L’attesissimo“Con tutte le anime del mondo” chiude la rassegna “Resistenze femminili”
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- Pubblicato Mercoledì, 20 Aprile 2016 22:13
- Scritto da serenella dorigo
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Trieste - Chiude la rassegna “Resistenze femminili”, domani 21aprile alle ore 21, con il documentario “Tutte le anime del mio corpo”, regia di Erika Rossi prodotto da Quasar Multimedia (Italia-Slovenia, 2016, 63’).
Questa proiezione rappresenta una delle tappe del progetto europeo Women of the Resistence, finanziato dall’Unione Europea attraverso il programma EACEA – Europe for citizens, e sviluppato dall’associazione PiNA di Capodistria che si avvale di un partenariato internazionale di cui fanno parte la cooperativa Bonawentura (IT), Associazione culturale La Giordola (IT), Associazione Quarantasettezeroquattro (IT), Foundation for partnership and civil society development (CRO), CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia (IT), Istrska regija (CRO), che si è svolto durante la stagione nelle scuole di Trieste e della regione, in Slovenia e in Croazia, raccontando le storie delle donne della Resistenza e esplorando che cosa vuol dire resistere nel mondo di oggi.
La regista Erika Rossi e la protagonista Lorena Fornasir introdurranno il film e incontreranno il pubblico affrontando il tema della resistenza e del suo significato rispetto alla società attuale.
Il documentario narra la storia di Maria Antonietta Moro, giovane partigiana che nel Friuli degli anni 1943-1945partecipò prima alle attività dei gruppi antifascisti jugoslavi nel goriziano e poi a quelle italiane. Una storia nascosta, che neanche la figlia conosceva fino alla scoperta, dopo la morte della madre avvenuta nel 2009, di un diario che narrava nel dettaglio ogni istante di quel periodo.
Quel diario è diventato prima un libro ("Tutte le Anime del Mio Corpo", Iacobelli Editore, collana Frammenti di Memoria) e poi un documentario, dal titolo omonimo, diretto da Erika Rossi.
Tra dubbi e nuove scoperte, materiali d'archivio e collegamenti con l'oggi, "Tutte le anime del mio corpo" diventa un viaggio nella storia personale di una famiglia, del rapporto intimo tra una mamma e una figlia, dei segreti che si mantengono e dei motivi per cui lo si fa. Ma è anche un viaggio nella Storia, con la "S" maiuscola, quella dell'Italia che seppe resistere, dei rapporti con la Jugoslavia, di un passato che sembra lontanissimo e invece è poco più di ieri.
“Tutte le anime del mio corpo” è un documentario diretto da Erika Rossi e prodotto da Quasar Multimedia (società con sede in regione), Casablanca Films (Slovenia), RTV Slovenija, e realizzato con il sostegno del Fondo Audiovisivo FVG, FVG Film Commission e Fondo Audiovisivo Sloveno.
Info: www.miela.it
Prevendita c/o biglietteria del teatro tutti i giorni dalle 17.00 alle 19.00. www.vivaticket.it
Con il film “La linea sottile” l’esperienza della violenza diventa dicibile
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- Pubblicato Venerdì, 15 Aprile 2016 20:27
- Scritto da serenella dorigo
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Trieste - Va in scena a Trieste, sabato 16 aprile,unica città in Italia, l’Hamlet del Globe Theatre di Londra per la regia di Dominic Dromgoole e Bill Buckhurst attraverso il mondo, in una città per ogni stato: ad oggi, ne ha toccati oltre 200, dimostrando l’universalità dell’opera di Shakespeare al di là dei confini geografici e di tempo.
Oltre 2.500 i biglietti venduti a 48 ore dall’andata in scena dello spettacolo, divisi nelle due recite che il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, che ospita il Globe nella sua sala principale da 1500 posti – è riuscito a organizzare, grazie alla disponibilità della eccellente compagnia d’interpreti del Globe Theatre alle ore 15.30 e alle 20.30 dello stesso sabato 16 aprile.
