Cultura
Continua l’attività dell’Associazione Juliet con la mostra “Gardens of Eden” di Tjaša Iris al mini mu
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- Categoria: Arte
- Pubblicato Martedì, 09 Giugno 2015 18:02
- Scritto da redazione ilfriuliveneziagiulia
Trieste - Sabato 13 giugno 2015, alle ore 18.30, nello spazio espositivo del Mini Mu si terrà l’apertura della mostra di Tjaša Iris, dal titolo “Gardens of Eden”.
Come ricorda il critico d’arte Roberto Vidali, “Le differenti proposizioni delle opere qui esposte convergono sul senso e il gusto per una pittoricità fedele a una procedura che solo apparentemente può essere definita di tipo ‘tradizionale’. Nei suoi dipinti vive, infatti, sin dagli esordi l’evocazione iconografica di una storia sì del paesaggio, ma filtrato da colori edulcorati, talvolta cromaticamente aggressivi. Le squillanti cromie - a tratti acide - fanno, infatti, da contrappunto a scenari idilliaci, quasi edènici, ma in eguale misura debitori di certa cultura psichedelica. Non a caso, la stessa autrice, rivendica, per propria ammissione, una suggestione del colore simile alla musica, una musica che affonda le sue radici nella cultura degli anni ‘60 e ‘70, fertile periodo da cui poter attingere la fascinazione per l’esotismo e il mistero, il viaggio lontano, lo sguardo nel profondo della psiche, la ricerca spirituale e l’indagine nell’oscurità della coscienza”.
Continua Vidali, ”Qui dobbiamo dimenticare i colori innaturali di Gauguin, qui dobbiamo accantonare i contrasti complementari di Matisse e mettere da parte le campiture dell’astrazione geometrica americana. Tašja Iris è, in un certo senso, ancora più radicale.
Sebbene profondamente legata al soggetto figurativo e a un tema carico di una storia passata, il cosiddetto paesaggio, un tema poi, a seguito delle rivoluzioni operate dalle avanguardie, considerato retrivo e obsoleto, la sua pittura è all’opposto un’esplosione cromatica che gioca non solo sul contrasto cromatico e sulla spezzatura delle campiture, ma che fa anche abbondantemente uso di colori acidi e squillanti. Il pigmento impiegato è acrilico e perciò bisogna pensare all’intera gamma delle tinte artificiali prodotte per sintesi chimica a partire dagli anni Cinquanta e alle possibilità indirette di dilatare lo spettro cromatico. Gli effetti di brillantezza del colore appiattito e frastagliato conduce a un effetto di caotica bidimensionalità, conduce a figure e ambientazioni non solo semplificate, ma anche un po’ irreali.
La natura diventa fintamente lussureggiante; cioè quasi edulcorata, rinviando a una ben precisa modalità di superamento del modello naturalista. Non c’è più ombra, né tono locale, né risaltano i volumi dei corpi. L’insieme è fiammeggiante e l’immagine diviene, per assurdo, abbastanza irreale, tanto che il piacevole e riposante verde degli alberi diviene acido e l’azzurro del cielo può diventare fuoco vivo”.
La serata, realizzata sotto l’egida della Provincia di Trieste, è stata organizzata dall’Associazione Juliet. Il rinfresco sarà offerto da Villa Parens di Giovanni Puiatti. La mostra proseguirà fino al 15 luglio, con orario di visita il lun / mer / ven dalle 16.00 alle 18.00. Per ulteriori info: 393 9706657.
Sede della mostra: Trieste, all’interno del comprensorio del parco di san Giovanni, via E.Weiss n. 15.
EContemporary con “Un gioiello di fotografia”: per una mostra che vi sorprenderà
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- Pubblicato Martedì, 09 Giugno 2015 17:35
- Scritto da redazione ilfriuliveneziagiulia
Trieste - Da sempre la galleria EContemporary di Trieste è attenta al design d’autore e venerdì 12 giugno dalle 17.30 in poiil pubblico potrà ammirare dei piccoli gioielli nati dalla creatività del designer pordenonese Nuccio e del famoso fotografo toscanoEuro Rotelli.
Le fotografie di Rotelli sono state interpretate e rielaborate dalla creatività di Nuccio attraverso l'utilizzo di materiali preziosi quali l’argento, le pietre e l’oro, fino a trasformarle in gioielli unici e originali.
