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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Cinecittà di De Sica: un tributo alla città del cinema

Cinecittà di De Sica: un tributo alla città del cinema

Trieste - Inserito tra gli “eventi speciali” del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, è andato in scena il 10 e 11 aprile al Rossetti di Trieste lo spettacolo “Cinecittà” scritto ed interpretato da Christian De Sica.

Uno spettacolo voluto dal famosissimo attore e showman che vuole regalare un tributo alla mitica città del cinema “Cinecittà” che come lo stesso De Sica ha modo di dire: “per popolarità è seconda solo ad Hollywood”.

Raccontando la storia di Cinecittà  De Sica racconta anche la sua storia, i suoi tanti incontri importanti da Mastroianni a Gregory Peck  passando per Audrey Hepburn e molti altri, regala un tributo affettuoso allo “zio” Alberto Sordi, mentre la voce particolare di Federico Fellini fa da sfondo a tutto lo spettacolo.

Il padre Vittorio entra in modo importante nell’amarcord  di De Sica che ne ricorda la generosità durante la lavorazione di un film nel periodo di deportazione degli ebrei dal ghetto di Roma, il grande attore infatti utilizzò l’espediente di scritturare molti tra gli ebrei per evitare la loro deportazione finendo per avere un cast di diverse centinaia di persone pur di evitare il peggio.

Con un orchestra dal vivo di diciannove elementi De Sica ha ripercorso il suo repertorio di crooner  con i brani classici come Baciami piccina, Ma ‘ndo vai, New York  New York  e l’inedito Cinecittà  scritto appositamente per lo show.

Sul palco al suo fianco: Ernesta Argira, Daniele Antonini e Alessio Schiavo.

Bergonzoni con “Nessi” al Teatro Verdi di Pordenone

Bergonzoni con “Nessi” al Teatro Verdi di Pordenone

Pordenone – E dopo Trieste è la volta di Pordenone dove, domani venerdì 10 aprile, Bergonzoni con “Nessi”si esibirà nel palcoscenico del Verdi, alle ore 20.45

Fili tesi e tirati, trame e reti, tessute e intrecciate per collegarsi con il resto del pianeta. È questo che

Alessandro Bergonzoni, mattatore della parola e artista di estrema effervescenza mentale,  racconterà al pubblico  nel suo spettacolo ironico e spiazzante Nessi, ovvero quella necessità assoluta e contemporanea di vivere collegati con altre vite, altri orizzonti, altre esperienze, non necessariamente e solamente umane che ci possono così permettere percorsi oltre l'io finito per espandersi verso un "noi" veramente universale.

Nessi non è uno spettacolo. E’ un’ invocazione”,  dice Bergonzoni commentando questo tour che lo porta in teatri sempre pieni, per un monologo in cui stavolta “i giochi di parola sono ridotti all’osso”. E’ un Bergonzoni accorato e quasi disperato, che insiste anche sul ruolo dell’artista. “Il nostro compito non si esaurisce con lo spettacolo o con la scrittura di un libro. Si è artisti soprattutto prima e dopo. Come il chirurgo che non smette di esserlo a operazione finita, ma torna a casa ed è ancor più medico e malato: padre e figlio, sano e morente. Tesse e cerca nessi, come dovremmo fare tutti noi”.

In questo quattordicesimo lavoro da lui scritto e interpretato e diretto in coppia con Riccardo Rodolfi, Bergonzoni si trova in un'assoluta solitudine drammaturgica, al centro di una cosmogonia comica circondato da una scenografia "prematura", da lui concepita, alle prese con un testo che a volte potrebbe anche essere una candida e poetica confessione esistenziale, senza per questo rinunciare alla sua dirompente visione stereoscopica che è diventata, in questi anni, materia complessa, comicamente eccedente e intrecciata in maniera sempre più stretta tra creazione-osservazione-deduzione.

