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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Cultura

“Catherine Lescault la musa perfetta”: personale del pittore ucraino Sergej Glinkov

“Catherine Lescault la musa perfetta”: personale del pittore  ucraino Sergej Glinkov

 

Trieste – Si inaugura, venerdì 6 marzo alle ore 19, la personale “Catherine Lescault la musa perfetta” del pittore  ucraino Sergej Glinkov, allo spazio espositivo EContemporary di Trieste.

“La mia opera è perfetta, e adesso posso mostrarla con orgoglio. Non esisterà mai un pittore, un pennello, un colore, una tela o una luce in grado di rivaleggiare con Catherine Lescault!” ... Si fermarono di fronte a una figura femminile a grandezza naturale, nuda a metà, che li colmò di ammirazione. (da Il capolavoro sconosciuto, Honoré de Balzac).

Da questo romanzo nasce la filosofia della nuova mostra del famoso pittore ucraino Sergej Glinkov, che, si presenta alla galleria EContemporary di Trieste un progetto di esaltazione del corpo femminile.

Una donna ritratta nelle pose più classiche che enfatizzano la sinuosità e sensualità del corpo. Un corpo che grazie alle cariche pennellate sovrapposte di colori ad olio, alla leggerezza dell'acquarello o alla linearità della china, si dissolve dalla realtà e dalla sua rappresentazione verosimigliante, in modo da permettere all'osservatore di identificarvi le proprie aspettative semantiche.

La pittura di Sergej Glinkov agisce nella de-costruzione della superficie e lascia che siano l’occhio e la mente di chi guarda a ricostruire ciò che resta della forma.

In un’intervista l'artista dichiara: “E’ tutta una questione di fenomenologia della materia e del colore, che per me è l’essenza stessa della pittura. Nessuna pretesa d’innovazione formale o di stile, ma energia vitale messa in circolo tramite il colore e la luce”.

La mostra sarà visitabile sino al 30 aprile 2015.

Spazio Espositivo EContemporary(Elena Cantori Contemporary) Via Crispi, 28 – Trieste
www.elenacantori.cominfo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. tel-328-7349711

Orario: dal mercoledì al sabato dalle 17 alle 20 gli altri giorni su appuntamento

Finissage di “Rit-ratti” allo Spazio espositivo EContemporary

Finissage di “Rit-ratti” allo Spazio espositivo EContemporary

Trieste - Sabato 28 febbraio dalle ore 18.00  in poi presso la galleria EContemporary si svolgerà il finissage della mostra di mosaico contemporaneo “RI-TRATTI lineamenti invisibili". Nel corso del pomeriggio i maestri mosaicisti che hanno animato questa bellissima mostra Mohamed Chabarik, Laura Carraro, Marzia Truant, Amélie Guyonnet e Valentina Rossi, vi accompagneranno nel colorato mondo del mosaico contemporaneo e, con una perfomance dal vivo, vi faranno vedere come si crea un'opera in mosaico. Inoltre in maniera del tutto informale racconteranno l'evoluzione di questa antica arte al confine tra artigianato e pura arte contemporanea.

Spazio Espositivo EContemporary(Elena Cantori Contemporary) Via Crispi, 28 – Trieste
www.elenacantori.comQuesto indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

tel-328-7349711orario: dal mercoledì al sabato dalle 17 alle 20 gli altri giorni su appuntamento

 

Otto artisti alla Trart per trasfigurare l’icona di Peter Pan

Otto artisti alla Trart per trasfigurare l’icona di Peter Pan

Trieste – Domani sabato 21 febbraio alla trart in Viale XX Settembre 33, dalle 18.30 in poi, inaugurazione della mostra Peter con Patrizia Bigarella, Raffaella Busdon, Claudia Cervo, Massimo de Angelini, Alda Failoni, Luca Padua, Denis Riva, Franco Vecchiet.  Introduce Pietro Spirito.

