Cultura
Mare Nordest: anche quest’anno al ring di partenza
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- Pubblicato Mercoledì, 13 Maggio 2015 23:39
- Scritto da daniele benvenuti
Trieste - Non senza difficoltà, anche per quest’anno, Trieste Sommersa Diving è riuscita a dare vita alla quarta edizione di un evento unico nel suo genere, “Mare Nordest 2015”, grazie anche ad un forte spirito di associazione tra i vari soggetti e a patrocini importanti (tra i quali si è aggiunto quello di Expo Milano), motivo che sottolinea la portata e l’interesse dell’evento.
L’inaugurazione sarà venerdì 15 maggio alle ore 10. A seguire, vari appuntamenti dedicati ai mestieri del mare. Alle 17 l’appuntamento con il recordman di apnea M. Vidoni che racconterà la sua avventura nel lago del Cornino (120 metri in due minuti e quaranta secondi), e con E. Dardanelli e le sue immersioni in “alta quota”.
Il tema principe è la subacquea, vista attraverso varie lenti e settori. L’edizione di quest’anno riserva particolare interesse, dato anche il delicato momento storico, alle opportunità di lavoro e impiego legate ad essa. La novità, invece, è rappresentata dalla vetrina dedicata al settore vino&cibo.
Davvero difficile fare un sunto di tutti gli eventi, incontri, progetti che si alterneranno in questa tre giorni di full immersion alla Stazione Marittima e nello specchio di mare antistante. Numerose, infatti, saranno le dimostrazioni in mare oltre ad incontri con i professionisti della subacquea, della crocieristica, biologi, autori, sportivi e non solo.
Ricco il programma di dimostrazioni a mare sabato 16, nel bacino San Marco (il tratto di mare tra il molo Bersaglieri ed il molo Pescheria), a partire da mezzogiorno, con la performance senza attrezzatura di M. Vidoni. Seguiranno le acrobazie di moto d’acqua in altezza ed il canottaggio. Nel pomeriggio la presentazione di alcuni libri dedicati al mare e alla sua Storia con incontri degli autori. A chiudere la seconda giornata ancora un record man di apnea profonda, G. Genoni, il primo uomo al mondo ad aver fatto un’immersione in apnea a 3000m di altitudine sotto il ghiaccio per oltre 60 m.
L’ultima giornata, domenica, è caratterizzata da una bella iniziativa di sensibilizzazione. Da non perdere infatti, alle ore 12, la pulizia dei fondali nel bacino S. Marco, in cui saranno impegnati una cinquantina di sub. A partire dalle 16 le premiazioni della prima edizione dell’International Underworld Photo Contest dedicato alla città e al Mediterraneo, organizzato da Sommersa Diving con l’obiettivo di far vedere e conoscere un mondo sommerso che sta e vive proprio sotto i nostri piedi.
Da segnalare, esclusivamente per la giornata di domenica, il servizio di navetta gratuito per la visita dell’Ursus e della stazione oleodinamica in Porto Vecchio, con orari 10, 12,14 e 16. Per tutte le altre informazioni circa eventi, orari, location, c’è il sito web www.marenordest.it
Memoria e dimenticanza: le conseguenze sui singoli e sulle vicende politiche ed economiche
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- Pubblicato Mercoledì, 13 Maggio 2015 13:05
- Scritto da Redazione Sanvitonotizie
Trieste - Memoria ed oblio degli avvenimenti storici traumatici hanno conseguenze profonde sul vissuto profondo delle persone, ed anche sulle vicende politiche ed economiche attuali.
Se ne parla nell’ambito delle celebrazioni del 70° anniversario della Liberazione, al Convegno internazionale dal titolo “Passaggi di memoria. La trasmissione generazionale del trauma”, che si svolge il 14 e 15 maggio presso il Magazzino delle Idee, in Corso Cavour 2 a Trieste.
Tra i relatori, provenienti sia dall’Italia che dall’estero, vi sono storici, antropologi, studiosi di scienze sociali, psicologi e psicoterapeuti, che affronteranno da molteplici punti di vista il binomio dimenticanza/memoria.
Il Convegno si articola in tre sessioni, moderate da Giacomo Todeschini (docente di Storia medievale all'Università di Trieste), Anna Maria Vinci (storica, docente presso l'Università di Trieste) e Gloria Nemec (storica, autrice del volume “Nascita di una minoranza” ed altri saggi sulle storie di esuli giuliano-dalmati).
La prima sessione, "Trasmissioni e accoglimenti", è dedicata alla percezione del passato sia da un punto di vista storico che da quello del vissuto personale.
La seconda, "Sopravvivenze e negazioni", sviluppa il tema del nascondimento delle memorie.
La terza, "Governare il trauma", affronta i traumi più laceranti del secondo conflitto mondiale e vedrà la significativa presenza di relatori provenienti sia dalla Germania che da Israele.
Di particolare rilievo la partecipazione della psicoterapeuta israeliana Dina Wardi accanto allo storico e storiografo tedesco Christoph Cornelissen.
