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La Giunta presenta la legge finanziaria regionale 2014 ad associazioni di categoria e sindacati
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- Pubblicato Giovedì, 07 Novembre 2013 09:37
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Udine - "Siamo di fronte a un bilancio per molti aspetti straordinario, che costringe tutti, non solo la Regione ma anche le parti sociali, a un approccio diverso, a un cambio di mentalità". Lo ha detto la presidente Debora Serracchiani illustrando il 6 novembre a Udine, assieme all'assessore alle Finanze Francesco Peroni, la bozza della legge Finanziaria 2014 ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali e alle associazioni di categoria.
La Finanziaria deve infatti tener conto, ha sottolineato la presidente, della riforma della contabilità pubblica, che dispiegherà i suoi effetti da qui al 2016, a cui si aggiunge il calo delle risorse e la disponibilità effettiva degli spazi di spesa imposti dal Patto di stabilità. Rispetto al recente passato, dunque, il Bilancio regionale sarà definito in due tempi distinti: la Finanziaria è solo una prima tappa di un processo che si concluderà a metà del prossimo anno.
Come ha ricordato l'assessore Peroni, l'avanzo di Bilancio 2013 potrà essere iscritto nei documenti contabili solo dopo la certificazione della Corte dei Conti, a metà del prossimo anno, mentre gli spazi di spesa dovranno essere negoziati dalle Regioni autonome con il Governo, un percorso che si concluderà presumibilmente in estate.
"Tuttavia già nella Finanziaria - ha detto la presidente - abbiamo evitato la logica dei tagli lineari, privilegiando le priorità e avviando una sostanziale riqualificazione della spesa pubblica". Soprattutto sono già stati "messi in sicurezza", segnando una netta discontinuità rispetto al passato, alcuni comparti fondamentali del Bilancio, senza attendere le variazioni di metà 2014: ammortizzatori sociali, trasporto pubblico locale, accesso al credito per le imprese, cultura.
La riduzione delle capacità di spesa impone anche di aprire, ha detto la presidente, "una stagione delle riforme, che ci permetta di impostare quella che sarà la Regione nei prossimi anni, attraverso un dialogo con le parti sociali". Due le grandi riforme indicate da Debora Serracchiani: sanità e assetto istituzionale.
Si attendono ora le osservazioni e le proposte delle parti sociali.
(Foto ARC Montenero)
Inizia l'iter della finanziaria regionale tra incognite del patto di stabilità e limiti di spesa
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- Pubblicato Venerdì, 01 Novembre 2013 17:00
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Trieste - La Giunta regionale ha approvato il 31 ottobre, su proposta dell'assessore alle Finanze Francesco Peroni, la bozza preliminare del disegno di legge sulla Finanziaria del 2014, che deve fare i conti con una serie di vincoli ed incognite sulla capacità di spesa.
"È una manovra difficile e ad un tempo consapevole dei cambiamenti impegnativi che la drammaticità del momento finanziario impone" ha detto Peroni.
Per la prima volta, infatti, la Regione si trova a predisporre una legge Finanziaria dove, ai crescenti vincoli di finanza pubblica, imposti a livello sia nazionale che europeo, per un importo stimato di 220 milioni di euro (173 milioni da accantonamenti di riserve erariali e ulteriori accantonamenti per 44,4 milioni: previsti, questi ultimi, dal disegno di legge di Stabilità attualmente all'attenzione del Parlamento), si affiancano ulteriori limitazioni derivanti, da un lato, dalle nuove disposizioni in materia di armonizzazione dei bilanci pubblici, dall'altro, dalla preclusione a iscrivere a bilancio, in sede di legge Finanziaria, la tradizionale posta del saldo finanziario presunto.
In un quadro già così complesso, un ulteriore punto critico è rappresentato dall'incognita della capacità di spesa di cui la Regione potrà beneficiare nel 2014: infatti, solo attraverso la definizione di tale parametro, in occasione del negoziato sul patto di stabilità che la Regione affronterà con lo Stato nel 2014, si avrà contezza dei reali spazi di spesa a disposizione.
"C'è il sovrapporsi di un'imponente contrazione delle risorse ad una vera e propria rivoluzione delle regole preposte al sistema della contabilità pubblica - ha spiegato Peroni - rivoluzione che ci obbliga a definire la manovra solo in parte in questa fase, rinviandone il completamento al prossimo anno, quando saranno noti gli spazi di spesa che lo Stato ci accorderà in sede di negoziato sul patto di stabilità".
