Cultura
“Memorabilia”: le opere di Franco Vecchiet al museo Revoltella
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- Pubblicato Lunedì, 17 Febbraio 2014 09:35
- Scritto da Federica Luser
Trieste -Si è inaugurata sabato 15 febbraio alle ore 17.30 al Museo Revoltella , la mostra personale dell’artista triestino Franco Vecchiet che rimarrà aperta fino al 30 marzo.
Curata da Giulia Giorgi “Memorabilia” presenta uno spaccato dei vari cicli di lavoro che hanno impegnato il maestro negli ultimi 10 anni. Come costellazioni di un cielo personale, le ha definite così lo stesso Vecchiet, le opere selezionate ci introducono nel suo mondo fatto di visioni, gioco e sperimentazione.
“Mi muovo tra tradizione e innovazione, tra un desiderio di permanenza dell’opera e la sua fugace temporaneità” scrive nella monografia, così nelle sale del Museo Revoltella si alternano incisioni, sculture, libri d’artista, installazioni e collage. Incisioni in primis perché Vecchiet nasce incisore, allievo negli anni ’60 alle Accademie di Lubiana, allora tra le più all’avanguardia in Europa, e di Urbino, e di Augusto Cernigoj e Lojze Spacal a Trieste, che gli permettono un approccio molto libero ad una tecnica tradizionale. E se già in quegli anni non si limitava ai segni tradizionali ma sperimentava opere con impronte di pneumatici di automobili e camion, oggi in mostra presenta alcune serie del ciclo “Pavimenti”, in cui mostra attraverso il calco dei pavimenti di alcune aule in cui ha insegnato a Trieste, Venezia e Parigi quanto fossero diversi i modi d’insegnamento nelle diverse scuole.
I segni dell’acqua alta di Venezia distinguono inesorabilmente le tavole della vecchia sede della Scuola Internazionale di grafica, il linoleum dell’Istituto d’Arte di Trieste restituisce l’idea dello sfregamento delle sedie degli alunni su di esso, mentre la stampa del retro del pavimento dell’Accademia di Belle Arti di Parigi riporta macchie dei materiali più svariati. Anche dove l’occhio non può arrivare il segno del tempo nel lavoro dell’uomo può essere reso visibile, e si possono soprattutto evidenziare le differenze di approccio ad esso.
In ogni ciclo o singola opera c’è studio, osservazione, ma anche incredibile fantasia e senso ludico, sì perché Franco Vecchiet quando lavora si diverte e ogni suo lavoro diventa motivo di nuova ricerca, studio dei materiali e osservazione della realtà, nel senso che riesce ad adattare materiali diversi che di volta in volta soddisfano il filo del suo pensiero. Come nella tele, iniziate nel 2001 e ultimate nel 2014, lavorate con il sale che se da una parte ci ricorda la nostra appartenenza ad una città di mare, dall’altra ci porta lontano a un cielo di stelle di sale. O nei “Diari”, serie di collage su cui lavora dalla fine degli anni ’90 e in cui raccoglie frammenti di vita sotto forma di ritagli di giornale, riviste, manifesti, biglietti dell’autobus che documentano il mondo che lo circonda e scandiscono il passare del tempo, come pagine di diario in cui le annotazioni in merito agli stati d’animo sono sottolineate da impercettibili segni che sottolineano la diversità di un giorno rispetto a un altro e allo stesso tempo la loro somiglianza. Collage che poi diventano immagine sulle pagine in piombo di una serie di libri d’artista, ancora una volta oggetto-metafora del passare dei giorni, mesi e anni.
L’approccio concettuale di Franco Vecchiet al fare arte è documentato in questa esposizione anche dal Museo degli aeroplani di carta, un work in progress nato negli anni ’90 quando i bombardieri americani sorvolavano la nostra città prima di scaricare le loro pance piene di morte sulla Serbia, che vede l’apporto di 50 di artisti, 20 quelli rappresentati al museo Revoltella, una sorta di scultura collettiva diffusa che, oltre a un significato estetico, vuole avere anche un valore etico: “gli aeroplani di carta in contrapposizione ai bombardieri di acciaio”. Etica che è sempre presente nel pensiero di Franco Vecchiet che sottolinea così il suo lavoro: “L’arte è una delle rare situazioni dove c’è ancora spazio per la poesia, per l’immaginazione, dove possiamo scegliere in libertà cosa fare, cosa produrre e con quali mezzi e metodi, scegliere e modellare il nostro mondo e noi stessi”.
Mostra realizzata con la partecipazione dell’Associazione culturale per l’arte KONS, organizzata dal Comune di Trieste, l’Unione Culturale Economica Slovena – Slovenska kulturno-gospodarska zveza SKGZ-
"EContemporary": continuano con gli aperitivi con gli artisti.
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- Pubblicato Giovedì, 13 Febbraio 2014 14:19
Trieste - Continua l'iniziativa degli aperitivi con l'artista presso lo spazio espositivo EContemporary e sabato 15 febbraio dalle 18 alle 20 per una simpatica ed amichevole conversazione, sarà la volta degli artisti Paolo Polenghi e Luigi Merola in merito alle loro opere esposte nell'attuale mostra "Divagazioni Scultoree" .
