klein e Ilse Weber finirono la loro esistenza nelle camere a gas di Auschwitz.

Con Moni Ovadia saranno protagonisti della serata:Omer Arieli, maestro concertatore al pianoforte e Shaked Bar soprano (dell'Accademia di Musica e danza di Gerusalemme); Nicola Mansutti e Lucia Clonfero violini, Elena Allegretto viola, Antonino Puliafito violoncello.

Lo spettacolo a ingresso gratuito è inserito nel cartellone di Trieste Estate 2012, ha il patrocinio dell’Accademia di Musica e Danza di Gerusalemme e dell’Ufficio Culturale dell’Ambasciata di Israele in Italia.

 

“Dario Fo. La pittura di un narratore". Inaugura a Casa Cavazzini

“Dario Fo. La pittura di un narratore

Verrà inaugurata sabato 16 giugno alle 18 con un grande evento in corte Morpurgo, di fronte a Casa Cavazzini dove sarà allestita, la mostra “Dario Fo. La pittura di un narratore” dedicata al grande premio Nobel per la letteratura nel 1997 e curata dal direttore dei Civici Musei di Udine, Marco Biscione, e dalla direttrice del m.a.x. Museo di Chiasso Nicoletta Ossanna Cavadini. Al taglio del nastro (accessibile, per motivi organizzativi, a un massimo di 200 persone) sarà presente anche lo stesso Fo, accompagnato dall’inseparabile moglie Franca Rame, insieme con lui anche sul palco del “Giovanni da Udine”, domenica 17 giugno, alle 21 per l’eccezionale messinscena di “Mistero Buffo”. L’evento, inserito all’interno della programmazione di UdinEstate, è organizzato dal Comune di Udine, Css  e Fondazione Teatro Nuovo Giovanni da Udine. L’esposizione, oltre 100 opere, dai primi autoritratti agli abbozzi per scenografie, fino agli immancabili omaggi a Franca,   accoglie solo una piccola parte della produzione di un artista che, sin da ragazzo, disegnava o dipingeva quasi ogni giorno “in tutte le forme e con tutti i mezzi”.  “È uno degli eventi di punta del cartellone di UdinEstate 2012 e siamo molto lieti – spiega il sindaco di Udine Furio Honsell – di ospitare un artista premio Nobel di questo livello e di far conoscere anche un Fo inedito attraverso questa esposizione”.

Il titolo della mostra definisce perfettamente un personaggio che, come Fo, ha dedicato la vita al raccontare, nel senso più arcaico e genuino del termine. Sul foglio bianco in attesa di una nuova commedia, Dario Fo non scrive, bensì schizza un'idea; le dà un contorno fisico, la visualizza, e solo così, afferma, è poi in grado di darle vita sul palcoscenico. Ciò che lo ha spinto verso il teatro, lui che nella vita avrebbe voluto fare il pittore e che non riusciva ad accontentarsi di lavorare in uno studio di architettura, è stato infatti il desiderio profondo di essere una sorta di "cantastorie" metropolitano, a cui non bastava più mettere su carta le sue visioni: doveva anche dirigerle, interpretarle. “Considerando che il teatro, oltre che del tempo, del suono e del gesto, ha bisogno anche dell’immagine – sottolinea l’assessore alla Cultura Luigi Reitani –, potremmo dire che con questa mostra ospitiamo la quarta dimensione dell’opera teatrale e scenica di Fo”.

La mostra si apre presentando la produzione dell'artista più vicina ai modelli accademici: prima di cominciare a recitare infatti Dario Fo ha frequentato le aule di Brera, dove ha potuto confrontarsi coi grandi maestri della storia dell'arte contemporanea. La sua ispirazione attinge a piene mani al Novecento. Da qui gli autoritratti degli anni '40, che nelle atmosfere richiamano quelli di De Chirico: Fo vi si rappresenta assorto e serio, quasi irriconoscibile rispetto al personaggio che si è abituati a vedere sulle scene. Nel ritratto "Il pazzo" del 1945, le influenze artistiche affondano in un passato ancor più remoto: i colori innaturali e un po' aspri citano i fauves (in particolare l'ultimo Gauguin) e la resa pittorica omaggia il Cézanne della montagna Saint-Victoire.