Dina Wardi è autrice del saggio Le candele della memoria. Figlia di due sionisti italiani che la portarono in Israele quando aveva un anno, la psicoanalista da oltre vent'anni si occupa dei figli dei sopravvissuti dell'Olocausto. Durante la loro infanzia i genitori hanno trasmesso loro, inconsciamente, i propri traumi, investendoli con i loro ricordi e con le loro speranze.
Prima della guerra le famiglie dei sopravvissuti erano legate al loro interno e le une alle altre da vincoli che sono stati brutalmente e improvvisamente spezzati: “La Shoà infranse questi legami lasciando il vuoto – sostiene Dina Wardi. - Quindi il ruolo di candela della memoria ha a che fare sia con le esperienze vissute dai genitori durante lo sterminio, sia con il tentativo di riannodare quei fili che avevano legato i genitori alle loro famiglie allargate, alla loro comunità".
Il professor Christoph Cornelissen, professore di Storia Contemporanea presso l’Università di Francoforte, indaga la visuale del versante opposto, quello tedesco: tema tornato negli ultimi giorni alla ribalta quando la Grecia ha chiesto alla Germania il risarcimento dei danni di guerra.
L’immagine del passato – sostiene Cornelissen – è mutata con il cambiare delle generazioni e degli attori (i contemporanei della guerra mondiale e i loro successori, gli appartenenti all’elite politica, ma anche gli storici); di conseguenza è cambiata radicalmente la cultura della memoria tedesca della seconda guerra mondiale.
Nel frattempo la cancelliera ed i rappresentanti della politica visitano i “luoghi delle stragi” in Italia e in Grecia, ma ciò non significa che lo Stato sia disposto ad assumersi completamente e finanziariamente la responsabilità per le conseguenze dell’occupazione tedesca.
Un altro risvolto della memoria traumatica e bellica, per certi versi inesplorato, è quello delle testimonianze orali: il professor Christoph U. Schminck Gustavus, docente di Storia del diritto presso l'Università di Brema, dedica la sua relazione ai valori e limiti della trasmissione orale della storia. Schminck osserva che gli storici si sono basati spesso solo sulle testimonianze di personaggi di primo piano nel tramandare gli eventi. Coloro, invece, che non hanno "fatto", ma subito le decisioni dei "protagonisti" non sono stati ascoltati. Solo di recente questa situazione è cambiata e la "oral history" è diventata quasi una moda nella storiografia moderna.
Di rilievo l'apporto degli psicoterapeuti della Società Psicoanalitica Italiana nell'affrontare i risvolti di memoria ed oblio nell'inconscio profondo.
Intervista a David van Reybrouck, vincitore del Premio Terzani 2015: "Il Congo, Paese che mi ha accolto senza rancori"
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- Pubblicato Lunedì, 11 Maggio 2015 20:58
- Scritto da Timothy Dissegna
Udine - Ha incontrato i giornalisti poche ore prima della serata-evento del Premio letterario internazionale "Tiziano Terzani" David van Reybrouck, il vincitore 2015 del prestigioso riconoscimento che si tiene ogni anno in occasione di Vicino/Lontano. Tante interviste prima della conferenza stampa e altrettante dopo, con lo scrittore belga sempre disponibile e cordiale, che ha affascinato i presenti con il suo spiccato senso dell'humour e, al tempo stesso, una conoscenza profonda delle cose. Tra cui il Congo, Paese dove ha svolto il reportage premiato sabato sera, e da lì siamo partiti per la nostra intervista.
In proporzione, "Congo" è stato più studio o empatia con la popolazione?
"Il libro? Una combinazione di entrambi. È stato molta ricerca, molto studio, ma non potevo farlo senza il mio cuore. A volte usavo la testa, altre i sentimenti: sono stati tutti e due insieme."
In Congo si sentiva più un europeo solo o ha trovato meno pregiudizi di quello che si aspettava?
"Quando ho iniziato, mi dispiaceva dire che sono belga, pensavo che mi avrebbero odiato perché il mio Paese era stato uno dei colonizzatori. Ma è durato una settimana, perché mi dicevano: "Wow, sei belga! È fantastico!". La gente aveva molte curiosità da condividere con me, ero come un membro di famiglia che non vedevano da lungo tempo. Per noi europei è strano perché ci sentiamo colpevoli, responsabili per quello che i nostri padri e nonni hanno fatto di sbagliato, ma per i congolesi ero un uomo con cui condividere: é molto differente (ride, ndr)."
Qual è la situazione in Belgio riguardo l'ex colonia? Si sa cos'è successo ma non se ne parla o è già stata passata quella fase?
"Le nuove generazioni non parlano di tutte le cose brutte accadute. Il mio libro prova a mostrare la complessità del periodo coloniale, i successi e i fallimenti della colonizzazione. Penso che sia importante costruire nuovi rapporti, uniti da un senso comune di fratellanza e senza dimenticare cos'è successo in passato."
È stato più colpito dalla povertà materiale del Paese o da un'eventuale ricchezza di spirito della popolazione?
"Tutte e due allo stesso tempo. Ho visto un'incredibile povertà, oltre ogni immaginazione, le persone aiutarsi l'un con l'altra...Non molte persone muoiono di fame, comunque la fame è un tema importante, perché la famiglia, gli amici si aiutano a vicenda. Nonostante la miseria, le cose brutte, ho sentito vivacità."
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