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Grande guerra, appello del vice presidente del Consiglio regionale Igor Gabrovec per i nomi dei caduti
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- Categoria: Politica e società
- Pubblicato Mercoledì, 30 Ottobre 2013 18:12
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Trieste - Nella nostra regione sono numerose le associazioni che in vario modo lavorano per il recupero della memoria storica e la ricostruzione di vicende storiche, delle sorti dei militari e delle popolazioni nei territori coinvolti dalla Grande guerra.
Tra le attività più importanti vi è sicuramente la compilazione dell’elenco dei soldati che morirono indossando la divisa dell’esercito austroungarico, che rimane tuttora ampiamente incompleto.
Ai fini di questo impegno sarebbe fondamentale poter accedere allo “Schedario degli italiani delle nuove provincie già militari nell’esercito austro-ungarico, morti in seguito alla guerra” istituito negli anni ’20-’30 del secolo scorso.
Si tratta di un documento, inizialmente custodito presso l’Ambasciata italiana a Vienna, che venne utilizzato nel ventennio fascista per la gestione delle pratiche di pensione che l’Italia riconosceva alle vedove dei soldati austroungarici nativi delle terre divenute italiane.
Il documento è stato però segretato dalla politica di propaganda di allora e tale sembra essere rimasto sino a oggi. A nulla sono valse, infatti, le ricerche sinora intraprese per avere in visione lo schedario, di cui non si ha neppure certezza del luogo di conservazione.
Per questo motivo il Vicepresidente del Consiglio regionale del FVG e consigliere regionale eletto nelle fila della Slovenska skupnost Igor Gabrovec ha scritto il 30 ottobre una lettera al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per richiedere che il documento venga rintracciato e ne venga resa possibile la consultazione.
L’intercessione della prima carica dello Stato – scrive Gabrovec – permetterebbe di continuare con l’importantissimo lavoro di ricerca teso a rendere giustizia agli oltre 30.000 “nuovi italiani” morti con la divisa dell’esercito austroungarico.
Quest’anno – conclude Gabrovec - ci accingiamo a commemorare i cento anni dalla Prima Guerra mondiale. Questa ricorrenza va colta come un’occasione per aprire una grande stagione di riflessione sulle contraddittorie vicende delle sorti umane e in tal senso devono essere diretti anche gli sforzi degli storici, degli enti e delle associazioni che in vario modo studiano le vicende legate al conflitto che ha cambiato le sorti del mondo intero.