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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

All'uomo d' affari di fama mondiale George Soros il Premio Internazionale Tiziano Terzani 2013

All'uomo d' affari di fama mondiale George Soros il Premio Internazionale Tiziano Terzani 2013

L’opportunità preziosa di incrociare l’esperienza di un attore atipico dell’economia del nostro tempo e soprattutto un’eccezionale occasione di conoscenza, nello spirito di Tiziano Terzani.

Il Premio letterario internazionale Tiziano Terzani 2013 – IX edizione,  viene assegnato a  George Soros, ( l'annuncio ieri 16 marzo alla conferenza stampa di presentazione di Vicini/Lontano) per La crisi globale e l'instabilità finanziaria europea (Hoepli, 2012).

 

George Soros, "l'uomo che ha rotto la sterlina", chiamato così per aver guadagnato, speculando sulla sterlina appunto un miliardo di dollari in un sol giorno nel 1992, è uno degli investitori più noti al mondo, forse lo speculatore per eccellenza.
Nato a Budapest nel 1930, figlio secondogenito di genitori ebrei, il padre di Soros era un avvocato che durante la prima guerra mondiale aveva passato tre anni in Siberia per avere tentato la fuga come prigioniero di guerra austroungarico. Questa esperienza gli tornò utilissima durante l'occupazione tedesca dell'Ungheria nella seconda guerra mondiale riuscendo a salvare la sua famiglia dalla cattura e dallo sterminio nei campi di concentramento nazisti. Grazie a dei falsi documenti d'identità comperatigli dal padre,  Soros riuscì a farsi passare per il figlioccio di un funzionario non ebreo del governo ungherese, che aveva il compito di confiscare le proprietà degli ebrei rinchiusi nei campi di concentramento.
 
Nel 1947 partì per l'Inghilterra, con pochissimi soldi in tasca. A Londra fece i più disparati lavori: cameriere, bracciante agricolo, imbianchino, facchino. Sempre a Londra  inizia a frequentare la London School of Economics, laureandosi nel 1952. Questa scuola esercitò su Soros una forte influenza intellettuale attraverso la prestigiosa figura di Karl Popper, filosofo della scienza.
 
Dopo aver cercato, senza successo, di inserirsi nel mondo accademico entrò nel mondo della finanza come apprendista in una società d'investimento mobiliare. Soros lavorò per un periodo come operatore nell'arbitraggio dell'oro ma con scarsi risultati, a quel punto decise di tentare la fortuna a New York.
Anche in America, agli inizi le cose non erano semplici, gli ci vollero dieci anni prima di riuscire ad emergere. Prima trader di arbitraggio alla Em. Mayer, poi alla Wertheim & Company, infine alla Arnold & Bleichroeder dove divenne maestro nell'arbitraggio tra i mercati newyorkesi e londinesi.
Fu così che nel 1967 Soros riuscì a convincere i suoi capi a lasciargli creare e gestire due fondi offshore.

 
Nel 1969 il grande salto: Soros e il suo partner Jim Rogers creano il Quantum Fund con 4 milioni di dollari. In 32 anni questo fondo ha reso il 31 percento di media all'anno.Nel 1973 Soros raggiunse un numero sempre maggiore di investitori. All'inizio degli anni 80, creò una rete di fondazioni nell'Europa centrale, distribuendo a giovani intellettuali borse di studio nelle università occidentali e supporti infrastrutturali alle istituzioni accademiche.
Aprì la Open Society, seguita dalla Soros Foundation in Ungheria nel 1984 e dalla Soros Foundation dell'Unione Sovietica nel 1987. Ad oggi queste fondazioni sono una trentina in tutto il centro ed est Europa, oltre a sedi in sud Africa e negli Stati Uniti, naturalmente.
 
Dopo i drammatici cambiamenti politici del 1989, le attività filantropiche di Soros si sono moltiplicate in modo esponenziale (nel 1990 fondò la Central European University a Budapest, Praga e Varsavia, con l'obiettivo di fornire programmi post laurea in storia, economia, scienze politiche storia dell'arte e delle scienze sociali), distribuendo straordinarie quantità di denaro a favore delle cause più disparate: cento milioni di dollari per pagare lo stipendio agli scienziati sovietici, cinquanta milioni di dollari per pagare le spese di carburante della precaria repubblica ex jugoslava della Macedonia e altri 50 milioni per i profughi bosniaci...
 