Lo Spazio Espositivo EContemporary(Elena Cantori Contemporary) si trova in Via Crispi, 28 – Trieste.
Si può visitare il sito www.elenacantori.com. L' orario per visitare la galleria dal giovedì al sabato dalle 17 alle 20 gli altri giorni su appuntamento.
Conversazioni d’arte contemporanea alla Scuola del Vedere
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- Pubblicato Mercoledì, 05 Febbraio 2014 17:09
- Scritto da serenella dorigo
Trieste – Si rinnova l’appuntamento con la Scuola del Vedere/Accademia Belle Arti, giovedì 13 febbraio 2014, alle ore 20, nella sede della scuola, - via Rittmeyer n 18, a Trieste, I piano, - per la serie d’incontri dedicati all’arte contemporanea condotti da esperti. Avranno luogo sempre nella giornata di giovedì fino al 17 aprile.
Inizierà la pittrice di icone Carolina Franza, la serata sarà introdotta da Antonio Cattaruzza e nell’incontro verranno analizzate in dettaglio alcune immagini dell’autrice, scendendo nella profondità dei significati linguistici e nel contenuto specifico del messaggio evangelico, in particolare dei misteri dell’Incarnazione e della Resurrezione.
Per giovedì 20 febbraio, sempre alle ore 20, Roberto Vidali, direttore editoriale della rivista “Juliet”, presenterà il lavoro di Piero Gilardi. L’incontro verterà sul tema caro all’autore e da lui teorizzato anche in un libro: “Dall’arte alla vita, dalla vita all’arte”. Il 27 febbraio sarà la volta del pittore Walter Bortolossi, la serata sarà introdotta dal critico Maria Campitelli. Nell’incontro verrà analizzata in dettaglio il senso della combinazione e stratificazione della sua opera, quasi interamente rivolta a una sorta di grande collage pittorico che non è esagerato riferire al mondo laico dell’Illuminismo.
Giovedì 6 marzo avrà luogo l’incontro con il fotografo Luigi Tolotti. La serata sarà costruita in dialogo con la stilista Daniela Giacometti e verrà analizzata in dettaglio le modalità della tecnica di ripresa con foro stenopeico e delle modalità di stampa rayografiche.
Per giovedì 13 marzo ci sarà il pittore Carlo Piemonti, ad introdurre la serata sarà Alessandra Vicari. Nell’arco della serata verrà approfondito il significato di alcune opere recenti che sono state esposte di recente nella sede di AdFormandum. I termini ricorrenti del dibattito saranno quelli di “interruzione”, “taglio arbitrario” “frammentazione”, “presa di possesso sulla realtà”.
Giovedì 20 marzo sarà la volta dell’ incontro con l’artista Anna Pontel a presentare l’incontro l’architetto, Elena Carlini e si discuterà attorno al tema “Spazi & Arte”. Anna Pontel mette in relazione spazio e corpo umano attraversando vari media, dall’abito alla scultura fino all’architettura: in questo senso il movimento è sempre implicito ma non ne conosciamo il percorso, dobbiamo scoprirlo. Lo spazio tra corpo umano e paesaggio verrà analizzato all’interno di un percorso attraverso l’opera di un’autrice che costruisce involucri leggeri e percorsi di parole.
Giovedì 27 marzo ci sarà la pittrice Raffaella Busdon, modera Francesco Grazioli. Nell’incontro verranno, quindi, analizzate in dettaglio alcune immagini dell’autrice, soffermandosi in particolare sulla rivisitazione delle tematiche della figura e del ritratto.
Il 3 aprile avrà luogo l’incontro con la pittrice Elisabetta Bacci. La serata sarà presentata da Gianni Spizzo. Nell’incontro verranno toccati i temi del colore simbolico e della public art.
Giovedì 10 aprile ci sarà l’artista Fabio Fonda, introduce Serena Mizzan, tema della serata sarà la “Pittura digitale” verranno offerte in testimonianza delle campionature figurative e toccati i temi della AR (realtà aumentata).
Infine, giovedì 17 aprile, Elena Carlini parlerà del lavoro di Manuel e Francisco Aires Mateus, architetti di chiara fama,si discuterà di spazi e architettura contemporanea, e in questo senso, la ricerca dei fratelli Mateus, protagonisti del panorama architettonico portoghese, è esemplare di un lavoro svolto tra rigorosa geometria, fantasia e senso del luogo; talvolta sfidando la forza di gravità le loro architetture sono al tempo stesso arcaiche ed elegantemente contemporanee.
Ad ogni incontro seguirà una discussione aperta sugli argomenti toccati nella serata con la possibilità di chiedere ulteriori approfondimenti.
L'inizio modulo e iscrizioni ai dieci incontri d’arte contemporanea si terranno ogni giovedì alle ore 20 presso la Scuola del Vedere (via Rittmeyer n 18, a Trieste). Il costo per cinque incontri è di 60 euro, mentre per l’intero ciclo il costo è di 120 euro. Gli incontri sono organizzati dall’Associazione Juliet. Per ulteriori info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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