Cultura
Le fotografie di Enzo Sellerio in mostra al museo Alinari di Trieste
- Dettagli
- Categoria: Arte
- Pubblicato Sabato, 22 Ottobre 2016 23:04
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
Trieste - “Fermo Immagine”, la mostra di fotografie di Enzo Sellerio, fotografo ed editore siciliano, verrà inaugurata il 3 novembre prossimo al museo Alinari (AIM - Alinari Image Museum) che ha sede presso il Bastione Fiorito del Castello di San Giusto di Trieste
L'esposizione, che comprende anche materiale multimediale, resta aperta al pubblico dal 4 novembre 2016 al 5 febbraio 2017 ed è organizzata e prodotta dalla Fratelli Alinari Fondazione per la Storia della Fotografia, con il patrocinio della Prefettura di Trieste e del Comune di Trieste.
“Fermo Immagine” comprende 54 fotografie “originali” che furono selezionate da Sellerio nel 2008 ed una sezione multimediale con 100 immagini, a video o proiettate, esposte seguendo il percorso ideato dai figli di Enzo Sellerio, Olivia e Antonio.
Oltre alle immagini, saranno presentati materiali utili a conoscere meglio la figura di Enzo Sellerio, tra cui le riviste più famose dove sono state pubblicate le sue fotografie.
Il lavoro fotografico di Enzo Sellerio emerge tra le voci dei fotografi italiani della seconda metà del Novecento che hanno imposto a livello mondiale l’indagine sociale territoriale italiana attraverso il reportage, anche “minimalista” come da Sellerio stesso definito e a cui si è dedicato per tutta la vita.
Attraverso l’apparecchio fotografico, da lui stesso definito il più bel giocattolo del mondo, Sellerio trasmette il canto compiuto di una Sicilia non ancora travolta dalla globalizzazione del costume e del pensiero, un racconto di cinquant’anni attraverso fotografie bellissime.
La fotografia fissa l’emozione che ferma il tempo e diventa una " …fotografia unica, momento di irripetibile equilibrio tra forma e contenuto…”, come Leonardo Sciascia definì lo specifico creativo di Sellerio (Leonardo Sciascia, 1969).
Il reportage neorealista del dopoguerra si stempera nelle sue fotografie e si trasforma in una scelta figurativa aulica, dove la fotografia si fa “racconto”, comunicazione emozionale e scelta estetica che esprime l’umano esistere.
Come ha ben evidenziato Carlo Bertelli, in uno dei contributi che introducono il catalogo della mostra, “Sellerio è stato soprattutto fotografo di situazioni, fantasioso scopritore di occasioni di racconto che coinvolgono sempre uomini e donne. E bambini. La spontaneità dei bambini, come la consapevolezza adulta dei piccoli lavoratori sfruttati, sono temi su cui l’impronta di Sellerio è indelebile.
Ma Sellerio non è stato solo questo. È stato anche un narratore ricco di humor, che invita a cogliere la stranezza surreale di certe occasioni. Mai chiedendo ai personaggi di recitare, bensì cogliendoli di sorpresa nella loro naturalezza. Anche i muri recitano per lui. Lo fanno con le scritte che li ricoprono e di cui le immagini di Sellerio mettono in luce l’assurdità rispetto al contesto. Sono voci dei palazzi del potere, ma più spesso voci plebee, come in un moderno Pitré, il grande antropologo siciliano dell’Ottocento cui i Siciliani sono debitori per aver raccolto le loro espressioni autentiche”.
“Le fotografie di Sellerio sono un momento straordinario per la storia della fotografia italiana. Ogni foto potrebbe in effetti essere la sintesi di un libro scritto magicamente e colto da Enzo Sellerio. Sia per chi ha vissuto quei tempi e sia per chi li ha conosciuti a posteriori - nota Claudio de Polo Saibanti, presidente Fratelli Alinari -. Oggi la fotografia lascia la sua dimensione cartacea analogica e diventa immagine: rispettandola e rispettando il suo messaggio, per la prima volta viene presentata in immagine digitale e questo è l'inizio di un percorso conoscitivo e didattico ricco di contenuti, profondità ed elementi educativi. Sono felice che AIM, a distanza di un mese dall'apertura, inauguri la sua prima grande mostra monografica con Enzo Sellerio, cui mi unisce il ricordo di grandi affinità”.
