Maurizio Zacchigna con Buone Vacanze al Teatro dei Fabbri
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- Pubblicato Venerdì, 27 Aprile 2012 10:49
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Una prova d'attore d’indiscutibile bravura quella di Maurizio Zacchigna in Buone Vacanze. Trilogia con muro, borsa e bambino, in scena al Teatro dei Fabbri fino a domenica 29 aprile. Maurizio Zacchigna unico attore protagonista nel suo monologo ha saputo alternare i personaggi nella storia e la storia nei personaggi con una drammaturgia dinamica, vivace e di grande sensibilità. Tre storie in una o una storia in tre, come ognuno vuole vederle. Un monologo che toglie il fiato, che innalza e abbassa lo spettatore nel ritmo scenico, con un denominare comune, un bambino in ogni storia. Un muro, espressione sempre diversa di opportunità non di limite. Ed una borsa che accoglie o racchiude. Osiamo definirlo teatro di narrazione e di poesia dell’umano. Gli abbiamo chiesto...
In questo spettacolo, quanto di tuo c'è? Di mio c’è l’input per le tre storie poi scritte liberamente dall’autore Carlo Tolazzi, un grande lasciamelo dire.
Ci racconti una storia…Io racconto una storia, seguo il filo del cuore che non si spezza mai. Ma forse questo cuore è il mio, quello dell’attore Maurizio e poi il pubblico ne può vivere quante ne vuole di storie. Faccia le sue congetture, viva libero le associazioni emotive che lo attraversano. In fondo è anche questo il teatro la possibilità d’immedesimarsi, è una libertà che va garantita al pubblico.
Questa volta mi è piaciuto il muro. Il muro che diventa opportunità più che ostacolo, per superare le difficoltà non per sbatterci contro, simbolo di tanti muri nel mondo. Il muro anch’esso, offre le sue possibilità. Ti ci schianti contro? Lo scavalchi? Lo aggiri? O lo usi come tavolozza per dipingere una liberazione. Si può tutto.
Il tuo rapporto con il mondo dei bambini? Avere a che fare con un bambino è o dovrebbe essere per un adulto un’esperienza assolutamente unica. Che sia nostro figlio, un nipote, uno scolaro, uno sconosciuto che intercettiamo in una frazione della nostra vita, un bambino è sempre la cartina al tornasole della nostra capacità di amare, ovvero della struttura affettiva raggiunta da un adulto.
Mamma e madre, sostantivi che trattengono un unico contenuto con differenti sfumature.
Le immagini che regali al pubblico sono quelle di una donna che ha saputo trasformare il niente in tanto. Ti è cara questa donna, madre e mamma. Mia madre è stata importantissima nella mia vita. Non sarei ciò che sono senza quella donna. Ma, lo spettacolo non è autobiografico. L’autore, Carlo Tolazzi, però è stato guidato da una mano misteriosa quando ha scritto la madre del testo. Sembra proprio la mia.
C'è Carlo ed Alfio. Quanto Carlo è Alfio e quanto è Alfio è Carlo. Carlo e Alfio sono due soli che s’incontrano. Uno è un adulto, l’altro è un bambino. L’adulto non sa trasformare in azione concreta, positiva, utile, il suo innamoramento paterno per questo bambino che non è figlio suo. In questo pezzo c’è il tema della paternità, del ruolo del genitore maschio verso i figli. E’ un mio tema esistenziale. Io nella vita, fortunatamente, ne esco in altro modo. Almeno ci provo.
Le musiche fanno di Modugno, Lauzi, Battisti… fanno da cornice al gioco di matrioske che interpreti nel tuo monologo. Ancora poesia nel racconto… Le musiche scelte dalla meravigliosa regista Marcela Serli, che ho avuto la fortuna d’incontrare e che mi ha cambiato, infatti, dopo questo lavoro non sarò più l’attore di prima. Sembra banale dirlo, ma non è così. Non sono mutamenti che capitano ad ogni salita in palcoscenico. Con lei è accaduto. La ringrazio profondamente.