Ognuno di essi rimanda a un significato simbolico, un segno che, unito alla singolare bellezza, rende assolutamente personale ed esclusivo questo oggetto d’arte.
Un evento nell’evento in quanto i particolarissimi gioielli di questi due artisti saranno circondati dalle opere della mostra attualmente in corso“Imprevedibile Imprevisto”. Le opere degli artisti Sergej Glinkov, Luigi Merola, Patrizia Miliani, Marinella Perosa, Paolo Polenghi, Andrea Princivalli, Nanni Spano e lo stesso Euro Rotelli mettono in risalto la filosofia della galleria tesa a proporre la creatività espressa in tutte le sue forme passando dalla pittura, scultura alla fotografia contemporanea e al design.
Spazio Espositivo EContemporary(Elena Cantori Contemporary) Via Crispi, 28 – Trieste
www.elenacantori.comQuesto indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo." target="_blank">Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. tel. 328-7349711
Orario estivo della Galleria: dal giovedì al sabato dalle 17.00 alle 20.00 gli altri giorni su appuntamento
“Vicinanze”: collettiva alla trart
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- Pubblicato Lunedì, 25 Maggio 2015 23:49
- Scritto da redazione ilfriuliveneziagiulia
Trieste – S’inaugura, sabato 30 maggio alle ore 18 alla galleria trart, la collettiva “Vicinanze” con le opere di Claudia Cervo Massimo de Angelini Abdelatif Habib Mohammed Hajhouj.
L’Atlantico e il Pacifico sono i mari delle distanze, il Mediterraneo è il mare della vicinanza scrive Pregdrag Matvejevic in Breviario Mediterraneo. La mostraVicinanze offre una prospettiva ampia del bacino del Mediterraneo, proponendo le opere di due artisti marocchini, Abdelatif Habib e Mohammed Hajhouj e di due artisti italiani, Claudia Cervo e Massimo de Angelini. che nonostante abbiano punti di vista diversi, perchè partono da culture diverse - caratterizzate da tratti simili, per la vicinanza dello stesso mare e al medesimo tempo differenti per costumi e tradizioni storiche -il loro sentire è comune. Come nell’uso dei materiali. La juta ad esempio che viene utilizzata da Habib, de Angelini e Cervo: essa diventa il supporto ideale per le loro creazioni, un materiale grezzo spesso tratto da vecchi sacchi. Habib la adopera grezza o la colora, soprattutto con colori primari quale il rosso, la taglia e la ricuce, crea delle stratificazioni, facendole perdere la sua funzione primaria di stoffa per raggiungere un valore plastico di forma. Le sue opere così raggiungono una vibrazione emozionale che costituisce un linguaggio o meglio una grafia del tutto personale.
Per de Angelini e Cervo invece la juta diventa sfondo, diventa il luogo ideale in cui si articola la composizione, in cui si muovono le figure, dipinte per Cervo e mute, rappresentazione di un’umanità senza alcuna connotazione particolare che ci permetta di riconoscerla quale razza, un’umanità che ci rappresenta tutti come uomini e donne apparentati unicamente dalla consapevolezza di essere protagonisti della propria vita fatta di emozioni e di sentimenti. Sagome di foglia di legno invece per de Angelini che le compone nello spazio come testimoni di un destino ineluttabile, figure solitarie e frontali, o riunite a costruire una folla o disposte in fila, lungo un sentiero, pronte a continuare il proprio cammino, evidente metafora del procedere della vita verso il proprio destino.
Diverso il discorso per Hajhouj che invece presenta una piccola barca di legno su cui ha modellato sagome di terracotta assiepate e urlanti, impaurite e sottomesse da una figura che dalla prua incombe su di loro, lancia ordini e invettive. Una figura dominante che, da sola, riesce a dirigere la barca dove e come meglio crede, imponendo dall’alto del suo potere la propria volontà a chi, sottomesso è costretto ad ubbidire. Un’opera fortemente drammatica cui fanno da contorno una serie di dipinti in cui i volti urlanti di un’umanità straziata dal dolore fa da contraltare al silenzio imposto dalle figure mute di de Angelini e Cervo.
trart - viale xx settembre 33, Trieste. Orario: gio-sab 17.30 - 19.30
www.trart.it Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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