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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Toni Capuozzo ospite di @auxilia per presentare il suo ultimo libro, "Il segreto dei marò"

Toni Capuozzo ospite di @auxilia per presentare il suo ultimo libro

Buia (Ud) - Sarà Toni Capuozzo l'ospite dell'incontro organizzato dalla Onlus @auxilia per martedì 20 ottobre alle 21, a Buia. Il celebre giornalista inviato di guerra presenterà nella sala polifunzionale della biblioteca comunale il suo ultimo libro, “Il segreto dei marò” (Ugo Mursia Editore), intervistato dal giornalista Alessandro Di Giusto.

@auxilia è da sempre dedita alle zone più svantaggiate della Terra, spesso teatro di conflitti che lo stesso Capuozzo ha raccontato nei propri articoli. Nata in Friuli Venezia Giulia e riconosciuta come Organizzazione Non Lucrativa dalla stessa Regione, questa è garantita dal Governo Italiano grazie ad accordi con il Ministero della Giustizia e degli Interni, oltre ad essere riconosciuta come membro effettivo dell'osservatorio nazionale del volontariato.

L'Onlus non è nuova ad eventi puntati a coinvolgere il pubblico: da tempo, infatti, organizza convegni spettacoli teatrali, presentazioni di libri per sensibilizzare l'opinione pubblica su temi di grandissima attualità. Lei stessa è impegnata in prim persona attraverso attività di cooperazione con la sezione @auxiliachildren, in Paesei come Afghanistan, Iraq, Siria e Palestina.

Attualmente, @auxilia è immersa in due grandi sfide: una è sostenere il Vocational Training Center, che in Sri Lanka ospita ex bambine soldato e le aiuta nel crearsi una nuova vita; l'altra è realizzare un ospedale nella periferia di Kinshasa, Congo, per portare aiuto socio-assistenziale alle future mamme, spesso costrette a partorire in condizioni disumane.

Proprio per riportare sotto gli occhi del pubblico temi così spinosi, sarà presente Capuozzo a Buia. La serata, organizzata con il patrocinio del Comune, la collaborazione del circolo laurenziano di Buia e del gruppo Alpini locale, sarà l'occasione anche per tornare ad accendere i riflettori del caso Marò, al centro dell'opera del giornalista e che ancora è oggetto di discussioni politiche nei tribunali internazionali. Ingresso libero.

Tra pulp e comicità, una risposta (in friulano) a come fare per saper raccontare una storia

Tra pulp e comicità, una risposta (in friulano) a come fare per saper raccontare una storia

San Giorgio di Nogaro (Ud) – A saperla raccontare, gli occhi di tutti si concentrano su di te. Ma come si fa, anche se ho una buona storia? E quanti modi esistono per rccontare la stessa storia, senza annoiare chi ho di fronte? Domade basilari nella scrittura, che sono state al centro del terzo incontro di “Ce contino a San Zorz”.

Arrivato al terzo e penultimo appuntamento, il ciclo ospitato a Villa Dora e organizzato dallo Sportello per la Lingua Friulana di San Giorgio, Radio Onde Furlane e il blog letterario “Contecurte”, ha dato il meglio di sé ieri sera, con una partecipazione sincera tra palco e platea. Merito sicuramente della sempre più apprezzata narrativa in marilenghe.

Ancora una volta, ecco il siparietto iniziale con gli attori Checo Tam e Michele Londero, questa volta nei panni rispettivamente di uno storico della letteratura friulana e di un esperto informatico. Sempre per rispondere alla stessa domanda delle precedenti serate: perché scrivere racconti brevi in friulano? Le soluzioni sono diverse ogni sera, ognuna con una peculiarità propria e innegabile.

Sempre con la conduzione di Raffaele Serafini (nella foto a sinistra), “oste” dell' “osteria letteraria virtuale” Contecurte, l'evento ha dato voce a numerose storie raccolte dalla rete, dai classici più famosi (come “La cjase di Asterion” tradotta da Borges) a quelle di autori occasionali, che inviano regolarmente i propri lavori al blog. Alcune corte, altre cortissime, non tutte comiche perché la bellezza di questa forma letteraria è proprio la ricchezza di generi che riesce a contenere.

E storie le hanno cantate anche il duo “In doi rive no toje”, ospite musicale fisso, che però ieri era “dimezzato” per problemi familiari di uno dei due. Presente solo “il Polenta”, armonica e voce, che solo con questi due strumenti ha messo in musica i racconti struggenti del gruppo.

Ospite d'onore di ieri è stato il carnico Fulvio Romanin (a destra), le cui origini sono riconoscibilissime nei suoi testi e che ha presentato il suo libro “La stagione della muta (More pulp tales)”. Un estratto divertentissimo è stato letto ieri sera, prima che lo scrittore salisse sul palco: qui ha raccontato di essere nato a Roma ma trapiantato in Carnia, e che adesso sta lavorando a un romanzo. “L'abbiamo perso” ha scherzato Serafini.