Nella storia di ieri come di domani di Peter Pan, l’ombra del ragazzo mai nato e che non vuol crescere, se ne va per conto suo. Peter Pan è un demone, e come tutti i demoni ha rinunciato al suo essere umano per rincorrere l’eternità. E come ogni demone che si rispetti, Peter conserva l’ambiguità dell’essere che non è più: rincorre la sua ombra per tornare da se stesso, per ricomporre l’unità scissa. Peter non sa amare, non sa e non vuole diventare adulto perché se fosse nato, se fosse nel mondo, non potrebbe più volare.

La sua ombra, come tutte le ombre, è un incubo, è ciò che lui non vuole essere e non vuole diventare. Perciò l’ombra è dispettosa, autonoma, mutevole nella forma e imprevedibile nell’azione, politicamente scorretta.

Gli otto artisti della mostra “Peter” entrano nel mondo di Peter Pan e  ci riportano le magie di quella dimensione. Come Massimo de Angelini, il cui respiro pop lo porta a ritrarre l’ombra di se stesso tra frammenti di specchi che deformano la nostra immagine, in un dialogo continuo e mutante tra la figura specchiata e quella riflessa sul piano dell’ombra.

E chi non ha avuto, nella sua infanzia, una tana-rifugio dove nascondersi: la capanna fatta di cuscini, il folto cespuglio del giardino, la tenda improvvisata sotto il letto? La materica caverna di Franco Vecchiet rimanda al foro scuro dove i giochi prendono forma, dove danzano le fantasie in cui si sommano sogni e paure, dove ogni bimbo un po’ si perde e un po’ si salva.

Anche Patrizia Bigarella fissa nel gioco le coordinate della fantasia. Il suo “portone” ha finestre colorate come piccole isole, un arcipelago visto dall’alto – è Peter che lo guarda volando – dove l’Isola che non c’è brilla come un sasso dorato accanto alla mappa e ai numeri che sembrano altrettanti codici criptati dell’immaginazione.

L’Isola che non c’è di Alda Failoni pare invece uscita da un antico atlante perduto, nelle cui pagine è rappresentato il lato nascosto del mondo, le regioni perdute del Prete Gianni, la Terra di Mezzo. E’ l’isola della memoria,  dove si depositano rimpianti e desideri, gli oggetti del tempo che è stato. Pensieri fluttuanti come spettrali meduse, minuscole creature di un luogo che può essere microscopico, o immenso come una galassia.

Ed eccolo finalmente Peter Pan,  sfrontato scugnizzo mimetizzato con i suoi stessi sogni nella visione di Raffaella Busdon. E’ la seduzione del trasformista, il colore cangiante di un orizzonte che non è mai definito, e invita a rompere le regole, a unirsi al gioco: il richiamo di quella giovinezza irrequieta che è il vero segreto di Peter Pan. Che si ripiega su se stesso quando il mondo, quello “altro”, al di là dell’isola, lo minaccia.

 Il Peter Pan di Claudia Cervo dorme sognando forse il calore di un abbraccio, avvolto da una luminescenza che è il chiarore di un’alba, o forse di un tramonto. O il colore e calore di un amore materno che non si dà, e resta sospeso come una speranza.

Luca Padua, con la forza che nasce dall’argilla, coglie Peter in azione, nella sua posa più scanzonata, pronto a saltare, impavido nel suo essere  pieno di energia, come se uscisse direttamente dalla terra.

 E di nuovo torna il gioco dell’ombra nell’acrilico di Denis Riva. Ed è un’ombra non più giovane, racchiusa nella cornice del suo vissuto dai contorni bruciati, il tempo impresso di una vita con il suo portato di illusioni, giochi finiti, affetti mancati. Invecchierà mai Peter Pan? Dovrà mai lasciare la sua isola per farsi carico del mondo? E la sua ombra, invecchierà con lui? Nella pancia del Coccodrillo l’orologio di Capitan Uncino batte il tempo, e non ci è amico. Nascerà, un giorno, Peter Pan?

Immagine: Opera di Claudia Cervo

trart – viale XX settembre 33, 34126 Trieste. Orario: mart-sab 17.30 – 19.30 www.trart.it Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

tel./fax 040775285

 

 

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