Letture, scrittura e musica in friulano a Villa Dora con l'Osteria Contecurte
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- Categoria: Libri
- Pubblicato Giovedì, 24 Settembre 2015 09:26
- Scritto da Timothy Dissegna
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San Giorgio di Nogaro (Ud) – Se è vero che chi ben comincia è già a metà dell'opera, la professione dello scrittore spesso si riassume in questo breve detto: trovare l'incipit giusto, infatti, è sempre il primo scoglio da superare per scrivere qualcosa.
L'inizio di quattro serate, tutte legate alla lettura e scrittura in friulano, è stato dato invece ieri sera, presso la Sala Conferenze di Villa Dora, dalle 20.30. O meglio, è stata più “un'anteprima”, come ha spiegato supito il conduttore dell'evento, l'oste “dell'osteria letteraria virtuale” Contecurte, Raffaele Serafini, del ciclo di serate dal titolo “Ce contino a San Zorz” (Di cosa parliamo a San Giorgio), ideato dallo Sportello per la Lingua Friulana del Comune.
Dopo un siparietto iniziale sulperché scrivere racconti brevi in friulano (“conte curte” appunto), con due fantomatici scrittori (uno con arie di genio della letteratura, l'altro di esperto di marketing prestato alla scrittura) e poi rivelatisi gli attori Checo Tam e Michele Londero, si è quindi passati alla lettura scenica di testi sia tradotti dall'originale in marilenghe, sia scritti già così.
Tra i primi, ecco la “Vedetta”, celebre racconto di fantascienza incluso in qualsiasi libro scolastico che capovolge letteralmente il punto di vista del lettore, e che anche in friulano riesce e colpire; nei secondi, invece, i testi passano da una parola o poche più a poco piùdi una decina di righe, spaziando da temi diversi: comici, misteriori, psicologici e complessi.
Tutto ciò appare impossibile se racchiuso in meno di una paginetta, ma perfino Hemingway accettò la sfida di racchiudere la storia in così poco spazio. Tanto da scrivere un “romanzo” in poche parole, anch'esso letto e tradotto ieri sera, che includeva tutto: una storia tragica, dei genitori sull'orlo della miseria, la solitudine di un bambino sperato ma mai nato.
L'evento è stato arricchito dalla presenza dello scrittore Gianfranco Pellegrino, presente in sala e chiamato sul palco durante la lettura di alcuni suoi brani. E dall'accompagnamento musicale del duo sangiorgino “In doi rive no tocje”, molto apprezzato sulle frequenze di Radio Onde Furlane e che ha presentato i suoi tre nuovi brani in esclusiva.
Fondamentale, nella composizione del testo, Serafini ha definito il titolo, prima ancora che il racconto: in effetti, è da quello che parti nella lettura, con cui ti fai un'idea di cos'hai tra le mani e che può ingannare o venire stravolto dalla narrazione. Si potrebbe definire un amo, che strappa il lettore dalle profondità del suo pensiero e lo fa emergere: ciò che vedrà poi a galla gli piacerà o meno è un altro discorso.
Il prossimo appuntamento, sempre a Villa Dora alle 20.30, sarà mercoledì 30 settembre dal titolo “E cumò che tu le âs contade?”, con un assaggio della “Divine Comedie par furlan” letto da Aurelio Venuti. Checo Tam, Michele Londero, i “In doi rive no tocje” e “l'oste” vi aspettano.
(Foto Gianni Fabbri/ CC)