Dario Fo è inoltre ascrivibile a quella folta schiera di artisti italiani incantati dalla Biennale del '48, che presenta una rivisitazione delle Avaguardie d'inizio secolo con particolare attenzione al cubismo analitico. I suoi studi muliebri della fine degli anni '40 esprimono chiaramente l'influsso picassiano, per quanto non giungano mai alle stesse estreme conseguenze compositive.

I bozzetti di scena e i manifesti, che Fo realizza da sé per ogni suo spettacolo, sono invece molto più liberi e originali: basti vedere i vivaci colori e le figure appena definite usati per le scene de L'italiana in Algeri e Il medico volante. Franca, infine, costituisce uno dei soggetti più importanti per Dario Fo. A lei dedica numerosissimi ritratti, perlopiù ispirati ai personaggi sulla scena; di grande intensità  quelli in cui lei riveste i panni di Medea.

Non è un caso che la mostra sia stata inaugurata a Chiasso per poi spostarsi a Udine. In entrambi i casi si tratta di città di confine: luoghi cioè dove gli scambi e soprattutto le differenze, culturali e commerciali, hanno avuto un ruolo chiave nella società.

Dario Fo si esprime secondo lo stesso principio. È dalla fusione di creatività diverse (pittura e recitazione, ma anche danza), che nasce la sua arte tutta particolare, personale e popolare (nel senso di pop, cioè concepita per arrivare a chiunque). L'autore di “Mistero buffo” è dunque artista di confine su almeno due livelli: sia poiché si muove sui labili contorni di arti diverse, sia perché compone, come Mozart, con “la maiuscola e la minuscola”, cioè indulgendo al gusto popolare pur senza deludere le aspettative della critica più raffinata.

 

 

Pierluigi Cappello e la sua poesia protagonisti di UdinEstate

Pierluigi Cappello e la sua poesia protagonisti di UdinEstate

Un approfondimento della produzione letteraria di uno dei più grandi poeti italiani contemporanei. Mercoledì sera, nella suggestiva cornice di Corte Morpurgo, Pierluigi Cappello e l’assessore comunale alla Cultura, Luigi Reitani hanno dialogato  seguiti da un pubblico attento, e perfino a tratti intimidito dalla bellezza di certe parole pronunciate. Il poeta friulano, vincitore del Premio Viareggio-Rèpaci 2010 con “Mandate a dire all’imperatore”, ha presentato ad  UdinEstate la sua grande produzione poetica. 

In un imperdibile conversazione a due ma, allo stesso tempo, con il pubblico, Cappello ha letto alcune tra le sue più intense poesie (alcune tratte dal Canzoniere d’amore e raramente lette in pubblico), facendo emergere il profilo di un poeta capace con i suoi versi di descrivere “un mondo che va cantato, nella sua prepotente e sensitiva natura, nell’eco delle voci e nell’ombra dei volti e nella traversia delle cose che contano, con trasporto amoroso e con tenace patire”. Cappello, nato a Gemona nel 1967, vive a Tricesimo dove svolge un’intensa attività culturale.

Nel marzo scorso il Consiglio comunale di Udine ha approvato all’unanimità una mozione della Commissione cultura che impegna il sindaco Honsell e l’assessore Reitani a sollecitare il presidente del consiglio dei ministri Mario Monti a garantire a Cappello, i benefici della legge Bacchelli, che prevede l’assegnazione di un vitalizio straordinario a favore di quei cittadini “che abbiano illustrato la Patria con i meriti acquisiti nel campo delle lettere, delle arti, e che versino in stato di particolare necessità”. Grande è la sua produzione poetica e la sua attività letteraria. Così come importante è l’opera pedagogica svolta da Cappello che raramente si sottrae all’invito di portare la poesia nelle scuole. “Insegnare la poesia ai giovani, partendo dalla lettura ad alta voce, questo dovrebbero fare gli insegnanti, senza incasellarla in categorie,  far sapere ai ragazzi che la poesia,  non è un monumento, bisogna smontarla e giocarci”.

