Il nuovo film di John Woo “La congiura della pietra nera” da venerdì 3 agosto nelle sale
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- Pubblicato Martedì, 19 Giugno 2012 20:37
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UDINE - Il film “La congiura della pietra nera” verrà distribuito da venerdì 3 agosto 2012 in Italia dalla friulana Tucker Film. Prodotto da John Woo e diretto a 4 mani con Su Chao-pin (Silk, Double Vision), è un avventuroso action/thriller di arti marziali sull’amore, il tradimento e la vendetta.
La storia ruota attorno ad una setta di guerrieri depositaria dei più arcani segreti. Tutti sono affannosamente alla ricerca di una reliquia appartenuta ad un antico monaco buddista, capace di donare un potere immenso a chi la possiede. Ma c’è anche chi sogna - come la splendida Drizzle (Pioggerellina) – di riemergere dalla oscura morsa della violenza; di abbandonare i duelli e le magie e ricostruirsi una vita normale. A dare volto alla nostra eroina, spadaccina impavida, spietata ma anche donna di sentimenti e di paure è quello inconfondibile della bond girl Michelle Yeoh (La tigre e il dragone e recentemente The Lady).
Maestro del cinema internazionale e “incarnazione ufficiale” dell’action-movie made in Hong Kong, John Woo - Leone d’Oro alla Carriera a Venezia nel 2010 - con la sua rivoluzionaria concezione della messa in scena e del montaggio ha rilanciato il concetto del cinema d’azione sia in Asia, con titoli come A Better Tomorrow, 1986; The Killer, 1989; Bullet In The Head, 1990; il recente kolossal La battaglia dei tre regni, che a Hollywood, basterebbe pensare a Face/Off del 1997 o a Mission Impossible 2 del 2000.
I ritmi vertiginosi della sua regia e lo stile unico delle sue coreografie, nonché la carica poetica e romantica dei suoi più famosi film d’azione, riecheggiano tutti in questo nuovo straordinario wuxiapian che rilegge alcuni temi cari al regista: quello ambiguo dell’identità e quello dell’onore.
Sottolinea che si può scegliere di lottare, oppure no. Si può vincere o perdere, ma il peggior disonore è perdere senza aver lottato.
Opere prime cinematografiche italiane a Maremetraggio
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- Pubblicato Martedì, 05 Giugno 2012 15:52
- Scritto da Tiziana Melloni
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TRIESTE - Usciti in pochissime sale in tutt’Italia o addirittura ancora alla ricerca di una distribuzione, “invisibili” al pubblico eppure uniche nel loro genere: le opere prime italiane in concorso per l’edizione 2012 di Maremetraggio, in programma dal 1 al 7 luglio a Trieste, dimostrano la vitalità del nuovo e sconosciuto cinema nostrano.
Saranno nove i lavori in concorso quest’anno per la sezione Ippocampo, riservata alle opere prime italiane: il più invisibile è senz’altro “Ristabbanna”, di Gianni Cardillo e Daniele De Plano, particolarissima opera di metacinema ancora priva di distribuzione, che racconta, attraverso l’artificio tecnico di un bambino che riprende con la telecamera quanto succede, la storia di una ragazza siciliana (Tiziana Lodato), che ritorna per il funerale del nonno dagli Stati Uniti, dove vive un riavvicinamento alle sue origini.
Sempre ambientato nell’Italia Meridionale, in Puglia, e visto poco nelle sale italiane, è il toccante esordio di Pippo Mezzapesa nel lungometraggio, con “Il paese delle spose infelici” (con Aylin Prandi, Rolando Ravello, Valentina Carnelutti), storia di una giovane sposa che medita il suicidio e di due ragazzini che tentano di scoprire quale sia la sua infelicità e di porvi rimedio.
Come “Il paese delle spose infelici”, quest’anno ben altri tre lungometraggi su nove in concorso sono tratti da libri, romanzi o racconti, a dimostrazione che alla base del cinema di qualità c’è una letteratura italiana di qualità.
Il lungometraggio d’esordio di Stefano Sollima è Acab (con Pierfrancesco Favino, Filippo Nigro, Marco Giallini, Andrea Sartoretti), acronimo di “All cops are bastards”, che racconta con toni cupi avventure e disavventure di un reparto della celere, la violenza legalizzata contro la violenza ultrà, contaminando cinema di genere e cronaca.
