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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Richard Galliano incanta il pubblico del Giovanni da Udine

Richard Galliano incanta il pubblico del Giovanni da Udine

Un recital, con protagonista la fisarmonica suonata da un’artista di assoluta grandezza: Richard Galliano incanta e seduce e il Teatro Nuovo Giovanni da Udine (teatro esaurito),  gli risponde con applausi scroscianti. Un successo annunciato quello di martedì 29 gennaio: l’artista nato a Cannes nel 1950 che ha elevato la fisarmonica al rango degli strumenti principi del jazz, rinnovando la tradizione popolare e folclorica francese rimodulata attraverso l’arte dell’improvvisazione, ha dedicato al pubblico udinese un concerto di due ore in cui ha eseguito brani propri, composizioni di Duke Ellington, Edith Piaf, Giuliette Greco, con la quale ha collaborato per anni, Satie, Piazzolla, amico e mentore, ma anche Lucio Dalla, commovente l’esecuzione di “Caruso” e Charles Trenet. “Que reste t’il de nos amours” brano di chiusura ha in realtà anticipato due magnifici  bis.

 Solo guardare Richard Galliano  mentre suona il suo accordéon è già di per sé un’esperienza indimenticabile. La sua fisarmonica, una “Victoria” da 13 chili che il musicista sostiene restando sempre in piedi, sembra un immenso polmone con il quale riesce ad esplorare un vasto ventaglio di generi musicali sempre rielaborati attraverso quella particolare espressività lirica che è la sua inconfondibile cifra stilistica. Galliano “swinga” e impone al suo strumento la stessa dignità riservata ad una tromba o ad un sassofono che sono gli strumenti guida della musica jazz. Il teatro si riempie di suoni e mentre il corpo dell’artista ondeggia con la fisarmonica che è un tutt’uno, l’orecchio del pubblico percepisce un’orchestra intera e ad un certo punto perfino il rumore del mare, ricreato da Galliano in un muto di note e soffio del mantice.

Il repertorio tradizionale composto di valzer musette, di java, di tango permette alla fisarmonica di liberarsi dalla sua immagine “agée” grazie ad un lavoro sul concetto ritmico del 3 tempi, cioè un'altra concezione del ritmo, un cambiamento nelle armonie. Un solista d’eccezione dunque dall’anima metà italiana, che traspare nella generosità con la quale affronta il palcoscenico e metà francese, presente nel malinconico timbro dello strumento e in un repertorio dove i grandi della tradizione sono riproposti in tutto il loro splendore.

Ballet Revolucion al Rossetti: la danza travolge ed incanta il pubblico

Ballet Revolucion al Rossetti:  la danza travolge ed incanta il pubblico

Tecnica, bellezza, passione. Tre parole non bastano per raccontare il Ballet Revoluciòn, in scena al teatro Rossetti di Trieste dal 15 al 19 gennaio, perché si tratta di uno dei più sorprendenti spettacoli dell’ultima stagione: dal debutto nel 2011 in Australia, festeggiatissimo, al tour mondiale che ha toccato il West End di Londra,  nell’ambito della stagione del Sadler’s Wells, il più importante palcoscenico europeo della danza, e poi Vienna, Monaco, Francoforte, Berlino, i danzatori della compagnia cubana, non hanno fatto altro che mietere successi. Mentre l’Europa sonnecchia con le compagnie classiche dell’Est e si strugge con un contemporaneo spesso autoreferenziale e incomprensibile, ecco arrivare in teatro una vera ventata di novità.

Danza modern-jazz e afro fuse con tecnica russa, una cosa così bella non la si vedeva dai tempi di Alvin Ailey, coreografie gioiose, vitali, seducenti (Aaron Cash e Roclan Gonzales Chavez)che mescolano hip-hop, street-dance, folklore, danza cubana, tradizione spagnola e africana e ballerini selezionati  tra i migliori talenti della leggendaria Escuela Nacional Cubana de Arte, atletici, perfetti nel classico ma talmente versatili da potersi permettere, le donne di ballare come gli uomini, gli uomini di danzare con le stesse possibilità tecniche delle donne. Una vera chicca dunque che lascia il pubblico stupefatto. Due ore due di spettacolo, salti che sembrano partire dal nulla, gambe in “grand battement” alla massima estensione, giri, passi a due con eccellenti sospensioni e un assolo su “Purple rain”  di Prince da videoteca.

Poi la musica eseguita dal vivo dalla Ballet Revolucion Live, e una partitura che è un’inarrestabile concatenazione di hit, intervallate da poetici pezzi classici come il “Concerto di Aranjuez”. Infine un disegno luci prodigo di effetti e costumi disegnati da Jorge Gonzales. Il risultato è trascinante, a dir poco: Beyonce, Shakira, Jennifer Lopez, una Roxenne da brivido, Black Eyed Peas, e infine la chiusura con “She bangs” per esprimere ancora e al top la gioia e la bellezza della danza. Teatro Rossetti con urla da stadio e applausi prolungati e riconoscenti a Jesus Elias Almenares, Dannys Gonzales Medina, Juan Carlos Hernandez Osma, Ariel Himeliz Mejaca, Idania La Villa Palenzuela, Moises leon Noriega, Danilo Machado Meneses, Yuniet Menes Solìs, Yannier Oviedo Rivas, Yasser Pajares Rojas, Barbara Patterson Sàanchez, Dayron Pèerez Falero, Alejandro Perez Fernandez, Lianett Rodriguez Gonzales, yasset Roldan Garceriana, Odeymis, Torres Perez, Jenny Sosa martinez, Nadiezdha Valdes Carbonell.