È un grande onore per il Teatro Stabile ospitare Hamlet (lodato da tutta la stampa internazionale, dal New York Times a Die Presse, al Daily Telegraph) poiché si tratta dell’iniziativa che il Globe dedica al 400° anniversario della morte di Shakespeare.
Il 23 aprile 2014 la compagnia ha iniziato un tour mondiale che in due anni tocca 205 nazioni nel mondo e viene rappresentata in una città per ogni Stato: in Italia, Hamlet ha scelto Trieste. Il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia figura - per quest’iniziativa – fra le istituzioni coinvolte dal British Council per Shakespeare Lives, progetto mondiale di eventi e di attività internazionali concepito per celebrare l’opera di William Shakespeare nel 400esimo anniversario della sua morte.
A corollario lo Stabile ha programmato un fitto calendario di eventi shakespeariani collaterali che si estende dal 17 marzo al 26 aprile: dalla proiezione di spettacoli del Globe Theatre – fra cui Twelfth Night con Mark Rylance, recentemente premio Oscar per il film Il ponte delle spie – a conferenze, a un recital di Lieder e sonetti, al film Hamlet con Benedict Cumberbatch che vedono lo Stabile collaborare con altre istituzioni culturali della città. Fra queste il Teatro Stabile Sloveno, la British School del Friuli Venezia Giulia e la Cappella Underground-Cinema Ariston.
Non c’è da aspettarsi una produzione kolossal: questa messinscena dell’Amleto, diretta da Dominic Dromgoole, direttore artistico del Globe e da Bill Buckhurst, è stata infatti costruita in modo da potersi adattare ai luoghi più disparati. Nei due anni di viaggio intorno al mondo è andata in scena in teatri tradizionali, da Amsterdam a Sarajevo, da Tromsø oltre il Circolo Polare Artico a Danzica.
«Rappresentare l’Amleto in lingua originale in tutto il mondo è un progetto coraggioso e dinamico»: sono queste le parole con le quali Peter Brook ha voluto commentare questo ambizioso progetto del Globe. Per la cui realizzazione sono stati messi insieme due cast di otto straordinari e versatili attori – verrebbe da dire “viaggiattori” – che si alterneranno nei due anni di tour intorno al mondo.
L’unica tappa in territorio italiano sarà dunque in programma al Politeama Rossetti di Trieste sabato 16 aprile 2016, a una sola settimana dalla conclusione del Globe to Globe tour e rappresenterà un’imperdibile occasione per un pubblico, come quello dello Stabile del Friuli Venezia Giulia, che ha dimostrato in tante occasioni di amare e apprezzare l’opera del più grande autore teatrale di tutti i tempi. Impossibile non ricordare, infatti, il successo tributato alle produzioni shakespeariane realizzate dal Teatro: dall’Amleto con Kim Rossi Stuart, a Otello con Michele Placido eRe Lear con Roberto Herlitzka e Alessandro Preziosi. Ma anche ai grandi eventi ospiti in lingua straniera, come l’indimenticabile performance di Simon Callow in The Man from Stratford.
Alcuni attori e lo staff del Globe Theatre saranno protagonisti di un incontro per la stampa ed il pubblico che si terrà sabato 16 aprile alle 11.30 all’Antico Caffé San Marco di Trieste: una possibilità rara per discorrere di Shakespeare ma anche di un’esperienza umana e artistica di rara ricchezza e significato che attraversa il mondo e tocca il Friuli Venezia Giulia.
Per notizie dettagliate sullo Shakespeare’s Globe e sulla compagnia del grande teatro londinese rimandiamo al sito: www.shakespearesglobe.com/about-us
Per l’acquisto degli ultimi posti ancora disponibili ci si può rivolgere presso tutti i punti vendita dello Stabile regionale, i consueti circuiti o accedere attraverso il sito www.ilrossetti.it alla vendita on line. Ulteriori informazioni al tel 040-3593511.
Far East film Festival. Modalità grande evento on!
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- Pubblicato Mercoledì, 13 Aprile 2016 14:38
- Scritto da Fabiana Dallavalle
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Udine si prepara al Far East, il Festival di cinema che in questi 18 anni è cresciuto nel cuore del Friuli Venezia Giulia ed è diventato modello culturale internazionale. Perché Far East non è solo settima arte.