S'intitola “Cavalli” l'opera prima di Michele Rho, con Michele Alhaique, Vinicio Marchioni e Giulia Michelini, storia, ambientata in un paesino degli Appennini, di due fratelli diversi e legatissimi, che alla morte della madre ricevono in dono dal padre due bellissimi puledri non ancora domati.
Altro film tratto da un romanzo, in questo caso scritto dallo stesso regista, è l’esordio dietro la macchina da presa di Ivan Cotroneo, “La kriptonite nella borsa”, con Valeria Golino, Cristiana Capotondi, Luca Zingaretti e Libero De Rienzo. Ambientato a Napoli, racconta la storia di una famiglia affollata e piuttosto scombinata, vista con gli occhi del componente più piccolo, Peppino Sansone.
Sempre ambientato in Campania, ma stavolta a Castel Volturno, è il film rivelazione della 68° Mostra del Cinema di Venezia: “Là-bas”, opera prima di Guido Lombardi, con Kader Alassane, Moussa Mone, Esther Elisha. Lungometraggio coraggioso e splendidamente diretto, “Là-bas” racconta dal punto di vista degli immigrati africani in Italia la realtà della “più africana tra le città europee”.
Si sale da sud verso il centro del nostro Paese con “Qualche nuvola”, divertente commedia di Saverio di Biagio, nei cinema italiani dal 27 giugno, con Michele Alhaique, Greta Scarano, Aylin Prandi, Michele Riondino e Giorgio Colangeli.
Dal Lazio ci si sposta in Toscana e poi nell’estremo nord d’Italia e oltre con l’ottava opera prima in gara, “I primi della lista”, dell’italo americano Roan Johnson, con Claudio Santamaria, Fabrizio Brandi e Francesco Turbanti, commedia on the road ispirata a un episodio realmente accaduto in un periodo caldo della nostra storia recente.
E va oltreconfine anche l’ultima opera prima in concorso a Maremetraggio 2012: “Missione di pace”, di Francesco Lagi, con Silvio Orlando, Alba Rohrwacher, Francesco Brandi, Filippo Timi e Bugo, nei panni di attore e autore della colonna sonora del film. Opera profondamente pacifista, l’esordio di Lagi nel lungometraggio dissacra ironicamente una missione del nostro esercito nei Balcani.
I 9 lavori in gara si disputeranno ben 8 premi: il premio alla migliore opera prima, il premio al miglior attore e attrice, il premio coraggio al produttore che più ha saputo “osare”, il premio della critica alla migliore opera prima, quello del pubblico.
Ad Annamaria Percavassi il "Premio di Vetro" del Comune di Trieste
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- Pubblicato Venerdì, 01 Giugno 2012 15:06
- Scritto da Tiziana Melloni
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Venerdì 1 giugno presso l'Auditorium del Museo Revoltella, è stato assegnato il "Premio di Vetro Elca Ruzzier", riconoscimento che la Commissione Pari Opportunità del Comune di Trieste attribuisce annualmente a donne triestine che si sono distinte in campo culturale, sociale, artistico o sportivo.
Questa V edizione del Premio ha visto vincitrice Annamaria Percavassi, storica direttrice artistica del Trieste Film Festival, nonché fra i promotori della costituzione e del mantenimento di centri di cultura ormai fondamentali per la città di Trieste, quali la Cappella Underground, il teatro Miela e l'associazione Alpe Adria Cinema, donna da sempre professionalmente radicata nella sua città natale e, nello stesso tempo, proiettata in uno sguardo che si allarga verso l'Europa lontana, quella del cinema “nascosto, sperimentale, censurato”.
La premiazione ha rappresentato un’occasione per incontrare questa protagonista del cinema e della cultura triestina, che nel corso della premiazione ha raccontato la sua storia, fortemente intrecciata alla genesi e allo sviluppo di un progetto divenuto col tempo di rilevanza nazionale ed internazionale, ma nato in primo luogo proprio grazie all'apertura curiosa e lungimirante della signora Percavassi.
Dopo gli indirizzi di saluto della Vicesindaco e Assessore alle Pari Opportunità Fabiana Martini e della Presidente della Commissione Tania Grimaldi, è seguita un'intervista ad Annamaria Percavassi, aperta anche alle domande e ai contributi provenienti dal pubblico e dagli studenti delle scuole superiori presenti all'incontro.
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