Nel 1992 ci fu la famosissima speculazione di Soros contro la partecipazione dell'Inghilterra al meccanismo dei tassi di cambio europei e quella sfida portò Soros sulle copertine di tutti i maggiori gior nali e riviste del mondo, col risultato che nell'immaginario collettivo fu identificato come l'uomo che aveva fatto crollare la sterlina. Da quella speculazione sulla sterlina, Soros ricavò un guadagno da capogiro: due miliardi di dollari e la fama del giocatore più importante sui mercati globali dei capitali. Da quel momento, ogni sua mossa è stata osservata e analizzata.
Gorge Soros ha raggiunto questi risultati straordinari speculando sulle valute, un gioco rischioso che gli ha fatto perdere anche miliardi di dollari, ma che, alla fine dei conti, gli fatto accumulare una fortuna di 6.9 milioni di dollari. Nel libro che raccoglie il pensiero del finanziere intorno alle questioni cruciali legate alla crisi economica internazionale, alle sue cause e soprattutto alle sue conseguenze, che si riproducono a livello globale con un effetto domino, coinvolgendo individui, società, sistemi,  anticipa la globalizzazione della crisi, in particolare la sua pericolosa seconda fase in Europa; e auspica un'azione concertata su scala internazionale. Ripercorrendo il cammino che dal crac dei mutui statunitense ha condotto alle rivolte di piazza ad Atene, l'autore traccia spesso una strada alternativa a quella imboccata dai governi di Stati Uniti ed Europa.  Soros  tra i primi a rendersi conto delle proporzioni della crisi e ad affermare che "non viviamo in tempi normali" fa un' analisi  persuasiva e autorevole, forgiata in anni di esperienza come manager di fondi e sostenitore dell'integrazione europea. La sua preoccupazione per il futuro dell' Eurozona è palpabile, oggi che i mercati mettono alla prova le banche e i processi politici europei, portandoli sull'orlo del tracollo come mai prima era accaduto - né era stato previsto - fin dalla nascita della Comunità Europea.

 

 

Proprio per cercare di far luce su temi così complessi, la giuria del premio Terzani ha deciso di riconoscere valore all’esperienza di George Soros, avviando nel contesto della IX edizione di “Vicino/Lontano”, in programma da giovedì 9 a domenica 12 maggio, e in linea con le finalità del festival, un percorso di indagine sul divario fra il funzionamento dei sistemi economico-politici e gli effetti concreti che, sempre più drammaticamente, si producono nelle nostre vite. Una riflessione che ci obbliga a prendere atto delle molte contraddizioni del mondo contemporaneo, confrontandoci con le ragioni degli altri, per mettere in discussione le nostre stesse certezze.

 

 

«Sono sicura che Tiziano sarebbe stato curioso di ascoltare le ragioni di un protagonista, anche controverso, della finanza internazionale», dichiara Angela Staude Terzani, presidente della giuria. Composta da Giulio Anselmi, Toni Capuozzo, Andrea Filippi, Milena Gabanelli, Ettore Mo, Omar Monestier, Paolo Pecile, Valerio Pellizzari, Peter Popham, Paolo Rumiz e Marino Sinibaldi, la giuria 2013 del Premio Terzani ha indicato i presupposti della assegnazione del Premio in queste motivazioni: “Finanziere di successo, Soros ha realizzato grazie alla sua attività ingentissimi guadagni, ma non si è mai sottratto a una sistematica assunzione di  responsabilità in campo sociale, e anche indirettamente politico, con il fine di realizzare la “società aperta” teorizzata da Karl Popper, suo maestro alla London School of Economics.

 

La rete delle Open Society Foundations opera infatti in tutto il mondo per promuovere la democrazia e le cause progressiste, finanziando movimenti di riscatto sociale e di opposizione, intellettuali, scrittori, artisti e media indipendenti. Dopo la crisi del 2008, convinto della necessità di un pensiero economico nuovo, Soros ha creato l’Institute for New Economic Thinking, nel cui  direttivo siedono l’economista Jean-Paul Fitoussi e i premi Nobel Joseph Stiglitz e Amartya Sen. Gli articoli raccolti nel suo ultimo libro, “La crisi globale”, - a cui va il Premio Terzani 2013 - scardinano il pensiero economico prevalente e sostengono la necessità di una diversa organizzazione della finanza internazionale. Soros invita a considerare il mercato non un fine ma piuttosto un mezzo per assicurare un equo benessere al maggior numero di persone possibile, in un quadro di garanzie democratiche. Fa appello infine alla classe dirigente  europea affinché si assuma la responsabilità di ricercare soluzioni condivise che affrontino non solo la riduzione dei debiti ma anche la crisi valutaria, quella bancaria e il rilancio dell’economia  nel rispetto di una più equa redistribuzione delle risorse”.

Il Premio letterario internazionale Tiziano Terzani 2013, promosso per iniziativa dell’associazione culturale vicino/lontano di Udine e della famiglia Terzani, sarà consegnato a George Soros sabato 11 maggio, in occasione della serata ufficiale di premiazione che si svolgerà al Teatro Nuovo Giovanni da Udine, alle 20, quando Soros sarà al centro di un dibattito con autorevoli interlocutori.

 

 

"Incipit"percorsi di primavera del Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa ospita Guido Santato

 

Per il secondo appuntamento di “Incipit”, percorsi di primavera del Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia, è in programma venerdì 15 marzo alle ore 18 a Casa Colussi  l’incontro con Guido Santato, ordinario di Letteratura Italiana all’Università di Padova, direttore della rivista internazionale “Studi pasoliniani” da lui fondata e ora autore della monumentale monografia di quasi 600 pagine  Pier Paolo Pasolini. L’opera poetica, narrativa, cinematografica, teatrale e saggistica. Ricostruzione critica, fresca di stampa per i tipi di Carocci editore.

