Cultura
Inaugura “Essere/i Umani”: personale di Barbara Tedesco
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- Categoria: Arte
- Pubblicato Martedì, 21 Aprile 2015 07:16
Trieste - Si inaugura Mercoledì 22 aprile alle ore 18.00, presso InnCentro (Trieste-Via Ponchielli, 3/B) la personale dell’artista triestina Barbara Tedesco, intitolata “Essere/i Umani” che resterà aperta fino al 30 giugno 2015.
“Per la Tedesco - scrive Franco Rosso nella presentazione - la figura umana e i volti rimangono i temi prediletti della sua ricerca espressiva che anche in questa ultima esposizione declina coniugando espressionismo e verismo, ma indugiando sul sintetismo e la stilizzazione: il tutto animato da una forte energia visionaria ed emozionale che traduce, allo stesso tempo, angoscia e stupore, dolore ed esaltazione. Barbara Tedesco focalizza l’indagine tematica sul mondo dell’infanzia e degli affetti familiari , che diventano il medium intelligente per portare alla luce le proprie emozioni più profonde, attraverso una figurazione spirituale , conciliando emozioni e intelligibilità , coniugando il visibile e il nascosto, la percezione e la riflessione: uno strumento visionario per parlare delle gioie intime ma anche dell’angoscia per il futuro di tutti attraverso una riflessione pittorica che diventa figurazione spirituale di idee”
Barbara Tedesco è nata nel 1970 a Trieste, città dove vive e opera. Ha frequentato seminari di incisione e acquerello a Venezia, mentre a Trieste ha frequentato i corsi di acqueforte con Mirella Schott Sbisà e di modellato d’argilla con Laura Modolo e per un lungo periodo è stata allieva di Paolo Cervi Kervischer. Negli ultimi anni frequenta il laboratorio BRA11 di Laura Cosmini.
Ha fatto parte del “Gruppo 78” partecipando a varie iniziative artistiche ed è stata invitata in varie colonie per artisti in Austria e Slovenia. Ha esposto in qualificate rassegne collettive e allestito mostre personali in Croazia, a Trieste, Udine e in altre città italiane.
"Un'idea di pittura" a Casa Cavazzini, un viaggio nella pittura analitica italiana
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- Categoria: Arte
- Pubblicato Lunedì, 20 Aprile 2015 14:24
- Scritto da Timothy Dissegna
Udine - L’idea comune che, nelle mostre di pittura contemporanea, la cosa più interessante da ammirare sia l’estintore alla parete, non è sempre sbagliata: sculture contorte, dipinti senza una forma definita, oggetti che sembrerebbero non aver alcun lato artistico spesso fanno nascere perplessità nei volti del pubblico, pronto a pentirsi di aver speso i soldi del biglietto. E anche se può sembrare di questo avviso la mostra “Un’idea di pittura. Astrazione analitica in Italia 1972-1976”, ospitata presso Casa Cavazzin dal 28 febbraio al 3 giugno, le apparenze ingannano.
Grandi opere, tra pittura e installazioni, coinvolgono lo spettatore in un viaggio attraverso la pittura analitica degli anni ’60 e ’70, firmate da grandi nomi dell’epoca come Carlo Battaglia, Enzo Cacciola, Claudio Olivieri e molti altri. Il movimento nacque in un periodo storico di grandi cambiamenti, grazie alla volontà di artisti innovativi che volevano rompere definitivamente gli schemi dell’arte accademica, per dar vita a dipinti e creazioni che coinvolgessero in prima persona chi le guarda, facendolo pensare sui loro possibili significati.
Sicuramente, davanti ai quadri e alle installazioni esposte, c’è molto da pensare. Perché presenta colori e forme totalmente diversi da quell’arte classica e abituale che possiamo ammirare in qualsiasi museo o chiesa, senza la presenza di un soggetto specifico ma puntando solo su mirati studi di colore, stesi dalla tela grezza fino ai materiali plastici. O i giochi di luce e contrasti, che scompongono le immagini, creano illusioni e figure che fanno nascere nell’animo umano i più svariati stati d’animo, dalla serenità fino a un sentito fastidio sottopelle.
L’esposizione, curata da Fabio Belloni e Vania Gransinigh, non ospita solo artisti italiani, ma anche grandi esponenti dei movimenti analitici internazionali, da quello francese a quello statunitense. Furono loro a ispirare i protagonisti nostrani di questa corrente artistica, nota anche come “pittura pittura” o “pittura pura”, e quelle loro opere mostrano allo spettatore una nuova finestra sul modo di osservare la realtà, non più rappresentandola fedelmente ma a seconda dell’animo dell’autore.