Condividiamo con voi qualche nota dellaregista Marcela Serli: “Ho affrontato questo monologo con la leggerezza e la visionarietà che cerco negli ultimi tempi. Con quel bisogno che sento di alleggerire il teatro, il racconto, quel bisogno di consegnare al pubblico non la pappa pronta televisiva, dove tutto è comprensibile, talmente chiaro da annoiare, da far morire la mente. Quel bisogno di avvicinare quel pubblico che sa leggere tra le righe, che ama il mistero e non ha paura di rendersi autore di quello che vede, questo spettacolo, per esempio, o della propria vita, forse questo sarebbe troppo. Il bisogno di dare volo onirico a una storia che ha necessità di essere raccontata.
Ho analizzato questa necessità. Che urgenza ha questo testo?”
Un invito a guardare questo spettacolo perché forse dopo avrete anche voi la vostra storia da raccontare. O no?
Serenella Dorigo
Torna a Trieste il musical "Elisabeth"
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- Pubblicato Giovedì, 26 Aprile 2012 00:00
- Scritto da Tiziana Melloni
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Sissi torna a Trieste: sul palcoscenico del Politeama Rossetti, rivive la storia della sfortunata imperatrice. Il musical "Elisabeth" di Michael Kunze e Sylvester Levay era già stato rappresentato nel 2004, in forma di concerto, nella splendida cornice del Castello di Miramare. In tutto il mondo il musical è stato applaudito da 8 milioni di spettatori, dall'Europa al Giappone.
Lo spettacolo è il maggiore mai ospitato nella storia del Teatro Stabile triestino e sarà trasportato da ben 13 Tir carichi di elementi scenografici, luci, parrucche e una miriade di meravigliosi costumi.
L’allestimento infatti celebra il ventennale del debutto di Elisabeth ed è destinato ai grandi teatri tedeschi: unica eccezione, Trieste, dove il musical segna un’importante prima nazionale e sarà interpretato da un cast di assoluto livello, capeggiato nel ruolo del titolo da Annemieke van Dam, olandese come le interpreti storiche Pia Dowes e Maya Hakvoort, e da Mark Seibert nel ruolo della Morte.
Elisabeth esordisce nel 1992 a Vienna e s’impone come il musical dei record del mondo tedesco: è stato applaudito da oltre 8 milioni di persone, ha fatto sognare con una colonna sonora che armonizza rock e romanticismo e con un allestimento (anche quello del ventennale conta sulla regia di Harry Kupfer e la scenografia di Hans Schavernoch) imponente e pieno di sorprese, capace di fondere tecnologia e sogno, modernità e memoria imperiale…
Mantenendosi obiettivo e distante dai clichè il musical si sviluppa attorno all’infelice destino dell’Imperatrice Elisabetta d’Austria: percorriamo le tappe della sua vita, dall’infanzia a Possenhofen, al matrimonio da sogno con Franz Joseph, dalla nascita dei figli fino alla morte a Ginevra per mano dell’anarchico italiano Luigi Lucheni.
Ed è proprio Lucheni a far da “narratore” in una sorta di lungo flashback, attraverso cui intende discolparsi con i posteri, sottolineando il costante rapporto “d’amore” di Sissi con la morte.
Un’attrazione reciproca, un vagheggiare la Morte che attraversa tutte le fasi della vita di Sissi. La Morte è impersonata nello spettacolo da un bellissimo giovane che funge da “angelo” e da “diavolo” tentatore allo stesso tempo, per Sissi e per gli altri personaggi della sua famiglia. Nelle sue mani cadono infatti il figlio Rodolfo, tanti suoi parenti periti tragicamente, e lei stessa, che, pugnalata, si abbandona nelle braccia del misterioso personaggio, in un bacio liberatorio.
Ritorna Pupkin Kaberett al Teatro Miela
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- Pubblicato Domenica, 22 Aprile 2012 14:05
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Ritorna Pupkin Kabarett domani sera lunedì 23 aprile alle ore 21.21 al Teatro Mielacon le scanzonate performance di satira e parodia sull’attualità nelle sue ampie sfaccettature della collaudata compagnia di cabarettisti.
La Niente Band, al gran completo, accompagnerà la serata con un’incalzante musica dal vivo. Brani popolari e allo stesso tempo raffinati.
Prevendita: c/o biglietteria Teatro Miela da sabato 21 aprile dalle 17.00 alle 19.00. lunedì www.vivaticket.it
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