Si tratta di uno studio di assoluto rilievo scientifico per la conoscenza rigorosa dell’intera opera di Pasolini, indagata nella complessità vertiginosa delle sue multiformi articolazioni espressive e linguistiche e insieme nei motivi fondanti e trasversali che la rendono inconfondibile e ne marcano l’originalità novecentesca.

L’impressionante quantità dei testi pasoliniani, sia editi in vita dall’autore  che usciti postumi, ha alimentato nel tempo una bibliografia critica altrettanto debordante e tuttora inarrestabile, sbrigliata tra studi seri, monografie settoriali e pamphlet militanti e di piglio giornalistico, ma talora ambiguamente spostati solo sul piano della biografia, del mito e della morte tragica di Pasolini “personaggio scandaloso”. In questo magma interpretativo provvede ora a fare chiarezza, per molti versi definitiva, la monografia di Santato, che vi ha coagulato quaranta anni di ricerche e l’impegno di tutta una vita di interessi pasoliniani.

In questa direzione il nuovo lavoro è concepito come una “ricostruzione critica”, cioè come un totale ripensamento anche della precedente monografia del 1980 (Pier Paolo Pasolini. L’opera, Neri Pozza ed., Premio Viareggio per la Saggistica Opera Prima) con cui lo studioso si era precocemente misurato con l’opera del cantore di Casarsa, già allora con l’intento chiaro di prendere le distanze dalle ingerenze egemoniche del biografismo e di analizzare invece la sola dimensione testuale del corpus pasoliniano. Dagli anni Ottanta ad oggi, lo straordinario sviluppo delle letture interpretative, motivate da approcci disciplinari diversi e da punti di vista anche divergenti ma fertili di illuminazioni, l’uscita di testi postumi, come nel 1992 con il “caso” clamoroso di Petrolio, l’edizione per i volumi ”Meridiani” Mondadori di Tutte le opere di Pasolini, per la cura di Walter Siti, hanno poi dilatato il campo di indagine e riposizionato anche radicalmente la figura artistica di Pasolini e il panorama della sua versatile produzione.

Da lì dunque, per Santato, la necessità o perfino l’urgenza di uno studio concepito ex novo, che tenesse conto tanto delle nuove configurazioni dell’infaticabile officina pasoliniana quanto della varietà di tante aggiornate chiavi di lettura. Documenti, queste ultime,  di una ricca e costante fortuna critica di cui nel corso dell’incontro casarsese si cercherà di cogliere le ragioni, anche grazie alla competenza dell’illustre autore ospite, che dell’opera pasoliniana è uno degli esploratori italiani più profondi e filologicamente acuminati.

Centro Studi Pasolini di Casarsa: sono quattro gli appuntamenti imperdibili di primavera

Centro Studi Pasolini di Casarsa: sono quattro gli appuntamenti imperdibili di primavera

 Quattro imperdibili appuntamenti e un ospite illustre: lo spagnolo Enrique Irazoqui che nel 1964 interpretò Gesù nel "Vangelo secondo Matteo" di Pier Paolo Pasolini.

Il Centro Studi Pier Paolo Pasolini inaugura così il 2013  con quattro importanti appuntamenti primaverili di studio e di incontro, che, tra riflessione e suggestione emotiva, vogliono portare  un contributo aggiornato al dibattito su Pasolini e tenere aperti i conti con un’opera e una figura dalle sfaccettature  sempre inesauribili e attuali.

Sotto la sigla complessiva di INCIPIT, già varata nel 2011, è dunque in programma tra febbraio e aprile un ventaglio di iniziative che continuano a rafforzare il Centro casarsese nel ruolo di punto di riferimento degli studi pasoliniani e inoltre coinvolgono attorno alla sua attività una rete ormai consolidata di collaborazioni significative e di rapporti con il territorio, locale e nazionale.

Nell’insieme della proposta, saranno presentati innanzitutto tra febbraio e marzo i lavori di due studiosi. In collaborazione tra il Centro Studi, l’Associazione don Gilberto Pressacco e l’editrice Forum, venerdì 22 febbraio alle ore 18, con l’illustre presenza di Remo Cacitti e di Flavio Pressacco, farà da apripista al programma il giovane saggista friulano Giacomo Trevisan, che nel suo recente libro “Mistero contadino. Tracce pasoliniane nelle ricerche di don Gilberto Pressacco” (ed. Forum) ha indagato i rapporti a distanza tra il prete di Turrida e il cantore di Casarsa, trovandovi sorprendenti sintonie.

Di grande rilievo scientifico poi l’appuntamento di venerdì 15 marzo, sempre alle ore 18, in cui sarà presentata la corposa monografia su un “tutto Pasolini” (ed. Carocci, 2013) in cui ha coronato una vita intera di ricerche sul poeta casarsese lo studioso Guido Santato, ordinario di letteratura italiana dell’Università di Padova e uno tra i più autorevoli e acuti conoscitori dell’intero corpus dell’opera pasoliniana, con particolare attenzione al significato della stagione friulana. 