“Un’idea di pittura” si integra perfettamente con la collezione FRIAM, stabilmente ospitata al secondo piano di Casa Cavazzini, dono dei più noti personaggi dell’arte contemporanea degli anni ’70, che decisero di donare alcune loro opere al Friuli dopo il sisma del 1976. Il percorso della mostra temporanea racconta di uno stile che va controcorrente rispetto alla omologazione delle immagini, tipica della nostra società, e pone tutti noi di fronte all’intricato quesito della complessità.
(Foto Messaggero Veneto)
Salone del mobile di Milano, c'è anche una giovane architetto triestina con il progetto “Sit.me”
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- Pubblicato Venerdì, 17 Aprile 2015 22:13
- Scritto da Daniele Benvenuti
Milano - C’è anche una giovane architetto triestina, Monica Maraspin, col suo lavoro “Sit.Me”, al Salone internazionale del Mobile e del Complemento d’Arredo che si svolge dal 14 al 19 aprile, proponendo sempre maggiori novità del settore che comprende, quest’anno, anche le biennali Workshop3.0 (dedicato all’arredo da ufficio) ed Euroluce, oltre a laboratori diffusi in varie zone di Milano città. In uno di questi è esposto l’interessante lavoro di Monica Maraspin, “Sit.Me”.
2100 espositori su più di 200.000 metri quadrati espositivi: questi i numeri del più grande evento del genere a livello internazionale, che ha permesso un grande sviluppo e successo dello stile, della qualità e della commercializzazione made in Italy nel mondo in tutti questi anni.
Moltissimi i piccoli espositori internazionali quest’anno, provenienti soprattutto dall’Europa dell’est (Polonia) e del Far East (Korea, Giappone, ecc.) che con le loro idee ed estetiche caratteristiche hanno portato energia e novità di cui questo settore, visto anche il particolare periodo, ha certamente un gran bisogno.
Nei padiglioni 22 e 24 – gli stessi di Workplace3.0 – e con ingresso gratuito al pubblico, torna il SaloneSatellite, legato a l’EXPO col progetto “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” – dedicato al tema “Pianeta vita”. Ad esso sono dedicate quattro installazioni molto suggestive e sono ben settecento i giovani designer selezionati, assieme a 18 scuole internazionali di design, che presentano i loro progetti sfidandosi anche in un concorso internazionale. Non solo esposizione, dunque, ma tante attività, eventi, laboratori e progetti legati non solo al settore ma che abbracceranno diversi temi e settori, come è giusto che sia in un mondo sempre più connesso e multidisciplinare.
Abbiamo raggiunto Monica Maraspin, che ci parla del suo progetto.
Può spiegare brevemente cos’è Sit.Me?
È la stilizzazione di una silhouette, una sagoma che si materializza da un foglio di lamiera piegato, dando vita ad un componente d'arredo che isolato, che accoppiato o ripetuto crea diverse situazioni e funzioni. Seduta, contenitore, multifunzione. Funzioni mutevoli per una forma flessibile che si adatta ai gusti e ai modi di stare del fruitore.
Come nasce e a chi è rivolto il progetto?
Nasce da una modalità dello “stare”, ovvero da una posizione che uno assume, la posizione di un corpo raccolto su se stesso. Sit.Me gioca su due valenze: Siediti e mettimi seduto/a. Si gioca quindi sulle diverse modalità di seduta. A seconda dei volumi e della posizione, l’oggetto può svolgere diverse funzioni, in verticale, ad esempio, diventa un portariviste/modulo contenitore mentre in orizzontale è una comoda chaise longue dotata di cuscini che scompaiono all’occorrenza.
A chi guarda Sit.Me?
Al privato, che desidera dare un tocco di modernità e stile ergonomico alla propria casa, quindi come complemento d’arredo, ma anche al pubblico attraverso l’idea di rendere più belli e meno degradati spazi pubblici e urbani quali parchi, metropolitane, stazioni, aeroporti.
Come mai si presenta “fuori salone”?
È la prima volta che prendo parte al fuori salone. Sono stata selezionata nel circuito “Centrale FS-Design HUB che è organizzato dall’associazione+studio AArch-Mi, patrocinato dal Comune di Milano con l’obiettivo di collaborare con un progetto a livello regionale di riqualificazione urbana e di spazi abbandonati della zona Stazione e Magazzini raccordati di Milano.
Impressioni e aspettative?
È ancora presto per dirlo, siamo appena giovedì, comunque ho visto abbastanza fermento, voglia di collaborare e condividere idee e sinergie e, perché no, mettersi in mostra con il proprio progetto per farsi conoscere sia dal cliente privato che dall’azienda pubblica.
Daniele Benvenuti
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