A Gemona il documentario inedito "Porzûs: due volti della Resistenza"
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- Categoria: Cinema
- Pubblicato Lunedì, 21 Maggio 2012 18:37
- Scritto da Tiziana Melloni
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Mercoledì 23 maggio alle 21, la Cineteca del Friuli presenta a Gemona, al Cinema Sociale, il documentario inedito "Porzûs: due volti della Resistenza", un’interessante raccolta di interviste a testimoni e storici dell’eccidio realizzata nel 1983 dal filmmaker veneto Enrico Mengotti. Il video sarà introdotto e commentato in sala dall’autore e dal prof. Paolo Strazzolini.
Dell’esistenza di questo documentario si parlò per la prima volta alla Mostra di Venezia del 1997, in occasione della presentazione del film Porzûs di Renzo Martinelli. Mengotti era presente alla proiezione e commentò negativamente il lavoro di Martinelli, che trovava pieno di inesattezze, “la più grave l'aver dipinto la Turchetti come una spia dei nazisti mentre è provato che non fu così”.
Venne fuori che “quella storia” lui l’aveva girata quattordici anni prima in due versioni – una raccolta di testimonianze e un film che ricapitolava gli eventi – ma, forse perché i tempi non erano maturi, non aveva trovato nessun distributore interessato.
Rimane il fatto che Enrico Mengotti è stato il primo cineasta a indagare sugli eventi di Porzûs e, nel documentario, si sofferma a lungo proprio sulla figura di Elda Turchetti, che insieme a Francesco De Gregori (“Bolla”, zio del cantautore) e a Gastone Valente (“Enea”) fu tra le prime vittime dell’eccidio. Degli storici interpellati, il primo è Marco Cesselli, autore del libro Porzûs: due volti della resistenza, da cui lo stesso documentario prende il nome.
Fra le altre cose, Cesselli mostra una dichiarazione scritta da Mario Toffanin (“Giacca”), nella quale il comandante della formazione GAP responsabile dell’eccidio dà, a distanza di 25 anni, la sua versione dei fatti. Fra le altre voci ascoltate, quella di Sergio Gervasutti in qualità di autore del libro "La stagione dell’Osoppo"; Giovanni Padoan (“Vanni”) e Mario Lizzero (“Andrea”), commissari politici rispettivamente della divisione Garibaldi-Natisone e della divisione Garibaldi-Friuli; il comandante partigiano Giorgio Zardi (“Glauco”); i partigiani della Osoppo Giulio Emerati e Libero Fattori; Massimo, l’uomo che salì per primo alle malghe la mattina dopo la strage; e Italia Binutti, che ricompose le salme di “Bolla”, “Enea” e di Elda Turchetti.