Sul piano dell’emozione e dei ricordi  il clou  sarà riservato poi a venerdì 5 aprile, quando arriverà per la prima volta in Friuli e coronerà così un antico sogno Enrique Irazoqui,l'indimenticabile Gesù del Vangelo secondo Matteo,  oggi economista e professore di letteratura, scacchista a livello internazionale e residente a  Cadaqués, il paese catalano dove vissero anche Salvador Dalí e Marcel Duchamp. Accanto a lui ci sarà anche Giacomo Morante, nipote della grande Elsa, il quale, allora quindicenne,  fu scelto nello stesso film per il ruolo dell’apostolo Giovanni.  Per questa occasione straordinaria, organizzata dal Centro Studi in sinergia con Cinemazero, nella Sala Grande del cinema di Pordenone, insieme all’incontro pubblico alle ore 18 con questi eccezionali testimoni, sarà proiettato anche il docu-film Album del 2012. La regista siciliana Valeria Patané, residente in Spagna e lei pure presente in Friuli per l’occasione, vi ha raccontato per immagini un incontro spagnolo tra i due, montando anche le foto sul set di Angelo Novi e alcuni spezzoni inediti di un girato in super8 dello stesso Morante a Matera al tempo del Vangelo, che poi sarà proiettato in serata al termine di un incontro imperdibile.

Da non dimenticare infine che sempre in aprile, mercoledì 10,  il ricco menu di questa primavera tutta pasoliniana sarà completato di nuovo a Casa Colussi da una riflessione con letture (a cura di Gianfranco Scialino) sul rapporto giovanile di amicizia tra Sergio Maldini e Pasolini, di cui resta traccia nel poco noto carteggio epistolare tra i due. Un appuntamento, quest’ultimo, che rientra nel focus dedicato nel 2013 al cantore romanzesco della “casa a nord-est”, all’interno della rassegna “Percorsi diversi: il Medio Friuli incontra Sergio Maldini” ideata dal Progetto Integrato Cultura del Medio Friuli che a breve ne renderà nota  l’intera articolazione.

Info, Centro Studi Pier  Paolo Pasolini, via G. Pasolini 4, 33072 Casarsa della Delizia (pn), tel. 0434 870593, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.">Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., www. centrostudipierpaolopasolinicasarsa.it.

 

Un teatro per il pubblico:Giuseppe Bevilacqua nuovo direttore della prosa al Giovanni da Udine

Un teatro per il pubblico:Giuseppe Bevilacqua nuovo direttore della prosa al Giovanni da Udine

"Un teatro per il pubblico". Giuseppe Bevilacqua, nuovo direttore della prosa del teatro Nuovo Giovanni da Udine, mette al centro del suo mandato il contatto diretto con il pubblico della città di Udine e disegna per sé, una “direzione invisibile, di servizio e ascolto, che non prevede, ad esempio un suo ruolo da regista.” Un teatro municipale che compiutamente proponga attori conosciuti e testi noti e che chiede al pubblico, “il committente”, sottolinea Bevilacqua, anche un giudizio sulla qualità degli spettacoli visti e degli attori conosciuti e cui la platea possa attribuire un premio.”

L’attore e regista, Giuseppe Bevilacqua, nominato, all’unanimità, dal Consiglio di amministrazione della Fondazione teatro, nasce con il Palio teatrale studentesco di Udine dove si mette in luce per le grandi capacità attoriali. La carriera da professionista, poi la docenza quale insegnante di ruolo all’Accademia nazionale d’arte drammatica Silvio D’Amico di Roma, da cui sono usciti molti dei grandi protagonisti del teatro e del cinema italiano. Non molto il tempo a sua disposizione, marzo-dicembre, il periodo di mandato a cui si spera segua un incarico di più ampio respiro che consenta una importante inversione di tendenza e cioè il recupero del pubblico perduto. “Sono qui per tracciare un inizio, ha spiegato Bevilacqua. In Italia si è fatta molta ricerca sul teatro e altrettanta sulla drammaturgia, poco o nulla per scoprire i desideri delle persone che vengono a teatro. Udine ha una ricca cultura teatrale. Auspico che il Giovanni da Udine sia aperto ai cittadini, non solo per la prosa ma per il dibattito, gli approfondimenti, insomma che torni ad essere agorà cittadina.”

Soddisfatto il presidente della Fondazione, Tarcisio Mizzau: «E’ stato un lavoro lungo e impegnativo - ha dichiarato - che ha condotto a decisioni unanime di grande peso». Altrettanto soddisfatto il sindaco di Udine Furio Honsell, che ha dato il benvenuto al nuovo direttore della prosa, “un professore, con un linguaggio a cui mi sento molto vicino. Bevilacqua ha difronte a sé lunghi mesi di lavoro. Ha dalla sua una mitezza e una conoscenza e rispetto del teatro che auspicabilmente lo metteranno al riparo da attacchi. Spetterà al pubblico decidere se fidarsi di questo friulano che ha scelto la parola “servizio” per presentarsi alla città.