"La vita non è un film di Doris Day", con Somaglino, De Maglio, Mezzelani:il debutto a TeatrOrsaria di Premariacco

Presentato oggi, lunedì 10 dicembre, in una divertente conferenza stampa, presso la sede dell’Ert, La vita non è un film di Doris Day, il nuovo spettacolo teatrale di Claudio De Maglio, Claudio Mezzelani e Massimo Somaglino che debutterà il prossimo 15 dicembre a TeatrOrsaria di Premariacco, prima replica all’interno del cartellone promosso dall’Ente Regionale Teatrale del Friuli Venezia Giulia. Nel circuito ERTla pièce sarà anche domenica 16 dicembre al Nuovo Teatro Mons. Lavaroni di Artegna e martedì 18 dicembre al Teatro Verdi di Maniago, mentre mercoledì 19 dicembre sarà la stagione Akrópolis del Teatro Club Udine ad ospitare il testo di Mino Bellei all’interno della sezione Teatri a Km0, all’auditorium Zanon, alle 21.00.

Il trio ritornerà anche nel 2013, sempre per l’ERT, sabato 9 febbraio all’Auditorium Comunale di Lestizza, alle  20.45.

“Rispetto alla versione originale, hanno spiegato gli interpreti e registi dello spettacolo, (De Maglio, Mezzelani, Somaglino), abbiamo apportato alcune modifiche, attualizzazioni dovute ai mutati tempi che stiamo vivendo. Le nostre tre signore, parlano al cellulare, ragionano in euro e hanno qualche anno in più. “La vita non è un film di Doris Day” è una commedia amara, che parla della condizione degli anziani. Questa ripresa, a vent’anni dalla prima, segna un momento importante per noi che siamo  amici da trent’anni, ci stimiamo e ci vogliamo bene. Affrontiamo quest’avventura, che è una sfida vera e propria, con la consapevolezza che questa nuova esperienza insieme sarà straordinaria.”Mezzelani, De Maglio e Somaglino hanno poi ringraziato l’Ert e il Teatro Club. “Grazie alle date offerte da Ert e alla data udinese dataci da Teatro club, ha spiegato Massimo Somaglino,   siamo potuti partire autoproducendoci. 

Renato Manzoni, direttore dell’Ente Regionale Teatrale ha aggiunto: “crediamo profondamente nel fare circuitare le realtà del territorio.  L’Ert è promotore e si fa promotore, con i propri interlocutori, di fare girare questo spettacolo di professionisti, molto conosciuti a amati dal pubblico  con la speranza che poi la commedia verrà vista in quanti più teatri anche fuori regione.” Angela Felice direttore artistico del Teatro Club di Udine ha infine concluso:” siamo stati felici di sapere che questi nostri amici tornavano in scena con un testo che non avevamo dimenticato. So che non faranno una caricatura al femminile, rimarranno uomini, anche se lo spettacolo è “en travesti”. “Akropolis, (stagione teatrale di Teatro Club) si vanta di aprire il più possibile le proprie porte alle compagnie giovani ed alle realtà del territorio. Non avremmo mai potuto perderci quest’occasione.”

 

Ecco dunque a vent’anni esatti dalla prima messa in scena il Remake di un memorabile spettacolo en travesti anni ’90, i tre attori friulani, beniamini del pubblico regionale, indossano nuovamente i panni  delle  adorabili vecchiette, di Mino Bellei, messe al bando dagli altri ma ancora piene di vitalità e capacità di illusione. La protagoniste della commedia sono Angiolina (Claudio Mezzelani), che di cervello ne ha sempre avuto poco e vive ancora nella sua bolla di niente; Amalia (Claudio de Maglio), già attrice di successo e di fascino, ma ormai sull’orlo della nevrosi e del tracollo economico ed Augusta (Massimo Somaglino), dispotica, saccente, intransigente con gli altri e con se stessa, ricca sfondata e brutta da far paura, ma intelligente, arguta e di proverbiale tracotanza negli scontri con le amiche.

 

Le “ragazze” hanno fatto insieme l’asilo, le elementari, le medie, le superiori. Vedove,

madri di figli che non le vogliono vedere e che non telefonano, invise (o abbandonate) da parenti e

conoscenti, le amiche si vedono sì e no due volte l’anno, ma da dodici passano Natale e Santo

Stefano nella casetta di campagna di Amalia. Ed ecco che nell’ultimo Natale si osano dire cose che

per decenni non sono state dette …

Tra comicità leggera e un filo di malinconia,  un piccolo affresco agrodolce che affronta anche la

solitudine della vecchiaia, dimenticata nel gran circo distratto del mondo contemporaneo.

 

 

 

 

 

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