Tra le domande del pubblico una sulla cultura che sta dietro la scrittura poetica. Cappello racconta degli esercizi fatti in gioventù, una sorta di iniziazione con Dante, Leopardi e Foscolo, le loro liriche smontate per comprendere ritmo e sonorità. “Imparare e saper dimenticare per trovare la propria intonazione per via naturale”. Sapienza dunque come capacità dell’oblio. E siccome la poesia è un attitudine, il modo migliore di praticarla è la lettura per sé stessi, alla ricerca del  suono che il poeta ha trovato per consolare e abbracciare il mondo.

 

 

 

Piccolo Festival FVG apre la collaborazione con il Teatro Nazionale Sloveno

Piccolo Festival FVG apre la collaborazione con il Teatro Nazionale Sloveno

Il progetto culturale del Piccolo Festival 2012,  rinforza la sua identità e la sua vocazione internazionale.

Ancor prima di inaugurare la quinta edizione, che quest’anno ha come tema “La Follia”, è stata definita la collaborazione con il Teatro Nazionale Sloveno dell’Opera di Lubiana che ospiterà un dittico settecentesco nuova produzione del Piccolo Festival per la stagione 2013.

Un progetto prestigioso, ed una collaborazione nata felicemente nell’ottica di formare, con l’allargamento ai giovani cantanti dell'Opera Studio del teatro sloveno, un cast misto italo-sloveno. Altri contatti sono tutt’ora in atto per allargare il progetto e sancire una nuova e duratura collaborazione in tutta l'area della Alpe-Adria, coinvolgendo in primis la Croazia.

 Il Piccolo Festival  esporta dunque le sue idee e si rende ambasciatore culturale della Regione oltre i confini proponendo un programma e un progetto originali che si fondano sulla produzione di qualità a costi sostenibili.

Simbolo della collaborazione e vicinanza con la Slovenia è anche il concerto di apertura di Piccolo Festival 2012, il 28 giugno alle ore 21, a Bocchetta Sant’Antonio (Località Canebola): “Natisone/Nadiža, questo è il titolo del concerto, avrà come protagonisti il notissimo cantautore sloveno Vlado Kreslin e l'apprezzato gruppo isontino “Zuf de Žur” che proporranno un programma con suggestioni musicali e linguistiche provenienti  dal Friuli alla Serbia.

Una serata da non perdere in un luogo magnifico, una vera finestra sulla nostra Regione a due passi dal confine italo sloveno con il comune di Caporetto.

Prosegue inoltre la tradizione di proporre un titolo d'opera per adulti e uno per bambini.

Spiega il direttore del Festival Gabriele Ribis: “credo che questo genere musicale sia profondamente legato all'identità culturale stessa del nostro paese,  e che possa diventare nel tempo, anche un potente strumento di promozione, non solo culturale ma anche turistico della nostra Regione.

Ci vuole il coraggio di battere vie nuove e non puntare all'effimero successo numerico degli eventi. Una politica culturale generalista porta alla spersonalizzazione dei siti e alla completa perdita di identità. Ecco perché produciamo lavori connotati con il territorio e nati in quest'ambito culturale, sia nel passato (le opere che Rossini ha prodotto per i teatri veneziani) che nel presente (l'opera di Daniela Terranova, giovane compositrice udinese di successo internazionale). Credo fermamente che sia fondamentale guardarsi attorno per capire cosa succede sulla scena musicale internazionale. Questo consente di avere nuove proposte e nuove idee. In questo mi aiuta la mia carriera internazionale con cui ho modo di cogliere molti spunti arricchendoli con la nostra specificità. Assieme al debutto in Carmen all'Arena di Verona quest'estate, ho appena firmato due contratti con l'Opera di Montecarlo. La Francia è una terra privilegiata per i Festival che sono numerosissimi e molto vivaci.

