Memoria e dimenticanza: le conseguenze sui singoli e sulle vicende politiche ed economiche
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- Pubblicato Mercoledì, 13 Maggio 2015 13:05
- Scritto da Redazione Sanvitonotizie
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Trieste - Memoria ed oblio degli avvenimenti storici traumatici hanno conseguenze profonde sul vissuto profondo delle persone, ed anche sulle vicende politiche ed economiche attuali.
Se ne parla nell’ambito delle celebrazioni del 70° anniversario della Liberazione, al Convegno internazionale dal titolo “Passaggi di memoria. La trasmissione generazionale del trauma”, che si svolge il 14 e 15 maggio presso il Magazzino delle Idee, in Corso Cavour 2 a Trieste.
Tra i relatori, provenienti sia dall’Italia che dall’estero, vi sono storici, antropologi, studiosi di scienze sociali, psicologi e psicoterapeuti, che affronteranno da molteplici punti di vista il binomio dimenticanza/memoria.
Il Convegno si articola in tre sessioni, moderate da Giacomo Todeschini (docente di Storia medievale all'Università di Trieste), Anna Maria Vinci (storica, docente presso l'Università di Trieste) e Gloria Nemec (storica, autrice del volume “Nascita di una minoranza” ed altri saggi sulle storie di esuli giuliano-dalmati).
La prima sessione, "Trasmissioni e accoglimenti", è dedicata alla percezione del passato sia da un punto di vista storico che da quello del vissuto personale.
La seconda, "Sopravvivenze e negazioni", sviluppa il tema del nascondimento delle memorie.
La terza, "Governare il trauma", affronta i traumi più laceranti del secondo conflitto mondiale e vedrà la significativa presenza di relatori provenienti sia dalla Germania che da Israele.
Di particolare rilievo la partecipazione della psicoterapeuta israeliana Dina Wardi accanto allo storico e storiografo tedesco Christoph Cornelissen.
Dina Wardi è autrice del saggio Le candele della memoria. Figlia di due sionisti italiani che la portarono in Israele quando aveva un anno, la psicoanalista da oltre vent'anni si occupa dei figli dei sopravvissuti dell'Olocausto. Durante la loro infanzia i genitori hanno trasmesso loro, inconsciamente, i propri traumi, investendoli con i loro ricordi e con le loro speranze.
Prima della guerra le famiglie dei sopravvissuti erano legate al loro interno e le une alle altre da vincoli che sono stati brutalmente e improvvisamente spezzati: “La Shoà infranse questi legami lasciando il vuoto – sostiene Dina Wardi. - Quindi il ruolo di candela della memoria ha a che fare sia con le esperienze vissute dai genitori durante lo sterminio, sia con il tentativo di riannodare quei fili che avevano legato i genitori alle loro famiglie allargate, alla loro comunità".
Il professor Christoph Cornelissen, professore di Storia Contemporanea presso l’Università di Francoforte, indaga la visuale del versante opposto, quello tedesco: tema tornato negli ultimi giorni alla ribalta quando la Grecia ha chiesto alla Germania il risarcimento dei danni di guerra.
L’immagine del passato – sostiene Cornelissen – è mutata con il cambiare delle generazioni e degli attori (i contemporanei della guerra mondiale e i loro successori, gli appartenenti all’elite politica, ma anche gli storici); di conseguenza è cambiata radicalmente la cultura della memoria tedesca della seconda guerra mondiale.
Nel frattempo la cancelliera ed i rappresentanti della politica visitano i “luoghi delle stragi” in Italia e in Grecia, ma ciò non significa che lo Stato sia disposto ad assumersi completamente e finanziariamente la responsabilità per le conseguenze dell’occupazione tedesca.
Un altro risvolto della memoria traumatica e bellica, per certi versi inesplorato, è quello delle testimonianze orali: il professor Christoph U. Schminck Gustavus, docente di Storia del diritto presso l'Università di Brema, dedica la sua relazione ai valori e limiti della trasmissione orale della storia. Schminck osserva che gli storici si sono basati spesso solo sulle testimonianze di personaggi di primo piano nel tramandare gli eventi. Coloro, invece, che non hanno "fatto", ma subito le decisioni dei "protagonisti" non sono stati ascoltati. Solo di recente questa situazione è cambiata e la "oral history" è diventata quasi una moda nella storiografia moderna.
Di rilievo l'apporto degli psicoterapeuti della Società Psicoanalitica Italiana nell'affrontare i risvolti di memoria ed oblio nell'inconscio profondo.