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Mar11262024

Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Al via a Pordenone il festival "Le Voci dell'inchiesta". Focus su 40° terremoto, ospite di spicco Gianni Minà

Al via a Pordenone il festival

Pordenone - Si apre mercoledì 13, per proseguire fino a domenica 17 aprile, il festival "Le Voci dell’Inchiesta" che per cinque giorni fa di Pordenone la città del documentario contemporaneo.

Incontri e omaggi ai protagonisti del cinema e del giornalismo – con più di 50 eventi, oltre 40 ospiti, tra registi, esperti, giornalisti – una selezione più di 30 documentari italiani e internazionali, di cui circa la metà in anteprima italiana assoluta, e uno spettacolo teatrale, sono i numeri di questa edizione che presenta anche mostre sulla fotografia d’inchiesta, workshop, e una serie di webdoc, documentari nati espressamente per la rete, visibili su tablet.

Tra gli eventi della prima giornata spicca l’anteprima nazionale di “Requiem for the American Dream” (Sala Cinemazero, ore 17.45): un dialogo durato 4 anni tra i registi Peter Hutchison, Kelly Nyks, Jared P. Scott e il filosofo, linguista e attivista politico Noam Chomsky, in cui si espone il profetico decalogo che ha portato la società americana a una disuguaglianza senza precedenti nella Storia.

Chomsky, tracciando mezzo secolo di politiche volte a favorire i più ricchi a spese della maggioranza, mette così a nudo le drammatiche conseguenze di queste scelte, con la perdita della solidarietà in favore di un individualismo esasperato.

Altre due importanti proiezioni segnano l’avvio della prima giornata: alle 15.00 il trentennale del disastro di Chernobyl viene ricordato con l’eccezionale documentario d’inchiesta di Fedor Alexandrovich The Russian Woodpecker (Il complotto di Chernobyl), vincitore del premio della giuria al Sundance Film Festival, che svela retroscena finora inediti su un incidente nucleare senza precedenti. Il documentario è in distribuzione nelle sale italiane e arriva a Pordenone in anteprima per il Triveneto.

A seguire si parlerà di “Che cos’è il TTIP?” Come cambierà le nostre vite l’accordo (segreto?) fra Usa ed Europa? Il TTIP è un accordo (in corso di negoziazione) di libero scambio per abolire i dazi doganali tra i due continenti e favorire i traffici tra i paesi attraverso “l’armonizzazione” delle loro legislazioni. Cosa succederà alla qualità e ai controlli sulle merci? Intervengono Elena Mazzoni, esperta degli aspetti giuridici del trattato e Fabiano Miceli Docente presso il Dipartimento di scienze agroalimentari, ambientali e animali dell’Università di Udine.

Alle 16.30 apre ufficialmente anche la retrospettiva dedicata a Liliana Cavani, che proprio col documentario ha mosso i primi passi nel cinema. Nel 1965, in occasione del 20° anniversario della Liberazione, la regista realizza "La donna nella resistenza", un documentario toccante, dedicato alle donne che fecero l’Italia democratica, lottando contro il nazifascismo e immolandosi per la libertà dal regime.

Intervengono la giornalista Valeria Palumbo, già caporedattore centrale de L’Europeo e di Global Foreign Policy, attualmente impegnata al Corriere della Sera e in altre testate, Monica Emmanuelli Direttrice e responsabile dell’archivio storico dell’Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione (Udine), e Angelo Carnelutto Partigiano combattente della V Brigata Osoppo con il nome di battaglia “Clark”.

L’inaugurazione serale di questa nona edizione (Sala Cinemazero, ore 20.45) sarà affidata al ricordo del terribile evento che ha profondamente segnato la storia recente del Friuli: il 40° anniversario del terremoto che nel maggio del 1976 distrusse interi paesi del Friuli, provocando quasi mille morti e oltre 100 mila sfollati.