Abbiamo moltissimi spazi su cui sarebbe possibile costruire veri e propri festival. Un esempio è la Risiera di San Sabba, luogo di memoria privilegiato.”

Il concerto Lagermusik, con Moni Ovadia, il 5 luglio alle ore 21.00, inserito nella programmazione dell'Estate in Città del comune di Trieste,  sarà il primo passo di un percorso pluriennale sulla musica composta nei campi di concentramento.

 

Al concerto sul Monte  Lussari, l’8 luglio dalle 11.00 alle 19.00, saranno protagonisti i giovani cantanti provenienti da Austria, Slovenia e Italia per un incontro musicale sui lieder, un genere poco conosciuto in Italia ma che riserva pagine di straordinaria bellezza, profondamente connotate con lo spirito mitteleuropeo. “La cultura, conclude Ribis, ha il dovere di stimolare la curiosità e proporre nuovi orizzonti. Con il Piccolo Festival vogliamo dare spazio agli spettacoli ed agli artisti questa è la nostra proposta fondata sulle idee e non solo sui nomi.”

Teatro Giovanni da Udine: quale futuro?

Teatro Giovanni da Udine: quale futuro?

Annunciato come un momento di confronto anche polemico e soprattutto come occasione di confronto costruttivo sul futuro prossimo, l’incontro tenutosi ieri, nello Spazio Fantoni del Teatro Nuovo Giovanni da Udine,  dal titolo "Quale Futuro per il Giovanni da Udine?" lascia in realtà aperte numerose questioni a cui solo in minima parte si sono date risposte.

La discussione strategica volta a rafforzare una realtà teatrale che da anni ha portato lustro al territorio regionale nel panorama artistico nazionale e internazionale, con il giornalista Gianpaolo Carbonetto, in veste di moderatore, l'assessore Luigi Reitani in rappresentanza del Comune di Udine, l'assessore Fraccarossi per la Provincia su delega di Adriano Ioan e dr. Augusto Viola in rappresentanza dell'Assessore Regionale Elio De Anna con il Presidente della Fondazione Teatro Nuovo Giovanni da Udine, dr. Tarcisio Mizzau, il sovrintendente/Direttore artistico prosa, Cesare Lievi e il Direttore artistico musica e danza, Marco Feruglio ha messo in luce soprattutto la necessità di una riflessione attenta sul teatro “che si ha in mente” insieme alle strategie che dovrebbero promuovere le presenze in teatro del pubblico.

L'iniziativa  promossa da temporealefvg,  con la Fondazione G.d.U, anche alla luce delle ultime polemiche generate da alcuni tagli imposti dal presidente Mizzau al personale non stabilizzato, in forza al teatro Giovanni da Udine,  è cominciata con una ricognizione sui numeri da parte dallo stesso presidente della Fondazione che ha confermato le cifre sugli abbonati perduti, 366 nella prosa, una perdita costante dal 2007, ma anche un aumento dei così detti borderò, cioè la quantità dei biglietti venduti per gli spettacoli fuori abbonamento. 

Dati e numeri da studiare, il teatrone ha un bilancio in attivo, che per il direttore Cesare Lievi devono condurre a nuove e diversificate strategie. Alcune già attuate nei suoi due anni di direzione, la creazione dell’ufficio scuola con il biglietto di classe, l’apertura agli universitari con proposte che consentano ai giovani di andare a teatro a prezzi contenuti e per il nuovo anno artistico il coinvolgimento con formule speciali di abbonamento degli ordini professionali della città. “Non intendo dimenticare gli abbonati, spiega Lievi ma voglio dire loro di seguirci anche nelle nuove proposte teatrali che sono una novità rispetto a quello che conoscono”. Appassionato l’intervento di Reitani: “Il Comune sostiene gli Enti locali  nel rispetto dell’autonomia di scelte culturali e strategiche che devono essere sostenibili. Finanzia il teatro perché la cultura è un investimento. Il Giovanni da Udine non può essere solo vetrina ma deve produrre dando accesso ad un patrimonio teatrale che è di tutti ed ispirato al principio dell’internazionalità.” “Lo sviluppo è per Viola, quello che contempla territorialità, relazioni internazionali  e tecno strutture con opportunità di sviluppo nel medio termine, anche in collaborazione con altre realtà presenti sul territorio.