Giorgio Rossi, Assessore alla Cultura del Comune di Trieste, ha voluto evidenziare il fatto che proporre, a pochi giorni dall’inaugurazione dell’Alinari Image Museum, un altro evento espositivo di livello sia indice della qualità della scelta dell’amministrazione e dell’ampiezza delle prospettive che si profilano da questa partership, volta a dare slancio e spessore alla valorizzazione strategica del Castello di san Giusto.
Accompagna la mostra il catalogo con testi di Giovanni Puglisi, Carlo Bertelli, Monica Maffioli e Adriano Sofri di 192 pagine e 161 fotografie.
Il Castello di Miramare si fa “Blu/Bleu” con la personale d’arte di Marcello Lo Giudice
- Dettagli
- Categoria: Arte
- Pubblicato Venerdì, 07 Ottobre 2016 15:34
- Scritto da redazione ilfriuliveneziagiulia
Trieste – Si preannuncia come uno degli eventi espositivi della stagione autunnale la mostra “Blu/Bleu”, personale dell’artista Marcello Lo Giudice in programma al Castello di Miramare di Trieste, che si inaugura oggi alle ore 18 e durerà fino dal 7 ottobre al 6 novembre 2016, con un percorso espositivo di straordinaria suggestione che accompagnerà il pubblico dalle sale del XIX secolo del Castello, in particolare la Sala Rosa dei Venti dove verra’ internamente allestita la mostra, alle terrazze e al piazzale antistante il Castello, sino al porticciolo che si affaccia sul golfo del Nord Adriatico, dove ulteriori opere saranno posizionate, in un itinerario che incrocia ‘arte del passato e l’arte di oggi. Le atmosfere ottocentesche del Castello volute da Massimiliano D’Asburgo si mixeranno così alle possenti esplosioni cromatiche della pittura di Marcello Lo Giudice, l’artista e “profeta” della natura con i grandi dipinti materici che esprimono il suo amore per l'universo, con la sua pittura tellurica che fonde metamorfismo della materia e la purezza del colore per alimentare remoti paesaggi geologici, dove la purezza del colore e l’energia della luce evocano il giorno della Creazione.
Su concessione del Museo storico e Parco del Castello di Miramare - il Museo più noto e amato di Trieste ma anche uno dei più frequentati in assoluto in Italia con oltre 254mila visite solo nel 2015 – si apre cosi’ al pubblico “Blu/Bleu”, la mostra ideata da Manuel Laghi, curatore del progetto culturale dell’esposizione, promossa per iniziativa dell’associazione culturale “Arte…Sìì”. Sarà un evento fra i più attesi per la stagione artistica di fine anno, considerato che le ultime due personali di Marcello Lo Giudice erano state allestite simultaneamente a Londra e New York con vernice lo stesso giorno, e che la tappa di Trieste precede una eclatante mostra dell’artista già programmata da dicembre 2016 nel tempio dell’arte contemporanea al Marble Palace di San Pietroburgo, organizzata di seguito alla personale di Robert Indiana e prima di quella dedicata a Fernando Botero.
L'autunno triestino si veste d'arte, quindi, con il percorso espositivo progettato dall’architetto Chiara Lamonarca, che a Miramare alternerà dipinti di grande formato, sculture, totem e una delle installazioni piu’ note e celebrate di Marcello Lo Giudice, “Dalla primavera del Botticelli”, una imponente silhouette alta 3,5 metri, composta da oltre un migliaio di farfalle in ceramica d'albisola dipinte a mano dall'artista: miriadi di farfalle colorate, metafora del passaggio dalla morte a una nuova vita spirituale e di una natura incontaminata e vergine, sublime come era il nostro pianeta nel primo giorno della creazione.
«C’e’ molta emozione per aver raggiunto un traguardo importante e lusinghiero – spiega il curatore Manuel Laghi – Siamo felici e orgogliosi, con l’artista Marcello Lo Giudice, che le istituzioni abbiano creduto nel nostro progetto e ringrazio personalmente la Soprintendenza e il Polo Museale del Friuli Venezia Giulia. Certamente poter alimentare un percorso espositivo che guida i visitatori dall’interno del Castello agli splendidi spazi antistanti, fino al porticciolo e al Parco, permetterà di apprezzare l’arte di Marcello Lo Giudice intrecciata in scenografiche contaminazioni con l’architettura del Castello e del Parco, ambientando un Museo in cui tutta Trieste si riconosce».
