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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

“Memorabilia”: le opere di Franco Vecchiet al museo Revoltella

“Memorabilia”: le opere di Franco Vecchiet al museo Revoltella

Trieste -Si è inaugurata  sabato 15 febbraio alle ore 17.30 al Museo Revoltella , la mostra personale dell’artista triestino Franco Vecchiet che rimarrà aperta fino al 30 marzo.

Curata da Giulia Giorgi “Memorabilia” presenta uno spaccato dei vari cicli di lavoro che hanno impegnato il maestro negli ultimi 10 anni. Come costellazioni di un cielo personale, le ha definite così lo stesso Vecchiet, le opere selezionate ci introducono nel suo mondo fatto di visioni, gioco e sperimentazione.

“Mi muovo tra tradizione e innovazione, tra un desiderio di permanenza dell’opera e la sua fugace temporaneità” scrive nella monografia, così nelle sale del Museo Revoltella si alternano incisioni, sculture, libri d’artista, installazioni e collage. Incisioni in primis perché Vecchiet nasce incisore, allievo negli anni ’60 alle Accademie di Lubiana, allora tra le più all’avanguardia in Europa, e di Urbino, e di Augusto Cernigoj e Lojze Spacal a Trieste, che gli permettono un approccio molto libero ad una tecnica tradizionale. E se già in quegli anni non si limitava ai segni tradizionali ma sperimentava opere con impronte di pneumatici di automobili e camion, oggi in mostra presenta alcune serie del ciclo “Pavimenti”, in cui mostra attraverso il calco dei pavimenti di alcune aule in cui ha insegnato a Trieste, Venezia e Parigi quanto fossero diversi i modi d’insegnamento nelle diverse scuole.

I segni dell’acqua alta di Venezia distinguono inesorabilmente le tavole della vecchia sede della Scuola Internazionale di grafica, il linoleum dell’Istituto d’Arte di Trieste restituisce l’idea dello sfregamento delle sedie degli alunni su di esso, mentre la stampa del retro del pavimento dell’Accademia di Belle Arti di Parigi riporta macchie dei materiali più svariati. Anche dove l’occhio non può arrivare il segno del tempo nel lavoro dell’uomo può essere reso visibile, e si possono soprattutto evidenziare le differenze di approccio ad esso.

 

In ogni ciclo o singola opera c’è studio, osservazione, ma anche incredibile fantasia e senso ludico, sì perché Franco Vecchiet quando lavora si diverte e ogni suo lavoro diventa motivo di nuova ricerca, studio dei materiali e osservazione della realtà, nel senso che riesce ad adattare materiali diversi che di volta in volta soddisfano il filo del suo pensiero. Come nella tele, iniziate nel 2001 e ultimate nel 2014, lavorate con il sale che se da una parte ci ricorda la nostra appartenenza ad una città di mare, dall’altra ci porta lontano a un cielo di stelle di sale. O nei “Diari”, serie di collage su cui lavora dalla fine degli anni ’90 e in cui raccoglie frammenti di vita sotto forma di ritagli di giornale, riviste, manifesti, biglietti dell’autobus che documentano il mondo che lo circonda e scandiscono il passare del tempo, come pagine di diario in cui le annotazioni in merito agli stati d’animo sono sottolineate da impercettibili segni che sottolineano la diversità di un giorno rispetto a un altro e allo stesso tempo la loro somiglianza. Collage che poi diventano immagine sulle pagine in piombo di una serie di libri d’artista, ancora una volta oggetto-metafora del passare dei giorni, mesi e anni.

L’approccio concettuale di Franco Vecchiet al fare arte è documentato in questa esposizione anche dal Museo degli aeroplani di carta, un work in progress nato negli anni ’90 quando i bombardieri americani sorvolavano la nostra città prima di scaricare le loro pance piene di morte sulla Serbia,  che vede l’apporto di 50 di artisti, 20 quelli rappresentati al museo Revoltella, una sorta di scultura collettiva diffusa che, oltre a un significato estetico, vuole avere anche un valore etico: “gli aeroplani di carta in contrapposizione ai bombardieri di acciaio”. Etica che è sempre presente nel pensiero di Franco Vecchiet che sottolinea così il suo lavoro: “L’arte è una delle rare situazioni dove c’è ancora spazio per la poesia, per l’immaginazione, dove possiamo scegliere in libertà cosa fare, cosa produrre e con quali mezzi e metodi, scegliere e modellare il nostro mondo e noi stessi”.

Mostra realizzata con la partecipazione dell’Associazione culturale per l’arte KONS, organizzata dal Comune di Trieste, l’Unione Culturale Economica Slovena – Slovenska kulturno-gospodarska zveza SKGZ-

Chi siamo

Direttore: Maurizio Pertegato
Capo redattore: Tiziana Melloni
Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
Redazione di Udine: Fabiana Dallavalle

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