In prima linea nel raccontare le devastazioni, ma anche la tenacia dimostrata dai friulani, una serie di agguerriti inviati della Rai, tra cui Gianni Minà, protagonista della serata con il suo collega Rai Edek Osser, autore di servizi di rara intensità.

Numerosi gli ospiti: oltre a Minà e Osser, la serata - condotta dal Responsabile della Struttura di Programmazione Italiana della Sede Rai FVG Cristiano Degano – vedrà sul palco di Cinemazero anche il direttore della Sede Rai regionale Guido Corso, il caposervizio del Messaggero Veneto Domenico Pecile (in rappresentanza del direttore Tommaso Cerno) e il direttore de Il Gazzettino Roberto Papetti. Il Presidente del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia Franco Iacop riconoscerà ufficialmente il ruolo particolare della televisione RAI e dei suoi inviati nel raccontare in immagini il terremoto del 1976.

A Gianni Minà sarà, inoltre, consegnato nella mattinata di giovedì 14 aprile dal Sindaco di Pordenone Claudio Pedrotti il Sigillo della Città.

Il terremoto in Friuli fu anche uno straordinario esempio di solidarietà giunta da ogni parte del mondo, e proprio di questo sostegno e di questa fratellanza internazionale racconta il toccante documentario del regista Massimo Garlatti-Costa "Quando la terra chiama”, presentato in prima assoluta dall’autore al termine dell’incontro. Il documentario prodotto dalla Raja Films per l’Ente Friuli nel Mondo racconta il dramma del terremoto del 1976 dalla prospettiva dei friulani che lo vissero dalle loro terre di emigrazione: Australia, Canada, Francia, Svizzera, Argentina e da altre località italiane. Il lavoro presenta materiale inedito trasferito direttamente dalle pellicole originali in 16mm e 35mm ed anche materiale fotografico e giornalistico dell’epoca.

Gli incontri serali sono visibili in streaming sulla pagina Facebook del festival. Da quest’anno, inoltre, è previsto anche il Premio del pubblico per il miglior documentario d’inchiesta.

E' Sammo Hung, il super ospite di Far East 2016

E' Sammo Hung, il super ospite di Far East

Dopo Joe Hisaishi e Jackie Chan, super ospiti dell’edizione 2015, un altro gigante del cinema asiatico salirà sul palco del Far East Film Festival: stiamo parlando di Sammo Hung, leggendaria icona hongkonghese amatissima in tutto il mondo! L’attore, regista e coreografo action che, nel corso dei decenni, ha saputo rivoluzionare indelebilmente il segno visivo delle arti marziali.

Se la Closing Night del 30 aprile punterà, dunque, i riflettori su di lui e su The Bodyguard, l’action thriller che lo vede impegnato anche dietro la macchina da presa, il FEFF 18 renderà omaggio al suo straordinario percorso artistico (iniziato a undici anni!) consegnandogli il Gelso d’Oro alla carriera. Una carriera segnata dalla sperimentazione, davvero instancabile, e dall’altrettanto instancabile capacità di muoversi attraverso i generi.

Oltre al grande Sammo, ricordiamo, Il Gelso d’Oro alla carriera ha celebrato Johnnie To, Kim Dong-ho (fondatore del Festival di Busan), Michael Werner della Fortissimo, Nansun Shi, Joe Hisaishi, Jackie Chan e, proprio come i tre Gelsi dell’Audience Award (assegnati ai migliori film in concorso dalla giuria popolare del FEFF), viene realizzato da Idea Prototipi®, azienda friulana principe nella lavorazione del metallo.

