Cultura
Nina Alexopoulou inaugura Tarot Chats al DoubleRoom
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- Categoria: Arte
- Pubblicato Mercoledì, 15 Febbraio 2017 23:46
- Scritto da Serenella Dorigo
Trieste - Venerdì 17 febbraio alle ore 19, al DoubleRoom arti visive la performer greca Nina Alexopoulou inaugura “Tarot Chats - leggere le arti visive con i tarocchi”, il primo di una serie di incontri per analizzare le arti visive attraverso la lettura degli arcani maggiori.
L'arte è una rappresentazione simbolica della realtà di oggi, dunque quale miglior modo per poter interpretare il presente se non cercando di analizzare i trionfi per decodificare l'arte contemporanea?
Lo straordinario interesse sviluppato intorno ai tarocchi ha spinto infatti dal Novecento a oggi numerosi artisti contemporanei italiani e internazionali a reinterpretare queste misteriose figure, da Franco Gentilini a Renato Guttuso, da Emanuele Luzzati a Dario Fo, da Salvador Dalí fino a Niki de Saint Phalle, autrice del fantastico “Giardino dei Tarocchi” costruito a Garavicchio presso Capalbio (Grossetto).
Nell'ambito della mostra "Sirene Queer", collettiva dedicata alle recenti ricerche visive di cinque artisti contemporanei focalizzati sull'interesse per le sirene viste come figure mitologiche capaci di incarnare l'ibrido per eccellenza fra l'uomo e l'animale, fra il maschile e il femminile, Nina Alexopoulou analizzerà dunque gli arcani maggiori numero XV, la carta del Diavolo, e numero XXI, la carta del Mondo, i trionfi che meglio fra tutti rappresentano l'androginia e l'ermafroditismo. Il Diavolo infatti è raffigurato come un ermafrodito che ha gli organi sessuali maschili ma al tempo stesso i seni sviluppati, mentre la donna de Il Mondo dietro il suo velo nasconde la sua androginia, simbolo dell'unione dei due principi, l'androgino realizzato...
La mostra “Sirene Queer”, collettiva curata da Massimo Premuda al DoubleRoom, presenta le sirene ermafrodite e pansessuali di cinque artisti contemporanei, declinate a disegno da Zima Stanco e in fotografia da Nika Furlani, in animazione da Daria Tommasi e in scultura dalla grande scultrice ermafrodita triestina Fiore de Henriquez (1921-2004), e infine in performance con “Sirene Fluide” di Nina Alexopoulou e Nika Furlani, azione che tratta il tema di un’identità di genere fluida capace di trasformarsi, hic et nunc, davanti allo spettatore.
L'esposizione rientra nel fitto calendario di iniziative innescate nell’ambito del progetto multimediale "Varcare la frontiera #4 flussi di marea", un articolato festival organizzato dall'associazione Cizerouno e curato da Mila Lazić e Massimiliano Schiozzi, che si avvale del sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e della collaborazione con l'associazione Alpe Adria Cinema, organizzando 3 giornate di riflessione e dibattito sulle questioni di genere inserite nel programma della 28° edizione del Trieste Film Festival, col sottotitolo "#sirene".
DoubleRoom arti visive Via canova, 9 Trieste
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“Lavori in corso” una collettiva al Centro Direzionale del Credito Cooperativo di Trieste
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- Pubblicato Martedì, 20 Dicembre 2016 15:26
- Scritto da redazione ilfriuliveneziagiulia
Trieste – Oggi martedì 20 dicembre 2016, alleore 18.00, presso il Centro Direzionale di Trieste della Banca di Credito Cooperativo di Staranzano e Villesse (al n. 20 di via Roma, I piano), si terrà l’incontro con Antonio Cattaruzza e Roberto Vidali.
La serata sarà incentrata sui trentasei anni della rivista “Juliet”: un traguardo di non poco conto. Il tutto sarà supportato da un video, da immagini proiettate e dalla presentazione di materiali editoriali.