Tra testi di Kafka e di un possibile Ceccoti, ex Sindaco di Udine (l' “oste” lascia in sospeso una possibile rivelazione di un autore anonimo), il filo rosso che li collega è la grandissima abilità a saper raccontare storie apparentemente banali, dietro cui però si nasconde un particolare, un modo di vedere, una riflessione che emerge prepotentemente dal contesto. Una delle innumerevoli magie della letteratura.

L'appuntamento con le “conte curte”, l'ultimo, sarà mercoledì 14 ottobre alle 20.30, sempre a Villa Dora. Tema della serata, per concludere, sarà “Contis di famee”, con la presentazione dell'opera ominima e finalista al Premio San Simon 2014, dello stesso Serafini. Ingresso libero.

“Misteri di una notte d'estate” di Giulia Mastrantoni, esordio imperfetto che scioglie nell'acido i sentimenti

“Misteri di una notte d'estate” di Giulia Mastrantoni, esordio imperfetto che scioglie nell'acido i

Udine - In estate può capitare di tutto: un amore improvviso, il desiderio di cambiare sé stessi, scoprire un lato di noi che mai ci saremmo aspettati di possedere. È sicuramente una stagione atipica rispetto alle altre, che ha influenzato non pochi autori: basti pensare un certo Shakespeare, con “Sogno di una notte di mezza estate”.

E proprio alla sua celebre opera teatrale si rifà il titolo del primo libro di Giulia Mastrantoni, “Misteri di una notte d'estate”, edito da Montag e uscito da pochi mesi: un'antologia di cinque racconti, scritti dalla giovane natia di Frosinone ma stabilita a Udine ormai da anni, per via dell'Università. Breve ma intensa, come testimoniano gli stessi brani raccolti nell'opera.

Il legame tra la ragazza e la scrittura nasce già a livello giornalistico, collaborando da alcuni anni con l'inserto Scuola del quotidiano friulano “Messaggero Veneto” e con il magazine online Sugarpulp. La passione per le lingue la porta a laurearsi proprio in quella facoltà: mancava, quindi, solo un libro al già ricco curriculum, ed ecco fatto.

Si sa, l'esordio è sempre difficile. E i testi dell'autrice laziale hanno ancora del grezzo in molte parti, costruzioni che con il tempo possono essere limate per far spazio a una scrittura più matura e forte. Ma già adesso non si scherza: si passa da un registro linguistico adolescenziale a uno decisamente più deciso, brutale, che scoglie con l'acido i sentimenti.

Emblematici sono i due racconti posti all'inizio e alla fine della raccolta: “Misteri di una notte d'estate”, che da il titolo al libro, ed “Elise”. Il primo ricorda molto il teatro dell'assurdo, sinonimo della passione della Mastrantoni per l'arte teatrale, tanto da essere un'assidua frequentatrice delle stagioni udinesi; il secondo invece rivela uno spirito completamente opposto alla spensieratezza del primo, con scene degne del più piccante “Cinquanta sfumature”, fino all'epilogo da thriller.

La lettura scorre veloce sulle pagine e, sfogliandole, spine delicate rimangono incollate alla pelle. Sono dolci, acre, divertenti, crudeli: dipende dal racconto in cui ti imbatti, veri e propri microcosmi che gettano il lettore in apnea, spingendolo alla fine a forza verso l'esterno. Ma non è sempre facile immergersi: alcuni passaggi rappresentano forse un'ostentazione esagerata dello stile reso famoso dalla E.L. James, con una violenza che pare partorita dal più crudo Stephen King.

Ma c'è anche tanta ironia, fantasia, magie insolite, come nel “Il gallo della mezzanotte”, dove una donna zitella riceve in dono un gallo da una misteriosa vecchia. Il quale la terrà sveglia tutta la notte, non tanto per il suo canto estenuante quanto per gli effetti che questi...provocano nella vita della proprietaria. E c'è inquietudine, in “Il corpo di Silvia e Beatrice”, dove due donne diventano una sola, nonostante vivano esistenze opposte: l'unica cosa che le unirà sarà la convinzione di non saper amare.

Fili delicati e robusti al tempo stesso che ritornano nei due racconti già citati: “Misteri di una notte d'estate” è l'apotesosi dell'umorismo, mentre “Elise” sprofonda nell'ossessione del sesso, privato completamente di qualunque barlume di sentimento. I protagonisti diventano così facce opposte della stessa medaglia, contorcendo il pensiero del lettore in un modo che lascia troppo dissapore in bocca, senza una vera armonia tra le parti che faccia comprendere affondo il significato di ognuno dei personaggi.

L'esordio, in definitiva, è ancora materia grezza che bisogna modellare e approfondire. Anche perché i dialoghi, dopo il divertente non-sense, non vanno da nessuna parte e fanno perdere punti importanti al tutto. Ma la psicologia è la chiave che può risolvere l'inghippo: Elise è il personaggio più interessante dell'opera, con la sua mente perversa e razionale al tempo stesso. Un buon punto di ripartenza per mostrare a tanti un talento che si vede già, ma che va alimentato.

(Foto www.masedomani.com)

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