"Il cielo capovolto" di Antonella Gatti Bardelli, per riflettere sulla depressione bipolare

Mercoledì 13 febbraio, alle ore 18.30 a Villa Merlo Dragoni, Via Libertà 4 - Lovaria di Pradamano (UD) “Il Salotto delle Arti e della Letteratura” presenta:"Il risveglio dell'anima.La depressione bipolare: quello che toglie e quello che regala: una riflessione approfondita sul libro di Antonella Gatti Bardelli: "Il cielo capovolto" edito da Bompiani. Antonella Gatti Bardelli è  nata a Trieste nel 1969 e ha vissuto e lavorato per  alcuni anni a New York dove ha trovato l'ispirazione per il suo primo romanzo "Il cielo capovolto".

Il suo libro, una riedizione di un manoscritto del 2008, è un  diario coraggioso che parla di un faticoso percorso di salvezza, in cui l'autrice affronta senza vergogna "il più grande inciampo" della sua vita e racconta, mettendosi a nudo, la sua umile rinascita, per spiegare "a chi ha perso la speranza o a chi crede di averla esaurita, che la vittoria sul dolore è possibile; si chiama abbraccio, bacio, fatica, stanchezza, risveglio, pillole, analisi, scrittura o semplicemente poesia".   E’ scritto nel romanzo : “Figlia perfetta, studentessa modello, la ragazza più ricca del quartiere. Un viaggio di lavoro a New York diventa l'occasione per evadere dalla noiosa normalità di una città di provincia, per fuggire via dalla solitudine e inseguire il successo e la libertà tanto desiderata. L’'illusione del sogno americano si infrange il 18 febbraio, quando Antonella, cui sarà diagnosticata una forma di depressione bipolare, tenta di togliersi la vita. Antonella si occupa di teatro e da tempo collabora con la "Compagnia Instabile" di Pino Roveredo. Con l'autrice interverrà Barbara Vitrani Medico Chirurgo Specializzato in Neurologia, diplomata in Ipnosi Eriksoniana e Psicoterapia Breve. La conversazione sarà arricchita dalle letture tratte dal romanzo a cura dell'attrice Rita Maffei. Il progetto pensato da Lorella de Marco Presidente Ass. “Pas de Tor”, è realizzato con il contributo della Provincia di Udine e condiviso dalla proprietà della Dimora Storica.

Per informazioni: tel\fax 0432.237153 – 393.9162174 - Email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Un teatro per il pubblico: Giuseppe Bevilacqua nuovo direttore della prosa al Nuovo

 

Un teatro per il pubblico. Giuseppe Bevilacqua, nuovo direttore della prosa del teatro Nuovo Giovanni da Udine, mette al centro del suo mandato il contatto diretto con il pubblico della città di Udine e disegna per sé,  una “direzione invisibile, di servizio e ascolto, che non prevede, ad esempio un suo ruolo da regista.” Un teatro municipale che compiutamente proponga attori conosciuti e testi noti e che chiede al pubblico, “il committente”, sottolinea Bevilacqua, anche un giudizio sulla qualità degli spettacoli visti e degli attori conosciuti e cui la platea possa  attribuire  un premio.”

L’attore e regista, Giuseppe Bevilacqua,  nominato, all’unanimità, dal Consiglio di amministrazione della Fondazione teatro, nasce con il Palio teatrale studentesco di Udine dove si mette in luce per le grandi capacità attoriali. La carriera da professionista, poi la docenza quale insegnante di ruolo all’Accademia nazionale d’arte drammatica Silvio D’Amico di Roma, da cui sono usciti molti dei grandi protagonisti del teatro e del cinema italiano. Non molto il tempo a sua disposizione, marzo-dicembre, il periodo di mandato a cui si spera segua un incarico di più ampio respiro che consenta una importante inversione di tendenza e cioè il recupero del pubblico perduto. “Sono qui per tracciare un inizio, ha spiegato Bevilacqua. In Italia si è fatta molta ricerca sul teatro e altrettanta sulla drammaturgia, poco o nulla per scoprire i desideri delle persone che vengono a teatro. Udine ha una ricca cultura teatrale. Auspico che il Giovanni da Udine sia aperto ai cittadini, non solo per la prosa ma per il dibattito, gli approfondimenti, insomma che torni ad essere agorà cittadina.”

Soddisfatto il presidente della Fondazione, Tarcisio Mizzau: «E’ stato un lavoro lungo e impegnativo - ha dichiarato - che ha condotto a decisioni unanime di grande peso». Altrettanto soddisfatto il sindaco di Udine Furio Honsell, che ha dato il benvenuto al nuovo direttore della prosa, “un professore, con un linguaggio a cui mi sento molto vicino. Bevilacqua ha difronte a sé lunghi mesi di lavoro. Ha dalla sua una mitezza e una conoscenza  e rispetto del teatro che auspicabilmente  lo metteranno al riparo da attacchi. Spetterà al pubblico decidere se fidarsi di questo friulano che ha scelto la parola “servizio” per presentarsi alla città.

Giornata della memoria, il 27 gennaio le iniziative a Udine

Giornata della memoria, il 27 gennaio le iniziative a Udine

Un viaggio per non dimenticare e per conoscere. Un percorso civile attraverso gli spunti che possono venire dalle ricerche storiche e dai documenti di una mostra, così come dalle suggestioni proposte da uno spettacolo, un concerto o un film o, ancora, dalle parole, rare e preziose, affidate ai testimoni della Shoah.