Amico e compagno d’avventura di Jackie Chan, fin dai tempi della China Drama Academy, Sammo ha lavorato con tutte le star che possano venirvi in mente, da Bruce Lee a Yuen Biao, da Jet Li a Andy Lau, e il pubblico occidentale, quando l’Oriente era ancora un patrimonio per pochi (fortunati) spettatori, lo ha applaudito nel telefilm Più forte ragazzi (senza dimenticare, ovviamente, la partecipazione a Walker Texas Ranger, la serie cult con Chuck Norris). In The Bodyguard, che il FEFF presenterà come International Festival Premiere, Sammo veste i panni di una guardia del corpo in pensione che si ritira a vivere in un piccolo paesino al confine tra Cina e Russia. Lì stringe amicizia con una giovane ragazza che, per colpa del padre (interpretato da Andy Lau), viene presa di mira dalla malavita locale. E quando la ragazza e il genitore svaniscono, l'ex bodyguard non si fermerà di fronte a niente e a nessuno pur di salvarli…

Tensione, adrenalina, superbi combattimenti di martial arts (basterebbe citare i tre Ip Man, tutti presentati al FEFF) e, a seconda della necessità, qualche grammo o qualche tonnellata di umorismo: ecco la ricetta che ha reso inconfondibile la griffe di Sammo e mitico il suo nome, garantendogli un posto d’onore nell’Olimpo asiatico. Impossibile condensare, in poche righe, una filmografia – ricca e visionaria – che spazia disinvoltamente dal poliziesco allo slapstick, passando per il wuxia e l’horror comico: meglio darsi appuntamento a Udine e ammirare la leggenda da vicino!

1001 crisi. Un grande film dal Portogallo tra realtà e poesia

Trieste – Non c’è molto da aggiungere quando nelle sale cinematografiche compare un capolavoro. Non c’è granché da segnalare, semmai da lodare lo spirito creativo e l’energia innovativa con cui è stato realizzato.

Miguel Gomes, portoghese, 44enne, è il regista. Il film è “Le mille e una notte. Arabian Nights”, dove l’Arabia è solo una scusa per raccontare la crisi del Portogallo. E il Portogallo è una scusa per raccontare la crisi dell’uomo moderno, trascinato da un mondo in caduta libera.

Una crisi profonda e vasta, tanto che per raccontarla tutta Gomes ha prodotto una trilogia (in cui ha collaborato anche alla sceneggiatura) della durata complessiva di circa sei ore: Inquieto è il primo film. Seguono Desolato e Incantato. Tre “episodi” o “volumi”, li definisce il regista, come fosse un’opera enciclopedica. E, in effetti, lo è.

Impossibile, dunque, etichettare un’opera così eclettica e versatile perché dentro c’è di tutto: comico-realismo, (sur)realismo, stile documentaristico, epico, allegorico, amoroso, parabolico, iperbolico, fiabesco, fantastico, politico...

Tutto è legato dalla finzione che sia Sherazade a raccontare le storie, per interrompere la serie delle uccisioni, dopo che il regista è fuggito lasciandole la responsabilità del narrare, nel senso più antico del termine: narrare per creare poeticamente. E quindi spingere lo spettatore oltre la superficie di quanto sta vedendo verso il significato profondo di quanto Gomes vuole comunicare.

Spinge lo spettatore, per esempio, a chiedersi che rapporto simbolico ci sia tra una portentosa e magica erezione che prima esalta e poi affligge i governanti portoghesi riuniti per applicare il diktat economico della “troika” da una parte e dall'altra i tagli di stipendi, pensioni e sanità, la disoccupazione, la chiusura dei cantieri e il famigerato rapporto tra PIL e deficit.

In effetti sembra di percorrere la vicenda della politica italiana, oltre che sud europea. Non si fatica molto a notare la critica feroce che Gomes porta alla politica comunitaria, agli effetti devastanti che ha prodotto nel tessuto sociale operaio e popolare del suo Paese.

Sullo sfondo di una nazione che fa i conti con la propria “saudade”, si anima un mondo allegorico e di denuncia che colpisce tanto in profondità perché gli strumenti della narrazione sono gli stessi della poesia.

Inoltre il film è sottotitolato e la lingua originale è una melopea carezzevole e suadente che conferisce a tutto un’atmosfera ancora più affascinante.

[Roberto Calogiuri]

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