Allo stato attuale, le riduzioni già note al "tetto" di spesa consentito si avvicinano ad un importo di 220 milioni di euro, dei quali circa 80 milioni derivanti da provvedimenti precedenti al disegno di legge di Stabilità e 56 milioni connessi a nuovi vincoli previsti dal disegno di legge di Stabilità, nonché da un insieme di poste straordinarie, non impegnate nel 2013, e destinate perciò a riversarsi parzialmente sul 2014 (programmi di investimento con fondi statali e regionali).
Questo il commento del vicepresidente della Regione e assessore alle Attività produttive, Sergio Bolzonello: "Poiché la Giunta ha stabilito di strutturare la manovra finanziaria del 2014 in due fasi, nella prima parte dell'anno assicureremo anche a tutto il settore delle attività produttive le risorse necessarie a garantire che la macchina regionale continui a restare pienamente operativa, seguiti ad offrire a cittadini ed imprese le risposte necessarie e non smetta di indicare prospettive".
"E dunque - ha concluso Bolzonello - potremo dar corso a tutte le iniziative legate agli investimenti nella seconda parte del 2014, quando, con l'assestamento di bilancio, disporremo di ulteriori risorse per l'avanzo di amministrazione e per gli ulteriori spazi finanziari che auspicalmente ci metterà a disposizione il Governo nazionale".
La legge Finanziaria in questa prima fase vede spese correnti assegnate alla Direzione pari a 33,5 milioni di euro, comprensive delle risorse necessarie al funzionamento di Agenzie ed Enti che ricadono sotto la competenza della Direzione stessa, quali Ersa, Promotur, Turismo FVG, APA ed Ente Tutela Pesca.
Grande guerra, appello del vice presidente del Consiglio regionale Igor Gabrovec per i nomi dei caduti
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- Pubblicato Mercoledì, 30 Ottobre 2013 18:12
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Trieste - Nella nostra regione sono numerose le associazioni che in vario modo lavorano per il recupero della memoria storica e la ricostruzione di vicende storiche, delle sorti dei militari e delle popolazioni nei territori coinvolti dalla Grande guerra.
Tra le attività più importanti vi è sicuramente la compilazione dell’elenco dei soldati che morirono indossando la divisa dell’esercito austroungarico, che rimane tuttora ampiamente incompleto.
Ai fini di questo impegno sarebbe fondamentale poter accedere allo “Schedario degli italiani delle nuove provincie già militari nell’esercito austro-ungarico, morti in seguito alla guerra” istituito negli anni ’20-’30 del secolo scorso.
Si tratta di un documento, inizialmente custodito presso l’Ambasciata italiana a Vienna, che venne utilizzato nel ventennio fascista per la gestione delle pratiche di pensione che l’Italia riconosceva alle vedove dei soldati austroungarici nativi delle terre divenute italiane.
Il documento è stato però segretato dalla politica di propaganda di allora e tale sembra essere rimasto sino a oggi. A nulla sono valse, infatti, le ricerche sinora intraprese per avere in visione lo schedario, di cui non si ha neppure certezza del luogo di conservazione.
Per questo motivo il Vicepresidente del Consiglio regionale del FVG e consigliere regionale eletto nelle fila della Slovenska skupnost Igor Gabrovec ha scritto il 30 ottobre una lettera al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per richiedere che il documento venga rintracciato e ne venga resa possibile la consultazione.
L’intercessione della prima carica dello Stato – scrive Gabrovec – permetterebbe di continuare con l’importantissimo lavoro di ricerca teso a rendere giustizia agli oltre 30.000 “nuovi italiani” morti con la divisa dell’esercito austroungarico.
Quest’anno – conclude Gabrovec - ci accingiamo a commemorare i cento anni dalla Prima Guerra mondiale. Questa ricorrenza va colta come un’occasione per aprire una grande stagione di riflessione sulle contraddittorie vicende delle sorti umane e in tal senso devono essere diretti anche gli sforzi degli storici, degli enti e delle associazioni che in vario modo studiano le vicende legate al conflitto che ha cambiato le sorti del mondo intero.
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