Tra pulp e comicità, una risposta (in friulano) a come fare per saper raccontare una storia
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- Categoria: Libri
- Pubblicato Giovedì, 08 Ottobre 2015 11:24
- Scritto da Timothy Dissegna
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San Giorgio di Nogaro (Ud) – A saperla raccontare, gli occhi di tutti si concentrano su di te. Ma come si fa, anche se ho una buona storia? E quanti modi esistono per rccontare la stessa storia, senza annoiare chi ho di fronte? Domade basilari nella scrittura, che sono state al centro del terzo incontro di “Ce contino a San Zorz”.
Arrivato al terzo e penultimo appuntamento, il ciclo ospitato a Villa Dora e organizzato dallo Sportello per la Lingua Friulana di San Giorgio, Radio Onde Furlane e il blog letterario “Contecurte”, ha dato il meglio di sé ieri sera, con una partecipazione sincera tra palco e platea. Merito sicuramente della sempre più apprezzata narrativa in marilenghe.
Ancora una volta, ecco il siparietto iniziale con gli attori Checo Tam e Michele Londero, questa volta nei panni rispettivamente di uno storico della letteratura friulana e di un esperto informatico. Sempre per rispondere alla stessa domanda delle precedenti serate: perché scrivere racconti brevi in friulano? Le soluzioni sono diverse ogni sera, ognuna con una peculiarità propria e innegabile.
Sempre con la conduzione di Raffaele Serafini (nella foto a sinistra), “oste” dell' “osteria letteraria virtuale” Contecurte, l'evento ha dato voce a numerose storie raccolte dalla rete, dai classici più famosi (come “La cjase di Asterion” tradotta da Borges) a quelle di autori occasionali, che inviano regolarmente i propri lavori al blog. Alcune corte, altre cortissime, non tutte comiche perché la bellezza di questa forma letteraria è proprio la ricchezza di generi che riesce a contenere.
E storie le hanno cantate anche il duo “In doi rive no toje”, ospite musicale fisso, che però ieri era “dimezzato” per problemi familiari di uno dei due. Presente solo “il Polenta”, armonica e voce, che solo con questi due strumenti ha messo in musica i racconti struggenti del gruppo.
Ospite d'onore di ieri è stato il carnico Fulvio Romanin (a destra), le cui origini sono riconoscibilissime nei suoi testi e che ha presentato il suo libro “La stagione della muta (More pulp tales)”. Un estratto divertentissimo è stato letto ieri sera, prima che lo scrittore salisse sul palco: qui ha raccontato di essere nato a Roma ma trapiantato in Carnia, e che adesso sta lavorando a un romanzo. “L'abbiamo perso” ha scherzato Serafini.
Tra testi di Kafka e di un possibile Ceccoti, ex Sindaco di Udine (l' “oste” lascia in sospeso una possibile rivelazione di un autore anonimo), il filo rosso che li collega è la grandissima abilità a saper raccontare storie apparentemente banali, dietro cui però si nasconde un particolare, un modo di vedere, una riflessione che emerge prepotentemente dal contesto. Una delle innumerevoli magie della letteratura.
L'appuntamento con le “conte curte”, l'ultimo, sarà mercoledì 14 ottobre alle 20.30, sempre a Villa Dora. Tema della serata, per concludere, sarà “Contis di famee”, con la presentazione dell'opera ominima e finalista al Premio San Simon 2014, dello stesso Serafini. Ingresso libero.