La famiglia di Giulio Regeni smentisce il coinvolgimento del giovane in attività di intelligence
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- Categoria: Udine
- Pubblicato Martedì, 16 Febbraio 2016 15:15
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Udine - Gli inquirenti italiani stanno procedendo con l'inchiesta sulla brutale uccisione di Giulio Regeni. L'ipotesi investigativa più accreditata è che la morte del ricercatore sia legata alle informazioni che aveva raccolto nel suo lavoro accademico sui movimenti sindacali egiziani.
Al vaglio degli inquirenti il computer dello studioso, consegnato dai genitori, sul quale Regeni teneva conversazioni quotidiane: chat in cui scambiava opinioni con colleghi e professori, inviava i report sui suoi incontri con esponenti dei sindacati indipendenti e dei venditori ambulanti, manteneva la corrispondenza con chi seguiva i suoi studi.
Intanto la famiglia Regeni, attraverso il proprio legale "smentisce categoricamente ed inequivocabilmente che Giulio sia stato un agente o un collaboratore di qualsiasi servizio segreto, italiano o straniero".
"Provare ad avvalorare l'ipotesi che Giulio Regeni fosse un uomo al servizio dell'intelligence - prosegue la famiglia - significa offendere la memoria di un giovane universitario che aveva fatto della ricerca sul campo una legittima ambizione di studio e di vita".
Alcuni quotidiani avevano riportato nei giorni scorsi la notizia secondo cui il giovane avrebbe collaborato con l'organizzazione britannica Oxford Analytica, che si occupa della raccolta di dati su Paesi stranieri.
Da parte sua Oxford Analytica fa sapere di non voler parlare in questo momento coi media italiani sulla vicenda del ricercatore ucciso in Egitto.
Fonti in contatto col centro studi hanno riferito che si respira un'aria di irritazione fra i responsabili dell'organizzazione, che negano di essere legati a qualunque agenzia di intelligence e lamentano inesattezze sulle ricostruzioni della loro attività.
Il 15 febbraio l'Egitto in una nota ufficiale aveva ribadito l'estraneità dei servizi segreti del Cairo nella vicenda.
Anche il mondo accademico italiano, intanto, chiede chiarezza sulla vicenda: "Chiediamo l'accertamento della verità sulla morte di Giulio Regeni e chiediamo al nostro governo di intervenire in modo forte a difesa delle libertà accademica e della sicurezza dei ricercatori".
Così si legge nella lettera aperta che il mondo accademico italiano rivolge al governo, unendo la propria voce a quella degli altri studiosi che si stanno mobilitando in tutto il mondo.
L'appello, dopo quello in Gran Bretagna, parte dall'Università di Brescia, e in pochi giorni ha raggiunto quasi mille adesioni e cresce di ora in ora, con le firme di professori e ricercatori di diritto del lavoro, giuristi e giuslavoristi di Università ed Enti di ricerca di tutta Italia.
Alla "richiesta di verità e giustizia" ha aderito anche la Fondazione Giuseppe Pera.