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Last updateLun, 27 Feb 2017 8pm

Venzone: celebrati i funerali della giovane Elisa Valent vittima dell'incidente in Spagna

Venzone: celebrati i funerali della giovane Elisa Valent vittima dell'incidente in Spagna

Venzone (Ud) - Circa duemila persone hanno partecipato il 26 marzo ai funerali di Elisa Valent, la studentessa di 25 anni vittima insieme con altre giovani dell'incidente del pullman avvenuto in Catalogna. Nella grande piazza principale del paese si è svolta una cerimonia civile.

Presenti anche la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani e molti sindaci. Al microfono, al centro della piazza, si sono alternati amici e coetanei di Elisa che ne hanno tratteggiato il profilo: "Una ragazza semplice, studiosa e impegnata; una ragazza dal pensiero molto profondo".

Tra questi, Sara, la sorella di Elisa, più giovane di alcuni anni.

Il sindaco di Venzone, Fabio Di Bernardo, ha parlato di "grandissima partecipazione, grande solidarietà. Siamo stati tutti vicino alla famiglia e il nostro compito è continuare a farlo, perché questo è un dramma non solo per la piccola comunità di Venzone ma per tutta l'Italia".

Tragico incidente stradale nei pressi di Udine, perde la vita noto architetto del verde

Tragico incidente stradale nei pressi di Udine, perde la vita noto architetto del verde

Udine - L'architetto udinese Paolo Roiatti, 64 anni, ha perso la vita a seguito di un incidente stradale avvenuto a Remanzacco (Ud) giovedì 24 marzo, intorno alle 22.30, in via Orzano.

Il professionista stava viaggiando su una Saab 900 quando è uscito di strada per cause in corso di accertamento da parte della polizia stradale.

L'auto si è ribaltata più volte, terminando la sua corsa nei campi. Inutili i tentativi di soccorso prestati dagli operatori del 118. Sul posto anche i Vigili del fuoco. L'arch. Roiatti è morto per le gravissime ferite riportate.
    
La comunità di Remanzacco perde un valente progettista di spazi verdi, appassionato di bonsai.

L'arch. Rovatti era attivo nell'animazione culturale locale ed era celebre per aver ideato la vite in miniatura e per aver allestito in una carrozza ferroviaria situata in un terreno di famiglia una sala per incontri e dibattiti.

Aveva collaborato, nel settore del verde, anche con il Comune, per vari lavori sul territorio.

La polizia egiziana uccide 5 uomini di una banda di sequestratori legata alla morte di Giulio Regeni

La polizia egiziana uccide 5 uomini di una banda di sequestratori legata alla morte di Giulio Regeni

Roma - Fonti governative egiziane hanno diffuso il 24 marzo un comunicato in cui fanno sapere che le forze di polizie locali hanno sgominato una banda specializzata in rapine e sequestri nei confronti di stranieri. Cinque suoi componenti sono stati uccisi.

Nel comunicato, riportato dal quotidiano filogoverativo Al-Ahram, si legge che il gruppo criminale "è dietro all'uccisione dell'italiano Giulio Regeni" e in casa di familiari di un componente della banda è stato trovato il passaporto ed altri documenti del ricercatore friulano.

La conferma del ministero dell'Interno egiziano di un collegamento tra la scoperta della banda, annunciata in mattinata, e la morte del giovane ricercatore italiano, è arrivata in serata dopo che per tutta la giornata c'erano state indiscrezioni di fonte giornalistica sul possibile ruolo della banda nel rapimento e nell'uccisione del ricercatore.
 
L'agenzia Mena ha poi diffuso un comunicato dello stesso ministero nel quale si precisa che "il passaporto di Giulio Regeni", assieme ad altri suoi documenti, è stato rinvenuto in un appartamento abitato da familiari di un componente della banda.

Il comunicato del ministero riferisce che "i servizi di sicurezza hanno trovato nell'appartamento un 'handbag' rosso sul quale è stampata la bandiera italiana e all'interno c'è un portadocumenti di colore marrone nel quale si trova il passaporto recante il nome di Giulio Regeni, nato nel 1988, il suo documento di riconoscimento (ID) dell'università americana con la sua foto sulla quale c'è scritto in lingua inglese "assistente ricercatore", il suo documento di Cambridge, la sua carta" di credito "Visa e due telefoni portatili". I servizi di sicurezza "hanno trovato anche un portafogli femminile nel quale si trovano 5 mila sterline egiziane, un pezzetto di materiale scuro che potrebbero essere 15 grammi di cannabis, un orologio".

Nel comunicato del ministero dell'Interno egiziano si precisa che i documenti di Giulio Regeni sono stati trovati nella casa di una sorella di uno dei banditi uccisi. "La residenza, nel governatorato di Qalyubiyya" nel delta del Nilo, a nord del Cairo, "della sorella del principale accusato, che si chiama Rasha Saad Abdel Fatah, 34 anni, è stata presa di mira perché le indagini hanno dimostrato che lui andava da lei di tanto in tanto", si legge nel comunicato.

Il ministero aveva precisato che le forze di sicurezza avevano ucciso alla periferia est del Cairo i componenti di una banda di criminali che, camuffati da poliziotti, "sequestravano" stranieri per derubarli.

"Al momento dell'arresto", tentato nella zona della "New Cairo-5th Settlement", c'è stato "uno scontro a fuoco e tutti i componenti della banda sono rimasti uccisi". Almeno un paio di media egiziani, avevano parlato del sospetto di un legame con la tortura a morte di Giulio Regeni. In un primo tempo il ministero dell'Interno non aveva confermato, ma nemmeno smentito. "Non possiamo dire se sono responsabili della morte di Regeni o meno", aveva detto all'ANSA una fonte ufficiale del ministero dell'Interno.

Si è appreso inoltre che gli investigatori italiani in missione al Cairo sono stati informati dalla polizia egiziana sull'uccisione dei cinque malviventi. Secondo le fonti di El Tahrir, venivano attribuite loro più di 40 rapine e alla "caccia" sfociata nello scontro a fuoco hanno partecipato "forze speciali, formazioni da combattimento ed elementi della sicurezza nazionale".

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Redazione di Trieste: Serenella Dorigo
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