"Rain Man", la versione della Rancia conquista il pubblico di Udine
- Dettagli
- Categoria: Spettacoli
- Pubblicato Lunedì, 03 Dicembre 2012 14:35
- Scritto da Fabiana Dallavalle
- Visite: 2365
La compagnia della Rancia, abbandona gli adattamenti da musical celebri e si mette alla prova con il cinema da Oscar. La sua edizione di “Rain Man”, in cartellone per la stagione di prosa del Teatro Nuovo Giovanni da Udine, in scena da giovedì 29 a domenica 2 dicembre è stata una piacevole novità per il pubblico che segue la compagnia impegnata da anni nella riedizione non sempre felice, di musical americani inarrivabili per caratura di interpreti. Lo spettacolo applauditissimo dal pubblico udinese, adattamento teatrale di “Rain Man”, celebre film del 1988 con Tom Cruise e Dustin Hoffman, che all’epoca commosse il mondo intero e vincitore di 4 premi Oscar, diretto al cinema da Barry Levinson, ha debuttato nella versione teatrale il 19 settembre 2008 all’Apollo Theatre di Londra, con un adattamento curato da Dan Gordon. La ripresa della Rancia con la regia di Saverio Marconi e Gabriela Eleonori, si confrontava dunque con un originale cinematografico di eccellenza e un altrettanta prestigiosa edizione per il teatro.
La versione italiana, forte di due bravissimi attori quali Luca Lazzareschi, che regge perfettamente il confronto con Dustin Hoffman, e Luca Bastianello, che non fa rimpiangere Tom Cruise ai quali si aggiunge un cast di ottimi interpreti come Valeria Monetti, Susan, Gian Paolo Valentini, Mr.Mooney/dr.Marston, Irene Valota, Lucy/cameriera Iris e Beppe Chierici, dr.Bruener, risulta vincente, complice anche una scenografia a quadri molto raffinata e accattivante, firmata da Gabriele Moreschi, che ben restituisce l’atmosfera del film. “Rain Man” racconta la storia di Raymond, un uomo affetto da autismo che, dopo la morte del padre, eredita l’immenso patrimonio famigliare e di Charlie, fratello minore arrivista e cinico, che, per beneficiare dell’eredità, vorrebbe diventarne il tutore. La storia delicata e drammatica insieme e molto hollywoodiana, inizia con il rapimento di Raymond da parte di Charlie, per proseguire in un viaggio-avventura che per il protagonista è soprattutto l’occasione di diventare una persona migliore. “Un tempo spiega sulla scena il dottor Bruener li chiamavano “les Idiots savant”, ora sono per noi i savant, i sapienti. Chi soffre di autismo dice Bruener ad un incredulo e inizialmente poco sensibile Charlie, non ha interazioni sociali, non comunica con l’esterno. In generale, nelle persone con autismo può essere presente una mancanza di reciprocità sociale o emotiva. Le persone con questo disturbo appaiono spesso come “incuranti” delle altre persone poiché presentano difficoltà marcate nel cogliere i bisogni degli altri (ad esempio capire gli stati d’animo di un’altra persona e regolare il proprio comportamento in funzione di esso, ecc…).
Ed è tutto qui il senso di un’operazione teatrale come “Rain Man”, portare a quante più persone possibili la testimonianza dell’esistenza di una malattia nella forma di un racconto che metta in primo piano le emozioni ed i sentimenti, anche conflittuali di chi vive quest’esperienza. Alla fine Charlie avrà modo di conoscere meglio l’uomo della pioggia. Da “ritardato”, che è l’appellativo che Charlie usa per chiamare Raymond, Charlie userà finalmente la parola “mio fratello” comprendendo il valore della diversità e riconoscendo a Raymond l’appartenenza alla sua famiglia. Con una storia che fila veloce e gli attori che mantengono il ritmo, Lazzareschi rimane in parte disegnando con minuzia tutte le difficoltà e le stereotipie della malattia, Bastianello non perde mai la grinta e la ferocia con cui maschera la propria fragilità ed un finale con il tema musicale tratto dal film, si arriva a commuoversi. Bella, infine la scelta di raccontare in breve, a spettacolo concluso, con delle frasi che scorrono sulla scenografia che cos’è l’autismo. Moltissimi e meritati gli appalusi agli interpreti.