Appuntamento tradizionale e irrinunciabile per la città, torna anche quest’anno il ricco calendario di iniziative organizzate dal Comune di Udine per la Giornata della Memoria, che dal 2000, ogni 27 gennaio, il mondo intero dedica al ricordo dell’anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz, per commemorare tutte le vittime della persecuzione fascista e nazista come ebrei, rom, omosessuali, disabili, malati di mente e testimoni di Geova.

“Anche quest’anno, come ormai da molto tempo a questa parte – spiega l’assessore alla Cultura del Comune di Udine, Luigi Reitani – palazzo D’Aronco aderisce alle iniziative nazionali organizzate per la Giornata della Memoria, anniversario della liberazione dei prigionieri del campo di sterminio di Auschwitz, con un denso programma di attività che, dal teatro alla musica, dalla letteratura alla divulgazione storica, alla cinematografia, contribuisce alla conoscenza di uno dei più tragici episodi della civiltà occidentale. Intendiamo con questo rivolgerci in particolar modo ai giovani, riaffermando il valore della coscienza civile e della memoria come base del vivere comune”.

La rassegna, come sempre organizzata dall’assessorato alla Cultura del Comune, vede il coinvolgimento anche di numerose realtà culturali e associazionistiche del territorio, come i Civici Musei del Comune, la biblioteca civica “Joppi”, il Teatro Club Udine, l’associazione Amici della Musica, il Centro Espressioni Cinematografiche, l’associazione culturale Bottega Errante e l’associazione Italia Israele.

Entrando nello specifico del calendario, il programma messo a punto dal Comune partirà già questo mercoledì 23 gennaio alle 17 alla Galleria Fotografica Tina Modotti con l’inaugurazione della mostra “Litorale Adriatico: progetto annessione. Propaganda e cultura per il nuovo ordine europeo (1943-1945)”. L’esposizione fotografico-documentaria, curata da Enzo Collotti e Paolo Ferrari, resterà aperta a ingresso libero fino al 3 marzo (venerdì dalle 15 alle 18, sabato e festivi dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 18, oltre che su prenotazione nelle mattine per le scuole). Tema della mostra è la violenza della propaganda e della cultura nazista, volte a creare i presupposti per l’annessione del Friuli e di tutta la Zona di Operazioni Litorale Adriatico nel Terzo Reich. Temi affrontati a partire da una straordinaria documentazione fotografica, conservata negli archivi comunali di Udine, relativa alla mostra “Bolscevismo senza maschera”, allestita nel 1944 prima a Trieste e poi a Udine (dove venne inaugurata il 19 luglio 1944). Le fotografie esposte permettono di ripercorrere i temi trattati dai nazisti e l’impatto sulla città, nel cui centro furono collocati i pannelli e allestite alcune vetrine di negozi. Accanto a queste immagini, sono presentate fotografie, documenti, manifesti dell’epoca e libri provenienti da diverse raccolte della regione.

Sempre il 23 gennaio, ma alle 18 presso la sala Corgnali della biblioteca civica “Joppi”, è in programma invece la presentazione del libro “Legami pericolosi. Ebrei e cristiani tra eresia, libri proibiti e stregoneria” di Marina Caffiero. A dialogare con l’autrice saranno Pier Cesare Ioly Zorattini, Andrea Del Col e Giuseppina Minchella.

Il programma prosegue poi giovedì 24 gennaioalle 20.30 al Teatro Palamostre  con una serata all’insegna dei canti tradizionali ebraici. Il concerto, proposto dagli Amici della Musica, vedrà salire sul palco l’ensemble Klezsfardit. Il loro spettacolo rappresenta la parte positiva del “ricordo”, ovvero le bellissime danze popolari formatesi attorno alla tradizione ebraica e sefardita. Nonostante la recente formazione, l’ensemble ha ottenuto entusiastici apprezzamenti e richieste da tutto il mondo musicale specializzato. È, inoltre, l’unico gruppo ad eseguire musiche della tradizione folkloristica ebraica italiana sulla scena mondiale.

Spazio al grande schermo, invece, venerdì 25 gennaio alle 9.30 al cinema Visionario, per la presentazione dedicata alle scuole del film “In Darkness” diAgnieszka Holland. Tratto dal libro “In the Sewers of Lvov” di Robert Marshall, ma ispirato anche alle memorie della sopravvissuta Krystyna Chiger,  “In Darkness” racconta una storia accaduta realmente durante la II Guerra Mondiale a Leopoli, la città galiziana (attualmente Ucraina) che al tempo apparteneva alla Polonia occupata dai nazisti.

Venerdì 25 sarà la giornata in cui verrà inaugurata anche un’altra mostra, stavolta dedicata alle opere “Lager” di Michele Piva. L’esposizione, ospitata alle Gallerie del Progetto di Palazzo Morpurgo in via Savorgnana fino al 6 marzo sarà inaugurata il 25 alle 18 e sarà aperta al pubblico dal martedì alla domenica dalle 15 alle 18 (la mattina su prenotazione per le scuole). Il nucleo centrale della mostra di Michele Piva è stato esposto a Udine più di quaranta anni fa. Le undici opere, che costituiscono il ciclo dei “Lager”, furono presentate infatti per la prima volta in sala Ajace nel febbraio del 1970 e ora tornano in città dopo aver viaggiato in vari luoghi d’Italia. Rispetto a quella prima esposizione, l’artista presenta anche un significativo nucleo di disegni, sempre legati al tema dei campi di concentramento, e quattro dei suoi recenti “Soli”, sculture metalliche allestite sotto gli archi della loggia del giardino di Palazzo Morpurgo.

