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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Il ciclone Libera! con Arearea per festeggiare la giornata mondiale della danza

Il ciclone Libera! con Arearea per festeggiare la giornata mondiale della danza

Domenica 28 aprile apre presso Lo Studio, in via Fabio di Maniago 15, a Udine: LIBERA!, evento ideato dalla compagnia Arearea per festeggiare la giornata internazionale della danza.

23 le performance in programma con la partecipazione di 94 artisti (professionisti, amatori, allievi di scuole di formazione) che si avvicenderanno sul palco in rapida successione e con un solo limite, quello dei 5 minuti. La danza sarà festeggiata in totale libertà e sarà dato spazio ad una molteplicità di generi: danza contemporanea, moderna, flamenco, teatro danza, danza africana e altro ancora!

LIBERA! giunge alla sua terza edizione e quest’anno ospita anche partecipanti da fuori regione, segno di un interesse sempre maggiore verso questa kermesse che, oltre a voler onorare l’arte coreutica in modo gioioso, partecipativo e libero da ogni etichetta, si offre come punto di partenza per aprire riflessioni e azioni concrete per una nuova cultura della danza in regione.

La Giornata Internazionale della Danza si festeggia in tutto il mondo ogni 29 aprile; la compagnia Arearea si prende la libertà di aprire le danze domenica 28 per consentire una più numerosa partecipazione all’evento.

Lo Studio  apre alle 19.30 con aperitivo musicale, lo spettacolo inizia alle ore 21. Per informazioni: 0432 600424, www.arearea.it.

 

 

Giulio Mazzaro, in arte Gusto,scala le classifiche di Itunes Italia

Giulio Mazzaro, in arte Gusto,scala le classifiche di Itunes Italia

Il suo brano Dj Star, realizzato in collaborazione con il dj e produttore di fama internazionale Steve Forest, è il singolo della settimana sulla vetrina di ITunes Italia. L’udinese Gusto, alias Giulio Mazzaro, con il suo rap masticabile, aperto a mille influenze differenti, in pochi mesi ha iniziato a farsi conoscere al pubblico italiano e ora non ha nessuna intenzione di fermarsi. Ma non chiamatelo rapper, Gusto preferisce definirsi un musicista: non s’identifica con il rap, né con l’hip hop, che suonano troppo come etichette preconfezionate, mentre lui spazia tra i generi, non disdegnando il pop, ma collaborando anche a progetti, come quello di Steve Forest, che sconfinano nella dance e nell’elektro-urban. «Quella con Steve Forest è stata una collaborazione molto divertente – spiega Gusto – un’esperienza particolare, che mi ha portato a cantare su una base insolita, dance. E francamente non mi aspettavo tutta questa visibilità».

Classe 1977, udinese di nascita, Gusto si avvicina alla musica rap alla vecchia maniera: rubando e graffiando i vinili blues, soul, dance degli anni 70 di suo padre e iniziando a cantarci sopra. Attivo già dalla meta degli anni 90, cerca di evolvere la propria forma verbale, passando dall'hip hop più crudo a melodie e temi più "morbidi". Facendo tesoro delle sue esperienze e dopo anni di silenzio incontra Kappah, con la quale dà vita a “Bubble Gun”, disco che lo vede rimbalzare tra rap e pop con estrema facilità e che lui stesso definisce come "rap masticabile". Ad anticipare l'uscita del suo album e a farlo conoscere in tutt’Italia è la sua collaborazione nel disco “Pirati Urbani” (etichetta Jolly Roger) del dj internazionale Steve Forest, distribuito da Sony: una raccolta di dodici brani e due bonus track realizzati dal noto dj insieme ai nomi più noti del rap italiano, da J-Ax a Club Dogo, da Piotta a Mondo Marcio, fino ai Gemelli Diversi. Un disco tutto da ballare e una collaborazione che gli porta decisamente fortuna: Gusto prima scala a velocità record la classifica di ITunes Italia con il brano Packman Revolution, raggiungendo la top ten di ascolti nella sezione rap-hip hop, poi la scorsa settimana, sempre su I Tunes,  si mette in mostra con l’altro singolo realizzato con Steve Forest, Dj Star, che viene decretato “single of the week” sulla vetrina del più noto shop musicale online del mondo (si può ascoltare a questo link https://itunes.apple.com/it/album/dj-star-feat.-gusto-single/id615376964 o su youtube https://www.youtube.com/watch?v=gUnkwVQutAA&list=UUQVJiwtkReIPMdLrf5y5S1g&index=2). Racconta Gusto: «In Dj Star, come in Packman Revolution, ho inserito rime leggere, che potessero funzionare su basi così incalzanti, mentre il mio nuovo disco, “Bubble Gun” segue strade diverse. Ho fatto hip hop per molti anni, e questo mi ha fatto crescere, ma a un certo punto mi ha anche bloccato. Ho sentito la necessità di un distacco, alla ricerca di uno stile unico e non etichettabile. Mi piace pensare ai miei brani come canzoni – prosegue – che trattano argomenti di ogni genere, dall’amore alla vita di ogni giorno, fino alla riflessione sulla nostra società, fatta di troppe apparenze e poca sostanza. E i testi sono più morbidi rispetto agli stereotipi hip hop, che trovo troppo restrittivi e limitanti».

