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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Lei dunque capirà di Claudio Magris al Teatro Sloveno di Trieste

La prima assoluta in lingua slovena Lei dunque capirà di Claudio Magris, coronerà la stagione del Teatro Stabile Sloveno. Un evento artistico di grande valenza che unirà simbolicamente l’anima italiana, slovena ed europea di Trieste. Il debutto avvenuto gioved' 12 aprile al Teatro Stabile Sloveno è stato ripetuto venerdì 13 aprile per gli abbonati del turno delle prime. Le repliche al Ridotto proseguiranno fino al 4 maggio, mentre il 7 maggio lo spettacolo verrà portato al centro Bratuz di Gorizia ed il 10 maggio al teatro Ristori di Cividale.

Mettere in scena opere di autori italiani nella traduzione slovena è uno degli aspetti fondamentali della missione culturale del Teatro Stabile Sloveno che dalla fondazione all’inizio del secolo scorso si impegna nel consolidamento del dialogo tra la cultura italiana e quella slovena.

L’adattamento del testo è curato dal regista Igor Pison che ha sentito in questo monologo l’opportunità di uno sviluppo polifonico. Ha dichiarato, infatti, “Ho messo in scena più personaggi perché ho sentito la necessità di un dialogo su diverse tematiche da sviluppare quali la perdita, la solitudine, il tempo, i ricordi di qualcuno che non è più presente. Attraverso questo testo ho potuto raccontare la mia idea di mondo, di come vedo la gente”.

In seguito Magris ha ricordato il valore della traduzione di Veronika Brecelj del testo Lei dunque capirà, che è stato un valore aggiunto al testo stesso. La stessa traduttrice Brecelj ha sottolineato che “L’Euridice di Magris rinuncia alla vita, da sola affronta il nulla, è lei che sceglie, che decide, che rischia. In questa rinuncia si sente l’eco del presagio che non si è mai all’altezza dell’amore”.

 Magris ha concluso, “Personalmente  sono particolarmente sensibile ai miti con protagonisti femminili e mi piace trasformarli per dare voce a quello che sembra l’opposto del mondo arcaico del mito. Tuttavia non si tratta di scelte a priori, ma di sensazioni, come l’utilizzo di un colore per un pittore”. Sul finire Magris cita le parole di  papa Ratzinger il quale dice: “L'eternità è padronanza del tempo che si realizza come un essere con e un essere dentro il tempo. L’eternità è qui ed ora”.

Nel racconto Lei dunque capirà Magris rielabora il mito di Orfeo ed Euridice e del loro amore. La donna si rivolge a un misterioso presidente per ringraziarlo dello speciale permesso al suo uomo affinché possa farle visita presso la casa di riposo. Il suo discorso è inizialmente denso di sentimentalismo e struggimento romantico, indotti dal ricordo dell’amante assente. Lo spettatore avverte l’immagine di una donna fragile anziana che soffre per la separazione dal compagno di una vita, ma la protagonista viene presto trascinata in un vortice di parole che fa emergere un nuovo volto, quello segnato di una moglie reale, che ha cucinato e sbrigato faccende domestiche per il marito poeta sostenendolo nel suo lavoro con critiche costruttive. Lei è quella donna paziente che sta dietro ad ogni uomo di successo e alla quale Magris concede in questo testo il ruolo di protagonista, permettendo finalmente ad Euridice di parlare al posto del celebre Orfeo, anche perché è proprio lei il cardine del quesito esistenziale sul confine misterioso tra vita terrena e aldilà.

Serenella Dorigo

 











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