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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

“Vicinanze”: collettiva alla trart

“Vicinanze”collettiva alla trart

Trieste – S’inaugura, sabato 30 maggio alle ore 18 alla galleria trart, la collettiva “Vicinanze” con le opere di Claudia Cervo Massimo de Angelini Abdelatif Habib Mohammed Hajhouj.

L’Atlantico e il Pacifico sono i mari delle distanze, il Mediterraneo è il mare della vicinanza scrive  Pregdrag Matvejevic in Breviario Mediterraneo. La mostraVicinanze offre una prospettiva ampia del bacino del Mediterraneo, proponendo le opere di due artisti marocchini, Abdelatif Habib e Mohammed Hajhouj e di due artisti italiani, Claudia Cervo e Massimo de Angelini. che nonostante abbiano punti di vista diversi, perchè partono da culture diverse - caratterizzate da tratti simili, per la vicinanza dello stesso mare e al medesimo tempo differenti per costumi e tradizioni storiche -il loro sentire è comune. Come nell’uso dei materiali. La juta ad esempio che viene utilizzata da Habib, de Angelini e Cervo: essa diventa il supporto ideale per le loro creazioni, un materiale grezzo spesso tratto da vecchi sacchi. Habib la adopera grezza o la colora, soprattutto con colori primari quale il rosso, la taglia e la ricuce, crea delle stratificazioni, facendole perdere la sua funzione primaria di stoffa per raggiungere un valore plastico di forma. Le sue opere così raggiungono una vibrazione emozionale che costituisce un linguaggio o meglio una grafia del tutto personale.

Per de Angelini e Cervo invece la juta diventa sfondo, diventa il luogo ideale in cui si articola la composizione, in cui si muovono le figure, dipinte per Cervo e mute, rappresentazione di un’umanità senza alcuna connotazione particolare che ci permetta di riconoscerla quale razza, un’umanità che ci rappresenta tutti come uomini e donne apparentati unicamente dalla consapevolezza di essere protagonisti della propria vita fatta di emozioni e di sentimenti. Sagome di foglia di legno invece per de Angelini che le compone nello spazio come testimoni di un destino ineluttabile, figure solitarie e frontali, o riunite a costruire una folla o disposte in fila, lungo un sentiero, pronte a continuare il proprio cammino, evidente metafora del procedere della vita verso il proprio destino.

Diverso il discorso per Hajhouj che invece presenta una piccola barca di legno su cui ha modellato sagome di terracotta assiepate e urlanti, impaurite e sottomesse da una figura che dalla prua incombe su di loro, lancia ordini e invettive. Una figura dominante che, da sola, riesce a dirigere la barca dove e come meglio crede, imponendo dall’alto del suo potere la propria volontà a chi, sottomesso è costretto ad ubbidire. Un’opera fortemente drammatica cui fanno da contorno una serie di dipinti in cui i volti urlanti di un’umanità straziata dal dolore fa da contraltare al silenzio imposto dalle figure mute di de Angelini e Cervo.

 

trart - viale xx settembre 33, Trieste. Orario: gio-sab 17.30 - 19.30

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