Appuntamento ormai tradizionale, tornano anche quest’anno le letture dei brani elaborati e scelti dalle classi secondarie di I e II grado della città. Sabato 26 gennaio alle 11 presso l’auditorium dell’Istituto Percorto di Udine (via Leichet, 4) andrà in scena “Cara Anne Frank” di e con Nicoletta Oscuro, che ha anche curato l’omonimo percorso nell’ambito del progetto Savè-Biblioteca & Scuola 2012-2013.

Il ricco programma si chiude lunedì 28 gennaio con un doppio appuntamento. La mattina alle 10 al Visionario ci sarà una seconda proiezione per le scuole. Stavolta sul grande schermo verrà presentato il film “Oltre il filo” di Dorino Minigutti, un  intreccio avvincente e toccante delle storie dei bambini sopravvissuti al campo di concentramento di Gonars raccolte a settant’anni di distanza da quelle tragedie.

Sempre lunedì 28, infine, la rassegna si chiuderà con lo spettacolo “Balkan Burger” di Stefano Massini, proposto dal Teatro Club per la stagione di Akrópolis 13 al Teatro Palamostre di Udine alle 21.

A un passo dalle nostre coste, i Balcani sono stati fino a pochi anni fa teatro di guerre sanguinose. Antiche comunità di lingue e fedi diverse, abituate da secoli a convivere in pace, si sono rovesciate in gruppi l’un contro l’altro armati. Era un luogo dove “se preghi Dio si girano in quattro”, ma poi il mosaico spirituale è andato in frantumi. Da questa tragedia prende spunto lo spettacolo di Stefano Massini, scrittore-regista che da ragazzo ha frequentato la comunità ebraica fiorentina. È la storia di Razna, figlia di un rabbino in una comunità ebraica tollerata dai Turchi,  che attraversa la storia  e le confessioni, passando tra preti, imam, pope e rabbini, cambiando punto di vista e diventando ogni volta vittima sacrificale. Un viaggio simile a quello di Orlando nel romanzo di Virginia Woolf, cui darà voce l’attrice Luisa Cattaneo sul tappeto sonoro dal vivo di Enrico Fink,  insigne musicista klezmer.

Per tutte le informazioni è possibile contattare il PuntoInforma del Comune di Udine telefonando allo 0432 414717 o inviando una email a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.">Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Per le proiezioni cinematografiche è possibile contattare direttamente il Cec o, per quanto riguarda lo spettacolo al Teatro Palamostre, il Teatro Club Udine.

 

Microstoria di un repertorio tra Otto e Novecento: al teatro Giovanni da Udine la presentazione del nuovo volume

Microstoria di un repertorio tra Otto e Novecento

Sarà presentato venerdì 1° marzo alle 18.00, al Teatro Nuovo Giovanni da Udine  il volume Il teatro friulano– Microstoria di un repertorio tra Otto e Novecento di Angela Felice e Paolo Patui, una storia del repertorio teatrale friulano dagli esordi borghesi di metà Ottocento agli sviluppi novecenteschi. Secondo volume della piccola collana edita dalla Fondazione Teatro Nuovo Giovanni da Udine e Forum Editrice Universitaria Udinese, la pubblicazione è realizzata in collaborazione con  Farie Teatrâl Furlane, e il sostegno di Arlef e Regione Friuli Venezia Giulia.

L’importanza, la ricchezza e la grande creatività del repertorio teatrale friulano degli ultimi centocinquant’anni vengono esplorate e analizzate nella loro storia, evoluzione e attualità, con i suoi protagonisti noti e meno noti, fino a giungere alle prospettive del teatro del presente e del futuro. Foto d’epoca, brani antologici, interventi di studiosi e operatori teatrali arricchiscono un libro indispensabile, quindi, per gli amanti del teatro, ma anche un importante strumento per approfondire la storia sociale e culturale del Friuli negli ultimi due secoli.

La pubblicazione nasce dall’esperienza delle lezioni - spettacolo tenute dai due autori sul palco del Teatro Giovanni da Udine, nel 2010, nell’ambito di Sipari Furlan, una serie di iniziative di valorizzazione del repertorio teatrale in friulano che aveva visto collaborare, in vario modo, Teatro Nuovo Giovanni da Udine, Teatro Club Udine, CSS Teatro stabile di innovazione, Civica Accademia ‘Nico Pepe’ e Associazione Teatrale Friulana. Nelle affollatissime lezioni-spettacolo Angela Felice e Paolo Patui avevano raccontato al pubblico la storia della drammaturgia friulana e in friulano, dai suoi albori ottocenteschi al nostro presente. Attori e musicisti, relatori ospiti e proiezioni avevano arricchito quegli appuntamenti, determinanti per divulgare con sistematicità la consapevolezza della ricchezza del repertorio friulano. All’incontro, che si svolgerà nella sala del Teatro Nuovo Giovanni da Udine, ad ingresso libero, saranno presenti gli autori stessi che dialogheranno con il giornalista Paolo Medeossi, dopo i saluti di Tarcisio Mizzau, Presidente della Fondazione Teatro Nuovo ‘Giovanni da Udine’ e di William

