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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Cultura

Personale d’arte al Museo Carà di Daniel Romero Nieto

Personale d’arte al Museo Carà di Daniel Romero Nieto

Muggia (Ts) – Inaugurata giovedì 9 aprile la mostra personale, a cura di Maria Campitelli, “L’origine dell’universo” di Daniel Romero Nieto al museo d’Arte Moderna Ugo Carà a Muggia. È intervenuto il Rettore dell’Università di Trieste Maurizio Fermeglia.

La mostra resterà aperta fino  al 3 maggio con il seguente orario: da martedì a venerdì 17 alle ore 19, il sabato dalle ore 10 alle ore 12  e dalle ore17 alle ore 19, la domenica dalle ore10 alle ore12.

Il progetto artistico descrive nuovi linguaggi pittorici per concepire la realtà, oltre ad offrire una riflessione su come viviamo oggi, sul nostro stadio evolutivo.

Esplora altresì nuove maniere di concepire l'Universo, per ampliare la nostra COSMOVISIONE per assumere la consapevolezza di ciò che rappresentiamo in questo universo e del nostro ruolo. La proposta pretende di attivare le menti passive infondendo “curiosità creativa”: è l’inizio di una nuova via per concepire la nostra realtà.  

Daniel Romero Nieto, nella sua ricerca, vuol far confluire il mondo esteriore e quello interiore in un unico solco; l'oggetto della ricerca scientifica fuori di noi e lo scavo in profondità dentro di noi. Il micro e il macro propongono i medesimi meccanismi in scale diverse ove tutto è connesso.

La pittura, la grafica e una splendida scultura di vetro che dentro di sé ingloba raffinate ramificazioni di rame, raccontano il cosmo e un differente modo di intendere l’arte fatto di reti di connessioni come sinapsi, grumi materici, masse interattive in movimento dove il colore gioca un ruolo determinante.

Daniel Romero Nieto è un artista messicano che vive e lavora in Norvegia presso l'Università della Scienza e Tecnologia nell'ambito delle nano-tecnologie.

Nell'occasione di questa mostra personale l’artista-ingegnere - che aveva già esposto alla Biennale Diffusa a Trieste nel 2011 - presenta anche un libro, frutto di una ricerca quindicennale, con cui elabora il connubio arte-scienza.

Evento promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Muggia in collaborazione con il GRUPPO78, nell'ambito del progetto PRACC (Progetto arte contemporanea Carà).

Il video al seguente link: https://vimeo.com/125411584

 

 

Personale di Matjaž Geder al Mini Mu

Personale di Matjaž Geder al Mini Mu

Trieste - Sabato 11 aprile 2015, alle ore 18.00, nello spazio espositivo del “mini mu” (a Trieste, all’interno del comprensorio del parco di san Giovanni, via E.Weiss n. 15) si terrà l’apertura della mostra di Matjaž Geder, presentata da Robert Inhof, direttore della Galerija Murska Sobota.

Quale idea ci siamo fatti di un’enciclopedia? Pensiamo sia solo una raccolta ordinata delle conoscenze o è anche un insieme di illustrazioni che schematizzano queste conoscenze? Se andiamo con la mente all’immane lavoro dell’Enciclopedia storica (quella degli illuministi, quella alla quale si dedicarono Diderot e d’Alembert), allora comprendiamo che le immagini sono parte integrante del sapere: talvolta le parole impiegate per descrivere non chiariscono veramente e un’illustrazione è talvolta più comprensibile di mille parole. Ecco, i lavori qui esposti, da Matjaž Geder fanno pensare proprio a questa possibilità, ovvero che la parola possa essere succedanea all’immagine. Per dirla in altro modo: tale è la varietà della composizione delle figure impiegate che viene da pensare a una grammatica visiva che si compone sulla base di regole in perenne sviluppo. La varietà della lingua parlata diviene in questo caso la varietà dell’immagine proposta. Varietà nella ripetizione, così come sappiamo che si ripetono gli articoli, i nomi e i verbi.

Si tratta di una miscellanea di immagini comprensibili (diciamo pure riconoscibili): talvolta sono graficizzate come dei timbri o delle sigle, talaltra assumono una diversa veste colorata: si tratta della varianza ovvero delle infinite e mutevoli possibilità offerte dalla materia pittorica. Quindi, non di pittura piatta e caratterizzata dal primo piano esasperato, dalla perdita del dettaglio e dell’aneddoto, bisogna parlare, bensì di una proposizione che si fa stratificazione di variegati cut up, di inserimenti incongrui, di eccitazioni paradossali. L’autore ragiona nei termini di un raptus ironico che conduce a una meta-stabilità ovvero a una multiformità di soggetti e immagini. In questo mondo, a tratti fumettistico a tratti illustrativo, non c’è traccia di vera carne, poiché le figure spesso scompaiono nella fluidità dello sfondo, irreali, in modo da isolare il soggetto dalla superficie che lo contiene. Perdita del centro viene da dire per troppa disponibilità a incorporare una varietà spregiudicata di merce. Questi soggetti  nascono lentamente da una particolare visione interiore: l’immaginazione trasferisce oggetti e situazioni da realtà e ambienti a essi congeniali ad altri surreali; corrispondenze a-logiche di vari ambienti e spazi, tanto che le naturali o convenzionali associazioni vengono trasfigurate, estrapolate dal loro piatto universo. È un ordine inaspettato, insperato, a sorpresa dove tutto è possibile, dove tutto è passibile di trasfigurazione o di naturale contrapposizione, pur facendo parte in misura eguale della mente e dell’operatività dell’artista, proprio perché ognuno è ricco di innumerevoli significati intrinseci, che trovano realizzazione in alterità diverse.