E' un modo di intendere la cultura, di renderla "pop", a portata di tutti e di usarla per contaminare generi e diffondersi capillarmente, raccontando paesi, stili di vita, narrazioni della contemporaneità.
Apertura il 22 aprile nel segno della tigre, "The Tiger", per essere precisi, è lo splendido e potente kolossal di Park Hoon-jung che ruggirà in anteprima internazionale venerdì 22 aprile, al teatro Nuovo Giovanni da Udine. Il Far East Film Festival è, prima di tutto, un simbolo di energia - spiega Sabrina Baracetti, direttrice del Festival durante la conferenza stampa di oggi, al cinema Visionario.
L'energia ci serve per portare avanti un grande progetto culturale ma ci occorre anche una dose di autoironia, per dichiararne gli intenti". Ma la fierissima tigre sudcoreana di Park, assetata di sangue e di giustizia, non ruggirà da sola: sotto i riflettori del Teatro Nuovo farà ritorno uno dei più vecchi e cari amici del FEFF. Un genio chiamato Johnnie To!
A lui, indimenticato trionfatore del primissimo Audience Award con "A Hero Never Dies", spetteranno due compiti: presentare al pubblico il gangster movie Trivisa di cui è produttore, sontuoso compendio dello stile Milkyway, e tagliare ufficialmente il nastro con il Festival trailer che porta la sua firma! "Il FEFF diventa maggiorenne - e, per festeggiare come si deve, anticipa Baracetti - ha deciso di regalare a se stesso e al pubblico un gioiello davvero inestimabile: 30 secondi di pura bellezza d’autore, 30 secondi in cui Johnnie “debutta” nel cinema d’animazione, un regalo nel regalo, in cui il suo sguardo incontra le sonorità di un enorme compositore: Lim Giong premiato a Cannes per le musiche di The Assassin di Hou Hsiao-Hsien (incoronato, a propria volta, per la regia
La chiusura non sarà da meno. La Closing Night del 30 aprile vedrà sul palcoscenico del teatro Nuovo Giovanni da Udine l'attore Sammo Hung. Dopo Joe Hisaishi e Jackie Chan, le due superstar del 2015, un altro mito assoluto ritirerà dunque il Gelso d’Oro alla Carriera. L’attore, regista e coreografo action che, nel corso dei decenni, ha saputo rivoluzionare indelebilmente il segno visivo delle arti marziali, leggendario in patria, e amatissimo in tutto il mondo, Sammo accompagnerà a Udine il suo The Bodyguard (International Festival Premiere), entusiasmando i fan e consolidando la reputazione internazionale capitalizzata, anno dopo anno, dal FEFF. Venendo alle cifre, anticipiamo che sono da capogiro:72 film nella selezione ufficiale, di cui 50 in concorso, provenienti da 10 aree geografiche dell’Asia (5 anteprime mondiali, 10 anteprime internazionali, 8 Festival Premiere e 37 anteprime italiane, di cui 18 europee), oltre 130 gli eventi disseminati nel centro di Udine (citiamo, fra tutti, l’immancabile Far East Cosplay Contest del 24 aprile, aggiungiamo benessere, danza, arti marziali, cucina). 150 i volontari prontissimi a scendere in campo, dal 22 al 30 aprile, spalleggiando lo staff del Festival. Un calendario fitto e articolato dentro cui non mancheranno il secondo FEFF Campus, la scuola di giornalismo per giovani talenti europei e asiatici, e il workshop internazionale Ties That Bind, che ormai da 8 anni mette in connessione produttori occidentali e orientali.
E non va certo dimenticato l’evento di pre-apertura: una serata straordinaria, quella del 21 aprile, con lo spettacolo The Ghosts di Constanza Macras, segno della collaborazione proficua tra CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia e FEFF. "Uno spettacolo di teatro totale"- ha annunciato Giuseppe Bevilacqua presidente di CSS - da non perdere.
