Richard Galliano incanta il pubblico del Giovanni da Udine
- Dettagli
- Categoria: Spettacoli
- Pubblicato Mercoledì, 30 Gennaio 2013 11:04
- Scritto da Fabiana Dallavalle
- Visite: 2247
Un recital, con protagonista la fisarmonica suonata da un’artista di assoluta grandezza: Richard Galliano incanta e seduce e il Teatro Nuovo Giovanni da Udine (teatro esaurito), gli risponde con applausi scroscianti. Un successo annunciato quello di martedì 29 gennaio: l’artista nato a Cannes nel 1950 che ha elevato la fisarmonica al rango degli strumenti principi del jazz, rinnovando la tradizione popolare e folclorica francese rimodulata attraverso l’arte dell’improvvisazione, ha dedicato al pubblico udinese un concerto di due ore in cui ha eseguito brani propri, composizioni di Duke Ellington, Edith Piaf, Giuliette Greco, con la quale ha collaborato per anni, Satie, Piazzolla, amico e mentore, ma anche Lucio Dalla, commovente l’esecuzione di “Caruso” e Charles Trenet. “Que reste t’il de nos amours” brano di chiusura ha in realtà anticipato due magnifici bis.
Solo guardare Richard Galliano mentre suona il suo accordéon è già di per sé un’esperienza indimenticabile. La sua fisarmonica, una “Victoria” da 13 chili che il musicista sostiene restando sempre in piedi, sembra un immenso polmone con il quale riesce ad esplorare un vasto ventaglio di generi musicali sempre rielaborati attraverso quella particolare espressività lirica che è la sua inconfondibile cifra stilistica. Galliano “swinga” e impone al suo strumento la stessa dignità riservata ad una tromba o ad un sassofono che sono gli strumenti guida della musica jazz. Il teatro si riempie di suoni e mentre il corpo dell’artista ondeggia con la fisarmonica che è un tutt’uno, l’orecchio del pubblico percepisce un’orchestra intera e ad un certo punto perfino il rumore del mare, ricreato da Galliano in un muto di note e soffio del mantice.
Il repertorio tradizionale composto di valzer musette, di java, di tango permette alla fisarmonica di liberarsi dalla sua immagine “agée” grazie ad un lavoro sul concetto ritmico del 3 tempi, cioè un'altra concezione del ritmo, un cambiamento nelle armonie. Un solista d’eccezione dunque dall’anima metà italiana, che traspare nella generosità con la quale affronta il palcoscenico e metà francese, presente nel malinconico timbro dello strumento e in un repertorio dove i grandi della tradizione sono riproposti in tutto il loro splendore.