“Nessinon è collegamento è conoscenza, non è comunicazione è conoscenza. Noi da quando nasciamo e rinasciamo siamo pieni di fili, ci colleghiamo con gli altri”, e Bergonzoni oltre a far ridere il suo pubblico, chiama in causa tutti quei doveri verso gli altri, i figli, gli amici, i malati, i poveri, i ricchi, la natura”.

Nessi, come dice Bergonzoni,  “è un tema di rinascita, una necessità di diventare perché non c’è più la differenza tra attore e spettatore, non c’è più confine tra una canzone che ci fa piangere e quello che fa inorridire, non c’è più confine tra la morte degli altri e la nostra vita, non c’è confine tra i miei figli e quelli degli altri che non sono miei. Questo è un lavoro in cui si rischia la pazzia? “No, noi raschiamo la pazzia, la stiamo raschiando, il barile è già finito. L’uomo è un’opera umana: dentro le carceri ci sono opere umane che non vengono tutelate dallo stato. Noi dividiamo la bellezza dalla cosa meno bella, va riconquistato a suon di anime un nuovo linguaggio e una nuova dimensione. Io la chiamo cambio di frequenza”.

E come sempre prima dello spettacolo ci sarà l’happy hour con i prodotti a chilometro zero del territorio (info e prenotazioni 0434 29009 e attraverso il sito del teatro) nell’area bar dalle 19.30.

Informazioni e aggiornamenti sul sito www.comunalegiuseppeverdi.it, facebook e Twitter (@teatroverdipn), #unabellastagione, telefono: 0434 247624

“Lei è ricca, la sposo e l’ammazzo”: con Jannuzzo e Debora Caprioglio alla Contrada

“Lei è ricca, la sposo e l’ammazzo” con Jannuzzo  e Debora Caprioglio alla Contrada

Trieste – Debutta, domani venerdì 10 aprile alle 20.30 al Teatro Bobbio, “Lei è ricca, la sposo e l’ammazzo” di Mario Scaletta e porterà a Trieste una coppia inedita: Gianfranco Jannuzzo e Debora Caprioglio.

Una divertente commedia liberamente ispirata al celebre film del 1971 di Elaine May e Walter Matthau  e al racconto di Jack Ritchie chiuderà la stagione dei titoli “Rossi” della Contrada.

Lei è ricca, la sposo e l’ammazzo”, parte da uno scapolo ricco che ha sperperato tutti i denari ereditati dal padre. Trovandosi in bancarotta sceglie di chiedere un prestito a un Mafioso che gli pone delle condizioni particolarmente pesanti per poter fare innamorare una donna ricca che però deve essere anche sola. Il suo è un piano ben preciso. Una rinuncia alla vita da scapolo solo temporanea, per poter tornare agli agi cui era abituato. Serve quindi una moglie da sposare e di cui liberarsi in fretta, per potersi godere l’eredità.

Parte così la sua storia d’amore con un’ereditiera goffa, appassionata di insetti, che sembra avere tutte le caratteristiche giuste ma che potrebbe riservare qualche sorpresa.

Patrick Rossi Gastaldi dirige uno spettacolo fresco e divertente. Gianfranco Iannuzzo e Debora Caprioglio sono affiancati sul palco da Antonella Piccolo e Claudia Bazzano. Le scene sono di Salvo Manciagli.

Lo spettacolo debutta venerdì 10 aprile alle 20.30 e rimane in scena fino a mercoledì 15 aprile, con i consueti orari del Teatro Bobbio: serali 20.30, martedì e festivi 16.30.

Prevendita dei biglietti, prenotazione dei posti e cambi turno presso la biglietteria del Teatro Bobbio (tel. 040.390613/948471 - orari: 8.30-13.00; 15.30-18.30) o al TicketPoint di Corso Italia 6/C (tel. 040.3498276/3498277 - orari: 8.30-12.30; 15.30-19.00). Prevendita On Line: Circuito VIVATICKET by Charta (vivaticket.it) anche attraverso il siwww.contrada.it. Informazioni: 040.948471 / 948472 /390613; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; www.contrada.it.

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