Tremila persone al funerale di Giulio Regeni svoltosi nella palestra di Fiumicello
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- Pubblicato Sabato, 13 Febbraio 2016 16:06
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Fiumicello (Ud) - Si sono svolte nel pomeriggio di venerdì 12 febbraio nella palestra di Fiumicello le esequie di Giulio Regeni. Circa 3000 persone sono intervenute alla celebrazione, un migliaio all'interno e le altre all'esterno, sotto la pioggia, in piedi.
Tutti hanno poi raggiunto il cimitero e hanno abbracciato i genitori al termine della cerimonia funebre.
Il giovane studioso era un riferimento per i giovani del paese, come è emerso dalle testimonianze alternatesi sull'altare.
"Grazie Giulio, per avermi insegnato tante cose. Resta nel mio cuore l'energia del tuo pensiero. Il tuo pensiero, per amare, comprendere, costruire tolleranza. Con affetto, la mamma". È stato questo il messaggio di Paola Regeni, letto sull'altare da un ragazzo.
"Grazie per questo compito di testimonianza. Grazie, grazie e ancora grazie", aveva detto in precedenza il parroco, don Luigi Fontanot, amico del giovane. Con lui sull'altare c'era padre Mamdua, il prete copto che ha impartito la prima benedizione al corpo, al Cairo, dopo il ritrovamento.
Fiumicello per una giornata è diventata crocevia internazionale: nella chiesa-palestra al microfono si sono alternati docenti di Cambridge, colleghi di università ed amici.
Presenti alla celebrazione, a titolo personale, c'erano tra gli altri l'on. Pierferdinando Casini, la governatrice del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, l'ex presidente della Regione Renzo Tondo.
Presente anche il pm Sergio Colaiocco, titolare dell'inchiesta, che ha approfittato dell'occasione per ascoltare amici e conoscenti del giovane. Testimonianze necessarie per ricostruire una vicenda che ha ancora molti punti oscuri.
Il ricercatore sarebbe stato identificato dalla polizia egiziana prima del 25 gennaio, quando ne fu segnalata la sparizione: lo hanno riferito alcune persone la cui attendibilità è ora oggetto di verifiche da parte degli inquirenti.
Al Cairo, invece, la Procura ha interrogato il conducente di minibus che trovò il corpo e gli investigatori oltre 300 persone i cui nomi erano contenuti nella rubrica telefonica di Giulio, mentre il sito Al Masry Al Youm scrive che l'ultimo punto in cui il cellulare del giovane è stato segnalato attivo è su via Sudan, un'arteria lunga almeno 7 chilometri ma che in un tratto si trova a circa 200 metri dalla stazione della metropolitana "El Behoos", a sua volta vicina (250 metri) all'appartamento in cui abitava Regeni. Il punto in cui, secondo un altro testimone, Giulio sarebbe stato prelevato da alcuni agenti in borghese.
Mentre la società civile si mobilita e il Guardian parla di "spirale autoritaria" in Egitto, le istituzioni italiane continuano a chiedere la verità. Il primo ministro Matteo Renzi ha dichiarato che "Agli egiziani abbiamo detto: l'amicizia è un bene prezioso ed è possibile solo nella verità"; vogliamo che "sia fatta verità e siano presi i colpevoli veri".
Rafforza la richiesta da Palermo il ministro dell'Interno Angelino Alfano, mentre da Monaco l'Alto rappresentante dell'Ue per gli Affari Esteri Federica Mogherini rende noto un incontro con il ministro egiziano Sameh Shoukry in cui ha fatto presente la "grandissima apprensione di tutta l'Europa per quello che è accaduto", una vicenda "non accettabile".
Con lo stesso Shoukry e con le stesse richieste aveva parlato ieri il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. La presidente della Camera, Laura Boldrini, ha invitato a non nascondersi dietro il facile paravento dell'Isis, "per Giulio e per tutte quelle persone che hanno subito la sua stessa sorte e di cui non si sa più niente". Finora "quanto fornito è quantomeno contraddittorio".
Si tengono nel pomeriggio di venerdì 12 febbraio a Fiumicello le esequie di Giulio Regeni
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- Pubblicato Venerdì, 12 Febbraio 2016 11:30
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Fiumicello (Ud) - I funerali di Giulio Regeni si tengono nella chiesa di San Lorenzo a Fiumicello alle 14 di venerdì 12 febbraio. Come da volontà di Paola e Claudio Regeni, genitori di Giulio, non ci sono vessilli, bandiere e simboli di organizzazioni.
La famiglia inoltre "non autorizza l'utilizzo di telecamere, fotocamere o qualsivoglia strumento di ripresa audiovisiva per tutta la durata del funerale". E chiede di "rispettare il momento di raccoglimento della famiglia e degli amici di Giulio in tutte le fasi della cerimonia".