La serata, realizzata sotto l’egida della Provincia di Trieste, è stata organizzata dall’Associazione Juliet con la collaborazione di Elisabetta Bacci.  Il rinfresco sarà offerto da Azienda Agricola Sandi Škerk.

La mostra proseguirà fino al 15 maggio, con orario di visita il lun / mer / ven dalle 16.00 alle 18.00.

Per ulteriori info: 393 9706657.

“Angelo Popesso pittore”: a Udine fino al 29 marzo la mostra per riscoprire la magia dell’arte

“Angelo Popesso pittore”: a Udine fino al 29 marzo la mostra per riscoprire la magia dell’arte
 
Non manca molto alla conclusione della mostra “Angelo Popesso pittore”. Ancora poche tornate tra meraviglia e contemplazione che subito il gran premio di ricordo e celebrazione volgerà al termine. Eppure si sa, gli ultimi giri di pista sono i più emozionanti. Perché accolgono i ritardatari. Perché permettono di godersi per l’ennesima e ultima volta lo spettacolo di sensazioni. Perché rappresentano il momento più alto, gradino del podio pittorico.
 
È per questa e altre numerose motivazioni che Angelo Popesso va riscoperto (e se è il caso conosciuto) proprio approfittando di queste ultime curve. La Chiesa di Sant’Antonio Abate a Udine farà da suggestiva cornice alla mostra ancora fino al 29 marzo, offrendo una panoramica inedita e prestigiosa sul lavoro e la vita di uno dei più amati e ricordati pittori del Friuli, occhio attento all’ambiente rurale e umano in cui ha vissuto, animo emozionato che ha saputo e sa ancora emozionare, mano capace di guidare le pennellate direttamente alla sensibilità più profonda.
 
E tuttavia l’esposizione delle opere di una vita, voluta e organizzata dall’Assessorato alla Cultura della Provincia di Udine con il sostegno della Fondazione CRUP, troverà sua naturale conclusione proprio nel luogo dove il lavoro del “pittore dei gelsi” ha avuto inizio, il negozio “L’amico del pittore”. 
 
Con la visita guidata prevista per venerdì 27 marzo sarà infatti possibile conoscere la sfera più personale, ma al tempo stesso laboriosa e collettiva, dell’artista, non semplice bottega di corniciaio, non semplice laboratorio di lavoro, spazio di esposizione e punto di vendita, non semplice luogo di confronto e condivisione con i contemporanei, ma vero e proprio centro di riferimento per la cultura e l’arte nella Udine della seconda metà del Novecento.
 
“Mio padre apparteneva a una generazione che ha vissuto l'arte come parte integrante della vita. Non un passatempo, quindi, né un modo come un altro per diventare famoso. Assieme ai suoi amici pittori si caricava in spalla tele e cavalletto e in lambretta cercava soggetti da dipingere, partecipava alle ex tempore (frequenti negli anni '60, '70), visitava gallerie e musei… dedicava insomma tutto il tempo possibile alla sua passione, anche a costo di sacrifici. Oggi questo tipo di artista non c'è più. Tutto deve evolversi, giustamente, e rispecchiare il proprio tempo, ma mi sembra giusto che il passato, soprattutto quello che ha in sé valori importanti come l'amore per la natura, il rispetto per il lavoro, l'attenzione per le piccole-grandi cose, non debba essere dimenticato”.
 
Questo il ricordo e il pensiero del figlio Dario Popesso, attuale gestore del negozio di Via Aquileia, depositario e promotore di un senso dell’arte che va riscoperto, che deve essere riscoperto, per poter ancora essere in grado, attraverso la semplicità di un arbusto, di un palazzo o di una figura stilizzata, di raggiungere la più bella e serena delle astrazioni emotive.
 
“Tanti, dopo aver visitato la mostra, mi hanno detto di aver provato un senso di serenità nel guardare i quadri di mio padre e questo è un risultato davvero meraviglioso. Dimostra che il suo discorso è ancora valido e che semplicità e umanità sono esigenze sempre vive. Forse abbiamo bisogno anche di trovare di nuovo nell'arte il potere di emozionare e di parlare in modo comprensibile: il potere di dare qualcosa di più. Una specie di magia, insomma”.
 
Il tempo per ritrovare questa magia c’è ancora, meglio affrettarsi.
 
 
“Angelo Popesso pittore”: Udine, Chiesa di S. Antonio abate,13 febbraio – 29 marzo 2015, orari 10.00 – 12.30 / 16.30 – 19.00 (lunedì chiuso), ingresso gratuito
 

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