Tra le novità del 2016, poi, spicca Focus Asia, l’appuntamento di business che si svolgerà al Cinema Visionario di Udine il 27, il 28 e il 29 aprile e vedrà il FEFF collaborare con MIA – Mercato Internazionale dell’Audiovisivo di Roma (assieme al Fondo Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia e in collaborazione con la DG Cinema – MIBACT). Un primo passo verso il rafforzamento delle relazioni tra Europa e Asia per offrire ai buyer una panoramica sulle più recenti produzioni di genere. Ad affiancare la ricca sezione-concorso, che vedrà in sfida per l’Audience Award 2016 i migliori titoli panasiatici dell'ultima stagione (blockbuster, cult movie, outsider su cui scommettere, ma anche “oasi d’autore”, come l’attesissimo Three Stories of Love di Hashiguchi Ryosuke), ci sarà l’info-screening della controversa opera collettiva Ten Years e ci saranno ancora una volta diverse traiettorie parallele: quella dedicata ai documentari (da non perdere The Lovers and the Despot, preview del Biografilm Festival, cioè l’incredibile storia del rapimento del regista sudcoreano Shin Sang-ok da parte del dittatore nordcoreano Kim Jong-il), quella dedicata al Fresh Wave Festival (le giovani voci di Hong Kong), quella dedicata alla paura (grandissimo ritorno dell’Horror Day e primissimo approdo, sullo schermo udinese, per il sommo Kurosawa Kiyoshi: un crudele viaggio nel buio, e nella psiche, intitolato Creepy!), quella dedicata alle mostre (dall’arte contemporanea giapponese di Paradoxa all’universo del fumetto con il Viaggio a Tokyo di Vincenzo Filosa).
Se quest’anno l’immancabile – devoto – omaggio alla storia del cinema asiatico sfiorerà la tuta gialla di Bruce Lee, proponendo nei nuovissimi restauri 4k alcuni autentici must (Dalla Cina con furore, Il furore della Cina colpisce ancora, L’urlo di Chen terrorizza anche l’occidente e The Game of Death) , l’occhio del FEFF indagherà a fondo sulla gloriosa fantascienza giapponese. Una retrospettiva di 10 film e una pubblicazione, entrambe intitolate Oltre Godzilla – Futuri alternativi e scenari fantastici del cinema giapponese ed entrambe curate dall’espertissimo Mark Schilling, che vedranno come ospite d’onore il mitico regista Obayashi Nobuhiko!
«Gli appassionati - scrive Mark Schilling - considerano da molto tempo il Giappone una superpotenza del cinema di fantascienza, soprattutto per un sottogenere, i film di mostri (kaiju eiga), e per un personaggio, Godzilla. In realtà, i film di fantascienza giapponesi degli anni Cinquanta e Sessanta, affollati di razzi spaziali, UFO e vari tipi di armi e gadget esotici, saranno pure stati ispirati ai film sulle invasioni aliene di Hollywood, ma il loro stile unico, la loro energia e la loro immaginazione hanno influenzato non solo registi e animatori giapponesi, ma anche le loro controparti in tutto l'Occidente».
Non resta che darsi appuntamento al Teatro Nuovo, sede storica del Far East Film Festival, e aspettare che il trailer di Johnnie To apra ufficialmente le danze. Quale sarà il colpo di fulmine che, quest’anno, trafiggerà gli spettatori? Un esordio con la “e” maiuscola come The World of Us di Yoon Ga-eun o, magari, il sorprendente Ola Bola che ci parla del calcio malaysiano? Un intenso dramma sentimentale come Mountain Cry di Larry Yang o, magari, l’insolito road movie Lost in Hong Kong di Xu Zheng che ha letteralmente polverizzato il botteghino dell’ex colonia britannica? Una buffa e tragica storia di redenzione come Mohican Comes to Home di Okita Shuichi (con un inedito Matsuda Ryuhei in versione punk-hipster) o, magari, la prima mondiale di Hime-Anole, che il 25 aprile porterà sul red carpet del FEFF 18 , l’idol giapponese Morita Go.
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