In particolare si starà a parlare di “Lavori in corso”, non solo per fare una operazione nostalgia o per rievocare confuse memorie del passato, ma anche per confrontarsi su produzioni recenti, come la mostra di Giovanni Pulze a St.Georgen e a Klagenfurt e l’extra issue di Elisabetta Bacci e di Mirko Rajnar. A fianco di tutto ciò le opere degli autori invitati a sostenere un insieme di intrecci estetici: Elisabetta Bacci, Carlo Fontana, Maurizio Morassutti, Giovanni Pulze, Gregor Purgaj, Mirko Rajnar, Antonio Sofianopulo, Eugenio Vanfiori.
A tutti i convenuti sarà data in omaggio una copia del n. 180 della rivista “Juliet”.
Il rinfresco del vernissage sarà offerto da Girardi Spumanti; l’iniziativa è organizzata dall’Associazione Juliet. Per ulteriori info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Gli USA si mobilitano per salvare i display della Solari
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- Categoria: Arte
- Pubblicato Lunedì, 12 Dicembre 2016 08:47
- Scritto da Fabiana Dallavalle
Salviamo i display di Solari. Gli Stati Uniti si mobilitano per salvare la storia del design made in Italy.
I cittadini di Philadelphia “dicono no” allo smantellamento dei tabelloni orari a palette posizionati all’interno della 30th Street Station di Philadelphia: i vecchi display analogici dovrebbero lasciare il posto alle loro nuove versioni digitali. I tabelloni che indicano gli orari, veri e propri simboli delle stazioni, sono stati progettati e prodotti da Solari Udine, l’azienda specializzata in sistemi d’informazione al pubblico che negli anni ’60 ha brevettato le palette: in pochi anni questo sistema è entrato nelle stazioni e negli aeroporti di tutto il mondo diventando una vera e propria icona del viaggio grazie al suono unico e inconfondibile del suo scorrere.
La tecnologia corre e con essa l’innovazione Solari che, come 50 anni fa, è sempre proiettata al futuro: ma l’azienda resta fedele alla propria storia e all’autenticità del proprio segno distintivo e negli ultimi anni è riuscita a ricreare tabelloni digitali che riproducono fedelmente sia il rumore, sia la perfetta visualizzazione delle palette che ruotano al momento dell’aggiornamento.
Uno dei tabelloni analogici della Penn Station di New York, infatti, è già stato sostituito con uno digitale. I “board” (tabelloni) Solari stanno diventando un caso nazionale negli Stati Uniti tanto che ne hanno scritto i più importanti quotidiani e testate nazionali come Wired, Smithsonian,
The Washington Time e la CBS, uno dei più grandi network televisivi statunitensi. E mentre è nata anche una petizione online per il tabellone di Philadelphia su change.org, i cittadini si mobilitano sui social a colpi di Tweet e gruppi Facebook per protestare contro Amtrak, la National Railroad Passenger Corporation, uniti dall’ashtag #savethesign. Uno dei giornalisti statunitensi scrive a proposito dei display Solari “Sounds can take us back in time, into a kind of memory time travel” . “È proprio questa la grande forza di Solari Udine – commenta il presidente Massimo Paniccia – aver inventato una tecnologia e un design inconfondibili che a distanza di 50 anni riescono ancora ad evocare emozione e memoria nelle persone in ogni parte del mondo.
Credo sia il miglior riconoscimento che un’azienda possa ricevere. Questo è anche il motivo per cui Solari ha recentemente rimesso in produzione i propri orologi storici (Cifra 3 e Dator 60) funzionanti col sistema a palette, perché possano entrare nelle case di ogni viaggiatore del mondo portando un po’ di quella emozione”. Ancora oggi, infatti, Cifra 3, l’orologio a palette disegnato da Gino Valle e riconosciuto in tutto il mondo come icona del design del ‘900, fa parte della collezione permanente del MoMA (Museum of Modern Art) di New York, del Design Museum di Londra e viene costruito a Udine interamente a mano, senza catena di montaggio. Da dicembre è acquistabile in Europa, USA, Russia e Giappone anche sullo store online store.solarilineadesign.com
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