Marcello Lo Giudice è una delle personalità artistiche piuù apprezzate della nuova frontiera dell'informale europeo e fra i più quotati nel mondo. Anche in occasione di prestigiosi eventi di beneficenza le opere dell’artista hanno raccolto proventi record devoluti a favore della Fondazione PrinceAlbert II deMonaco per la salvaguardia del Mar Mediterraneo. Ma sono davvero numerosissime le cause ambientali e sociali che hanno visto impegnato in prima linea Marcello Lo Giudice: nel 2011 è stato invitato alla 54^ Biennale d’Arte a Venezia e a Milano ha esposto in favore della sensibilizzazione contro l’estinzione degli elefanti; nel 2013 e’ stato artista internazionale della Croce Rossa per il suo impegno a favore dei bimbi orfani dei Paesi in guerra. E nel 2014 ha sostenuto concretamente il progetto “Save the Mediterranean Sea” attraverso la stampa in litografia del suo libro d'arte "Bleu" dedicato al mare e al finanziamento di aree marine protette e biodiversità nel Mare Mediterraneo. Marcello Lo Giudice è inserito tra i magnifici 500 artisti al mondo, secondo i report annuali di Artribune e Artprice, e fra i 12 artisti italiani meglio battuti nelle aste di riferimento fra Londra e New York.
La mostra “Blu/Bleu” potrà contare su un elegante catalogo con interventi di Octavio Prenz e Tahar Ben Jelloun . Il percorso espositivo sarà presentato nel dettaglio. Orari di visite: 9/18.30 nelle sale interne, 8/19 all’esterno.
Giacomo Frullani stasera nella sede di Ad Formandum
- Dettagli
- Categoria: Arte
- Pubblicato Mercoledì, 05 Ottobre 2016 15:13
- Scritto da serenella dorigo
Trieste – Ancora un altro appuntamento dell’Associazione Juliet di tutto rispetto, oggi mercoledì 5 ottobre, a partire dalle ore 18.30, presso l’affascinante sede dell’Impresa Sociale AD FORMANDUM, in via Ginnastica 72, dove si inaugura la mostra fotografica di Giacomo Frullani “IHON – Storie dal Giappone”. La mostra sarà presentata da Fabio Rinaldi.
Giacomo Frullani, nomen omen, è un autore che proviene per linea diretta dal mondo fotografico. Ma se il padre è stato uno dei grandi ritrattisti in bianco e nero della regione Friuli Venezia Giulia, il figlio ha le sue radici più profonde nel culto del reportage e nell’osservazione del particolare aneddoto sociologico.
Ecco, in questo ambito in cui la rappresentazione guarda al dettaglio, al soggetto contestualizzato, al racconto minimo, s’inseriscono i lavori proposti in questa mostra. Si tratta di foto impeccabili, stampate in b/n, in medio e grande formato. Il tema è quello, ancora inedito, di un suo viaggio in Giappone, dove ha toccato le città di Tokyo, Osaka, Kyoto.
Tutto in bianco nero e con impressione su pellicola, quindi senza alcuna concessione al digitale, agli scatti multipli, al ritocco e alla postproduzione. I lavori qui esposti privilegiano un uso controllato e meditato di soggetti e materiali sensibili all’effetto monocromatico, volendo così prendere le distanze, a un tempo, dalla contemporaneità tecnologica (oramai pervasa dalle relative manipolazioni informatiche) oltre che dalla ridondanza cromatica di tante immagini pubblicitarie.
La serata, organizzata con il concorso dell’Associazione Juliet, di PhotoImago e con il patrocinio dell’Associazione di cultura giapponese di Trieste, sarà visitabile fino al 30 dicembre, da lunedì a venerdì, dalle ore 12.00 alle 16.30. Per ulteriori info: 335 264611 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Altri articoli...
- Dalla fotografia all'immagine: inaugurato a Trieste AIM - Alinari Image Museum
- A Udine, apre MP3 Project, la scuola triennale per danzatori professionisti
- Ai Fiori il gusto per l’arte con Fabio Di Bella
- Juliet riparte con “Spazio libero officina artistica”
- L’artista Franco Dugo terrà un laboratorio d’arte incisoria alla mostra “Il segno ritrovato” a Palazzo Attems
- EContemporary di Trieste espone lo scultore Boyko Mitkov
- “Commedie”: mostra fotografica di Daniele Indrigo e Giancarlo Rupolo
- Water Tanks: in mostra le fotografie di Gianmaria Colognese