Unioni civili, il sindaco di Trieste Dipiazza dà disponibilità alla celebrazione
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- Pubblicato Mercoledì, 12 Ottobre 2016 09:36
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Trieste - Il sindaco Roberto Dipiazza ha dato la propria disponibilità a celebrare unioni civili dopo le aspre polemiche suscitate nelle settimane scorse dalla sua decisione di riservare la "sala matrimoni" del Municipio esclusivamente ai matrimoni civili eterosessuali.
La prima celebrazione da parte di Dipiazza sarebbe in programma nei prossimi giorni. Alle unioni civili è stata riservata una sala apposita al piano terra di Palazzo Gopcevich, sede del Civico Museo teatrale Carlo Schmidl.
"Nei dieci anni in cui ho già amministrato Trieste, più i cinque a Muggia - ha dichiarato il sindaco Dipiazza - mi sono distinto sia per le cose realizzate, sia per la volontà di costruire sempre un clima di confronto, dialogo e condivisione, soprattutto in un territorio come il nostro che le vicende storiche hanno lacerato e diviso”.
“In questa direzione - ha aggiunto - ho dato la mia disponibilità a certificare le unioni civili. Così come ho una chiara posizione personale, relativamente alla concezione della famiglia che mi auguro in democrazia di poter esprimere sempre liberamente, così ritengo corretta la scelta del legislatore di normare le unione civili in modo specifico".
Il sindaco fa togliere la scritta “Verità per Giulio Regeni” e la Regione la mette sulla sua sede
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- Pubblicato Sabato, 08 Ottobre 2016 16:10
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Trieste - La presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani ha affisso nella mattinata a un balcone del Palazzo del Lloyd, sede della Regione che si affaccia su piazza Unità a Trieste, lo striscione giallo di Amnesty International con la scritta "Verità per Giulio Regeni" che fa parte della campagna per non dimenticare l’atroce morte del giovane ricercatore friulano.
Pochi minuti prima delle 12, la presidente, insieme con altre due persone, ha materialmente sistemato e assicurato al balcone lo striscione.
Il giorno precedente il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza aveva deciso di far rimuovere dal Municipio in piazza Unità d’Italia un medesimo striscione.
La decisione sul tenere o togliere lo striscione avrebbe dovuto esser presa nella seduta del Consiglio comunale di lunedì 10 ottobre, in seguito alla decisione di alcuni esponenti del centrodestra di presentare una mozione per togliere la scritta con la seguente motivazione: “è opportuno che la permanenza sulla facciata del Palazzo municipale abbia una tempistica contenuta”.
La mozione era stata sottoscritta dai consiglieri Piero Camber di Forza Italia, Claudio Giacomelli di Fratelli d’Italia, Paolo Polidori della Lega Nord e Vincenzo Rescigno della Lista Dipiazza.
Il primo cittadino tuttavia ha dato autonomamente l’ordine di rimuovere la scritta in anticipo rispetto alla discussione.
L’atto non ha mancato di suscitare forti polemiche. Il quotidiano locale “Il Piccolo” è uscito il 7 ottobre con la prima pagina in giallo con la campagna di Amnesty.
"Oggi - scrive la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani - è stato tolto lo striscione intitolato a Giulio Regeni dalla facciata del Comune di Trieste. Ci sono battaglie dove, accanto alle azioni istituzionali e diplomatiche, contano anche i simboli in cui si riconoscono intere comunità”.
"Gesti che alimentano polemiche non aiutano a trovare la verità per Regeni: questo è un obiettivo per il quale tutti noi siamo chiamati a fare la nostra parte - aggiunge Serracchiani -. Perciò il mio auspicio è che l'Amministrazione comunale di una città importante come Trieste decida di ripensare la sua decisione, rimanendo assieme alle altre Istituzioni che rendono visibile la solidarietà alla famiglia Regeni".
Anche l'Assostampa Fvg “è al fianco dei colleghi del quotidiano "Il Piccolo", in edicola stamattina con questa prima pagina per protestare contro la decisione dell'amministrazione comunale di Trieste di togliere dalla facciata del municipio, in piazza Unità, lo striscione che chiede "Verità per Giulio Regeni”".
“Chiedere ancora e sempre la verità sul feroce assassinio in Egitto del ricercatore nato nel Friuli Venezia Giulia - si legge nel comunicato Assostampa - è un atto di civiltà di cui una comunità degna di questo nome deve essere fiera”.
Giulio Regeni era “triestino d’adozione” avendo frequentato il locale liceo Petrarca prima di partire per il New Mexico come studente del Collegio del Mondo Unito. Si era poi laureato all’Università di Oxford e stava raccogliendo materiale per la sua tesi di dottorato presso l’Università di Cambridge.
La Finanza grazie al cane antidroga intercetta al confine 12 chili di marijuana
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- Pubblicato Giovedì, 22 Settembre 2016 09:36
- Scritto da Redazione Ilfriuliveneziagiulia
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Trieste - A meno di una settimana dal sequestro di marijuana effettuato in porto, le unità operative del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Trieste hanno realizzato un nuovo rilevante risultato nel settore del contrasto ai traffici illeciti, questa volta nei pressi del confine terrestre.
I Baschi Verdi del I Gruppo, una particolare sezione del Corpo specializzata in Antiterrorismo e Pronto Impiego, particolarmente impegnata in una costante ed intensa attività di controllo del territorio, hanno sequestrato un rilevante carico di marijuana, ben 12 chilogrammi, abilmente occultato all’interno del serbatoio del carburante di una vettura albanese, proveniente dal Paese delle aquile che, nel pomeriggio di ieri, ha fatto ingresso nel territorio italiano attraverso il valico stradale di Pese.
Nel corso di un posto di controllo effettuato nei pressi del confine italo-sloveno, dopo aver selezionato il mezzo in questione mentre stava transitando diretto verso Trieste, i militari hanno rilevato un’insolita agitazione da parte del conducente e dell’altro passeggero della vettura, entrambi cittadini albanesi, di 25 e 22 anni.
Dopo aver effettuato i primi accertamenti, la pattuglia ha proceduto ad ispezionare la berlina e il supporto dell’unita cinofila antidroga, nel frattempo intervenuta, ha consentito di confermare i crescenti sospetti in capo ai due cittadini albanesi.
Appena si è avvicinato alla parte posteriore del veicolo, infatti, Acab, il collega a quattro zampe ha cominciato a raspare segnalando inequivocabilmente che il suo fiuto stava tracciando la presenza di droga.
Le operazioni di controllo sono state, dunque, estese anche alle parti meno accessibili del veicolo, sino all’individuazione di una sottile incisione sulla superficie metallica del serbatoio, richiusa con il silicone ed integralmente ricoperta da polvere di caffè, segno di una chiara manipolazione finalizzata a celare la traccia olfattiva di quanto collocato all’interno.
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