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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

La Procura egiziana ammette: Giulio Regeni torturato per una settimana e ucciso con un colpo in testa

La Procura egiziana ammette: Giulio Regeni torturato per una settimana e ucciso con un colpo in test

Roma - Giulio Regeni è stato interrogato per cinque-sette giorni, e torturato tre volte ad intervalli di 10-14 ore, prima di essere ucciso con un colpo alla testa. A confermarlo è stato il direttore del dipartimento di medicina forense del Cairo, Hisham Abdel Hamid, in un colloquio con il procuratore Ahmad Naji.

"Abbiamo chiesto ad Hisham Abdel Hamid di comparire davanti all'ufficio del procuratore per essere interrogato, e fargli delle domande precise sull'autopsia", ha detto all'agenzia di stampa Reuters una fonte della procura, citata anche dal quotidiano britannico Daily Mail.

Hamid, che sarebbe stato accompagnato da due collaboratori che hanno preso parte all'autopsia, ha ammesso che "durante l'interrogatorio che le ferite sul corpo" di Regeni sarebbero state inferte "a diversi intervalli, di 10-14 ore".

"Questo significa che chi è accusato di averlo ucciso lo stava interrogando per avere informazioni". "L'autopsia", spiega il Daily Mail, riportando quanto detto da un investigatore, "mostra un certo numero di ferite inflitte tutte in una volta, poi ci sono altre ferite inflitte in un secondo momento e un'ultima serie di ferite provocate successivamente". "Ferite e fratture", ha aggiunto la fonte, "provocate in momenti diversi, intervallate, prodotte in un periodo da cinque a sette giorni".

Morte di Giulio Regeni, difficoltà per le indagini italiane al Cairo. Escluse attività diverse dalla ricerca

Morte di Giulio Regeni, difficoltà per le indagini italiane. Escluse attività diverse da ricerca

Roma - Le indagini della Procura di Roma sulla morte di Giulio Regeni sono rallentate dalla scarsa collaborazione da parte delle autorità egiziane. L'inchiesta affidata al pubblico ministero Sergio Colaiocco fa escludere allo stato che la morte del ricercatore sia conseguente ad un incidente stradale, ad una rapina o ad altre cause ma la responsabilità potrebbe essere attribuita ad ambienti che non rifuggono per raggiungere i loro scopi a sevizie, lesioni e percosse, ad opera cioè di "specialisti" del crimine.

Escluso anche che l'aggressione sia conseguente alla frequentazione da parte di Regeni di ambienti ambigui o che il ricercatore facesse uso di sostanze stupefacenti.

C'è il sospetto che il delitto possa ricollegarsi al suo lavoro di ricercatore e per cercare una conferma a questa ipotesi gli investigatori italiani sollecitano una completa collaborazione da parte dell'autorità egiziana attraverso la consegna di documenti, tabulati ed altre informazioni che potrebbero collimare con gli accertamenti fin qui effettuati.

Nessun elemento inoltre conferma che il ricercatore non limitasse il suo lavoro ai rapporti con l'Università di Cambridge. Agli investigatori italiani le informazioni potranno essere fornite dal computer che i genitori di Regeni tempo fa hanno consegnato. Comunque da parte della Procura di Roma è stata presentata alle aziende che gestiscono i social network di avere copia delle password per poter accedere agli account del ricercatore.

È atteso per lunedì prossimo il deposito della relazione di 300 pagine affidata al perito settore Vittorio Fineschi che ha fatto l'autopsia di Regeni una volta che la salma era stata riportata in Italia a pochi giorni dalla scoperta del delitto.

È emerso anche, dalle indicazioni dei colleghi di Regeni, che il giovane aveva manifestato dei timori dopo essere stato fotografato ad una riunione dei sindacati dissidenti, a dicembre dello scorso anno.

Anziano automobilista percorre 10 km contromano in A23. Fermato dalla polizia stradale

Anziano automobilista percorre 10 km contromano in A23. Fermato dalla polizia stradale

Udine - La Polizia stradale nella notte tra il 22 e il 23 febbraio ha fermato un automobilista ottantenne che stava percorrendo contromano l'autostrada A23 tra Gemona e Udine Nord.

L'uomo stava viaggiando sull'autostrada in direzione Tarvisio quando avrebbe realizzato di aver sbagliato direzione. Nei pressi del casello di Gemona, ha invertito il senso di marcia ed ha percorso contromano una decina di chilometri.

Fortunatamente è stato intercettato da una pattuglia della stradale che ha fermato l'uomo, sequestrando l'automezzo. È scattato anche il ritiro della patente. Rischia ora sanzioni fino a 10mila euro.

 

 

 

 

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