Cisilino, Direttore dell’Arlef. Inoltre, a rendere omaggio al nostro dinamico e vivace patrimonio drammaturgico, saranno gli attori del ‘Gruppo della Loggia’(Danilo D'Olivo, Daniela Zorzini, Gina Serravalle, Paolo Rota, Adriano Saboto, Maria Grazia Passon e Tullia De Cecco)e del ‘Teatro Incerto’ (Fabiano Fantini e Claudio Moretti) con alcuni brani tratti proprio dal volume.

 

Consegnati i Premi etica 2012 a Roustayan (Pilosio) e Patui, e ad Arnaldo Baracetti “alla memoria”

«Etici significa essere vincenti». Nelle parole di Alessandro Grassi, presidente dell’Associazione Euretica, si è riassunto il quinto Premio etica voluto e promosso dal sodalizio, cerimonia che si è tenuta oggi per la prima volta in Camera di Commercio, ospiti del presidente Giovanni Da Pozzo «nella Sala intitolata ad Adalberto Valduga – ha rimarcato il segretario dell’associazione Daniele Damele –, grande imprenditore e grande uomo, esempio di questo premio, che peraltro gli è stato conferito alla memoria proprio a pochi mesi dopo la sua scomparsa». E il premio alla memoria di quest’anno è andato ad Arnaldo Baracetti – il figlio Mauro ha ritirato il riconoscimento –, la cui figura  «di riferimento morale e culturale, di onestà politica, passione per la battaglia e azione concreta» è stata ricordata con commozione dall’onorevole Renzo Pascolat.Gli altri Premi, “scortati” sia dal presidente Da Pozzo, sia dal presidente della Fondazione Crup Lionello D’Agostino, sono andati poi a Paolo Patui per l’etica nella cultura e a Dario Roustayan, Ceo dell’azienda Pilosio, per l’etica nell’economia.Per Patui, il riconoscimento ha voluto rimarcare l’importante attività come scrittore, autore, giornalista e uno dei principali e incessanti promotori in regione dell’importanza della lettura, concretizzata anche nella realizzazione di un festival di successo come LeggerMente. Un impegno, come ha ricordato Grassi, che mette al centro anche tanto volontariato e un’attenzione costante all’inclusione e alla solidarietà. Patui ha esordito ringraziando le persone che collaborano all’organizzazione del Festival, ha rimarcato l’importanza etica della cultura, in quanto attività che parte da dentro, che si sente e viene dalla profonda necessità di esprimersi. Patui ha ricordato anche come la parola agenda, oggi molto “di moda”, riguardi le cose che si devono fare nell’immediato, ma abbia bisogno di un respiro più alto, delle idee sul benessere delle persone, sulla qualità della vita, sulle regole della convivenza «e tutto questo lo insegna anche la cultura e lo insegnano i libri e la lettura». Infine, il Premio etica nell’economia conferito a Roustayan che, come ha ricordato il presidente Da Pozzo nel consegnargli il Premio, «ha assunto la guida dell’azienda quando si trovava in una situazione difficile e le ha dato nuovo impulso spingendosi con convinzione e con serietà verso l’internazionalizzazione, intuendo l’importanza di questa strada per lo sviluppo e la crescita. La figura stessa di Roustayan, che ha origini iraniane, ma è cresciuto in Friuli, studiando prima a Udine e specializzandosi poi negli Stati Uniti, è esempio anche per i giovani – ha aggiunto Da Pozzo, rivolgendosi ai tanti ragazzi dello Stringher presenti in Sala –, che per studiare o lavorare avranno davanti a sé il mondo intero nei prossimi anni». Sempre ai giovani si è rivolto l’invito di Da Pozzo. «Siamo in un momento difficile – ha detto – in cui certa politica, finanza, economia non stanno dando esempi di etica a voi giovani.Fate sentire la vostra voce, una voce etica che chieda il cambiamento, un cambiamento che nasca da voi e che vi possa vedere protagonisti». Parole a cui si sono aggiunte quelle di Roustayan, che ha anche invitato gli studenti a pensare alla formazione, a essere veloci, pronti e guardare con fiducia al futuro.In conclusione, l’intervento anche del presidente della Fondazione Crup Lionello D’Agostini, a chiudere un premio che ha goduto anche del patrocinio di Danieli Spa. «Tutti noi – ha detto D’Agostini – dobbiamo sentire un alto impegno etico nella nostra vita di ogni giorno. Solo l’impegno quotidiano all’etica può produrre una società migliore». Presenti alla cerimonia,fra gli altri, anche l’assessore comunale Mariagrazia Santoro, il presidente della Cassa di risparmio del Fvg Giuseppe Morandini e don Davide Larice.

 

 

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