Il feretro del giovane era arrivato a Fiumicello l'11 febbraio intorno alle 19. Ad accogliere la salma c'era una folla di persone che poi si è radunata in silenzio nella chiesa di San Lorenzo, nel centro del paese, poco distante dall'altra chiesa, quella grande di San Valentino, dove i fedeli si erano ritrovati insieme con il parroco, don Luigi Fontanot.
Per richiamare la comunità, sono state suonate ripetutamente le campane e sono state accese tutte le luci della chiesa.
Il paese si è mobilitato per accogliere i numerosi amici di Regeni che stanno giungendo dall'estero, come si legge su "Articolo 21": "Gli amici che arriveranno da mezzo mondo per l'ultimo saluto al ventottenne ricercatore ucciso in Egitto non avranno bisogno di cercare una stanza d'albergo: tantissime famiglie del paese hanno infatti aperto spontaneamente le porte delle loro case per ospitarli. Un significativo gesto di solidarietà e di vicinanza alla famiglia così duramente colpita".
L'Ordine dei giornalisti del Friuli Venezia Giulia, l'Assostampa e la Federazione nazionale stampa italiana saranno presenti a Fiumicello ai funerali di Giulio Regeni.
Lo fa sapere l'Assostampa regionale con una nota.
Pur non essendo "formalmente" un giornalista iscritto all'Ordine, infatti, il ventottenne ricercatore barbaramente ucciso in Egitto lo era di fatto.
Dottorando e autore di corrispondenze per alcuni media, ancorché sotto pseudonimo, stava realizzando al Cairo inchieste scomode che ricostruivano molti angoli bui di quel paese e, probabilmente, proprio per questo è stato torturato e ucciso.
Ordine e sindacato dei giornalisti vogliono quindi rendere omaggio alla sua figura e intendono farlo con ulteriori iniziative comuni da concordare con i suoi familiari.
"Quello che è stato nostro figlio - hanno detto Paola e Claudio Regeni - quello che ha rappresentato, quello che ci ha insegnato con le sue azioni, le sue scelte, i suoi studi, il suo impegno, saranno il faro che illuminerà il nostro futuro".
La salma di Giulio Regeni sarà venerdì a Fiumicello. Autopsia rivela la brutalità dell'assassinio
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- Pubblicato Domenica, 07 Febbraio 2016 14:59
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Roma - Si terranno venerdì 12 febbraio a Fiumicello le esequie di Giulio Regeni, il giovane ricercatore ucciso brutalmente al Cairo. Non si tratterà di un funerale di Stato.
L'esame autoptico è stato concluso. L'équipe di medici legali ha riscontrato sul giovane i segni di un violento pestaggio e numerose abrasioni, fratture in varie parti del corpo, tuttora oggetto di analisi così come il colpo al capo che ha provocato il decesso.
La frattura della colonna cervicale è stata determinata quasi certamente da una torsione innaturale del collo del giovane da parte di una persona che gli stava di fronte, ha avuto come conseguenze la rottura del midollo spinale e una conseguente crisi respiratoria, alle quali è seguita, infine, la morte.
Gli investigatori italiani sono già al lavoro al Cairo. Permangono forti dubbi sulla reale collaborazione delle autorità egiziane.
Intanto, al Cairo, un centinaio di manifestanti si sono radunati di fronte all'ambasciata italiana per un sit-in in ricordo del ricercatore italiano.
Sorvegliati da decine di poliziotti e ripresi dalle telecamere di un gran numero di tv internazionali, i manifestanti hanno deposto fiori e hanno acceso candele. "Giulio era uno di noi", si legge sui cartelli, scritti sia in arabo che in italiano.
Anche in Inghilterra i colleghi di Regeni fanno sentire la loro voce. Neil Pyper, della Scuola di Strategia e Leadership all'Università di Coventry, ricorda il giovane in un articolo, ripreso da diversi media britannici, dal titolo: "L'omicidio del mio amico Giulio Regeni in Egitto è un attacco alla libertà accademica".
Oltre a sottolineare l'impegno e la carriera di Regeni, studente di Cambridge, Pyper sottolinea che il suo "assassinio è una sfida diretta alla libertà accademica che è un pilastro del nostro sistema di istruzione superiore".
"Lui - prosegue - è solo uno dei tanti studiosi che sono stati arbitrariamente detenuti e sono stati spesso vittime di abusi in Egitto".
"Come comunità accademica e come società, abbiamo il dovere di farci sentire per proteggere loro e i loro colleghi che studiano in luoghi pericolosi in tutto il mondo".
"È fondamentale - si legge ancora nell'articolo di Pyper - che i governi sollevino casi come quello di Giulio e facciano forte pressione per indagini complete e perché i responsabili ne rendano conto".
Le autorità italiane ed egiziane, ricorda, "hanno annunciato indagini congiunte", ma "anche il governo britannico ha la responsabilità" di intervenire.
"Questo manderebbe il messaggio che qualsiasi abuso da parte delle autorità di studenti e ricercatori delle università britanniche non sarà tollerato. A tal fine, circolerà una petizione e gli amici e i colleghi di Giulio faranno campagna su questo nei prossimi giorni e settimane".
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