Ora che è il suo momento, Gusto non si ferma più: a maggio è già in programma l’uscita del suo terzo singolo, Yes Woman, prodotto da Steve Forest e Kappah e realizzato con la collaborazione di Joe Peltrini e Loop Loona. Assieme al singolo sarà realizzato anche un video. E’ in calendario per fine anno invece l’uscita del suo album da solista, Bubble Gun, su cui il musicista preferisce non anticipare troppo.

 

 

Romeo e Giulietta:la versione spiazzante di Binasco al Giovanni da Udine

Romeo e Giulietta:la versione spiazzante di Binasco al Giovanni da Udine

 Valerio Binasco, uno dei più apprezzati registi della nuova generazione, arriva al teatro Nuovo Giovanni da Udine dal 6 al 10 marzo, con lo spettacolo osannato dal pubblico e pluripremiato dalla critica che gli ha conferito il premio Ubu 2011 per la miglior regia, “Giulietta e Romeo” di William Shakespeare.

Porta con sé un cast di attori di primissimo livello,  Francesco Montanari (Romeo), attore reso celebre dal successo della serie televisiva Romanzo Criminale, Deniz Ozdogan (Giulietta), artista di Istanbul ma “friulana d’adozione”, Milvia Marigliano,  Andrea Di Casa , Francesco Formichetti, Massimiliano Frateschi, Simone Luglio, Antonio Zavatteri  e Filippo Dini (, premio Le Maschere del Teatro 2011,come migliore attore non protagonista), volendo per loro una scenografia (di Carlo De Marino)  che si apre sul retro palcoscenico a svelare la finzione teatrale.

L’atmosfera , con abiti anni ’50, realizzati da Sandra Cardini e musiche di Arturo Annecchino guarda ad "Amarcord" e a "Ginger e Fred" di Fellini. Nulla di medievale né di rinascimentale dunque, piuttosto la crudeltà, spesso involontaria ma ancor più spesso consapevole, di una certa provincia ricca e ignorante, piena di violenti imbecilli che urlano a squarcia gola la loro stupidità. "Non ci mettiamo a discutere qui: può passare gente. Qui abbiamo tutti gli occhi addosso", dice Benvolio. Tutti sanno ma è meglio non dire. E' nelle case, in famiglia che si consumano i peggiori crimini, suggerisce Binasco.

 A parte i due protagonisti, in qualche modo “salvati” dall’innamoramento, e dall’innamoramento convertiti al pacifismo, tutti gli altri personaggi si muovono minacciosi e vittoriosi verso il domani vuoto dell’umanità. Che è il nostro oggi, ahimè.

Così l’opera celebre, il testo d’amore più noto e commovente della drammaturgia universale, nella produzione del Teatro Eliseo in collaborazione con Compagnia Gank e Gloriababbi Teatro, guidata dalla sapiente regia di  Binasco,  usa il capolavoro di Shakespeare, per raccontare giorni di ordinaria follia, utilizzando pienamente anche  i personaggi secondari e il loro tono da commedia. 

Il provincialismo italiano, di cui Shakespeare sapeva nulla o poco, dilaga dopo secoli in scena e a guardare i poveri giovinastri Capuleti e Montecchi che si aggirano per Verona nel ‘niente da fare’ della provincia del nord,  mirabilmente tratteggiata, non riusciamo a non  pensarli quali antesignani illustri dei poveri baldi padani odierni.

Su tutto l'immensità della drammaturgia shakesperiana talmente viva e pulsante da restare intatta , anche nella  spiazzante  versione di Binasco che consegna ai suoi attori una recitazione tesa e rabbiosa dove vince la decisione registica di restituire, ancor più che le parole, l'insensatezza delle azioni umane.

Alla fine la mercificazione dell’amore, e la sua realizzazione scenografica sono la lettura che meglio restituisce l’amarezza di una tragedia annunciata. Molti gli applausi del pubblico tra cui va segnalata la presenza di tantissimi giovani.

 

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