Auspicata una maggiore attenzione alla “governance” ed ad una  più incisiva visione del teatro come azienda, bene pubblico che produce lavoro e indotto.” Anche se è stato confermato da Manuela Fraccarossi il sostegno dalla Provincia che però ha ridotto, a causa dei tagli ai bilanci  a 150 mila euro il suo contributo restano aperte come dicevamo parecchie questione solo sfiorate purtroppo nel dibattito che ha seguito le relazioni degli ospiti. Il teatro è spazio comunale in relazione con tutto il sistema teatro della regione. Il pubblico degli abbonati del Giovanni da Udine, con la costante disaffezione alla prosa sta mandando un segnale chiaro alla direzione. L’analisi delle tendenze, finanche del gradimento, strumento assai democratico praticato ormai in molti spazi della società civile, di una programmazione teatrale non calata dall’alto ma fatta con e per il pubblico, è  uno dei percorsi possibili.

 

Fabiana Dallavalle

 

UdinEstate ospita “La Rivolta”, spettacolo tra parole e canto

UdinEstate ospita “La Rivolta”, spettacolo tra parole e canto,

La rivolta come atto personale o collettivo. Esperienza vissuta, desiderata o solo osservata. In poche parole la rivolta degli altri e negli altri, nella storia e nel presente, con le sue mille declinazioni, intime o condivise. C’è tutto questo e molto altro nello spettacolo teatrale “La Rivolta”, in scena sabato 9 giugno alle 18, in piazza Venerio all’interno del cartellone di UdinEstate.

Una cinquantina i protagonisti in scena, che hanno raccolto la sfida di tradurre in parole, musica, gesti ed improvvisazioni, il tema della rivolta. Alternati a intensi canti popolari come “Fischia il vento”, “Il galeone” o “Solo le pido a Dios”, ci sarà dunque spazio per la “rivolta” di chi subisce i giochi di potere degli altri, di chi si sente rinchiuso in un sistema familiare che lo opprime, di chi è divorato dai rimpianti per non aver saputo cogliere l’occasione della propria vita. Ma anche di chi continua a vivere arreso nel passato senza “esistere” nel presente o, ancora, di chi, stressato dal proprio lavoro, sente non riconosciuta la propria professionalità di uomo e di lavoratore. Pesi troppe volte insopportabili, “fardelli di vita” che ci si trascina dietro, con rabbia o con rassegnazione, fino al momento in cui qualcuno avrà il coraggio di ribellarsi e dire “no, mai più”.

Lo spettacolo, per la regia di Serena Di Blasio, è il frutto di alcuni laboratori realizzati con il contributo della Regione e organizzati dal circolo Arci Mis(s)Kappa di Udine proprio sul tema della rivolta e che hanno visto la partecipazione di un nutrito gruppo di persone sia al laboratorio di scrittura per il teatro tenuto da Carlo Tolazzi, sia a quello teatrale condotto da Serena Di Blasio, sia, infine, a quello di canto guidato da Nicoletta Oscuro con la collaborazione di Claudia Grimaz.

E’ nata cosi una vera e propria drammaturgia, in cui i testi recitati si integrano e interagiscono con i canti popolari studiati durante il corso ed eseguiti dal Coro popolare della Resistenza, già conosciuto al grande pubblico durante le celebrazioni per il 25 aprile del capoluogo friulano.

 

Lo spettacolo, come ricordato, si svolgerà a ingresso libero in piazza Venerio. Solo in caso di maltempo si terrà presso l’Oratorio del Cristo con ingresso di fronte all’ex chiesa di San Francesco.

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Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
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